Rimando il tradizionale post del fine settimana (a proposito del quale ho già la testa rutilante di idee) per una questione più contingente. Tra i vari abitanti della casa - sovraffollata ancorché grande - c'è il gatto (di cui si può vedere una foto d'archivio), che da sabato mattina soffriva di qualche disturbo. Anzi, da ben più di qualche disturbo - ma, si sa, i gatti non hanno certo il dono della parola, e più che miagolare oltre il consueto non faceva. E non mangiava. Ha avuto, tra sabato e domenica, qualche alto e basso; ma, in sostanza, in un quadro clinico in costante peggioramento. Si era pensato a qualcosa di gastrico, o a qualche intossicazione - perché mangia tutto quello che gli capita a tiro, e soprattutto beve tutto quello che trova. Poi, non è che in questa casa si ponga grande attenzione alle persone, quando stanno male, figuriamoci al gatto.
Ieri sera non si è fatto trovare, e stamane non usciva dalla cuccia. Poi sono andato a Milano, e non sono tornato fino al pomeriggio inoltrato. Ed il quadro era decisamente critico. Praticamente apatico, buttato sul pavimento - lui che cerca sempre il posto più morbido! - nei rarissimi tentativi di spostarsi trascinava le zampe posteriori. Si è riusciti a convincere mia madre a portarlo a farlo vedere - e che la filosofia del gli passerà lo stava portando a tirare gli ultimi. Il veterinario di Scanzo era chiuso - ed abbiamo chiamato quello di Albano. Visita d'urgenza; il gatto è messo nella sua gabbia da trasporto, non troviamo la grata per chiuderla, ma il gatto non fa altro che gemere di tanto in tanto e, ammesso che i gatti abbiano qualcosa per la testa, non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di uscire. Le due veterinarie depositano il gatto sul tavolo medico ed iniziano ad intervistare mia madre e me per l'anamnesi - e quello esce con una via di mezzo tra un gemito ed un ululato che in un primo tempo viene attribuito al cane tenuto in degenza. Una delle due si alza e va a controllarlo - ed inizia la scena epica.
Non fa in tempo a toccarlo che chiama l'altra. Mollano tutta l'anamnesi e prendono i ferri. Avevamo ipotizzato, a dire il vero, fosse un blocco intestinale, e non eravamo arrivati lontano. Trattavasi di un blocco dell'uretere dovuto ad un calcolo, con conseguente costipazione della vescica ed alcalosi da accumulo di urea - il gatto, a detta della veterinaria, era in semicoma e non avrebbe superato la notte. Considerato che l'appuntamento era stato in origine fissato per domani pomeriggio, e successivamente anticipato ad urgenza solo perché domani nessuno poteva portarlo, direi che gli è andata bene. Vorrei sorvolare sui dettagli dell'intervento, non perché non li conosca - anzi, ho contribuito a tenere fermo il gatto mentre gli applicavano il catetere e gli mettevano i punti, quindi ho visto più che bene, ma sull'assurdo comportamento dei veterinari. Queste dovevano essere talmente abituate ad avere a che fare con padroni ansiosi che ci hanno invitato ad uscire, se l'operazione ci avesse impressionato, e qualsiasi cosa facessero (dall'operare senza anestesia, a disinfettare questo e non quello) ce la spiegavano come se volessero giustificarsi. Mi hanno anche chiesto se fossi un medico - al che ho dovuto deluderle rispondendo che ero un semplice studente di fisica; e si sono messe a spiegare come e perché si formano i calcoli, come se io - e soprattutto mia madre - fossimo nati ieri.
Intanto il gatto è ricoverato - ha avuto anche un simpatico shock termico ed è stato messo sotto la lampada a infrarossi, con la flebo nella zampa - come un malato vero. Comunque se la caverà. E magari la prossima volta ci pensa due volte prima di essere goloso di patatine fritte.
3 commenti:
La flebo nella zampina contrasta giusto un po' coll'immagine di un gatto goloso di patatine fritte! Ma è più normale il nostro coniglio che fa il morto!!
Il bicchiere mezzo pieno: nei prossimi giorni potrai invitare qualche tuo amico a cena, con un menù comprendente un gustoso coniglio in salmì.
... Ah, anyway, povero gatto.
Dopo questo post consiglio a te e riconsiglio a tua madre la lettura di "La mia famiglia e altri animali" di G. Durrell.
Posta un commento