mercoledì 28 febbraio 2007

Voto di fiducia

Beh, avrò tempo di fare un commento, se serve. Riporto, invece, lo stenografico tratto dal sito del senato a proposito della dichiarazione di voto dell'on.sen. Follini, mirabile e condivisibile - dirò di più, condivido anche il commento del tale di AN e assai.

FOLLINI (Misto-Idm). Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che occorra partire un po' da lontano proprio per restare al tema che questa crisi ci pone. La politica italiana attraversa da molti anni una condizione di straordinaria infelicità e di straordinaria improduttività. In un passato più lontano siamo stati capaci di affrontare problemi e perfino tragedie, cavando il meglio da noi stessi.
Abbiamo attraversato con il passo lungo delle grandi civiltà politiche gli anni della guerra fredda, poi la sfida del terrorismo. E poi, quando ci siamo illusi di darci nuovi costumi e istituzioni, è accaduto invece che ci siamo improvvisamente fermati mentre il resto del mondo accelerava. Alle identità massicce e ingombranti della Prima Repubblica non siamo stati capaci, tutti quanti, di sostituire nuovi progetti. Abbiamo gonfiato con gli anabolizzanti la contesa bipolare e, in mancanza di meglio, i due poli, questi due poli, sono diventati il surrogato delle ideologie che non avevamo più.
Ci è servito il nemico per scegliere l'alleato. Il risultato è di aver moltiplicato i nemici e diviso le alleanze. Non è un caso, credo, che proprio questo stato di cose renda così cruciali gli interessi particolari e soprattutto gli interessi forti. E infatti una fatica maggiore oggi è quella di dare risposte ai più deboli, ai giovani, esposti ad un avvenire previdenziale che dovrebbe far tremare i loro genitori, ai consumatori, schiacciati nella morsa del vecchio patto tra i produttori, a quanti hanno talento e hanno merito senza avere conoscenze e protezioni e a tanti cittadini che non hanno rappresentanza.
Possiamo restare immobili a contemplare tale situazione. Per chi crede a questa commedia e a tutte le sue parti restare fermi, lo capisco, è un dovere; ma per chi cerca di lavorare ad una trama diversa altrettanto è un dovere cercare di muoversi.
La mia opinione è che serva al Paese un equilibrio diverso da quelli sperimentato fin qui. Serve un'opera paziente e lungimirante di tessitura che valorizzi le due culture più utili al futuro del Paese, quella moderata e quella riformista. Serve lavorare a definire un campo largo nel quale queste due culture, quella moderata e quella riformista, si parlino, si integrino, si rafforzino e si correggano a vicenda. Serve che il centro ritrovi la capacità riformatrice che ha smarrito da 20 anni a questa parte. Serve che la sinistra, una parte della sinistra, renda più forte e meno precario il suo ancoraggio moderato e serve che le due cose, almeno per qualche tempo, si leghino assieme. Qui, una volta, tra il centro e la sinistra c'era un ponte. Qui è stato alzato un muro. Qui occorre tornare a costruire un ponte.
Questo progetto può essere favorito - lo penso anch'io - da una diversa legge elettorale che ponga rimedio a quella che è stata una forzatura politica e istituzionale (Commenti dal Gruppo FI). Ma non è la sola legge elettorale, di per sé, che rende virtuoso un sistema politico. Una nuova legge richiede un gioco nuovo e diverso. Se c'è una scelta strategica che scommette sull'allargamento al centro, allora ha senso il modello tedesco, ma evocare un cancelliere - lo dobbiamo sapere - significa archiviare il presidenzialismo strisciante che a tanti invece piace. È una svolta che vale, ma è una svolta che costa. Può essere un destino naturale, ma il destino - come ammonisce il protagonista del romanzo «L'ombra del vento» - si apposta dietro l'angolo come un borsaiolo, non fa mai visite a domicilio, bisogna andare a cercarlo e, forse, è arrivato il momento di cercarlo davvero.
Signor Presidente del Consiglio, lei si trova qui a chiedere la fiducia al Senato perché qualcosa è cambiato e perché qualcosa deve cambiare. Il Governo in questi primi mesi ha guardato troppo a sé, alla sua base, e ha guardato meno, credo, al Paese nel suo insieme. Il risultato lo abbiamo visto pochi giorni fa proprio in quest'Aula. Ho colto nelle sue comunicazioni un approccio meno lontano dalla linea divisoria. Non so fino a dove si spingerà. So però che di questo c'è bisogno e credo che il Paese ne abbia bisogno più ancora e prima ancora del Governo.
Mi sono chiesto in questi giorni se ci avrebbe aiutato una crisi vera, al buio, come si sarebbe detto una volta. Non lo credo. Avremmo aperto la strada o ad un grande conflitto inevitabilmente elettorale o ad un grande equivoco. Considero la governabilità una risorsa di tutti, non solo di una parte, e credo che questa risorsa, proprio perché scarsa ed incerta, non debba essere sprecata. Ma l'aver evitato rischi maggiori non ci mette e non la mette al sicuro. Se il Governo avrà oggi una maggioranza, ancorché numericamente esilissima, occorre evitare di chiudersi in un fortilizio e saper governare guardando ad un orizzonte più largo, convincendo chi è meno convinto, ascoltando chi è meno d'accordo e usando molto ago e molto filo per rammendare quel tessuto di regole e di legami che in tanti, da tante parti, hanno tirato e strappato.
Personalmente non sono qui per raccogliere allori, ma per condividere una difficoltà. È proprio questa difficoltà che mi spinge oggi a dare al suo Governo il mio voto di fiducia. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur. Commenti dai Gruppi FI e AN).
PARAVIA (AN). E' un avviso di sfratto per la sinistra!

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L'equilibrio instabile

Equilibrio instabile: dicesi posizione d'~ una configurazione d'equilibrio (q,0) di un sistema tale che, per ogni (q+eps,eta) con eps e eta arbitrari, il moto non si mantiene in un intorno di (q,0)


Questo sui libri di meccanica, ma non è quello di cui ho interesse a parlare oggi. La metafora dell'equilibrio instabile si esplica chiaramente con un'ulteriore metafora fisica.
Siano m1 e m2 due masse. Chiamiamo direzione x la congiungente i punti in cui sono sistemate le masse. In un opportuno sistema di riferimento, si avrà r1=0 e r2=d. Supponiamo, inoltre, le masse vincolate a stare ferme. Ciascuna delle due genererà un campo gravitazionale attrattivo di intensità g(r)=Gm/d^2, dove d è la distanza da r alla posizione in cui è posta la massa. Cerchiamo la posizione d'equilibrio lungo l'asse x. Essa si trova in x che risolve la seguente equazione: m1/x^2=m2/(d-x)^2. Notiamo, inoltre, che le due forze (quella esercitata dal campo di m1 e quella dal campo di m2)sono entrambe attrattive. Qualora una prevalga sull'altra, il corpo tenderà ad avvicinarsi alla massa attrattiva, tale forza aumenterà ancora, ed il corpo non tornerà più nella posizione d'equilibrio. Per questo motivo dicesi l'equilibrio instabile (notiamo en passant che se le forze fossero repulsive, con i medesimi argomenti trovaremmo che l'equilibrio è stabile). Ora, un nostro conoscente si è dichiarato in posizione d'equilibrio instabile a proposito di un fatto personale che riguarda un conoscente in comune. La sua posizione d'equilibrio instabile lo mette in condizione d'essere reso partecipe di fatti ed opinioni che noi, ed il nostro conoscente in comune, rivolgiamo riservatamente l'uno nei confronti dell'altro. Con buona certezza, e sicuramente da parte nostra, esiste un significativo interesse a venire a conoscenza di quello che l'altro ha in mente, ma lui decide di tenere fede all'amicizia e di non rivelare nulla.

In un qualsiasi altro contesto, probabilmente, il lettore medio loderà la fedeltà, l'onestà e le molte altre virtù morali di questo povero corpo in equilibrio instabile suo malgrado. Ma fino a ieri eravamo convinti che solo da parte nostra ci fosse questa significativa "azione attrattiva", per cui ritenevamo indebite ed inopportune eccessive ingerenze. Ieri sera, al contrario, abbiamo avuto diretta conferma, perché questo nostro non è così discreto come vorrebbe, e si è lasciato scappare la sua ambivalente posizione d'equilibrio instabile.
De quo, si sono chiariti alcuni dubbi riguardo la sua posizione (ché non potevamo a priori escludere fosse il nostro a sua volta detentore di interessi concorrenti), mentre si sono aperti ulteriori e più gravi perplessità a proposito dell'altro. È nostro interesse chiarire la situazione. Era in programma un chiarimento per il 5 marzo, ma in seguito a questi fatti tendiamo ad escludere che in tale data sia possibile chiarire tutto. Vedremo.

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lunedì 26 febbraio 2007

Illa Diva de eis qui eam quaeritant

E' il titolo del mio romanzo - perché a suo tempo, obbedendo al cliché del "romanzo nel cassetto", mi ci sono cimentato con un certo impegno.
Sono passati anni, perché l'ho concluso nel 2003, ma stamattina mi sono svegliato un po' così ed ho deciso di pubblicarlo, in una riedizione che dovrebbe togliere alcune acutezze, soprattutto stilistiche, nella prima parte, che mal si coniugano con il resto dell'opera.

E lo pubblicherò, per così dire a puntate, in Internet, all'indirizzo

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sabato 24 febbraio 2007

Rinvio alle Camere

Alla fine, quindi, è stato deciso di fare come se niente fosse.
Non sono soddisfatto, ma voglio mostrare che il mio assunto precedente non è del tutto vero, a prezzo di inficiare con il dubbio la mia infallibilità.

Non è del tutto vero perché, per allargare la maggioranza, non è stato cooptato un Pallaro o un De Gregorio dell'altra sponda (e qualche nome c'era, se era per questo), ma perché ha deciso di sostenere il governo il senatore Follini. Questa è razza di politico. Mentre da destra e da sinistra si invoca il bipolarismo come modello salvifico, come se non fossero tredici anni che c'è e che questi anni non avessero dimostrato che è una fregatura, oltre che un disastro per il Paese, per la cultura e per la civiltà politica, in tempi non sospetti aveva lasciato tutti per posizionarsi, quasi in solitudine (con lui ce ne sono altri due) al centro. Nella sua intervista al Corriere di oggi, scrive di essere fiducioso, di aspettare ancora una volta il riconoscimento postumo dell'UDC, di non volere entrare nel governo perché è il meccanismo del centro sinistra che vuole migliorare; che anche ai tempi di Moro c'era il centrosinistra ma non ci entravano tutti, che Diliberto e Bossi pari sono.

Credo che sia tracciata una strada maestra.

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giovedì 22 febbraio 2007

Perché facciamo come se non fosse successo nulla?

Io sono un po' perplesso dalle dichiarazioni politiche di ieri sera e quest'oggi; sono stato su fin oltre l'una a sentire Porta a Porta, ed ho il televisore praticamente fisso su SkyTG24 per vedere se ci sono nuove esternazioni.
A grandi linee, tutti ripetono che:

  1. la sconfitta di ieri è stato uno scivolone dovuto alla mancanza di uno o due voti
  2. la maggioranza, quindi, anche se su questo è venuta a mancare, c'è ancora
  3. va quindi riconfermata la fiducia a Prodi.

tutto questo condito con castronerie ideologiche q.b., tipo che è il popolo che lo vuole o cose simili.

In primo luogo, la maggioranza non c'è. Al senato, per lo meno. Non è venuta a mancare ieri, è sempre stata in bilico, e le posizioni (solo a parole, notare, non in pratica) del ministro D'Alema circa una nuova politica estera italiana, oltre ad essere in contrasto con la realtà, perché si può dire tutto quello che si vuole ma, in pratica, l'unica novità è che siamo andati in Libano non trascinati dagli alleati ma trascinandoceli noi - cosa tipica di D'Alema, vedi Kosovo - mentre per il resto la politica estera italiana è la stessa di sempre: magari si parla, ma alla fine non cambia nulla da oltre sessant'anni, hanno alienato con tutta probabilità uno o due senatori a vita senza per questo convincere i dissidenti. Se, dal punto di vista pratico, si può riottenere la fiducia dalla camere, dal punto di vista politico non si può fare gli struzzi e fare appello per altri QUATTRO ANNI DUE MESI al "vogliamoci bene, sennò arrivano gli uomini neri". Come se non ci fosse effettivamente crisi. I più spudorati parlano di allargare a singoli senatori la maggioranza, senza cambiare la politica, come se fosse l'unica soluzione. Non si riesce a parlare di intese politiche finché RC e poi quasi tutti gli altri non danno alternativa a Prodi, né di UDC al posto dei comunisti, per mancanza di numeri. Come ha detto Casini, bisogna proprio cambiare le carte in tavola.

C'è questa mania di dire che non si possono aprire nuove strade perché si tradisce il mandato elettorale. Faccio presente che l'elettore vota un rappresentante politico, non la maggioranza né tantomeno il governo, almeno finché rimane la vecchia Costituzione, e in nome di questo principio l'anno scorso ho combattuto contro la modifica. Le segreterie sono convinte di avere diritto di proprietà sugli eletti, per quella pessima riforma elettorale nota come "Porcellum", e si scandalizzano perché qualcuno (i più coerenti, quelli che sono stati meno prudenti, magari, o che al governo preferiscono essere a posto con la coscienza) non rispettano gli ordini di scuderia, dimenticando che la Costituzione da loro tanto difesa ed invocata sancisce l'inesistenza del vincolo di partito.

Bisogna riconoscere che il percorso politico dell'Unione, non solido e malfermo fin dall'inizio, si esaurisce qui, e che l'Italia è piena di politici lungimiranti che hanno capito la portata rivoluzionaria di questo evento, che ha la possibilità di scardinare l'inutile bipolarismo Segniano, fatto incancrenire dalle ali estreme che hanno potuto così entrare nella composizione dei governi.

E, credo anche, mettere una seria ipoteca sul PD, benché qualcuno l'abbia, senza alcun realismo, prospettato come via per uscire dalla crisi. Spero per domani di avere aggiornamenti più belli, intanto i minisenatori, che qualcuno di DS e RC credeva di riuscire a comprare, hanno detto che non sosterranno un Prodi fotocopia (che i giornali si ostinano a chiamare Prodi bis, mentre sarebbe il ter, poiché c'è il governo prodi 1996-1998), che è quello che larghi settori dell'Unione vogliono. Non tutti, comunque, i radicali no, e la Margherita è stata molto vaga, questo pomeriggio, con tutti i no comment e i lasciamo fare al Capo dello Stato. Magari si prepara qualcosa. Speriamo, l'Italia intera ne ha bisogno

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martedì 20 febbraio 2007

Fine settimana trascorso

È strana questa cosa, uno sul blog tende a scrivere quello che gli passa per la testa e perde il senso del web log, cioè del diario telematico. Da definizione, si deduce che il diario telematico dovrebbe registrare quello che succede, come tutti i diari (e, per inciso, di tutti i file *.log che punteggiano il computer e che praticamente ogni applicazione, quando viene installata ed usata, scrive).

Quindi, anche in relazione del fatto che faccio più cose degne di nota in due giorni e mezzo, il fine settiama, che in tutti gli altri, è opportuno riportare qualche parola (senza esagerare, anche perché, pur maggiormente degne di nota della vita di tutti i giorni, sono sempre cose di punto interesse) di quest'ultimo.
Niente da segnalare il venerdì, perché una riunione del partito, fissata in tale data per non rovinare i San Valentino di alcuni nostri colleghi - ché di solito si fa riunione il mercoledì - mi ha sottratto la sera tradizionalmente dedicata alla scoperta di pub, birrerie et similia.
Il sabato mattina, beh lunedì era giorno d'esame e quindi avevo poca scelta sul da farsi, ed il pomeriggio è dedicato alle piccole pesti della mia classe. Si fa vivo mio fratello, che sta contemporaneamente organizzando la festa di Carnevale per gli adolescenti - ricordo che il Carnevale finisce oggi in tutto il mondo che non sia di rito ambrosiano (o di rito pagano, come il Brasile) - perché ha scoperto l'esistenza della Collina a Clusone e vuole andarci, e riesce a convincere ol mé socio ol Geordie a portarlo là con noi, senza considerare che noi, cioè io e Fabio che dovevamo uscire con lui, voglia di ballare - e per di più praticamente in mezzo agli adolescenti - non ne avevamo per niente. Siamo così pervenuti ad un compromesso onesto: avremmo portato mio fratello, il fratello del Geordie, alla Collina sul presto (anche perché gli adolescenti di Clusone alle dieci sono già a ballare), saremmo stati lì un po' e poi giù dal Giò delle Fiorine, come in un sabato sera alcolico che si rispetti. E, sulla via del ritorno, per riempirci lo stomaco, un kebab ad Albino - non male, ma il Dessi del palazzetto ha molto più stile.
Domenica era il giorno della festa di Carnevale del Comune e degli Oratori, che preparavano da oltre un mese, con giochi ricchi premi e cotillons, a Rosciate. Visto che da noi è usanza dare fuoco ad un gigantesco fantoccio detto "Ol Piero", e che la mia cupio dissolvi apprezza molto la cosa, dopo altro opportuno studio d'analisi sono andato a vedere, e come al solito sono stato reclutato dal Servizio d'Ordine per tenere alla larga bambini tentati dal suicidio e giovani terroristi che butterebbero sulle fiamme del C4, se ce l'avessero. Quest'anno, al contrario del passato, il pubblico era disposto a 360° attorno al fantoccio (altro all'incirca 4-5 metri), e quindi il nostro compito di addetti alla sicurezza era più ingrato...e tra l'altro sono finito proprio dove tirava il vento, e così mi sono riempito di ceneri ardenti, tipo Plinio il Vecchio a Pompei.

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lunedì 19 febbraio 2007

Fine!

Un breve, come si dice, flash d'agenzia.

Finito! Conclusi gli esami del semestre! Da stasera sono in ferie!

Si riprende il 5 marzo con le lezioni, ma intanto mi aspettano due settimane di (teorico) riposo.

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giovedì 15 febbraio 2007

Un po' di dietrologia

Noi (e mi ci metto anch'io) siamo portati a pensare al livello di qualità delle strutture militari italiane come molto basso, e abbiamo tutti questa rappresentazione dell'esercito italiano e dei suoi capi come un mucchio di volonterosi ma improvvisati dilettanti. Se ci aggiungiamo il fatto che, almeno dalle nostre parti, la presenza militare è praticamente assente, si conclude facilmente che non abbiamo la minima idea di come funzioni il nostro esercito. Tra film di Hollywood e tesi sinistrorse, siamo molto più eruditi sull'esercito e l'intelligence americana che sulla nostra. Rimaniamo sempre un po' spiazzati, pertanto, le rare volte che ci confrontiamo con la situazione in Italia. In realtà, anche da noi qualche cosa di "strano" o di "sospetto" avviene, a volte. È a mio avviso eclatante la storia del raggio della morte di marconiana memoria, ma anche al giorno d'oggi qualche cosa può saltare fuori.
Questo ne è un primo e limitato esempio.

Per motivi di famiglia frequento da sempre il Veneto; lì, con la storia che sono più vicini al confine orientale, da cui nel sessantennio scorso ci aspettavamo aggressioni, la presenza dell'esercito è più invasiva. Avevo, dunque, questa guida turistica del Veneto, dettagliatissima, edita nel 1965. Nell'itinerario turistico proposto per visitare i monti Berici, in provincia di Vicenza, era inclusa la chiesa di S. Giovanni in Monte, nel comune di Barbarano Vicentino. Tale chiesa era la parrocchiale del paese fino ad un secolo fa, circa, e ci sarebbero riscontri secondo i quali potrebbe essere stato un importante mandamento templare, prima di passare ai domenicani. Ora, io con i miei imbocchiamo la stretta e tortuosa stradina di collina che dovrebbe condurre alla chiesa, ed ecco che a poche centinaia di metri dalla stessa (vedevamo il campanile spuntare dalle fronde degli alberi) ci troviamo un'imponente cancellata metallica che sbarra la strada, coronata da non meno di tre telecamere di sorveglianza e dall'inconfondibile cartello giallo (inconfondibile per chi, come noi, sembra avere "naso" per imboccare strade proibite) che segnala una zona militare. Questo tipo di sorprese non spinge, certo, a trattenersi, ma prima di girare l'auto e di andarcene, faccio in tempo ad osservare la selva di antenne che, a ben vedere, circonda la torre campanaria dell'ex-chiesa e ad intrvavedere un cartello che segnalava un non precisato centro trasmissioni.

Per un po', tornato a casa, lascio perdere, ma ecco che all'improvviso rispunta la curiosità. Secondo dati ufficiali, proprio nella chiesa di S. Giovanni in Monte dovrebbe essere installato un ponte radio di proprietà del comando dell'esercito di Padova (che fa riferimento per tutta la regione militare Nord). Caso chiuso, si direbbe. È certo un bellissimo posto isolato, e con un ottima vista sul basso vicentino e la pianura veneta fino ad oltre i Colli Euganei; come posto di controllo dell'esercito va davvero bene. La questione dei templari, secondo alcune ricerche, non sarebbe corretta perché sarebbe stata individuata in un altra chiesa dei dintorni. Non posso, però, fare a meno di osservare che, per controllare il territorio, S. Giovanni in Monte è perfetta, e sappiamo tutti che i templari non avevano solo intenti spirituali...

Comunque, con grande rischio per diffondere informazioni su possibili obiettivi sensibili, specialmente dalle parti di Padova e con l'aria da Brigate Rosse che tira, apporrò qui sotto la foto aerea del complesso - e secondo me si può anche intravedere qualcosa delle antenne. Se qualcuno avesse qualcosa da ridire, faccio presente che la foto è visibile su Microsoft Virtual Earth, e quindi di prendersela con Bill Gates, e che le informazioni raccolte sull'attuale presenza dell'esercito vengono dal sito dell'APT dei Colli Berici.

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mercoledì 14 febbraio 2007

Margherita e Partito Democratico - qualche spunto

Benché mi sia stato detto di recente che parlare di politica è l'essenza stessa di Casati, e come tale noioso e pesante, qualche nota ogni tanto è bene farla - anche perché, essendo mia stessa essenza, sarebbe tradirmi il non farlo.

La mia opinione riguardo al ruolo della Margherita come partito di centro penso sia ampiamente nota, e le mie simpatie centriste tutt'altro che misteriose. So di avere molti amici che la pensano allo stesso modo, all'interno del mio partito, e so anche che la cosa è tanto fuori moda e politicamente scorretta che ben pochi lo sostengono apertamente. Tra questi, senz'altro l'ex coordinatore dei Giovani di Brescia, Pietro Ghetti, ed il consigliere comunale (sempre di Brescia) nonché membro di spicco dell'assemblea federale del Movimento Giovanile Federico Manzoni. Ma la mia bandiera, devo ammetterlo nonostante l'età non faccia pensare a nessun tipo d'affinità, è senz'altro il Coordinatore Regionale del Partito, Battista Bonfanti, che è al giorno d'oggi l'unico membro di spicco del partito a prendere pubblicamente le posizioni che tanti di noi condividono convintamente. L'ultima uscita è di stamane sull'Eco di Bergamo, con un'intervista in cui prende chiaramente le distanze dai DICO chiedendo ai deputati della Margherita di fermare l'iter della legge per evitare lacerazioni con la Chiesa Cattolica: ricordiamoci che siamo un partito non cattolico, ma formato per la grande maggioranza di cattolici impegnati, che spendono la propria fede nell'attività politica, non per i quali l'attività politica è autonoma dalla fede religiosa, come qualcuno (dei nostri!) ha sostenuto in interviste televisive in questi giorni.
Oltre a questo, credo di poter spendere due parole su due argomenti molto settoriali, di quelli che di solito non interessano a nessuno perché tipici delle dinamiche interne di partito, ma che io ritengo interessanti per descrivere il clima che attraversiamo mentre qualcuno ci spinge con forza verso la mitica meta del Partito Democratico.
La prima riguarda le mozioni presentate per il Congresso della Magherita di questo aprile. Quando, il 25 novembre, si è celebrato il congresso provinciale di Bergamo, erano state presentate (a norma di regolamento) due mozioni, quella Rutelli e quella Parisi, che esprimevano in merito alla questione PD opinioni diverse (come è ovvio, per una dialettica democratica): la mozione Rutelli, che pure Bonfanti sosteneva e che io stesso ho sottoscritto contestualmente alla mia candidatura a delegato per il congresso regionale, indicava come prerequisito per il PD l'unità di entrambi i partiti fondatori - con, credo, la scappatoia che se ci saranno problemi nei DS, come ci si auspica, non se ne farà niente - mentre l'altra sosteneva che da fine anno si interrompesse l'attività del partito per fare il PD. Ovvia la maggioranza schiacciante della prima mozione, non solo a Bergamo ma in tutta la Lombardia. Poi, a fine dicembre, con una riunione semicarbonara della Direzione Federale, le due mozioni sono state ritirate e rimpiazzate da una minestra tiepida che cerca di non scontentare nessuno. Ovvie le reazioni di contrarietà, nessuna delle quali è venuta alla luce tranne una lettera del solito - ormai eroico - Bonfanti che denunciava lo stile tardo brezneviano, parole sue, e dichiarava automaticamente decadute tutte le firme precedentemente apposte alla prima come alla seconda mozione. L'ho scoperto solo di recente e devo dire di aver tirato un sospiro di sollievo.
La seconda notizia, che ho letto stasera, riguarda una fibrillazione che ha attraversato sempre nel mese di dicembre la Margherita di Parma, che ha preso contatti ufficiali con un gruppo di centro molto vicino all'UDC per un'alleanza in vista delle amministrative. A parte l'evidente soddisfazione personale per questo avvicinamento e per ogni manovra che punti ad escludere Rifondazione dalle amministrazioni cittadine, devo sottolineare che diversi esponenti della Margherita parmense si sono dimessi, tra i quali il mio vecchio conoscente Francesco Lauria, segretario dei giovani che avevo conosciuto al congresso di Napoli, e che già allora mi era sembrato strano (tipo che era di estrazione popolare ma era insofferente a qualsiasi pronunciamento della Chiesa in temi etici); Francesco ha deciso di abbandonare la propria carica perché il partito metterebbe a rischio l'Unione! Devo dire che Lauria è intelligente, finalmente qualcuno che capisce che l'obiettivo è sfasciare questo inutile, dannoso, autoritario bipolarismo inventato da Segni.

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domenica 11 febbraio 2007

Dico...i DICO...

In questo Paese pare siamo esperti nel prendere un'idea (giusta o sbagliata che sia), discuterne, litigarci sopra, farci dividere da odii incolmabili in proposito, deciderci di metterla in pratica a qualsiasi costo, cercare di metterci d'accordo fino allo spasimo, ben sapendo che fino ad un attimo prima ci siamo scannati, in proposito, ed ottenere qualcosa che non piace a nessuno, che nessuno vuole, ma che tutti hanno la faccia tosta di sostenere essere ottima e possibilmente, se l'evidente falsità non è così palese da ricoprirci di ridicolo, merito nostro.
A proposito dei Diritti e Doveri dei Conviventi (che nella sigla sono solo Diritti, a meno che tutti i giornali non si siano sbagliati e si tratti dei DDICO, evidentemente scritti da un sottosegretario sardo) si è consumata la solita un po' triste manfrina.
Intanto, si può leggere il testo del disegno di legge qui.
L'idea è sbagliata, radicalmente. Prima ancora che a livello pratico, perché di questo dico due parole in seguito, proprio come idea. Non si capisce, infatti, perché lo Stato debba confezionare dei diritti. Se facciamo caso ai principi fondamentali del Titolo I della Costituzione, infatti, è scritto che lo Stato Italiano garantisce i diritti della persona.
Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.
Quindi, qualsiasi legge che crea nuovi diritti è anticostituzionale. O vengono riconosciuti diritti in un qualche modo naturali, oppure ricadiamo nel caso delle Costituzioni "liberali" , tipo quella francese, che invece stabiliscono essere lo Stato a dare i diritti. Sottolineo l'aggettivo liberali perché è evidente che donare allo Stato l'arbitrio di stabilire quali siano i diritti delle persone è tutt'altro che liberale.
Dunque, una legge italiana a proposito di diritti li deve riconoscere, non può attribuirli. Vediamo un po', allora, di che diritti parla tale legge. Non tutto è ancora ben definito, e poi è solo un DDL, e come tale ampiamente modificabile, ma riassumendo estende, benché con ampie limitazioni, i diritti riconosciuti alla famiglia a persone che non formano una famiglia. Nonostante in questo dibattito sia stata ampiamente citata, mi sembra opportuno sottolineare che
Art. 29.

La Repubblica riconosce i diritti
della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è
ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti
dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Dunque, la famiglia è una società naturale, ed infatti solo i diritti naturali vengono riconosciuti dalla Costituzione, e di conseguenza debbono essere riconosciuti dalle nostre leggi. Con che diritto, allora, ci inventiamo dei nuovi diritti?
Ma a parte questo...perché farlo? L'istituto del matrimonio civile cosa ha di brutto, perché uno decida di non contrarlo, ma è a favore di una sorta di contratto privato - anzi, nella forma DICO di un'autocertificazione - che ha gli stessi effetti? La possibilità di mantenere i diritti con una bella dose in meno di doveri. Non c'è, non può esserci altro. Con meno richieste di stabilità, perché la legge garantisce l'unità familiare. E la questione dei gay. Beh, questo è importante, forse il punto. Perché tutti i "conviventi stabili", in fondo, sono degli egoisti che cercano di tenersi sempre aperta la porta per la fuga, oppure degli idealisti - ne conoscevo una coppia - che rifiutano la formalizzazione del vincolo matrimoniale. I secondi, beh, non stipuleranno neanche il DICO, e pertanto amen. Vivano nel loro Sessantotto perenne. I primi sono dei begli infami a pretendere. Ma non lo fanno, sanno benissimo che, volendo, in due-tre settimane, tempo per le pubblicazioni, si potrebbero sposare, in dieci minuti, davanti al Sindaco o all'assessore preposto. Gli unici che ha senso pretendano sono gli omosessuali, che ovviamente non possono formare una famiglia e, dunque, sposarsi. L'errore, a mio avviso, è richiedere i diritti che sono stati introdotti per difendere l'istituzione familiare - è l'art. 31 della Costituzione - per quelle che non sono famiglie. Non è questione di tutelare o meno la famiglia. E' questione di rispettare o stravolgere il dettato Costituzionale. E sono gli stessi che, al mio fianco, l'anno scorso si battevano per non modificare la Costituzione, che ora si battono per questa norma che non modifica la Costituzione: la ignora.
Ma queste sono le idee, poi c'è lo specifico della legge. Detto a malincuore, perché né l'una né l'altra delle ministre incaricate incontra la mia simpatia, è una bella mediazione. Finge di dare diritti, e per quelli veramente onerosi - e quindi importanti - rinvia: la reversibilità della pensione verrà trattata quando si tratterà in generale di pensioni. Con la trovata dell'autocertificazione separata non viene ad esserci l'ambiguità tra matrimonio e Dico. Ma l'impressione è che stiamo cercando di mettere una pezza per fare al minimo possibile una cosa che noi non vogliamo sia fatta, che siamo stati tanto stupidi da permettere fosse inserita nel programma di Governo, che ci è stata strappata in queste settimane in cambio di qualche favore sulla politica estera, che la parte più avanzata della kultura e dell'intellighenzia vive come impellente e fondamentale, che la lobby gay, ovviamente, propugna. L'impressione è che questo DDL sia stato fatto solo per aumentare la confusione, e credo proprio abbia ragione Casini a dire che è un gran casino. E magari ci costringeranno a votarla. Io, questa sincerità dai miei deputati, da quelli che ho votato, che ho contribuito nel mio piccolo a fare eleggere, io la esigo. Ed invece si sono anche messi in sessanta a scrivere una lettera per dire che questa legge è una bella cosa, e che la sosterranno in parlamento, e che i diritti delle persone e non delle coppie sono importanti ecc.
Non dico di votare no, perché ognuno si regoli come crede, ma dire che stiamo votando una legge inutile sì, però..
Inutile e anche incostituzionale...

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venerdì 9 febbraio 2007

arch. Mangoni

Tutti certamente sanno che Mangoni di Elio e le Storie Tese è architetto, ma la cosa inquietante che ho scoperto oggi (avendo più di una settimana per preparare l'orale di analisi e, dunque, un sacco di tempo libero, perlomeno rispetto a quello cui sono abituato) è che non deve essere un architetto qualsiasi, perché pare proprio che QUESTO complesso residenziale sia di sua progettazione:


Tra l'altro, per chi fosse interessato, si trova a Milano in via Nervesa, come si arguisce da questa immagine satellitare:

Il complesso è facilmente raggiungibile a poche centinaia di metri dalla fermata Lodi Tibb. della linea gialla della metro.

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giovedì 8 febbraio 2007

Esame di meccanica

Brutta giornata. Vado stamattina da Magri per sostenere l'esame su cui ho puntato di più, Sistemi Dinamici e Meccanica Classica, appunto, e, per cominciare, sono l'unico che si è presentato all'orale. Gli altri cinque-sei hanno dato forfait.
Mi hanno tenuto sotto i ferri per oltre un'ora, ed alla fine ho rimediato un miserrimo ventotto! E tutto questo con la consapevolezza che conoscevo tutti gli argomenti «ma avremmo voluto un'esposizione più elegante».S-ciopì!
Beh, a parte questo c'è che ho parlato con Destri e mi sembrava abbastanza propenso a lasciarmi dare, previo parere favorevole del CCL, gli esami di Istituzioni di Fisica Matematica 1 e 2, l'anno prossimo. A patto di fare la sua meccanica quantistica. Penso mi adeguerò (anche perché non vedo alternative).

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mercoledì 7 febbraio 2007

Studi di meccanica

Il problema della brachistocrona, su cui tanto si è lavorato dagli albori del calcolo differenziale ad oggi...quest'estate, prima di venire a sapere delle tante cose interessanti che si possono dire usando il calcolo delle variazioni, mi sono cimentato in un piccolo (e parzialissimo) articolo al riguardo...che finalmente riesco a trovare il modo di rendere accessibile:

Matteo Casati, Brachistocrone da spiaggia, Bergamo 2006

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martedì 6 febbraio 2007

Una notizia buona...

...ed una cattiva, come è giusto che sia.
Però, mentre la notizia cattiva (che poi i miei informatori non sanno ancora dirmi se è cattiva) ce la si aspettava ed è nell'ordine delle cose, quella buona non è buona, è....

ECCELLENTE
Non così tanto, a dire il vero, ma è la prova che a tramare qualcosa si porta a casa

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lunedì 5 febbraio 2007

Facciamo un'ipotesi...

...che mi è piombata in mente mentre stavo studiando meccanica, e che da allora mi ha impedito di procedere. Purtroppo è una questione che tocca diverse persone, che immagino possano venire a conoscenza di questo blog - spero che non l'abbiano già fatto - e quindi non posso essere esplicito come vorrei e sono abituato ad essere. A suo tempo mi ero specializzato nello scrivere di persone in modo che nessuno eccetto quelli a cui fosse stata data la "chiave di lettura" ed io potesse capire a chi mi riferivo, ma ora sono decisamente fuori allenamento.
La questione ha a che fare con l'Università, ed in particolare con il laboratorio di fisica. È noto che entro marzo tutti si affaccenderanno a trovarsi il terzetto per lavorare, e che da qui ad allora si consumeranno non poche tensioni, nel tentativo di accaparrarsi i più bravi o simpatici, a seconda dei gusti, e di scegliere il giorno più comodo. Parlerei di un mio amico; ammettiamo che si potesse aspettare (e non solo: che tutti ci si potesse aspettare) quale sarebbe stata la sua preferenza, e diamo per assodato che è stato il primo a chiedere a quelli con cui voleva stare in gruppo di farlo. Gli si risponde che ci sono altre richieste e si sta valutando. A questo punto, io ho motivo di credere che non ci fossero, allora, altre richieste. Quindi, queste persone cui aveva chiesto, avevano quantomeno motivo di preferire altri, o di potersi aspettare qualcuno che più andasse incontro al proprio gusto. Poi vengo a sapere, dalla mia vasta rete di informazioni, che qualcun altro ha fatto al stessa proposta a queste persone (invero, come alternativa, ma non è questo il punto); viene messo a sua volta in stand-by per lo stesso motivo.
A questo punto era passato più tempo; non potremmo escludere, quindi, che altri effettivamente avessero chiesto, e queste persone di cui sopra avessero più alternative tra cui scegliere.
A oggi, una di queste annuncia che la questione si sta risolvendo, ergo o si sono decisi oppure...È sull'oppure che ho perplessità. In quanto non ho elementi, e dalla perplessità con cui anche quegli altri amici miei stanno vivendo la vicenda, per determinare cosa sia, o cosa fosse, il punto. Quindi io ho un'ipotesi. Se, e sottolineo se, ammettiamo che quelli a cui è stata fatta la richiesta stessero aspettando qualcosa, cosa stavano aspettano? - nel caso: chi? E poi, hanno avuto quello che si aspettavano, oppure ci hanno rinunciato? E, infine, è possibile che qualcuno (un terzo) non abbia fatto quello che ci si aspettava (o si voleva) facesse? E chi è?

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domenica 4 febbraio 2007

Cene...

...ma non il paese della Val Seriana.
Poiché a volte capitano quei fine settimana in cui si passa dal tavolo di un ristorante ad un altro, e che sono i mortali nemici dei pasti equilibrati, è naturale che tornasse a succedere anche a me. Mi ero salvato da cene con amici e parenti, specialmente da quelle congiunte, a partire dalla fine di ottobre, ma come una nemesi mi ci sono ritrovato tra capo e collo.
E, ovviamente, il fine settimana prima di Analisi II.
Infatti ieri si festeggiava il compleanno di un mio amico, cena tra soci al Parietti della Castagneta, come si diceva. Gnocchi al ragù di capriolo e, per l'indisponibilità di quello che avrei preso, la leggerissima taragna contadina, con salsiccia e spinaci. Storico il cordiale a base di Jack che ha seguito la cena (era il 43°, non è così diffuso come meriterebbe).
Oggi, via da casa al mattino presto (considerato che ero rientrato alle due, direi all'alba) per andare a Torino a trovare parenti: yahoo! Però ho scoperto la bagna caoda, la cucina piemontese sarà strana ma ha un suo perché. Ed ho fatto il turista visitando Palazzo Madama con il museo da poco aperto. Se fossi il curatore cambierei mestiere, perché non esiste un percorso di visita ed uno si deve arrangiare, ma a me il barocco piace e in questo Torino non è seconda a nessuno.

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sabato 3 febbraio 2007

Commento sui commenti

Probabilmente dovrei essere in qualche modo fiero.
Insomma, io ero partito più o meno un mese fa con l'idea che avrei scritto per pura grafomania, senza che nessuno leggesse mai quanto scrivevo - ed ero un po' incoraggiato da questo fatto, di poter scrivere tutto quello che mi passava per la testa - ed ecco che stamattina torno sul blog e mi ritrovo un commento sull'ultimo post.

Un commento anonimo, tra l'altro, il che non manca di infastidirmi; ma non è un problema, mi infastidisco anche per meno.

Per l'uso della parola british io un sospetto sull'autore ce l'avrei, ma a pensar male si fa peccato.

Ad ogni modo, da ora in poi dovrò stare attento a non fare gravi ed ingiuriosi attacchi personali a miei conoscenti. Questa falsa libertà...nessuno mi vieterà di farlo, ma non posso.

Aggiornamento sulla situazione personale: ho superato due dei quattro esami del semestre. Bene. Peccato che restino i due più impegnativi; dovrei studiare, e stasera sono invitato ad una pantagruelica cena di compleanno alla Locanda Parietti in Castagneta. Vabbè, mangerò con le lacrime agli occhi ed i sensi di colpa.
Ma S'IMPONE una foto della locanda parietti:



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