domenica 30 marzo 2008

Discorsi

Uno pensa che parlare sia la cosa più facile del mondo. Specie se hai delle idee da comunicare. Specie se sei uno che non esaurisce mai gli argomenti di conversazione, e può passare dall'insegnamento sperimentale della coreutica agli insediamenti abitativi dei primi anni Ottanta.

Ma, al contrario, quando più sarebbe necessaria la parola, o la riservatezza, o l'imbarazzo per una realtà tenuta nascosta, o semplicemente il momento sbagliato, ti fanno aprire la bocca e non emetti suono. O dici un'altra cosa, per riempire il silenzio, ma la dici senza verità, o senza tutta la verità che è necessaria.

Ma la cosa peggiore è quando sei in coda e ti viene la risposta.

Leggi tutto...

Astronomi massoni


Dice niente? Perché questa foto del telescopio Hubble, nota anche (chissà perché) come "Occhio di Dio", è stata ricolorata in modo da rafforzare l'impressione - già di suo abbastanza forte - che la nebulosa taldeitali rassomigli ad un occhio spalancato nelle profondità siderali (benché si tratti di una delle più vicine). Poi la cosa si è diffusa a macchia d'olio, e trovereste siti d'esaltati che sono convinti di aver visto Dio in quella foto, o che il disegno compia miracoli e doni la serenità; o al contrario di serissimi tromboni che si affrettano a mostrare come l'immagine sia colorata artificialmente (detto fra noi, come tutte quelle di Hubble), e che non è possibile si tratti dell'occhio di Dio. Ma và?

Grazie a Kalash per avermela fatta vedere. Essere bella, è bella. (nota: il triangolo è mio)

Leggi tutto...

McGyver

Avete mai provato a riparare un pedale del pianoforte che va su e giù a vuoto?

Peccato! Non sapete cosa vi siete persi (a parte la polvere...bisognerebbe trovare un modo di spolverare i pianoforti dall'interno)

Leggi tutto...

sabato 29 marzo 2008

Elfi e organo

Ormai quasi un anno fa, mi è stato detto che non mi sarebbe potuto non piacere l'Epic metal. Decisamente sbagliato, perché sarà epic finché si vuole ma è sempre fracasso senza senso.

Io capisco l'essere moderatamente appassionato dalla questione Signore degli Anelli con tutto il contorno - non del fantasy in generale, per qualche motivo - ma, evidentemente, qualcuno doveva aver pensato che canzoni quali The curse of Feanor, che tutti i lettori del Silmarillion sanno bene di cosa si parli, potessero, in virtù del solo loro testo (quando lo si riesca ad intuire tra i gemiti e le grida), diventare di mio gusto.
Va be', storia vecchia.

Ad ogni modo, i miei fratelli, settimana scorsa, mi hanno fatto la graditissima sorpresa, per il compleanno, della partitura di alcuni pezzi della colonna sonora de Il Signore degli Anelli - pagandola una fortuna perché disponibile solo sul mercato americano, mi è stato detto - La Compagnia dell'Anello. Oltre a quei due brani celeberrimi, che solo a suonare due note tutti capiscono di cosa si tratta, ci sono un paio di musiche elfiche che al pianoforte soffrono l'assenza del pedale, pur riuscendo a rendere discretamente (richiedono la pressione contemporanea di un po' troppi tasti, per i miei gusti) la sonorità ed il mood della colonna sonora - ovvero, la profezia (...un anello per domarli tutti) ed il lamento funebre per Gandalf.
Tutto soddisfatto di essere riuscito ad imparare una sequenza di accordi uno più assurdo dell'altro (che senso ha suonare contemporaneamente reb, mib, solb,lab?), sono andato in chiesa un po' prima di messa - e, come al solito, non sono arrivato sufficientemente in anticipo per poter suonare un po' prima che mi chiamassero per decidere i canti - e li ho provati. In particolare, The prophecy che ha il suono maestoso e solenne che non sta male in chiesa.
Non fosse che, delusione!, sarà la sonorità dell'organo più o meno uguale per tutti i tasti premuti, sarà che, con un manuale solo, non si può dare molta varietà alla registrazione, ma tutte le note si confondevano, e non si riusciva più a cogliere la modulazione ben presente nella testa del compositore e nelle mie orecchie, per averla provata al pianoforte. Intanto, spero e mi fingo che oggi sia suonata così male o perché non me ne sono accorto e sbagliavo tutti gli accordi (di solito, se prendo male il primo tutti gli altri vanno di conseguenza), o perché non ho trovato la registrazione migliore (benché, di solito, i fondi da 8 e 4 vadano bene un po' per tutte le stagioni); perché mi spiacerebbe suonasse così male di suo. Perché ho speranza di suonarlo meglio.

Leggi tutto...

Al centro

Ho fatto il test di Voi siete qui che imperversa sulla rete (se blogbabel funzionasse ancora, linkerei tutti gli amici che lo hanno fatto, ma così è poco utile) ed il risultato che mi è stato assegnato, al solito, non è una novità (anche se non si vede bene, il sito è pieno di tabelle, e mi dà più vicino a PD che PDL, comunque).

Leggi tutto...

venerdì 28 marzo 2008

La comunità dei fisici

Non so come sia frequentare un corso di laurea superaffollato, nel quale centinaia di persone affollano le aule, le gradinate, rimangono fuori dalla porta perché non c'è più spazio...quelle cose che fanno tanto univerisità di massa e che rendono - immagino - una sofferenza ancora maggiore frequentare.

Sarà perché noi, quando siamo in tanti, siamo una cinquantina, e tanti di noi vivono in pianta stabile - o quasi - tra aule di lezione, aule studio, biblioteca e laboratori.

Quando, ad esempio perché, come stamattina, è saltata una lezione (relatività), ci troviamo - ciascuno singolarmente preso dai propri studi, dalla propria relazione o dalla propria pigrizia, riusciamo a fare un gruppo mirando

Non bisogna pensare che siano tutte rose e fiori; anzi, le dinamiche interpersonali in gruppi piccoli sono molto più difficili e travagliate di quelle in gruppi numerosi, e piccole e grandi rivalità, differenze politiche e sociali, gusti personali e reciproca antipatia si sentono, e da sottotraccia a volte esplodono in scontri a male parole, in deliberati gesti di sfida ed in ripicche, molte volte infantili (ad esempio, invertire i condensatori elettrolitici, che così esplodono e l'altro gruppo si prende la colpa).

Come se non bastasse, il fatto che, da questo semestre, ciascuno ha preso la propria strada non ha contribuito ad appianare le divergenze.

Poi, però, ci sono i momenti, come ora, in cui sembra ancora di essere una classe. Al banco dei tutor del laboratorio di informatica (con buona pace degli altri utenti) si discute delle relazioni di elettronica, o della conservazione del momento angolare (tra teorici), una fila di computer è occupata da altri gruppi, sempre dei nostri; c'è anche chi, in barba al regolamento, fa test Che cantante sei? su Facebook. Intanto, passa il tempo e si avvicinano le lezioni...e le elezioni. C'è anche chi intrattiene discussioni sui seggi elettorali, e i rappresentanti di lista di Forza Italia e gli scrutatori che rifiutano...

Scampoli di quello di bello che c'era al Liceo

Leggi tutto...

giovedì 27 marzo 2008

Posizionamento

Ringrazio Kalash (Alessio) per aver pubblicato questo test che, altrimenti, non avrei mai scoperto - non guardo quasi mai il sito di Repubblica...dicevo, lo ringrazio perché questa è la prima volta che uno di questi test mi fà al primo colpo un risultato in cui, più o meno, mi ritrovo.

Sì, forse come sensibilità non mi sarebbe dispiaciuto finire un po' più al centro per quanto riguarda l'economia, ma non mi trovo per niente male. Forse l'unica risposta che potrei cambiare è l'ultima, quella sul concetto di Padania, che ho scritto non avere alcun senso né socialmente né geograficamente, ma forse geograficamente un pochino (se ci limitiamo, va da sé, al nord del Po, non certo con dentro la Toscana o l'Emilia-Romagna come i leghisti vorrebbero) ci potrebbe stare. Beh, sottigliezze...

Leggi tutto...

Riflussi

Pagine e pagine di fogli stropicciati, scarabocchiati, scritti per diritto e per rovescio, con abbreviazioni sui margini per non dover cambiare pagina sul più bello, che si accumulano sulla scrivania presidenziale di papà.
Due o tre libri aperti, di algebra meccanica analisi, alcuni ormai sfasciati dal troppo uso.
Una risma di fogli bianchi - la semibella - più ordinatamente ricoperti da schemi passaggi sommatorie derivate commutatori
Un bel come volevasi dimostrare accanto a $[L_{(i)},H_0]=0$, con tutto il diritto di esserne soddisfatto.
La penna, abbandonata, aperta e buttata su uno dei quaderni (sarà per questo che non scrivono mai?).
La tesina di laboratorio di calcolo che mi guarda da una busta trasparente.

Ed una fastidiosa domanda. Cui prodest?
(meglio tradotta come E chissenefrega?, come dicevano Cochi e Renato)

Leggi tutto...

Prodotti del laboratorio di calcolo

Fortuna che tutto era pronto, dato che ci ho messo una mattina intera (fino ad ora) a scrivere la tesina per il Laboratorio di Calcolo, a proposito del calcolo di
$\sum_{n=1}^{oo}\frac{1}{n^2}
Mi soddisfacesse, almeno.

Comunque, oltre ad essere già presente nella mia cartella Articoli sulla sidebar di destra (Pi26.pdf), è qui scaricabile.

Leggi tutto...

Tremate, Mackenzie e Xu!

Ieri abbiamo finito di sviscerare l'articolo di Mackenzie e Xu sui bialgebroidi, che ci ha tenuti impegnati per quasi due mesi, dopo tre ore di calcolo tensoriale che mentirei se sostenessi di aver capito fino in fondo.

E Magri era così soddisfatto di aver risolto il problema - ad un certo punto ha tirato fuori un libro scritto da lui ed un altro quando ancora esisteva solo la Statale che sembrava avesse trent'anni - e di aver mostrato che quello che passa (passerebbe...) come un innovativo risultato è soltanto una conseguenza differenziale del secondo ordine della sua definizione di varietà PN che ha detto si potrebbe pubblicare, poca roba, solo due o tre paginette, più una comunicazione che un articolo...

Io, intanto, gongolo di riflesso per il suo gongolamento

Leggi tutto...

mercoledì 26 marzo 2008

O mores! O tempora!

Di solito passo per uno intollerante ma cinico al punto che serve per non far altro che inarcare il sopracciglio (metaforicamente. Quanto mi piacerebbe saperlo fare bene come il mio professore di matematica del Liceo!) di fronte a quello che non va incontro alla mia tolleranza - quasi tutto, del resto.

Ma, oggi, il maggiore quotidinao italiano si è sentito in dovere di colpirmi direttamente allo stomaco con articoli scandalistici che neanche il Teletutto di adolescenziale e preadolescenziale memoria (quando i ragazzi sono ancora troppo giovani per convincere gli edicolanti a vendere loro i giornaletti sconci)

Se fossi quei decenni più vecchio, probabilmente farei una tirata su ai miei tempi. Invece non posso far altro che scuotere la testa, e far finta di niente.

C'è solo l'imbarazzo della scelta

Da compagni d'università vengo a sapere che una ex studentessa, poi laureatasi in fisica da noi, si è subito dedicata alla carriera di attrice particolare. Non vi linko la sua scheda per non passare per incentivatore della pornografia, comunque sì.

Leggi tutto...

martedì 25 marzo 2008

L'articolo incriminato

Vi ricordate il racconto della gaffe del mio relatore a proposito di un articolo scritto da lui?
Ecco il pezzo incriminato. Bisognerà dargli un'occhiata...

Leggi tutto...

Mi si sospende Blogbabel

Da qualche giorno a questa parte (credo da Pasqua, perché sabato mattina funzionava ancora) la più nota ed efficace - ed immagino anche ampia - lista e classifica di blog italiani, Blogbabel, è sospesa ed i suoi servizi inutilizzabili. È ironico che ciò sia avvenuto non più tardi di dieci giorni dopo che, finalmente, ero riuscito ad inserire nel blog l'appletino Flash per visualizzare la mia posizione in classifica e l'escursione dal giorno precedente (un rimasuglio è tuttora visibile nella casella Strumenti sulla sidebar destra).

Ciclicamente, da quel poco che seguivo, emergevano polemiche in merito alla classifica, alle posizioni ed ai criteri di indicizzazione; polemiche, a dire il vero, quasi sempre portate avanti da blogger vanesi che si lamentavano per essere sottostimati rispetto alla realtà. Da quel poco che ho capito, e che si può arguire leggendo i link indicati nella pagina che ho già segnalato, pare che stavolta il motivo sia diverso e, sotto certi aspetti, ancora più paradossale. Sembrerebbe, infatti, che un blogger misantropo abbia chiesto di essere eliminato dalla classifica, ché i tenutari del sito avrebbero guadagnato grazie ai contenuti leggibili in feed, e che al diniego di questi abbia fatto partire querele.

Sinceramente, mi pare abbastanza grottesco che uno minacci querele perché la gente può leggere il suo sito, e perché il traffico di questa via di mezzo tra un aggregatore ed un motore di ricerca tragga vantaggio, senza adeguato compenso economico, dai suoi post. Ma, sicuramente, mi sfuggirà qualche importante dettaglio...

Leggi tutto...

Pasquetta /3

Il primo pensiero di stamattina, quando alle sette e mezza ho iniziato a girarmi nel letto che avevo toccato non più di quattro ore prima, sentendomi ancora in bocca il fare della carne del pranzo di ieri, è stato: Oleari!. E, quindi, dovrò sfidare il rintontimento da ipoipnia (neologismo coniato ora per dire "carenza di sonno") con operatori da esponenziare.
Ma il secondo pensiero è stato, senza meno, la prossima volta se lo scordano che io faccia l'autista e non beva, perché bisogna ammettere che non è proprio la stessa cosa festeggiare con gli altri e guardare gli altri festeggiare mentre si beve una tristissima acqua tonica (che già è stato faticoso ottenere, perché la cameriera-squinzia si sarebbe ostinata a portarmi della Coca Cola). D'altro canto, mantenersi, sebbene forzatamente, completamente sobri dà la possibilità di annotare mentalmente tutte le stupidaggini dette o fatte, e poterle poi utilizzare per ricattare i proprio colleghi.

Pertanto questa cronaca sarà spoilerosissima

Il mio primo compito era andare a Crespi d'Adda per "raccogliere" Margherita, che mi era stato detto abitasse di fronte alla chiesa. Mi ero impegnato ad essere là alle otto e mezza, e sono partito tiratissimo con l'orario - considerato che mi sarei dovuto aspettare un bel po' di traffico in direzione Milano. Bandisco, come mio solito, l'autostrada, e decido di scendere via Dalmine-Osio-Brembate, ma appena esco dall'asse interurbano per immettermi sulla Villa D'Almè-Dalmine mi trovo imbottigliato in una eterna ed immobile coda. Fortunatamente gli svincoli sono stati disegnati bene, e senza pensarci due volte torno sull'asse, evitando di rimanere imbottigliato, perché decido che sarei sceso via Bonate-Madone-Filago. Finché si tratta di strade provinciali che solcano i campi punteggiati da tralicci dell'alta tensione tipici di questa zona dell'Isola bergamasca, non ci sono problemi. La cosa si fa un po' seria nell'attraversamento di quel paio di centri abitati che proprio non sono riusciti a fare una strada che ci giri intorno, in particolare quando (credo a Filago) per essere passato a 51 km/h (come rilevato da macchinetta che ti dice la velocità) vengo flashato per indurmi a rallentare, e l'unica cosa a cui riescono ad indurmi è rischiare di andare fuori strada. Arrivo a Capriate e, per raggiungere Crespi, mi tocca d'attraversare tutto il paese senza uno straccio d'indicazione, cui supplisce il mio famoso senso dell'orientamento. E, una volta a Crespi, in imperdonabile ritardo di tre minuti, ho dovuto anche rivolgere silenziose (fino ad un certo punto) imprecazioni contro Monica che non sa distinguere davanti alla chiesa da dietro alla chiesa, con conseguente errore di percorso.

Raccattata Margherita, ci siamo diretti verso Vimercate, attraversando l'odioso Trezzo-il paese dei dossi- per passare a prendere Ivan, nella più desolata ed abbandonata periferia della città. Dopo pochi minuti arriviamo a Carnate, da Monica, che subito ci mostra il salotto in pelle umana e i mille ninnoli raccolti con tanto amore (e tanto gusto ambiguo) da sua madre. Mangiamo una pastosissima fetta di torta ed iniziamo (iniziano) a fare onore alla raccolta di alcolici. In particolare, il Porto portato dal Sudafrica (e sì, a me faceva storcere il naso, anche perché quello rosso sembrava un Moscato di Scanzo più sdolcinato, e quello bianco era sdolcinato e basta - ancorché si bevessero volentieri), ma un po' di tutto (e per fortuna che erano gli altri a bere, perché a me mischiare dà fastidio, e mi sarei attaccato alla bottiglia di whisky e amen).

Dopo un po' di chiacchiere ci siamo spostati ad una birreria di Arcore (e la Brianza alcolica un po' mi ha deluso, visto che quasi tutti i posti erano chiusi), dove gli altri hanno continuato a bere alcolici ed io mi sono dovuto fermare alla famosa acqua tonica. Nell'incrementarsi del tasso alcolico hanno iniziato ad essere pronunciate chicche di assoluta levatura quali superanalcolici; e, verso l'una, siamo tornati a Carnate perché il locale aveva tutta l'aria di star chiudendo: giudicate voi, gli unici altri clienti oltre a noi quattro stavano aiutando le cameriere a pulire in terra...

Chiuso il locale, non è stata chiusa la serata, perché abbiamo fatto ritorno a Carnate dove gli altri (specialmente le due donne) hanno ripreso a lasciarsi andare al bicchiere, fino a finire una bottiglia di limoncello sbagliato, ed a riferire l'irriferibile sui compagni assenti d'università.

La cosa è durata fino alle tre meno venti, quando il padre di Margherita l'ha chiamata minacciando di farla dormire sotto un ponte, e per i motivi logistici ben chiari dall'andata la serata è svaporata in cinque minuti, mentre riaccompagnavo lei ed Ivan alle rispettive dimore. E mi accompagnavo, facendomi forza con lo stereo a tutto volume, alla mia casa lontana decine di chilometri, nel mondo vero e dalla parte giusta dell'Adda.

Leggi tutto...

lunedì 24 marzo 2008

Pasquetta /2

Terminata la prima parte di questo lunedì di Pasqua, con la tradizionale abbuffata con i soci (tanto tradizionale che qui si può confrontare il resoconto dell'anno scorso).

L'appuntamento per stamane era alle dieci; benché, a quell'ora, sotto il porticato accanto alla casa dell'Epo fossimo solo Luca Bignaga ed io. Il mio è stato, comunque, solo poco più di un saluto, perché mi ero portato dietro i libri dell'organo con l'intento di suonare la messa, e quindi per le dieci e mezza ero già appollaiato sul mio ballatoio a pigiare tasti e pedali.

Quando, poi, torno da Epo, che ha il pregio di abitare ad un minuto dalla chiesa, trovo già il tavolo apparecchiato e la carne in avanzato stato di cottura; con la pecca di aver comprato soltanto due bottiglie di vino, e di essere in sei a pranzo. Si ripiega, dunque, su un veloce passaggio dalla mia cantina onde rimpinguare le scorte etiliche. Prima di iniziare il pranzo, e solo grazie all'aperitivo a base di salame e cotechino stagionato, la prima bottiglia di rosso era già finita, considerato che alcuni avevano ritenuto di aperitivare con il bianco, a mio avviso non altrettanto buono.
Come al solito, massima abbondanza di carne - più del necessario, come sempre - e cotta - ma questo è un mio parere, ad alcuni piace così - decisamente troppo; benché le critiche al cuoco perdano di mordente, quando esso cuoco è alto mezzo metro più di te e largo il doppio e, soprattutto, quello che hai in bocca è il sesto spiedino. L'eccessiva cottura, comunque, si è fatta sentire soprattutto riguardo allo scamone, che al sangue avrebbe sicuramente reso meglio.

Avendo incominciato a mangiare alle undici e mezza, e ad attaccare la carne a mezzogiorno, verso le due avevamo già raggiunto il livello di saturazione, più alimentare che alcolica, a dire il vero, ed abbiamo iniziato a guardarci intorno per decidere il da farsi. Certo, magnificare Ilaria la morosa del Bignaga perché è l'unica ragazza di nostra conoscenza ad essere competitiva in una gara di rutti non sarebbe durato ore, e l'ipotesi di unirsi ad Ambrogio che saliva il Misma innevato (nonostante un pensiero ce l'avessimo fatto un po' tutti) veniva contrastata dalla malgrazia con cui ci reggevamo in piedi, almeno subito dopo il pranzo. Abbiamo ripiegato su un onesto DVD al computer, e ci è scappato l'occhio su Molto incinta. Non certo un film d'essai, ma a parere unanime pensavamo (e, sotto sotto, speravamo) fosse ben più stupido. Invece cercava anche di farci una morale, ma pensa te!.

Terminato il film, è stato il caso di mettere un poco in ordine, e di moderarsi - soprattutto da parte mia - in quanto a scolare le bottiglie quasi finite bevendo a canna, anche perché stasera i miei programmi - per essere sinceri, organizzati da altri - mi porteranno nella bassa Brianza e mi sarà richiesto di essere e mantenermi sobrio onde scarrozzare compagne d'università che devono festeggiare il termine degli esami.

Intanto sono rientrato a casa, e sinceramente pensavo di trovare i miei (che dovevano partire da Jesolo prima di pranzo, e quindi pensavo arrivare a casa verso le quattro), che invece non si sono ancora fatti vivi. Beh, finché dura non c'è male

Leggi tutto...

Pasquetta /1

Alla faccia di quei romacentrici di telegiornali - ahimè, ci è caduto anche il mio SkyTG24 - oggi è una splendida giornata. Invero fredda, ma il sole scalda molto - lo sa bene lo sgabello del pianoforte, che è rimasto mezz'ora illuminato ed ora scotta; quindi farà sempre più caldo. Benché ritenga che sia un peccato sprecare la probabile ultima neve della stagione e non salire sul Misma che biancheggia - si sono fatte Pasquette anche in vetta, mi risulta -, scartata per la troppa distanza e la necessità che almeno uno resti sobrio la casa in campagna (a Valbonaga, che oggi l'Adda dev'essere uno splendore) e non essendo comunque il caso di andare a sederci in terra in qualche campo, ripieghiamo sul PorticoDiEpo, già testimone di UltimiDell'Anno particolarmente defatiganti, e tante altre cene invernali.

Il recupero da ieri sera è ormai completo - ho scritto che abbiamo bevuto poco - e l'unica difficoltà è stata il mal di testa per via della sveglia - abbandonata a sé stessa - della mia sorellina che alle sette ha iniziato a mandare canti partigianocomunisti e, dopo tre loop, mi ha costretto ad alzarmi a spegnerla. E si sa che, una volta alzatomi, non c'è verso che torni a dormire.

Leggi tutto...

domenica 23 marzo 2008

La sera più lunga

Si inizia ora. Al contrario del programma, niente pizza. Ma tanto kebab!

Kebap che, non essendo del nostro Dessi, si rivela immediatamente scadente. Nel senso che sì, è buono, ma intollerabilmente leggero. Se ne mangia uno in cinque minuti e si ha ancora fame. Intanto, si è acceso il forno per scaldare (perché avremo almeno due panini-kebap a testa e tre vaschette di carne-kebap). E già bisogna mettere ai voti se vale o meno il rutto libero. Io mi astengo dalla votazione (anche perché sono il padrone di casa) e corro ad aggiornare ancora un po' questo blog.

Abbiamo iniziato a mangiare (ed a bere, ça va sans dire) da mezz'ora, e già c'è chi intinge il kebap (a proposito, nel frattempo abbiamo deciso che non si andrà più allo Sky Kebap di Pedrengo) nel vino. Per cui ricevo i complimenti. E Fabio strimpella Pinocchio al piano.

Abbiamo finito di mangiare. Geordie ha chiamato, e l'abbiamo invitato a venire; posto che prima passi da una gelateria e ci procuri un chilo di gelato. Intanto che lo aspettiamo, tutti intorno al pianoforte a strimpellare. Fortuna che mercoledì viene l'accordatore - a detta dei miei, il mio regalo di compleanno.

È arrivato il Geordie con il gelato. Questo salverà - almeno per un po' - le corde del mio pianoforte.

L'atmosfera si è un po' raccolta dal momento che abbiamo acceso su La Passione di Mel Gibson. C'è stata discussione se fosse di per sé blasfemo o meno guardare un film di tale argomento nello stato etilico che siamo. Ma, dopo un se la Maddalena era come la Bellucci, altro che Codice da Vinci e ma guarda che fighi i Romani, si è deciso di guardarlo fino in fondo (anche perché l'altra volta che l'ho guardato il DVD è saltato mentre stava morendo...e Brembilla mi ha assicurato che alla fine c'è un colpo di scena...)

Si è tolto dall'ArmadiettoDeiSuperalcolici di mio padre il cognac di champagne. Ottimo. E si discute di Redenzione.

È finita la serata. Per primo ci ha lasciato Claudio, che - in realtà - è quello che ha guidato oggi pomeriggio, poi abbiamo atteso la fine di The passion, abbiamo dato una riordinata alla cucina (alla fin fine siamo stati molto meno disordinati e caotici di quanto le premesse avevano fatto sospettare) e ci siamo salutati; anche perché l'appuntamento è per domani, alle dieci, al portico della cascina-casa di Epo. Per una nuova mangiata colossale, e bevuta sua pari (benché stasera, nonostante tutto, nessuno abbia esagerato - e si spera sia lo stesso anche domani)

Leggi tutto...

Rientro

Benché la cosa abbia creato un po' di tensioni in famiglia, in ispecie da parte di mio fratello, oggi alle quattro ho preso per un soffio il treno a Mestre ed ho fatto rientro a casa. Sono arrivato fino a Brescia, amabilmente intrattenuto da un vecchietto loquace e turista onnivoro, che sapeva intavolare una discussione su qualsiasi posto io avessi visitato in vita mia ed anche di più, ed un fantastico panorama che si apriva, dopo il maltempo di oggi, sulle cime innevate che facevano corona al Lago di Garda - e, secondo me, tra Brescia e Bergamo si vedeva distintamente l'Adamello. A Brescia era già pronto il comitato d'accoglienza dei miei soci, con cui abbiamo fatto automobilisticamente ritorno a Bergamo, cercando invano un bar alternativo per l'aperitivo domenicale e ripiegando sul consueto Mad di Torre de' Roveri.

Ed adesso li sto aspettando perché, causa casa libera, stasera si avrà un assaggio dell'abbuffata di domani; benché stasera si verterà sugli alcolici piuttosto che sulla carne. E già pare sia stata approvata - molto dipende dal tasso alcolico e di autoconsapevolezza del poi - la proposta di documentare con una sessione di live blogging che entrerà nella storia, il delirio di stasera. Ché le morose sono altrove.

Leggi tutto...

sabato 22 marzo 2008

Da Jesolo

Sono seriamente e preoccupantemente dipendente da questo blog. Ho, dunque, raggiunto il primo internet point che mi è capitato a tiro e mi ci sono fiondato all'interno (senza badare troppo ai prezzi, ed adesso che il tassametro corre me ne sto un po' pentendo).

Non credo che a spingermi sia stato l'irrefrenabile desiderio di comunicare; sono ben in grado di fare silenzio per ore, sottraendomi perfino a domande dirette, non dovrei essere in affanno a non battere sulla tastiera per un paio di giorni (perché, a Dio piacendo, già domenica sera riuscirò a scappar via da questo desolato deserto di alberghi e negozi sbarrati).
Ed è altro che mi spinge

È straniante. Non è per scrivere, ma per leggere che sono uscito di casa - fingendo di portare mia sorella a fare slalom tra i cantieri aperti per guardare le uniche due vetrine allestite dei venti chilometri di lungomare; perché, anche in queste cose, dopo aver suonato una nota insieme, non si riesce più a guardarsi con gli occhi di prima.

Ma forse è il caso di tornare alle cronache più spicce.
Ad esempio, potrei mettermi ad elencare ad una ad una le cose che mi rendono insopportabile stare a Jesolo, specialmente in questi fine settimana pseduoinvernali, quando non c'è niente da fare se non compiacere le manie agricole di mio padre, che ormai ha estirpato tutte le viti (e così, per almeno un paio d'anni, ha avuto qualcosa da fare ogni volta che ha preteso di scendere) e che, adesso, passa le ore a "fare" l'unica che è rimasta, il cui destino è chiaramente segnato e si concluderà sul fuoco, ma intanto viene maniacalmente potata. E poi taglierà, o farà tagliare - perché poi si lamenta che nessuno l'aiuta - l'erba, che immaginate quanto sarà alta, essendo stata tagliata l'ultima volta a novembre e non essendo ancora uscito questo angolo di Veneto dall'inverno (non sono neanche fiorite le mimose, per dire - e ne avrebbero un bel coraggio, con questo freddo umido). E perché non girare tutti i vivai della provincia per prendere una pianta di kiwi maschio, visto che il pergolato di kiwi che abbiamo (e che già è un tormento da tenere a bada) non produce frutto in abbondanza?

E l'appartamento è piccolo (che scoperta, è dimensionato per l'estate quando tutti si sta fuori in giardino) e mia madre diventa nervosa perché siamo sempre tra i piedi, e intanto mi manda a controllare le statistiche del suo blog perché ha la pretesa (regolarmente frustrata) di individuare e localizzare ogni visitatore.
Ed in casa siamo tanto stretti che la cosa più difficile dello scrivere il secondo capitolo della tesi (Bialgebroide di Lie) è riuscire a rovistare tra gli appunti che continuano a perdersi uno sopra l'altro.

Come accennavo all'inizio, l'unica salvezza è che, mentre tutti torneranno a casa lunedì sera, io - poiché lunedì ho non uno, ma due inviti alle abbuffateDiPasquetta - dovevo andarmene domenica, venuto a prendere dagli amici, che si sobbarcavano seicento chilometri tra andata e ritorno per avermi tra loro. Commovente, non fosse che stamattina mi hanno chiamato (l'avevamo confermato giovedì e poi ieri...) per declinare, ed ora dovrò convincere i miei a farsi i quaranta chilometri da qui alla più vicina stazione ferroviaria, il pomeriggio di Pasqua. Sperando in bene.
Qualsiasi cosa, comunque, per venir via da qui

Leggi tutto...

venerdì 21 marzo 2008

Così muore Dio


Tre uomini attendevano sulle panche. Erano un funzionario ritiratosi a vita privata, un vecchio marinaio, ed un soldato segnato dalle guerre. Il funzionario era un uomo nervoso e calvo. Non stava seduto più di un minuto. Si alzava, si affacciava al salone, scuoteva la testa e tornava a sedersi. Già lo facevano attendere da ore.
Il marinaio dava evidenti segni di demenza. Era scosso da un perenne tremore, e recitava senza più voce, come una folle litania, Il grande Pan è morto. È morto..
Gli occhi del soldato sembravano quelli di un cieco, che non riesce a vedere; ma il soldato non era cieco. Guardava, ormai da anni, altrove. Erano anni che non aveva smesso di guardare quello che aveva visto, che gli si era conficcato negli occhi. Non vedeva altro.

Valerio Tauro gli ordinò di entrare.
Risulta, esordì mentre il soldato, pur continuando a rivolgere lo sguardo in alto, entrava nella stanza e rimaneva in piedi, dando chiaro segno di vedere le colonne e le suppellettili sparse - perché non ci andava a sbattere, che tu sostieni di aver visto Dio. Lo confermi?
Ho visto Dio
E dove credi di averlo visto?
Non è questione di credere. Più di quanto non si deve credere ai propri occhi ed alle proprie mani. Ho visto Dio come vedo voi adesso - rispose continuando a fissare alto sopra la testa di Tauro, a cui non poté sfuggire una smorfia di scetticismo - Perché ridete?
Dove dici di aver visto Dio? Sei stato il solo a vederlo?
Il solo no, perché c'era una folla, su quel monte. Sapete, le esecuzioni attirano tutti. C'erano perfino i capi del popolo, quelli per cui solo calpestare la nostra ombra è peccato. Ma non erano voluti mancare. Credevano di aver vinto
Aver vinto perché mettevamo a morte un loro suddito?
Era uno che aveva dato loro dei problemi. Senz'altro, molti di più di quelli che aveva dato a noi. Mai visto uno che si fa torturare prima, e crocifiggere poi, senza opporre resistenza né proferir parola. Nonostante il sangue degli altri ci chiuda il cuore, mentre facciamo il nostro lavoro, e nonostante questo ci rendesse ancora più crudeli, non possiamo dire di non esserne rimasti segnati.
Quindi è da questo suo atteggiamento, che dici di avervi visto Dio? Un debole senza la forza di opporsi nemmeno a chi lo insulta?
Non è allora, che ho visto Dio. Quello era solo un condannato a morte per motivi politici. Uno che non era stato in grado, né lo era, di passare dalle parole ai fatti; che parlava di liberazione per il suo popolo, ma poi era andato anche a trovare un centurione.
Voi l'avete crocifisso, dunque. Rispettando gli ordini. Quando era sulla croce, hai visto Dio?
Quando l'abbiamo crocifisso, per prima cosa la folla è venuta sotto i suoi piedi, e lo ricopriva di insulti e di sputi. E meno di una settimana prima lo avevano acclamato come re - avevamo anche stati messi in allerta per una possibile rivolta. Ma niente. Questi lo insultavano, e lui chiedeva a "suo padre" di perdonarli.
È da questo, che hai visto Dio?
Devo ammettere che era la prima volta che vedessi un condannato perdonare i propri aguzzini. E, probabilmente, era così anche per quella folla. Tanto è vero che, dopo non molto tempo, si è stancata ed è tornata alle proprie case. Lasciandolo agonizzante su quella croce. Solo in tre sono rimasti. E piangevano. Parenti o amici; e pensare che c'erano folle che lo seguivano, prima.
Un capo politico abbandonato dai propri seguaci. Un capo politico originale, te lo concedo, ma niente di più. Da questo hai visto Dio?
No. Però non era un agitatore, non era un terrorista come quelli che avevamo appesi accanto a lui. Probabilmente, era un innocente.
Non sarà stata la prima volta che uccidevi un innocente, immagino. O forse, hai visto Dio in tutti gli innocenti cui hai tolto la vita?
No, ma quest'uomo moriva in modo straordinario...a mezzogiorno si è fatto buio.
Una tempesta che saliva dal deserto?
I miei commilitoni dicevano che sì, non poteva essere nient'altro. Ma non c'era vento.
Dunque hai visto un prodigio? Da questo prodigio, dici che era Dio?
No, e del resto nessuno sa dire se quello sia stato o meno un prodigio. Stava sempre peggio. Sempre più raramente si sollevava per respirare; sempre più a lungo rimaneva issato ed immobile. Lo avevamo già messo a dura prova, torturandolo. Si vedeva che non avrebbe resistito a lungo, e che già la vita lo abbandonava. Poi vennero le tre del pomeriggio, e lui si mise ad urlare parole incomprensibili. Anche i pochi presenti che conoscevano la sua lingua non concordavano su quello che stava dicendo. Forse si rivolgeva al profeta, forse a qualcun altro.
Forse delirava come un uomo qualsiasi...
Di lì a poco morì, se così si può dire. Mentre spirava, venne un forte terremoto; il panico si diffuse per la città. Si diffusero voci, secondo le quali il velo del tempio era strappato, ed i morti uscivano dai sepolcri. E lui era morto.
Dunque, è da questi segni potenti, che dici di aver visto Dio?
Non nego che i segni ci colpirono molto, me ed i miei compagni. E che ci spaventammo anche noi. Ma gli altri non hanno visto Dio, hanno avuto solo paura. E non è nel terremoto, né nei prodigi, che ho visto Dio.
Dove, allora? Ché ho altre persone da interrogare
Negli occhi di un uomo che era stato tradito; che era odiato e disprezzato; che era sconvolto da un incredibile male fisico, e da una immensa sofferenza; e che, mentre moriva, aveva negli occhi il più grande amore che mai abbia sentito. E amava i suoi amici che erano fuggiti, ed i suoi connazionali che l'avevano consegnato a noi, e noi che lo uccidevamo, e me che ero lì con la lancia, pronto ad aprirgli il cuore per accertarmi del decesso. Ma la cosa più straordinaria è che, dopo che è morto, pur sapendo che ero stato io ad averlo ucciso, non mi sentivo con un peso in più sulla coscienza. Mi sono sentito sollevato del suo peso, e di quello di tutti gli altri uomini che ho ucciso. Come se il male della mia umanità fosse stato portato via. Come se lo sguardo sollevato su quell'albero, e quella vita sottratta, avessero salvato la mia. L'ho detto allora, e lo ripeto oggi: Veramente quest'uomo era Figlio di Dio.

Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio"
Mc 15,39

Leggi tutto...

giovedì 20 marzo 2008

Volantinare a Gavarno

Stamattina di buon'ora sono andato - come comandatomi dai miei colleghi di circolo - a distribuire le copie del primo numero del giornalino del PD di Scanzorosciate-Gorle a Gavarno Vescovado. Chi non è di Scanorosciate (ma, direi, anche uno di Scanzo) difficilmente riesce ad immaginare cosa significhi o cosa distingua una frazione da un'altra, quanto possano essere acri le rivalità e le ripicche tra persone che si affacciano sull'uno o l'altro lato di una strada, quanto significato abbia, anche per gli adolescenti, dirsi di Rosciate rulez o di Tribulandia.

Per chi consuma le suole delle scarpe durante la campagna elettorale, le frazioni sono in sostanza, però, categorie della distribuzione. O, ma solo per i più raffinati, tentativi di incasellare il trend di consenso (per cui si dirà: siamo forti a Rosciate, ma Gavarno è l'unico seggio in cui non abbiamo nemmeno vinto, e così via). Alle elezioni comunali mi era toccato far passare tutta Tribulina e Gavarno, e ci avevo messo tre giorni pieni. Oggi, anche per via dell'entusiasmo, o almeno della voglia di fare, che caratterizza il PD, me la sono sbrigata in meno di due ore, nonostante avessi la zona più dispersiva del comune.

Né la giornata di oggi contribuiva a limitare le distrazioni. Pensate che da Dalmine si vedeva il Monte Rosa (cosa ci facessi a Dalmine è una storia triste e dolorosa, e non so se la racconterò). Per distribuire materiale a Gavarno è indispensabile l'auto, o al limite il motorino (ma non un cinquantino qualsiasi, perché si spegnerebbe ed andrebbe spinto). Salvo le lottizzazioni in pseudopiano poco sopra il campo sportivo di Tribulina, tutta la frazione è composta da cascine e ville (alcune veramente incredibili) che punteggiano le falde del Costone di Gavarno, che separa la (appunto) Valle del Gavarnia da quella di Spersiglio, che scende a Cornale di Pradalunga, a nord. Bosco rado, ameni sentieri che costeggiano i greti di minuscoli torrenti, spesso secchi, radure coltivate a vite che si aprono dove la pendenza diminuisce ed il sole indugia più spesso. Finché la strada è pubblica, si arriva in auto accanto ai cancelli delle case (in media, uno ogni trecento metri), si scende e si compie la consegna. Le cose si fanno un po' più faticose quando, come nel caso di Via Prealpi, la strada è privata e campeggiano i cartelli di divieto d'accesso. Perché allora la scarpinata si fa a piedi, per raggiungere magari una casa sola, dove vive, in incognito (perché più la villa è bella e meno si trova il cognome sul citofono), un parlamentare leghista, e si è anche buttato via un giornalino. Per andare alla Giustiniana (cascina riconvertita in supervilla in anni recenti) ho deciso di ignorare il cartello, e sono salito in auto con il rischio che qualcuno mi sparasse addosso. In realtà ho solo incontrato un gruppetto di lavoranti che dissodava un campo (o faceva qualcosa di simile, comunque aveva l'aria molto più faticosa di quello che stavo facendo io) e non mi ha degnato di uno sguardo.

Nella foto: veduta aerea del Castello di Gavarno, in cui ora sono ricavate abitazioni, con la chiesa parrocchiale. Da "Bergamo dal cielo", iniziativa de L'Eco di Bergamo

Leggi tutto...

mercoledì 19 marzo 2008

Assoluzione

Se siete di quelli che tanto io mi confesso direttamente con Dio, tralasciate pure di leggere, visto che stasera - di rientro dalla confessione per Pasqua - si parlerà della formula usata dal sacerdote per l'assoluzione.

Una volta, mi sembra siano passati secoli, avevo partecipato ad una celebrazione penitenziale la cui meditazione era tutta centrata sulla formula. Ma credo fossi ancora alle scuole medie, e dunque è ben duro che mi ricordi il contenuto. Ad ogni modo, stasera - dopo aver ricevuto questa famosa assoluzione - mi è venuta una momentanea illuminazione, come un pensiero che si affaccia per un istante nell'anticamera del cervello, si fa annunciare ma se ne va prima di essere accolto, in merito all'esordio della preghiera.

Ricordo ai più deboli di memoria, o a quelli che non sono ancora andati a confessarsi per Pasqua, che la formula recita

Dio, Padre di misericordia,
che ha riconciliato a sé il mondo
nella morte e risurrezione del suo Figlio,
e ha effuso lo Spirito Santo
per la remissione dei peccati,
ti conceda, mediante il ministero della Chiesa,
il perdono e la pace.

Quello su cui vorrei porre lo sguardo è l'esordio che ha riconciliato a sé il mondo.

Dio crea il mondo e lo ordina in armonia con sé stesso. La terra produce spontaneamente frutto, non ci sono fiere e belve feroci, viene messo nel mondo l'Uomo, vertice della creazione. Si tratta di un accordo perfetto tra mondo e Dio, tanto che questi non si priva del piacere di passeggiare per il giardino opera delle sue mani e, se non abita, almeno va in villeggiatura nel mondo.
Durante una di queste sue gite, si imbatte nei custodi che aveva messo a guardia del proprio giardino, e scopre che hanno tradito la sua fiducia. Li caccia, ed iniziano le sofferenze per gli uomini ed il Male, morale come cosmico.

Siamo arrivati a questa fase di mondo "in querelle" con Dio, che in certi momenti si configura come una vera e propria guerra (valga per tutti l'episodio della Torre di Babele). Ma, poi - che è un poi nella nostra storia, non in Dio che - come insegna Sant'Agostino - da padrone della storia non vi è immerso - Dio riconcilia a sé il mondo. Non è un contratto, od un accordo a due. Lo richiama a sé. E non è facile. Perché il mondo non ha tutta questa intenzione di lasciarsi riabbracciare

Ecco, questa dinamica da ragazzino delle medie, che fugge dalla mamma che lo vuole abbracciare perché ormai è grande, è quello che mi sembra di poter portare a casa del rapporto tra Dio e peccatore. Si usa spesso, in queste liturgie penitenziali, la parabola del Padre misericordioso (aka del Figliol Prodigo) che aspetta dalla casa che il figlio torni, e scruti tutto il giorno alla sua ricerca, e che appena lo vede all'orizzonte gli corre incontro. Bene, ma forse questa formula della Chiesa ci dice qualcosa di più. Che non è il figlio che mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: ho peccato contro il Cielo e contro di te, ma il Padre che richiama a sé il figlio. E questo comporta che, anche quando il nostro orgoglio e la nostra malintesa dignità ci impediscono di alzarci, in realtà c'è già Lui che ci sta rimettendo in piedi.

Leggi tutto...

Nazione e Stato

Ritengo non mi possa più esimere dallo scrivere un paio di righe a proposito del Tibet. Un po' perché l'80% dei blogger ha riempito il proprio sito di facce piangenti di donne in miseria, di bandiere giallo-blu-rosso-bianco-raggiate, perché la Cina è cattiva e anche comunista.

Forse, qualcuno dei miei lettori più fedeli ricorda i giorni delle manifestazioni dei monaci birmani, ed il mio commento di allora. O forse no. Comunque, con queste poche righe (tra cinque minuti chiudo il laboratorio ed il computer mi viene fuori dagli occhi) ho premura soprattutto di mettere in luce il fatto che, in sostanza, la libertà e l'indipendenza di questa o quella nazione nei confronti di uno stato più o meno oppressore o più o meno imperialista, è un'arma come un'altra da buttare nell'arena delle relazioni internazionali, che sappiamo bene funzionare come le guerre anche quando si è in pace. Parimenti, che gli appelli al boicottaggio delle Olimpiadi saranno rigettati per primi dalla maggioranza degli atleti, che in fin dei conti vivono in funzione della vetrina olimpica (pensate agli oscuri giocatori di softball, od alle eptathloniste), e per secondi dai Comitati Olimpici Nazionali, che sappiamo essere strettamente legati ai governi. Perché non ha molto senso fare una crociata contro uno Stato, se si sa di non poter vincere, o che vincere non conviene (con la Cina, il primo caso). E che, in fin dei conti, è raro che alle cancellerie nazionali stia a cuore la vita del proprio singolo cittadino che si va a cacciare in mezzo ad una rivoluzione, figuriamoci le vite dei cittadini degli altri.

Leggi tutto...

Nuova favicon

Il tentativo l'ho fatto; nel senso che ho sostituito la "C" temporanea con quello che avevo in mente, cioè una sfera armillare, come quella che ho riportato nell'illustrazione.

Scartato dunque lo scudo crociato, messa in secondo piano la funzione d'onda, ho pensato di ricollegarmi idealmente ad uno degli alias del sottoscritto, diffusosi durante gli ultimi anni del Liceo...l'Uomo del Solstizio, con molti e sentiti ringraziamenti a Riccardo che me l'aveva cucito addosso.
Uomo del Solstizio, la cui iconografia tradizionale lo voleva con un lungo saio nero ed una sfera armillare (che, in realtà, era la vera sfera celeste, rigorosamente geocentrica) sospesa sul palmo della mano. In pratica, una delle tante deficienze liceali, ma fornita di un certo contenuto teologico, che faceva nella sostanza riferimento all'eresia bogomila. Sì, lo so, è assurdo. Ma noi lo eravamo di più.

Leggi tutto...

martedì 18 marzo 2008

Sabèt fés


Arriva, con calma ma come sempre, il post finesettimana; e già vedo i miei lettori dividersi tra quelli che leggono il blog solo per rubare dimostrazioni di fisica, e trovano questi intermezzi di vita vissuta inutili perdite di banda (e non pensate che siano pochi, visto che c'è chi mi legge perché ha cercato latex fisica matematica o energia cinetica i-esima particella), tra quanti lo leggono avidamente perché sanno che ci troveranno profondi spunti di riflessione sulla disgregazione della società postcapitalista, e quelli che curiosano per sapere cosa ho fatto. Volenti o nolenti, adesso vi tocca un bel raccontino.

A proposito di venerdì c'è ben poco da dire, in verità, perché ho finito di lavorare in laboratorio alle 18.30 e, tra un treno soppresso e uno in ritardo, sono arrivato a casa alle 21.00, troppo tardi anche per andare alla preghiera per gli adolescenti alla chiesa di Scanzo. E, nonostante miei amici mi abbiano chiamato intorno a mezzanotte meno dieci, per quell'ora ero già abbondantemente addormentato e non si è fatto nulla (almeno, io non ho fatto nulla).

Sabato mattina avevo l'ardua scelta di propendere per un po' di calcolo numerico, onde non arrivare a scrivere la tesina per il calcolo di $\pi^2/6$ all'ultimo minuto, oppure per gli esercizi di meccanica quantistica, onde non arrivare a dover star sveglio la notte tra lunedì e martedì per finire di copiarli in bella. Ovviamente, il secondo caso si è verificato ed il primo si verificherà a breve, e non è ancora successo solo perché ho tempo fino a venerdì dopo Pasqua. Ad ogni modo, mi sono buttato sul calcolo numerico perché è più divertente, ma in tutta la mattinata non sono arrivato a progressi significativi.
A pranzo (meglio tardi che mai) annuncio alla famiglia riunita che al pomeriggio ed alla sera non ci sarei stato, causa gita a Desenzano organizzata con Daniel e Chiara, per rispondere (con mesi di ritardo, ma meglio tardi che mai) all'invito che avevo ricevuto ancora quando ero andato con Fabio a vedere lo spettacolo di teatro matematico. Dopo aver dribblato le vibrate proteste di mio fratello perché gli sottraevo l'auto e lui come avrebbe fatto ad andare a ballare, che si sa che al sabato serve a lui (ma è minore e si arrangia) ho preso su e mi sono messo in viaggio - ringraziando mio padre che mi ha prestato il Telepass, con conseguente risparmio di spiccioli e di coda al casello autostradale.
Il viaggio in autostrada è andato gran bene, nonostante spinga sempre l'AX ai suoi limiti di velocità, cioè sui 120 all'ora, e lei non gradisca ma si metta a vibrare come un martello pneumatico, ma all'uscita di Desenzano mi sono subito trovato imbottigliato in un traffico impensabile per un grigio ed umido sabato pomeriggio di marzo. Arriva il momento di incontrare i fratelli Colm - e, anche se sulle prime pensavo non sarebbe successo, Daniel si presenta con il cappello alla Crocodile Dundee che abbiamo avuto modo di vedere, ad esempio, nella D-u rubrica. Niente da dire, anche perché non sono certo come quelle che mi sono state descritte come ma tuo fratello ha ancora quel cappello? Perché, va beh, gli piace, ma è totalmente antifashion; anche se, sapendolo, avrei portato il mio, che invece è rimasto abbandonato sull'appendiabiti dell'ingresso.
Nonostante il tempo incerto, il tour turistico di Desenzano è stato interessante e completo (salvo essere dovuti salire fino al castello due volte, perché la prima ci siamo andati vicini e ci siamo distratti, tornando indietro!), ma non abbiamo ancora la certezza a proposito dell'anno di realizzazione della bussola all'ingresso laterale. Allora, inizio 1600 o inizio 1700?
Nel passeggiare per il lungolago, dribblando i gazebo elettorali di Lega Nord e Popolo della Libertà, e Lega Antivivisezione, e finti-Indiani suonatori, e chi più ne ha più ne metta ancora, abbiamo incontrato anche Silvio, con cui ci siamo intrattenuti diverso tempo, e che ha avuto modo di deludermi perché legge il giornale del capitale e dei padroni sfruttatori. O, semplicemente, è molto più borghese di quanto vuole far credere. Tra uomini siamo poi andati a prendere un aperitivo al primo albergo di Desenzano, al quale avremmo invitato più che volentieri Vladimiro, ma quello non ha voluto rispondere al telefono, ed allora peggio per lui, e Daniel ed io abbiamo passato un po' di tempo a discutere di università e di quanto sia bello star fuori sede. Invidia.
Dopo l'aperitivo, nuovamente raggiunti da Chiara, cena in pizzeria, durante la quale il discorso ha virato sulla vera natura di Tom Bombadil, e che quindi - sentendomi a mio agio in questi temi - è sfociato in un'infinita e rilassata conversazione.
Conversazione che si è fatta più profonda dopo cena, finché una leggera ma insistente pioggerella si è decisa, dopo che aveva minacciato per tutto il pomeriggio (al punto che lago e cielo si confondevano in un unico grigio), a scendere a visitarci. Dissipando un po' la foschia e permettendoci, almeno, di vedere i riflessi delle luci sulle acque del Benaco. Ottima serata, ed ottima compagnia.

Non sono andato a letto tardissimo, sabato (e, comunque, prima di mio fratello che aveva trovato un passaggio per lui ed i suoi amici in discoteca), ma Domenica alle prime luci dell'alba mi sono svegliato con una sorta di ispirazione per il problema del laboratorio di calcolo, e - anche considerate le ore di sonno - mi sono completamente rimbambito di mal di occhi e di testa nel sistemare l'algoritmo rimanendo a letto - avendo qualcuno lasciato il computer in camera. Il che ha comportato una leggera ma diffusa emicrania per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio. La mattinata è stata spezzata dalla messa per la Domenica delle Palme, mentre il pomeriggio mi sono finalmente buttato sugli esercizi di meccanica di Oleari, raggiungendo sensate conclusioni a proposito delle matrici di rotazioni, ma brancolando un po' nel buio sugli operatori momento angolare, per via di un'incomprensione o-grande o-piccolo che mi è stata levata solo ieri. Insomma, i miei momenti angolari non commutavano come di dovere.

Con questo modo di passare il fine settimana sono stato un po' distante dalla mia compagnia consueta, avendo evitato anche l'aperitivo della domenica per studiare; fortunatamente, esiste il dopoMessa per gli aggiornamenti più importanti; e si spera che i pochissimi giorni di vacanze pasquali che mi vedranno a Rosciate (in sostanza, soltanto il dopoMessaInCoenaDomini, perché mi costringono anche a saltare, per essere al mare a sistemare la casa, l'abbuffataDiPasquetta) possano compensare adeguatamente la mia assenza passata (e le possibili assenze future).

E poi ci si sveglia che è già lunedì.

Leggi tutto...

Moto browniano


Non sentite anche voi l'impellenza di un po' di conti, dopo qualche giorno di criptiche riflessioni o di caricamento di video?
Non vi biasimo se non vi è capitato, ma al qui presente è necessario un bel post pieno di equazioni. E, visto che ieri a Fisica Matematica ci è stata proposta la dimostrazione del moto browniano di Einstein (uno dei tre articoli del suo annus mirabilis 1905), e che tale dimostrazione non è complicatissima ma ha un aspetto suggestivo, qui la ripropongo.

Il moto browniano è il moto erratico e casuale di particelle (nella descrizione originale di Brown, particelle di polline) in sospensione, in particolare nell'acqua. Iniziamo a dire che la descrizione qui proposta è semifenomenologica, cioè si fonda su ipotesi non necessariamente giustificate teoricamente, ma assume comunque che il moto sia determinato da urti casuali. Mettiamoci nell'ipotesi, restrittiva ma utile per comprendere il funzionamento della dimostrazione, che ci sia una sola macromolecola (detta anche particella browniana) in un mare di micromolecole di solvente, ed adottiamo un formalismo probabilstico. Per semplicità, mettiamoci nel caso in cui il moto è solo unidimensionale (come se solvente e particella fossero in un tubicino estremamente sottile).

Definiamo $\Phi^\tau(y)$ la densità di probabilità che la particella browniana compia, nel tempo $\tau$, uno spostamento y. Introduciamo l'ipotesi che tale densità non dipenda da x, dove x è la coordinata nel tubicino.
Data questa definizione, una minima infarinatura di probabilità ci porta a dire che $\Phi^\tau(y)dy$ è la probabilità che una particella, che si trovava in x (qualsiasi) al tempo t, si trovi nell'intervallo $[x+y,x+y+dy]$ al tempo $t+\tau$.
Una seconda ipotesi che introduciamo è che il processo di "sballottolamento" della particella sia isotropo, e che, dunque, $\Phi(y)=\Phi(-y)$.
Dalla parità della $\Phi$ discende che
$bar y^\tau=\int_{RR}y\Phi^\tau(y)dy=0
cioè che lo spostamento medio $bar y$ sia nullo. Non nulla è la varianza, ovvero il momento di ordine due, definita come
$\sigma^{(\tau)2}=\int_{RR}\Phi^\tau(y)y^2dy$

Introduciamo la grandezza $\rho(x,t)$, densità di probabilità della particella nel soluto. Ne segue che $\rho(x,t)dx$ è la probabilità di trovare la particella in $[x,x+dx]$ al tempo t.
A questo punto facciamo il passo probabilmente più importante (nonostante sia del tutto naturale) del ragionamento, e cioè di calcolare $\rho(x,t+\tau)$. Dopo che è trascorso il tempo $\tau$, la densità di probabilità di trovare la particella in x è quella delle particelle che si trovavano altrove e, in questo intervallo di tempo, hanno compiuto il tragitto necessario per raggiungere x, che può essere scritto come
$\rho(x,t+\tau)=\int_{RR}\rho(x-y,t)\Phi^{\tau}(y)dy$
dove l'integrale è fatto per tenere conto di tutti i possibili percorsi (ovviamente, ci si aspetta che la probabilità sia maggiore per y minori, ma questo non è influente ai fini della dimostrazione). Sviluppiamo in serie di Taylor la densità di probabilità della particella. Abbiamo
$\rho(x,t+\tau)=\rho(x,t)+\tau\frac{del \rho(x,t)}{del t}+cc o(\tau)$
mentre a secondo membro, applicando la formula di Taylor rispetto alla variabile spaziale, abbiamo che
$\int_{RR}\rho(x-y,t)\Phi^\tau(y)dy = \int_{RR}\rho(x,t)\Phi^\tau(y)dy+$
$-\int_{RR}\frac{del \rho(x,t)}{del x}y\Phi^\tau(y)dy+\int_{RR}\frac{del^2\rho(x,t)}{del x^2}\frac{y^2}{2}\Phi^\tau(y)dy+...$
Possiamo sempre portare $\rho$ e le sue derivate fuori dai segni di integrale, perché non dipendono da y, ed osserviamo che il primo integrale, per la proprietà di normalizzazione della probabilità, deve valere uno, il secondo abbiamo già mostrato che vale 0 ed il terzo è la metà della definizione di varianza che abbiamo dato poco sopra. Possiamo, dunque, riscrivere
$\int_{RR}\rho(x-y,t)\Phi^\tau(y)dy=\rho(x,t)+\frac{\sigma^{(\tau)2}}{2}\frac{del^2\rho}{del x^2}+cc o(\tau)$
Trascurando i termini di ordine superiore in $\tau$ ed eguagliano primo e secondo membro otteniamo
$\frac{del \rho}{del t}=\frac{\sigma^{(\tau)2}}{2\tau}\frac{del^2\rho}{del x^2}$
Richiedendo che $\frac{\sigma^2}{2\tau}$ sia costante, ricavo l'equazione della diffusione (uguale a quella del calore) che dice
$\frac{del \rho}{del t}=D\frac{del^2\rho}{del x^2}$
Tale richiesta, che a prima vista appare decisamente forte, è confermata sperimentalmente, mentre il valore di $D$, che si ottiene anche per via indipendente tramite grandezze misurabili, permette di ottenere informazioni sul carattere microscopico di soluto e soluzione. Storicamente, questa derivazione della legge della diffusione ha definitivamente, una volta noti i risultati sperimentali di Perrin, prodotti un paio d'anni dopo la pubblicazione dell'articolo, confermato la natura particellare della materia.

Leggi tutto...

lunedì 17 marzo 2008

Livido amniotico

A volte appare come non abbia il totale controllo sul corso dei miei pensieri. Che poi, per essere più sinceri, in alcune occasioni la cosa è vera, in altro si tratta semplicemente di un sottotraccia di pensieri che non vengono a galla, o vengono dissimulati, e quello che emerge appare inaspettato quando, in realtà, è stato preparato da tempo. Ampia premessa per dire che ho deciso di far ascoltare al mio gentilissimo e sempre più folto pubblico Livido amniotico, che nella superadolescenziale intervista di qualche settimana fa ho indicato come la mia canzone del momento.

Ho preferito mostrare un video del live, con i limiti sonori che hanno di solito, e non uno di quei montaggi da amatori (perché non esiste il videoclip) perché esiste un minimo di disagio nel vedere (chiaramente, dalla cantante, anzi vocalist) che il progetto è nato per le discoteche (Boosta, l'autore, è molto particolare), e che ne sia uscito qualcosa di siffatto.

Ma, magari, sono solo sottigliezze da filologo dell'elettronica.

Leggi tutto...

Sito del PD

Oggi mio cugino Davide, coportavoce del circolo PD di Scanzorosciate e Gorle, mi ha mandato una mail per segnalarmi l'attivazione in rete del sito del nostro circolo. Si può leggere al dominio pdscanzo.net, ed immagino quanto siano contenti quelli di Gorle di non comparire nel nome. È, comunque, una buona vetrina per le nostre attività ed i documenti di nostra produzione. Inoltre, dispone di un'area forum e della possibilità per tutti gli utenti registrati di caricare documenti e spunti di riflessione. E, se non avete niente da fare il 2 aprile alle ore 20.00, che ne dite della nostra cena con i candidati alla trattoria "Il punto" di Gorle?
Contattate me o sul sito per la prenotazione (se avete la sua mail, mio cugino è più indicato di me e più affidabile del sito, in ogni caso).

Leggi tutto...

domenica 16 marzo 2008

Verità

Posso accettare il bene inatteso come il male atteso. Purché in essi ci sia verità.
È il dubbio che non ci sia a rodermi.

Leggi tutto...

Palme


Benché sappia che, tradizionalmente, tra il lunedì ed il martedì dedico un post riassuntivo alle imprese del fine settimana, la domenica delle Palme è tanto particolare, nella parrocchia di S. Maria Assunta in Rosciate, che senz'altro, se ne scrivessi tra due giorni insieme al resto, dovrei riassumere oltre misura e si perderebbe lo spirito più originalmente rosciatese della cosa.

Iniziamo con un po' di amarcord: da bambini noi si aspettava con ansia la domenica delle Palme perché, a gruppi di tre, si portava in giro per il paese, lungo le vie assegnateci, un pesante cesto con i rami d'ulivo preconfezionati da distribuire alle famiglie. Si aspettava con ansia questo giorno, e per non essere costretti, come le altre domeniche, a rientrare a casa immediatamente dopo Messa e poter quindi rimanere più a lungo con gli amici, e perché - nonostante ci fossero precise norme volte a scongiurare questo fatto - a volte ci scappava qualche offerta che non sempre finiva integralmente nelle casse della parrocchia. Tant'è che, mi hanno detto oggi, ora si vieta di ricevere qualsiasi offerta e si chiede alle famiglie, se ritengono, di portarla direttamente in chiesa.

Ma questi sono poco più che ricordi. Ormai la distribuzione non la fanno più i bambini dei primi anni delle elementari, ma quelli delle medie e della quinta. Abbandonata, almeno parzialmente, questa tradizione, non significa che a Rosciate ci si aspetti una Domenica delle Palme (con annessa processione) scialba e scipita. Au contraire!

Il nostro parroco ha, dai tempi del suo insediamento ormai sette anni or sono, rivoluzionato lo stile della processione, rendendo un chiassoso e divertente corteo quella che era una compassata teoria di fedeli. Anche quando, come oggi che piove, la processione per le vie del paese salta (con grandi ringraziamenti da parte di quanti hanno fatto tardi la sera prima e la domenica mattina presumono di poter dormire), i bambini, i ragazzi, ed un certo numero di genitori e nonni divertiti si sono schierati tra i banchi con lunghi rami d'ulivo, pronti ad agitarli e ad urlare a squarciagola Viva Gesù! rispondendo alle "invocazioni" del parroco, che - esaltandosi in questo gioco a chi grida di più - quasi mi butta fuori le orecchie dall'altoparlantino che c'è alla postazione dell'organista. Invocazioni e grida che non si limitano alla prima parte della messa, come liturgia vorrebbe, ma proseguono per tutta la celebrazione tanto che non usiamo più nemmeno leggere la passio, che dovrà attendere venerdì. Si usano, infatti, le letture dell'introduzione durante la Liturgia della Parola (come dovrebbe essere fatto alla messa del mattino, e non a quella del giorno) - salvo incomprensioni con il salmista, per cui oggi abbiamo sentito letture gioiose di potestà e regalità del Cristo e un salmo che ripeteva Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, e si tralascia di concludere la celebrazione con la commossa meditazione della morte di Gesù per la nostra salvezza, ma si esce ancora agitando rami d'ulivo ed inneggiando al Figlio di David.

Discorso a parte - e solo per oggi - vale la questione dell'accompagnamento dei canti. Non ho fatto in tempo ad alzarmi, stamattina, che mio fratello mi dice di aver ricevuto da Lucio, il sacrista, un messaggio che diceva mancassero i consueti animatori dei canti e di andare io. Senza specificare se a cantare (cosa già in generale assolutamente vitanda, ed in particolare stamane con la raucedine che m'è rimasta) o a suonare l'organo, dacché in teoria avrebbe dovuto esserci l'organista titolare (che cerca sempre di sbolognarmi il ruolo, e mi dice di andare al coro, e tutto il resto, ma finché rimarrà tanto più bravo di me non è proprio il caso) o - al limite - quello che suona la chitarra. Fattosta che arrivo in chiesa che non c'è nessuno, ed il parroco dice che avrebbe intonato lui i canti e avrei suonato io. Prendo il mio posto, suonando un po' di tutto per cercare di sovrastare le voci dei ragazzini sovraeccitati che erano arrivati prima per la processione poi saltata. Ho suonato fino all'inizio della messa, e poi i canti liturgici (non i migliori, ma meglio di quelli del sabato sera) ed i consueti offertorio e sull'uscita. Fatto salvo che il parroco è riuscito a dimenticarsi del canto finale, ed essendomi io già lanciato ho suonato Osanna al figlio di David, che non è un capolavoro di armonia, senza nessuno che cantasse. Decisamente grottesco - salvato in corner da una fughetta di Handel introdotta arbitrariamente con improbabile slittamento di tonalità.

La parte più difficile del mio ruolo, specie in occasioni come quella odierna, è non scompisciarmi come l'assemblea alle uscite bizzarre del parroco - onde non essere visto da tutti. Ma come si fa, se ad un certo punto, rivolgendosi al concelebrante, fa Don Giovanni, hai detto "Viva Gesù" a voce alta? Perché non ti ho sentito. E, se non lo dici, guarda che ti sgrido davanti a tutti!?

Leggi tutto...

sabato 15 marzo 2008

Così va meglio

Come avevo anticipato l'altra settimana, ho cercato di aumentare l'integrazione tra il blog ed i servizi web 2.0. Certamente avrete notato la casella "Attività attuale di Cassa" con il riferimento a Twitter e, sulla sinistra, gli antipixel che fanno riferimento a vari Social Network o canali vari. Per realizzare antipixel personalizzati, che facciano o meno uso di immagini, ho trovato - tramite il prof. Beccaria - questo semplice ed utilissimo Brilliant button generator di Luca Zappa. Dopo aver generato il proprio antipixel, che altro non è che un file .png di 80x15, si può scegliere se salvarlo sul proprio computer o farlo ospitare direttamente da ImageShack, cosicché rimanga subito un collegamento diretto per l'uso sulla propria pagina web.

Altra novità di questa settimana è il modulo dei commenti che, come dice il modulo stesso, è dovuto originariamente ad Hackosphere e Beautiful Beta, poi reso più efficace ma anche insopportabilmente più zuccheroso da quelli di Flo&Ste (e per rendervi conto di cosa non vada incontro al mio gusto potete sfogliare il loro blog, tecnicamente perfetto e con funzionalità avanzatissime ma...inguardabile), ed infine da me reso un pochino più discreto, con minimo sforzo.

Adesso mi manca solo da sostituire la favicon, che sarebbe temporanea ma si sa che nulla dura più delle cose temporanee, in Italia. Fortunatamente ho già fatto la mia scelta ed è solo questione di realizzazione, ma non sarà semplice. Nel frattempo, buona lettura.

Leggi tutto...

venerdì 14 marzo 2008

Altri suoni

A volte è il caso di ascoltare qualcosa di nuovo. In particolare se costa qualche sacrificio - tipo che un amico o amica ti dicono che non può non piacerti, e poi fai fatica ad ascoltare dieci secondi senza spengere nauseato. Ecco, a volte - ma sono rare - non capita; e si scopre qualcosa.

Non diventerò un loro fan (anche perché mi risulta siano anni che sono sciolti), ma...

P.S. : Vorrei far notare che l'alchimista che distilla assenzio nel video è Franco Battiato

Leggi tutto...

Sull'osservare

I commenti di Chiara a proposito del ruolo dell'educatore aprono, a mio avviso, un discorso che merita di essere sviluppato autonomamente.
Discorso che, quasi mi spiace dirlo, è stato affrontato con molta profondità nell'ultimo secolo, anche in relazione alle sue conseguenze episemologiche e sulla ricerca fisica (sembrava che non andassi a parare su Copenaghen?) - mi spiace, dicevo, perché non posso certo pretendere di fornire un contributo originale, ed anzi queste mie righe saranno sicuramente e pesantemente influenzate da letture e sentiti dire abbastanza banali.

Questa introduzione per dire che non si pretende molto. Dunque...

Vi ricordate il dubbio sistematico di Cartesio? Certamente sì, anche perché è una di quelle cose che più segna lo studente medio: la realtà che osservo è come sembra? Osservo una realtà vera, o c'è un dio maligno che mi inganna?
Il bello di questi secenteschi è il loro realismo di fondo - oserei dire, il realismo di base. Anche nel dubitare si dubita la realtà, giungendo poi alla conclusione che si è dubitato a torto.
Poi il discorso si fa più profondo, e ci si chiede se esista o meno una realtà esterna all'osservatore. Un'oggettività necessaria del mondo, un substrato sul quale, magari, si innestano le osservazioni e le esperienze del Soggetto, ma che rimane inequivocabilmente Oggetto.

In tanti hanno negato, in tanti hanno affermato. È la colpa che si ascrive ai corsi di filosofia delle scuole superiori - e la mia cultura non è andata oltre quelli -, di presentare una rassegna di pensieri tra loro contraddittori come ciechi parti della ragione. Il sogno della ragione genera mostri, come alcuni dicono si intitoli la celebre litografia di Goya. Anche Quello che riteneva di aver messo la parola fine alla storia della filosofia si è ritrovato superato ancora in vita, da nuovi e difformi sistemi di idee. E peggio ancora quelle di chi si professava, in teoria, suo allievo.

E così abbiamo che, al tempo stesso grosso limite ed opportunità feconda, non è stato ancora messo un freno allo Spirito dell'uomo, che continua in tutta libertà a sfornare differenti visioni del mondo.

Fino a questo punto sono disposto a concedere, ai sostenitori della Soggettività: che un occhio diverso vede un mondo diverso, che si rivolga fuori o dentro di Sé. Quello che non posso affermare in buona fede è che occhi diversi guardino mondi diversi. O lati diversi, pure essi siano del medesimo mondo. Perché se la Realtà non fosse Una, inutile essere in molti; inutile studiare, inutile indagarne la struttura. Inutile ascoltarsi, inutile le stesse parole, ed inutile la Parola, o meglio, ó Lógos. Perché che senso avrebbe un medesimo discorso su cose diverse? Od una medesima Redenzione di realtà diverse?

Forse il realismo è un postulato della ragione, e si potrebbe vivere anche accettando l'opposto. Ma la geometria che ne discende è l'unica che abbia senso per tutti.

Leggi tutto...

Lo staff di WV

Grande evento elettorale, ieri sera a Bergamo. Detto con un po' di sarcasmo, perché è ovvio che se fai passare all'inizio della campagna la Lombardia e non la batti all'ultimo significa che - puoi dire quello che vuoi - ma non hai troppa fiducia di ribaltare il pronostico, e un po' di serietà, perché comunque nessuno o quasi si aspettava tanta gente (e nessuno realisticamente), tanto che anche il gruppetto di contestatori della Lega Nord se n'è tornato a casa con una via di mezzo tra la delusione per il fatto che nessuno li abbia cagati e la piccatura per la presenza oltre le attese. Esigenze di propaganda ed organizzative richiedevano una massiccia presenza di giovani fin dalla primissima ora, e così passo a prendere mio cugino ed andiamo al Palanorda (anche e meglio noto come Palazzetto dello sport) per le sei e qualche cosa - quando il nostro Walter avrebbe dovuto parlare non prima delle nove.

Siamo un gruppetto, rigorosamente e cencellianamente ripartito tra exSG ed exGdM, e dobbiamo subito contenderci i poco numerosi badge dello staff - e la nostra non era una semplice corsa all'apparire, ma più materialmente il fatto che ad ogni badge era associato un buono pasto nel bar accanto. Per prima cosa, ci fanno raggiungere la tribuna chiusa per inagibilità onde ricoprirla di bandiere e manifesti (stando attenti a non nascondere - il Codice Penale parla chiaro, pare - le pubblicità e gli sponsor); e ci vuole ben poco ad intuire perché la tribuna sia inagibile, essendo sospesa sopra il campo con una pendenza che basterebbe una minima scivolata per piombare nel bel mezzo di una partita di pallavolo vel similium. Poi, mentre alcuni raccomandati venivano messi di guardia alle porte, ci venivano fatti spostare, a gruppi di quattro, i rotoli di "campo" che erano accatastati dove non dovevano essere. Verso le sette-sette ed un quarto è iniziato l'afflusso di gente. Dopo un breve e (a mio avviso) comunque non guadagnato panino è iniziata la parte vera e divertente del lavoro: individuare a colpo d'occhio i giovani nella folla entrante, cercare di fermarli per convincerli a lasciare un contatto per i Giovani Democratici, indirizzarli davanti al palco dove il buon Walter avrebbe preferito vederli. Si vedevano padri straziati per essere spinti a lasciare andare i figli con noi, perfetti sconosciuti, mentre i primi venivano portati sulle tribune, e figlie spaesate, magari portate controvoglia a sentire il leader, che ora venivano circondate da giovinastri e fatte sparire. Mentre la folla ed il suo afflusso aumentava, è iniziata la caccia all'oggetto del desiderio della serata, ovvero il cartello Si può fare che, molto americanamente, doveva essere sventolato. L'estemporanea contestazione della Lega, di cui s'è già detto, e quella un poco più organizzata della Sinistra Technicolor non hanno causato tensioni, nonostante qualche militante ex-diessino un po' su di giri ci fosse, e venisse a chiedere a noi ed a quelli della security di uscire e cacciar via quei rompipalle - al che noi a rispondere che, finché stavano nella zona che non avevamo richiesto, e cioè il perimetro del palazzetto, avevano tutto il diritto di distribuire tutti i presidi medico-chirurgici (leggasi preservativi) che volevano. Tra la gente accorsa c'erano senz'altro facce note - sia per vicende di partito che personali, tipo mezzo collegio docenti del Lussana - nonché alcune sorprese che non mi sarei aspettato; segno che, in ogni modo, 'sto PD avvicina alla politica più gente di quanta non se ne sia andata sbattendo la porta.

I primi problemi sono iniziati a sorgere quando, a Palazzetto ormai stipato - erano arrivati anche i Vigili del Fuoco per permettere l'accesso alle zone inagibili -, si è diffusa la notizia che il Walter fosse in ritardo, e non si sapeva quando o come sarebbe arrivato da Cremona, tappa precedente della giornata. Quando Martina, segretario regionale, è salito sul palco c'è stata una vera e propria liberazione collettiva, anche perché - per il gran caldo e la folla - si erano già verificati i primi - fortunatamente non gravi - malori.

Il discorso. Che dire? Senz'altro - ma non è una novità e non lo devo dire io - il Nostro parla meglio del suo predecessore, e sa bene quali corde andare a toccare perché la platea bergamasca lo acclami; per quanto riguarda i contenuti, invece - ce lo aspettavamo, comunque - la copertura mediatica pressoché totale della sua campagna elettorale (il pullman verde è arrivato tallonato dal furgone di Sky) ha reso veramente pochi i passaggi che non sapessero di déjà vu - ed anche quelli che per me non lo erano, in particolare facenti riferimento alle polemiche quotidiane, non lo erano per quanti si erano ascoltati i precedenti discorsi - o letto i resoconti della stampa su Internet - di ieri.

Verso le dieci e mezza, alla fine, le quattro ore abbondanti sempre in piedi hanno iniziato a farsi sentire, così come la consapevolezza che oggi sarei dovuto venire in università e rimanerci dalle 9.00 alle 18.30. Ho così preso su e, salutando i pochissimi che erano rimasti all'ingresso a fare da parvenza di servizio d'ordine - perché la maggior parte di noi, compreso mio cugino, avevano mollato il posto al primo accenno di applauso per il Walter per non perdersi nemmeno una sillaba di un discorso già sentito mille volte - me ne sono andato a casa. E, considerato che, ancora stamane, mi facevano male le gambe, direi che difficilmente avrei potuto resistere di più.

Leggi tutto...

giovedì 13 marzo 2008

Dopo anni...i compiti!

Non farò un altro post su Oleari. Non perché non voglia riversagli le peggiori contumelie, ma perché - a parte il sempre presente rischio che lo trovi - non è il massimo continuare a lamentarsi e non darsi da fare.

Nonostante questo, è ben diverso essere abituati a mandar giù teoremi e dimostrazioni, fosse anche a scriverli, e trasformarsi in una macchinetta da conti per verificare identità che si trovano su tutti i libri. E, tra l'altro, così facendo oggi non riuscirò a finire questi, né a buttar giù un decente algoritmo per il laboratorio di calcolo. Alle sei-sei e mezza, infatti, è richiesta la mia presenza a Bergamo perché arriva Veltroni in pompa magna, ed il signor immagine ha bizzarre ed inamovibili preferenze circa la campagna elettorale, e ha precettato i giovani. Quasi quasi, appena inizia a parlare e nessuno mi nota più torno a casa. Tanto, quello che ha da dire lo sentirei l'indomani al telegiornale, no?

Leggi tutto...

mercoledì 12 marzo 2008

Troppe pubblicazioni

Dopo un mese e mezzo sono tornato da Magri per la tesi - dopo aver superato più o meno tutti gli esami del primo semestre (mancherebbe il laboratorio di elettronica, ma va considerato che è un lavoro di gruppo e che bisogna tenere conto delle esigenze di tutti) - e, come sempre quando è un po' che non ci si vede, la prima volta è più la fatica di capire dove siamo arrivati, in tutti quegli appunti scarsi, che i progressi.

Allora, l'ultima volta avevamo visto il caso banale di bialgebroide, ed oggi possiamo occuparci del bialgebroide di Possion-Nijenhuis
Guardi che, veramente, non avevamo dimostrato niente, nemmeno nel primo caso.
Davvero? Ah già, cercavo di imbrogliarla. Occupiamoci di questo caso banale, dunque.

Caso talmente banale che, mezz'ora e tre fogli ricoperti di conti dopo, eravamo in alto mare, né inventare un nuovo teorema ogni passaggio per giustificare i nostri tentativi di semplificazione portava ad alcunché. Così il professore inizia a prendersela con Mackenzie e Xu, autori dell'articolo su cui stiamo lavorando, che li conosco, sono bravi ma questi matematici che amano le equazioni eleganti e suggestive e non mettono mai un conto sono un po' dei gaglioffi. Perché fa presto, in geometria differenziale, un'equazione ad esplodere. Ma possibile che non ci sia nemmeno un esempio, un conto fatto?
E così per diversi minuti, interrompendo i brontolamenti per qualche lampo d'idea che si perdeva, inevitabilmente, dopo due passaggi. Finché, rileggendo l'articolo, scopriamo che è citato l'ovvio bialgebroide che stavamo affrontando, di cui in appendice era dato il riferimento all'articolo in cui era riportata la dimostrazione. Il professore gira il pacco di fogli per controllare a chi dovesse fare riferimento, sbotta in una mezza risata e fa ah! Forse dovremmo saperlo, quindi.

Non capendo bene a cosa si riferisse, vado anch'io a cercare il riferimento all'articolo...e trovo...
F. MAGRI, Y. KOSSMAN-SCHWARZBACH, Poisson-Nijenhuis structures

Dunque, per quasi un'ora e mezza abbiamo brancolato per una cosa che lui doveva sapere! A sua discolpa c'è da dire che l'articolo è del 1990, e che - una volta colpito nell'orgoglio - è riuscito a trovare un modo di dimostrare che un fibrato tangente con il suo cofibrato dotato di tensore di Poisson formano un bialgebroide di Lie in tre righe.
È comunque sempre un piacere...

Leggi tutto...

Sull'architetto della Bicocca

In un recente post sulla Bicocca ho scritto che mi piace la riqualificazione urbanistica del cantiere, ed è vero. È assolutamente degna di nota la sede della Deutsch Bank, con la sua cercata asimmetria, e gli angoli non a novanta gradi; altre trovate più fantasiose sono gradite fino ad un certo punto, ma nel mare dell'estro c'è l'edificio - meglio, il complesso di edifici - più simmetrico che si possa immaginare. Talmente simmetrico che non è raro che qualcuno, uscendo dalla porta sbagliata, si diriga nella direzione opposta a quella esatta perché non si rende conto dell'errore. E tale edificio è il famigerato Blocco di Scienze, che vedete in pianta nella foto. (L'U2 è il dipartimento di Fisica, dove praticamente vivo)

In realtà, ad un occhio attento saltano all'occhio delle piccole e sgradevoli asimmetrie, tutte concernenti - tra l'altro - l'U1. Non si capisce se esse siano dovute al fatto che - da una serie di motivi che ora esamineremo - tale edificio sia stato costruito in un primo momento, o per cause strutturali a me ignoti.
Indizi che ci fanno supporre sia stato costruito per primo sono il fatto che è l'unico ad avere sulla facciata, oltre alle lettere di stile hollywoodiano "U1 - Dipartimento ecc." anche la scritta "Università degli Studi di Milano-Bicocca", ed il fatto che i piani abbiano corridoi molto più stretti ed un sistema di porte tagliafuoco più complesso - senza che questo possa essere dovuto a laboratori più delicati. Suvvia, scienze ambientali! Al contrario, gli altri tre sono la fotocopia l'uno dell'altro.
Cause strutturali potrebbero aver portato a scegliere per l'U1 una forma diversa per gli infissi delle finestre, che non sporgono così da non fare ombra - poiché, per l'esposizione della facciata principale, che è quella che dà sulla piazza, non arriva mai il sole. Oppure, il fatto che il cortile ribassato sia l'unico a non avere il giardino, ma il porfido (notare il cerchio verde). Ma, così facendo, la simmetria è pessima. Non trovate?

Leggi tutto...

martedì 11 marzo 2008

Il fine settimana breve

Di perché lo sia stato c'è poco da dire, basterebbe leggere il post di sabato. Considerando che inizio a conteggiare il fine settimana da quando rimango a casa e posso gestire il mio tempo, quello appena trascorso non si può considerare iniziato prima di sabato alle 16.00; ma, nonostante l'inizio ritardato, non posso certo lamentarmi.

Per prima cosa, sabato non sono andato a suonare la Messa; Egidio, infatti, che è l'organista titolare della parrocchia, mi aveva cercato in mattinata per chiedermi di fare cambio di turno, e che quindi avrei dovuto suonare la Messa delle 10.30 della domenica. Nonostante al vertice delle mie ambizioni ci fosse passare un tranquillo sabato pomeriggio, ho dovuto abbandonarle molto presto perché si è dovuti andare dai nonni di Brembate, e per fare gli auguri al nonno ormai settantaseienne - ma senza festa, colpevoli com'eravano di non aver piantato tutto lì il venerdì sera per mangiare la torta dall'altra parte della provincia - e perché la domenica un po' di contrattempi avrebbero impedito il tradizionale - ancorché non sempre frequentatissimo - tour dei parenti vivi e morti tra il Brembo e l'Adda. Non siamo rimasti a Brembate molto a lungo, e ci siamo messi velocemente in viaggio per fare ritorno a casa - i sabati sera di mio fratello e miei essendo sempre impegnati con questa o quella compagnia di soci (termine che si differenzia dal più intimistico amici perché chiaramente finalizzato alla bisboccia) - con in più l'aggravante che, per dirla alla matematichese, quasi ovunque l'auto è in mano a mio fratello. Mia madre, però, fa capire chiaramente di non aver intenzione di preparare la cena e di voler mangiare in pizzeria, e quindi siamo dirottati su La Pelosetta di Pedrengo. Lì i posti erano tutti prenotati, ma mangiando opportunamente di fretta avremmo potuto liberarli prima che arrivassero i legittimi proprietari; ed i camerieri, dopo aver calcolato che si sarebbe trattato di doppio guadagno, ce l'hanno messa tutta per farci sedere, servire, mangiare ed andare in meno di mezz'ora.
Appesantito dalla pizza, tra l'altro mal digerita - dati i tempi - mi porto, al solito, all'oratorio, dove hanno inizio tutte le serate. Il tempo di ritrovarci, al solito Daniele, Fabio, Epo ed io, e quasi subito viene approvata la proposta di fare il solito salto al Jam di Nembro - salto che, complice la presenza di Beppe, si è trasformato in una permanenza stanziale, allietata da un consumo via via crescente di alcool e derivati, che ha portato i suoi frutti.

Ad essere sincero ero un po' perplesso dell'uscita di questo sabato, perché essendo la festa della donna ci sarebbe voluto poco per finire a nostra insaputa nel bel mezzo di uno strip maschile con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Problema che, in ogni caso, non ci si è posto, mentre come al solito ci si è potuti sbizzarrire sulla bella gente che frequenta l'affollato ritrovo nembrese. Focalizziamo, in particolare, su tre differenti target. Il primo, e senz'altro più importante, è quello delle cameriere: devono avere una selezione naturale molto forte, perché raramente si vede la stessa per due settimane di fila. In ogni caso, devono avere - al tempo stesso - una grande richiesta, perché mai ci si è potuti lamentare della qualità estetica delle stesse. Al punto da aver ipotizzato la presenza di un apposito certificato rilasciato dall'ASL, affisso insieme al regolamento antincendio ed alla licenza per la vendita di alcolici. L'unica cosa decisamente insolita era una cameriera - dalla schiena completamente nuda - che era una possibile via di mezzo tra la presenza fisica di Paris Hilton e l'espressione stralunata di Angela Finocchiaro.Secondariamente, c'era un gruppo di amiche ed amici tra cui spiccavano due-tre conoscenze degli adolescenti (a dire il vero di quinta) di Scanzo, che festeggiavano il compleanno di chissà chi. A parte il loro essere di per sé notevoli, la cosa migliore è che se ne sono andati abbandonando sul tavolo mezza torta al cioccolato, ed abbondandi alcolici avanzati. Peccato che nessuno di noi abbia avuto la faccia tosta di sedersi e mangiare. La terza cosa è l'inquietante ringiovanimento medio delle avventrici del locale. Nessuno prende mai sul serio la mia proposta di affrontarne qualcuna per chiederne a bruciapelo l'età, ma di volta in volta è un'esigenza che si fa più impellente.
Accanto a queste note di colore, bisogna dire che l'unico di noi che è stato indietro relativamente ad alcolici è il povero consueto autista Daniele - anche Beppe guidava, in teoria, ma entro la fine della serata Epo ha deciso di scommettere sulla propria patente e di portargli a casa la macchina, perché quello non era assolutamente in grado di tenere il volante. Tra le altre cose, ho sperimentato il Dry Martini. In realtà, io intendevo il coktail (gin e martini dry, mescolato), mentre il simpatico gestore del bar, anche detto manina, mi ha servito il Martini Extra Dry, base del precedente, comunque buono ed interessante. Poi, essendosi fatta la mezza, sono andato a casa, mentre gli altri proseguivano la serata per altri lidi

La domenica mattina, come da impegno, sono andato a suonare la Messa Alta. In realtà, dato il cantore, la cosa è stata fatta in modo un po' dimesso, e - al solito - non c'è stato verso di schiodare il parroco dal voler cantare Padre, perdona all'ingresso ed Io credo, risorgerò alla fine. Anche qui, a parte l'improbabile attacco del Santo dovuto al fatto che ero rimasto sul modo minore dell'offertorio, ho ripreso in mano la Toccata e fuga in sol minore di Bach che è in appendice al Molfino & Demonte, classico metodo per organo, suonando prima di Messa la Toccata e sull'uscita la Fuga. A dire il vero, specie sulla toccata, sono un po' fuori esercizio. Ma non sono difficili, quindi conto di poter riprendere in un paio di settimane la buona mano (e, sulla toccata, anche il buon piede) che avevo raggiunto. Nel pomeriggio c'era la messa per gli adolescenti, alle 16.30 - perché quelli di Gavarno, oltre ad abitare per i monti e fuori dal mondo, sono anche originali e fanno la messa vespertina che è ancora giorno pieno - di cui ho riportato ampi stralci dell'omelia. Dopo la Messa era stato organizzato un aperitivo lungo a base di pane e cotechino, ma mi ero preso l'impegno di andare a prendere mia nonna ad Ambivere e riportarla a casa propria, e quindi ho salutato tutti e mi sono buttato sull'Asse interurbano, ho dribblato il traffico di milanesi che, al termine di una fredda e probabilmente nevosa giornata di sci, si imbottigliano sull'A4 per fare ritorno alle proprie case, e sono arrivato di là.

Niente da segnalare dopo essere arrivato a casa - salvo una conversazione di una certa importanza, ma appartenendo essa più alla categoria delle Interpretazini che a quella dei Fatti, non ha diritto di cittadinanza in questo post.

Leggi tutto...

lunedì 10 marzo 2008

Meccanica quantistica per Teorici


Il momento tanto temuto è venuto, finalmente. Con oggi abbiamo iniziato il corso di Meccanica Quantistica del secondo semestre, tenuto dal temibile Oleari, di cui avevamo già tratteggiato un icastico ritratto. Ed è masoschisticamente divertente vedere che il corso sarà come ce l'aspettavamo; cioè un calvario. Certo, possiamo esprimere soddisfazione per il fioretto di non dire più parolacce, e tenere a mente che - dopo tutto - si tratta di un ottimo insegnante e di un corso interessante.

Ma è abbastanza disarmante sapere che siamo stati trasformati in un numero, in modo che non rimanga nemmeno il nome a segnare i nostri esercizi, o che - per la prima volta nella storia - ci verranno assegnati degli esercizi da svolgere settimana per settimana, su cui saremo valutati. Inoltre, è riuscito a reintrodurre lo scritto in quello che era un esame solo orale.

Intanto mi consolo pensando che, se fingo di dimenticarmi che ci sono dentro anch'io fino al collo, rido sulle disgrazie dei colleghi teorici

Sarà un lungo semestre. Il più lungo.
Nella foto un'immagine credibile del professore. Non avevo mai visto un intero episodio di dr. House prima di ieri sera - solo qualche battuta ogni tanto; ma il modo con cui il Nostro tratta gli studenti è tale e quale a quello in cui House tratta i suoi medici assistenti.

Leggi tutto...