venerdì 28 dicembre 2007

In partenza per Magione

Avevo promesso che avrei dedicato un post all'uscita-campo scuola-ritiro che avremmo fatto con gli adolescenti intorno all'ultimo dell'anno, ed eccomi qui, un po' fuori tempo massimo perché partiamo domani prima dell'alba. Ma, tra una cosa e l'altra, tra dover correre tra i negozi di tutta la provincia a cercare le scossaline per chi dovrà servire ai tavoli e non sapere neanche adesso se domani intorno alle undici dovrò spiegare o meno la storia dei templari (fortuna che so qualcosa di mio, e potrei anche improvvisare del tutto - ma poi leggerò due cose su Wikipedia, giusto per imbroccare le date), complice la malattia che mette a rischio la partecipazione di qualcuno di noi educatori, tra il preparare la valigia che lascio sempre come ultima cosa e poi lascio sempre a casa quelle piccole cose che possono rovinare tutta la gita (tipo il pettine durante la gita di quinta liceo) ed il cercare di autoconvincermi che questi cinque giorni non saranno un terrificante tour de force in cui gireremo come trottole senza posa, presi da un'irrefrenabile mania di vedere tutto (quattro città in cinque giorni...se non è sadica una cosa del genere poco ci manca), mi siedo alla scrivania solo adesso.



Che poi non è che ci sia moltissimo da dire; o meglio, di tutte le cose che uno potrebbe dire sono ben poche quelle che rivestono un certo interesse.

In primo luogo, spero che gli adolescenti (ma anche qualche animatore amicone) non rimangano troppo delusi. Qualcuno deve ancora capire che non ci si può fossilizzare in un eterno ritorno, e per quanto sia stato bello Spormaggiore non sarà così questa Torricella di Magione. Non per sfiducia, ma perché le cose troppo belle non si ripetono. Mai.


In secondo luogo, e questa è forse la vicenda più divertente, c'è la questione serata ultimo dell'anno. Niente alcolismo, né dotte disquisizioni sui diversi tipi di whisky. Credo sarà grasso che cola se avremo abbastanza vino per un brindisi decente. Perché è vero, dobbiamo educare...e quanto ci costa sacrificio! In compenso, abbiamo in programma una serata dell'ultimo unica nel suo genere, con tanto di cena di gala, abiti da sera ricchi premi e cotillon. Ed è impagabile vedere sui volti di queste ragazzine il panico dell'o mio Dio cosa mi metto? e su quelli delle loro madri dove la rivincita dopo anni di jeans a vita bassa, dove la fotocopia dell'espressione della figlia. In base al tipo di madre. In questa casa era decisamente "rivincita".


In terzo luogo c'è don Milani. Voto zero. Ed ho già dato abbastanza fuori alla riunione di ieri per tornarci sopra.


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giovedì 27 dicembre 2007

Si allarga la selezione

Era da un po' che non andavo più al bar dell'oratorio. Ci sono andato ieri ed ho desnoato la bottiglia di un nuovo whisky: The Greenlivet 12 yrs., un altro whisky scozzese di malto "singolo", dal sapore delicato e dall'aroma secco. Non è la fine del mondo, ma sempre meglio del Ballantine's.

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A pensar male si fa peccato

Premetto che ieri sera ho rivisto ampi stralci di Romanzo Criminale, e che la cosa ha avuto una certa influenza.


C'era una volta un funzionario del SISDE che prestava servizio in Sicilia. Poiché lo Stato non è né San Francesco, né la beata Pierina Morosini, ai suoi superiori, diretti come al suo capo del Viminale, era parsa cosa non buona, ma senz'altro giusta, che iniziasse a conoscere un po' di boss della zona. Che, se non era cosa troppo onerosa, desse loro anche una mano, onde ricevere in cambio ora il doppio, ora il decuplo, ora cento volte. Non che, in assenza della bontà dello Stato, si ravvedessero i mafiosi; ma, tutti pedine dello stesso gioco, all'uopo erano manovrati dal medesimo giocatore.


E, finché lo Stato, ed i politici che lo reggevano, aveva forza ed autorità per paternamente sopportare i propri gangli corrotti, ed usare anche quelli nell'interesse della ragion di Stato, tutto andava bene.



Ma, un brutto giorno, per cause ancora da chiarire - non crediamo né alle coincidenze, né allo Spirito del Tempo - qualcuno si convinse che lo Stato dovesse essere specchio di virtù; altri si riempirono la bocca della parola trasparenza, altri ancora, organi istituzionali di quello stesso Stato, si finsero vergini educande e si scandalizzarono sulla pubblica piazza e sui giornali. E, essendo per dettami istituzionali che a suo tempo erano sembrati saggi, svincolati dal resto del potere statale, si armarono contro lo Stato e lo decapitarono. Così, tra gli altri vespai da questi nostri magistrati sollevati, andò in fibrillazione la mafia, facendo l'inaudito - attentando direttamente alle istituzioni. E giù lo Stato a muso duro, decapitato, ma con tutte le membra al suo posto, a fingere di inseguire i mafiosi nelle masserie, ché tanto aveva sempre saputo dov'erano, ad arrestarli ed a tradurli in carceri di massima sicurezza.


Ma ci sono i processi, ed anche quelli sono a rischio. Perché quelli che collaborano fanno nomi scomodi. Come quello del funzionario protagonista della nostra storia. Che non si può certo definire mafioso, ma a sentire i pentiti il concorso esterno c'è tutto. Ora, lui potrebbe alzarsi in piedi e raccontare tutto. Ma, a parte il rischio non indifferente di morire per una qualche disgrazia, sono cose che il suo lavoro prevedeva. E si dichiara semplicemente innocente.


Al primo grado di giudizio viene condannato. Ancora mi immagino questi pubblici ministeri togati che gongolano davanti alle telecamere. Qualcuno gli consiglia di fare ricorso. E qui mi immagino altre e più alte opposte pressioni sui giudici. Assolto con formula piena. Ma il PM non molla l'osso annusato, anche perché ad essere onesti il concorso esterno c'è tutto, per quanto fosse ordine di servizio, e la Cassazione nuovamente condanna.


Il nostro funzionario, uso ad obbedir tacendo, va in un carcere militare. Il peggio è leggere che ha tradito lo Stato di cui resta servitore. Ma sono soltanto parole. Intanto, qualcuno si occupa ancora della sua situazione. Si potrebbe chiedere, ottenere e manipolare la revisione del processo. Ma alcuni illustri membri del governo, in quegli anni, sono già in odore di mafia; meglio evitare di suscitare altro scandalo tra i cittadini. Cambia il governo: questo è infestato da acri giustizialisti; ma lo Stato è più forte del Governo, tra l'altro non particolarmente forte neanche di suo.


Facciamo che gli si concede la grazia. Lui sparisce. E zitti e mosca.


E l'Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar.


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martedì 25 dicembre 2007

Natale /3

Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine; e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo che Abramo, nostro Padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei; tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide; nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta, concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.

Kalenda Natalis Domini, Martirologio Romano

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lunedì 24 dicembre 2007

Iniziano le ferie per tutti

Che è un po' il modo di dire che, sebbene oggi sia la Vigilia, ci siano tutte le cose da fare per preparare il Pranzo di domani (ché qui, nel mondo vero, come amo chiamarlo, non si fanno cene ma pranzi di Natale), il fine settimana appena trascorso non è stato certo all'insegna del clima natalizio, o quantomeno di stagione.

Sabato sera c'è stata la festa per il compleanno di mio fratello (19 anni e nessuna voglia di prendersi responsabilità), cui non volevo andare - anche perché, avendo invitato a decine amici ed amiche da tutta la provincia sarei stato quantomeno fuori posto, ma poi ho scoperto che la mia compagnia del sabato sera ci andava, too, e mi sono dovuto adequare. Ieri abbiamo fatto la riunione per i genitori degli adolescenti, e dopo sono andato con Fabio a girare senza meta là dove il colle si confonde con la pianura, tra Seriate e S. Paolo d'Argon.



Che mio fratello abbia, IMO, pessimi gusti, è cosa nota. Così come mi è sembrata un tantino stonata l'idea di fare la festa di compleanno ricreando, sostanzialmente, la sua festa-dance standard che ha riscosso un certo successo nel periodo tra l'uno ed i due anni fa ma che ultimamente, complice il curato, non è stata più riproposta, accampando dubbi motivi etico-educativi, quando tutti sanno che è solo o quasi questione di gusto. A me è certo parsa stonata solo per questioni di gusto, perché esiste musica elettronica bella ed altra rivoltante, e mio fratello ha un'abilità tutta particolare a trovare quella di peculiare intensità rivoltantesca - quale l'ultimo Gigi D'Agostino.

Ho cercato di rifare le orecchie agli ospiti nel quarto d'ora che, imprevedibilmente, ho dovuto passare alla consolle perché Daniele, che doveva suonare, era in ritardo e quindi mio fratello ha ripiegato su un altro della "vecchia" scuola di Rosciate, cioè me. Ma quegli adolescenti non erano degni della buona, vecchia, tranquilla trance, che era più vecchia di alcuni di loro, così ho lasciato subito la scena alla musica dell'Emanuele Cassina - abile ed ipertecnologico scanzese, che perlomeno è meglio di quella di mio fratello.

Va comunque detto che, essendo diverso tempo che non si proponevano, in quel di Rosciate e dintorni, cose del genere - dall'ultimo dell'anno dell'anno scorso, che a mio giudizio, da esterno assolutamente estraneo alle vicende d'organizzazione, è sembrato positivo, e che invece il curato ha stigmatizzato come esempio di come non deve andare una festa - e non essendo in previsione nulla di simile anche per l'ultimo, essendo tutti noi sul lago Trasimeno - in questi giorni farò un post dedicato - l'affluenza di adolescenti del paese è stato notevole, credo anche oltre la previsioni.

Poi, cosa assolutamente imprevedibile, almeno da parte mia, è venuta anche metà classe di mio fratello, anche fino da Gandosso, sostanzialmente per stare a chiacchierare sulla porta, in quanto - difetto grave - la musica era a volume decisamente troppo alto per poter parlare normalmente. Dopo che ha dovuto chiudere e salutare gli ospiti ci siamo fermati un po' - rigorosamente senza aiutare lui ed i suoi amici a sistemare - a fare conversazioni per poi andare a chiudere la serata nello squallidissimo e triste vestibolo della pasticceria Florian - uno di quei posti squallidi aperti 24 ore su 24 dove si possono acquistare dolciumi cotti nel burro radioattivo.

Per fortuna che è arrivata domenica, e le ferie, e quindi niente rientro a casa prima della mezzanotte. Anzi, dopo aver sollevato una mezza rivolta nei genitori degli adolescenti all'avviso che per l'ultimo, al Trasimeno, sarà richiesto l'abito scuro onde partecipare ad una cena di gran gala, sono andato con Fabio per il gusto di andare, senza una meta precisa. E, sebbene io premessi per fermarci ad un distributore di latte crudo e brindare così (so che sembra assurdo ma non è neanche la prima volta...il trend è stato inaugurato dopo il teatro matematico a San Felice), abbiamo poi deciso di fare la cosa meno di stagione possibile, e siamo andati in gelateria, dove ho scoperto che non è necessario ordinare cose ridicole per poter dire che lo sono.

Infatti, dopo aver notato che, all'Arlecchina di San Paolo d'Argon, esiste una coppa con le mentine, ho pensato bene di ordinarla e di sapere così di colluttorio (tra il gelato alla menta, lo sciroppo alla menta, le mentine - che sono difficilissime da mangiare col gelato, oltre a nascondersi subdolamente nella panna ed a non sapere mai cosa metti in bocca - sembrava che avessi fatto un risciacquo...) fino a stamattina.

Nel ritorno siamo passati davanti ad una vetrina illuminata dove era esposto uno smoking da uomo con il papillon (che vorrei procurarmi per il galà dell'Ultimo - il papillon, non lo smoking che ho già qualcosa di simile nel guardaroba), ma dopo aver appurato che, per i signori Dolce e Gabbana, un papillon vale 97 euro, ho deciso che un accessorio firmato D&G non è elegante ma pacchiano, e che quindi cercherò altrove.

Ed intanto mia sorella è in rivolta perché ha scoperto la cosa dell'abito da sera...eh eh eh...


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sabato 22 dicembre 2007

Natale /2

Populus, qui ambulabat in tenebris,
vidit lucem magnam;
habitantibus in regione umbrae mortis
lux orta est eis. Multiplicasti exsultationem
et magnificasti laetitiam;
laetantur coram te
sicut laetantes in messe,
sicut exsultant, quando dividunt spolia.
Iugum enim oneris eius
et virgam umeri eius
et sceptrum exactoris eius
fregisti, sicut in die Madian.
Parvulus enim natus est nobis,
filius datus est nobis;
et factus est principatus super umerum eius;
et vocabitur nomen eius
admirabilis Consiliarius, Deus fortis,
Pater aeternitatis, Princeps pacis.
Magnum erit eius imperium,
et pacis non erit finis
super solium David et super regnum eius,
ut confirmet illud et corroboret in iudicio et iustitia
amodo et usque in sempiternum:
zelus Domini exercituum faciet hoc.

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madian. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. Is 9, 1-3.5-6


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Discettando di torba


Prosegue il mio timido viaggio verso la conoscenza dei whisky scozzesi. Dopo il primo impatto con il Laphroaig, di cui avevo parlato in termini ensusiastici, ieri sono stato, dopo le confessioni natalizie per gli adolescenti, al Kavanagh's pub di Albino, insieme con Fabio ed Emanuele, oltre a Federico cui spetta il merito di averci introdotto al locale. Il locale era pressoché deserto (mentre d'estate, pur non essendoci mai andato, ricordo la ressa di persone nei dehors), clima raccolto e luci talmente basse da far fatica a vedere dove si mettono i piedi (ed essendoci pieno di gradini, soppalchi e così via questo ha una certa pericolosità), ma la carta dei whisky era decisamente dignitosa. Fregandomene un po' del fatto che in un pub irlandese (a detta di Federico l'unico vero pub irlandese di Bergamo, una breve ricerca in Internet me lo fa un po' dubitare, ma amen) si dovrebbe ordinare whiskey irlandese, ho provato un il Lagavulin 16 yrs..



Sempre un whisky torbato di "malto singolo", sempre un Islay whisky. Non potendo confrontare direttamente i due provati (più quello che mi hanno dato all'enoteca Lantieri di Sarnico, di cui non mi sono fatto dire - stupido! - il nome), non mi azzardo in schede degustative - che da qualche parte si trovano sempre.



Comunque ne consiglio l'assaggio - e, sempre a proposito di wkisky, Zaffa ha in studio, tra gli altri vari alcolici, una bottiglia di Laphroaig...

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venerdì 21 dicembre 2007

Natale /1


Per leggere bene, cliccate sull'immagine. Si legge dall'alto in basso, prima a sinistra e poi a destra (non so chi è il criminale che ha scannerizzato così la striscia)

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giovedì 20 dicembre 2007

Ci siamo ancora, nonostante tutto

Intendo noi democristiani. Ho iniziato a sfogliare (a leggere no, domani faccio l'orale di Matematica per la Fisica - per cui si prospetta un risultato mediocre - e non ho tempo) Il ventennio sfascista, nuovo racconto degli ultimi disgraziati anni di trame politiche, del nostro sempre ottimo Battista Bonfanti (consigliere regionale, del tutto intenzionato a lasciare agli altri il PD), inconsueta - ma prevedibile - strenna per mio padre, e già alcune idee si affastellano.


Tra le quali la più simpatica è senz'altro (e chi ha orecchi per intendere intenderà) che Parisi è il Boella della politica.

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lunedì 17 dicembre 2007

Che bella compagnia!

Il nostro LUI...

Indovinate...anche LUI è un blogger.



Sono sempre un po' in difficolta quando si tratta di dare un parere su più o meno sanguinari e/o autoritari capi di Stato. Perché, come tutti, hanno estimatori e detrattori...anche il peggiore dei dittatori ha chi lo sostiene, così come il più democratico e liberale dei leader liberaldemocratici ha chi lo vede come fumo negli occhi. E difficilmente riesco ad immedesimarmi al punto di vedere un Capo con gli occhi del suo popolo. Potrei, certo, limitarmi a considerare tutto e tutti tarandoli sul mio metro di lettura, di occidentale moderatamente benestante, sostanzialmente refrattario a ciò che lo circonda, e con quel poco di amor di paradosso che basta per scandalizzare (anche qui, moderatamente) i miei interlocutori.


Posso quindi ritenere che il Nostro, nell'ordine, farebbe di tutto per eliminare Israele, esponendo così concretamente il mondo ad una guerra mondiale, che sia una balla il suo volere il nucleare per soli scopi civili (se anche la mediocerrima Italia mette in orbita un satellite militare camuffandolo con scopi di protezione civile, chissà gli stati con VERA volontà di potenza cosa combinano), che sia delirante il suo negare lo sterminio e promuovere convegni di storici revisionisti, che sono contrario allo stesso concetto di "Repubblica Islamica", che secondo me le potenze coloniali facevano bene a restare a "coloniare" ché ci sarebbero stati meno problemi...ma nonostante tutto non riesco a farmelo essere antipatico...ho anche ascoltato il suo ultimo intervento all'Assemblea Generale dell'ONU e - come dire - non che fossi d'accordo con lui, ma dal suo punto di vista aveva senz'altro ragione, ed a suo onore una retorica mica male, che anche l'incerta traduzione simultanea riusciva a rendere.



Se solo si convertisse alla cravatta...

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domenica 16 dicembre 2007

Perugia ed il clichet degli universitari fancazzisti

Ne ho discusso, in diverse occasioni, con alcuni miei compagni di corso. Pur senza raggiungere le esternazioni di politicamente scorretto, ho riscosso molti consensi, in particolar modo dal genere degli studenti fuori sede. E cioè che bisognerebbe costituirsi parte civile nel processo contro gli assassini della studentessa di Perugia, per aver diffuso in tutta Italia la falsa (falsa?) convinzione che gli studenti universitari non abbiano niente di meglio da fare che copulare, bere, drogarsi, ed andare a feste.


Perché non se ne ha il tempo, in realtà.


Perché ho un'opinione mia su tutta la vicenda, che certo non depone a favore dell'onore di nessuno dei protagonisti o dei comprimari (vittime o carnefici che siano)


Però c'è questo articolo molto scorretto di Piperno. Da leggere.

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sabato 15 dicembre 2007

La natura è bella trogna

Gloriamundi segnala questo articolo (che, essendo di giornale, è vago, poco chiaro, poco scientifico). Noi avevamo letto su Le Scienze quello che era stato pubblicato su Nature, dei due articoli veri citati. Ed ha contribuito non poco a farmi passare la mia annosa fobia per le radiazioni ionizzanti. Perché di morire io, o che muoiano tutti quelli che conosco, non è che sia in cima alla mia lista di preoccupazioni. Ma sapere che, dopo meno di dieci generazioni (quante generazioni di gatti ci stanno in vent'anni?), le cose tornano a funzionare, instilla non poco ottimismo sulla durevolezza della vita su questo pianeta. Perché la natura si dimostra trogna, e torna a far funzionare i propri cicli generativi. E che gli organi interni, "devastati" dalle radiazioni, non funzionino come prima ma diversamente, non è poi un gran problema. L'importante è che funzionino.

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Giudizio e pregiudizio

Tocco un argomento delicato, uno dei punti chiavi del politically correct che - credo ormai dai primi anni delle elementrari - viene insegnato, inculcato, ficcato nel cervello di tutti noi contribuendo a realizzare quella piattaforma comune di idee scontate (e spesso sbagliate) che regge la nostra società. Se fossi un po' più "futurista", indirei una crociata contro questi concetti. Che uno li possa valutare sbagliati o corretti, questo loro venir veicolati senza discussione - un po' come, ma mi andrei ad impantanare in discussioni peggiori, il concetto di "diritti universali", lezione di studi sociali talmente odiata da ricordarla ancora a distanza di dieci anni - li rende dei fastidiosi dogmi laici, che mi ricordano la fede nell'immortalità dell'anima in Utopia di T. Moro:

non c'interessa quale sia la tua fede, purché credi nell'immortalità dell'anima. Altrimenti sei pericoloso per la società.


Affronto, tra i tanti - perché me ne offrono sponda alcuni commenti al film di ieri visto al gruppo AdOrSI - il tema del giudizio e del pregiudizio.



Per prima cosa, un breve cenno a quello che la nostra "radiazione di fondo" morale scrive: non giudicare per non essere giudicato (per quanto sia blasfemo chiamare radiazione di fondo un passo evangelico) ma, soprattutto, non avere pregiudizi.


Andiamo a Kant, alla sua Critica del Giudizio che credo sia, dei suoi scritti, quello di cui più condivido i contenuti. Non c'è bisogno di entrare nei dettagli. L'esercizio del giudizio, del dire "bello" o "brutto" è una delle caratteristiche dell'uomo (oltre alla Ragione ed all'Etica), da esse indipendente - entro certi termini. Anche se da Aristotele in poi è invalsa la definizione di uomo come "animale razionale", io non credo che fosse appropriata allora più di quanto non lo sia adesso. E la bestialità, l'insensatezza, la stupidità conclamata di tante azioni umane fanno venire seri dubbi sul fatto che sia la Ragione a dare ragione della natura dell'uomo. Il vivere morale, forse? Non c'è neanche bisogno di argomentarlo: no. Ecco, io credo che la natura umana si realizzi nella facoltà del Giudizio: di misurare il mondo su di sé, e sé stessi sul mondo. Di conoscere le proprie preferenze. Sia che abbiamo un ritorno (preferisco la carne al sangue di quella ben cotta --> ritorno dai sensi) che non lo abbiano (preferisco Frescobaldi a Bach ---> ? bene... - preferenza palesemente inutile).


Forse esagerando, direi che il giudizio è il modo con cui noi uomini troviamo il nostro posto nel mondo, viviamo le nostre vite, prendiamo decisioni, ci voltiamo indietro e valutiamo se abbiamo rimorsi o rimpianti. È difficile chiederci di non giudicare quello che ci circonda, gli altri, anche i nostri amici. Siamo portati a farlo. E sappiamo benissimo che gli altri fanno altrettanto. Non possiamo comminare condanne, a differenza del Giudice, ma giudichiamo qualsiasi cosa su cui si posa il nostro sguardo. Abbiamo bisogno (e questo è il punto su cui verte il ragionamento) di giudicare.


Per questo rifiuto il rifiuto dei pregiudizi. E' quello che non mi ricordo chi chiamava la "precomprensione atematica" del nostro mondo. L'autore si riferiva ad una precomprensione della ragione, prima di "mettere a fuoco" nelle categorie i contenuti della percezione. Mutatis mutandis, questo dovrebbe essere il ruolo dei pregiudizi nei confronti del giudizio. Incasellare quello che ci circonda, prima di analizzarlo bene, ma in modo che ci sia comunque d'aiuto per fare quello che dobbiamo.


Non è certo detto che questi pregiudizi non vengano smentiti, dopo un'analisi della loro materia. Ma analizzare una materia senza averla "pre-analizzata" è un compito improbo, e non lo facciamo mai. Esempio concreto: come scegliere l'università. Nessuno la sceglie conoscendola, perché se la conoscesse l'avrebbe già frequentata, ed avrebbe già finito. Ci si accontenta di sceglierla dall'impressione. Poi qualcuno cambia idea. Ma la maggior parte l'hanno "pregiudicata" bene. E noi vorremmo imporci di non dare pregiudizi?


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venerdì 14 dicembre 2007

Mi fanno tribulare!

Oggi pomeriggio avevo (ho) il turno d'apertura del laboratorio dell'U4. E ad un certo punto mi telefona una docente che ha un non so cosa in ballo per un seminario, che ha bisogno di assistenza tecnica. I miei superiori le danno il via libera. E quindi quello che deve lavorare, cercando di far andare il proiettore dell'aula accanto, quello del mio laboratorio, con due o tre macchine diverse, cercando i cavi adatti ed inseguendo i telecomandi...


Adesso hanno iniziato...e contemporaneamente devo gestire il lato sinistro del laboratorio (dove fanno questa lezione, tra l'altro amplificata), e quello destro dove l'apertura è pubblica. Tra l'altro segnata dalla presenza di un paio di personaggi cult della facoltà di scienze, di cui scriverò magari in altra occasione, anche perché devo prima capire come evolve la legge Mancino sulle discriminazioni per orientamento sessuale...

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Tutto da rifare!

Ieri sono andato da Magri per lavorare alla tesi. Dopo due ore di delirio sugli algebroidi di Courant (che non essendo algebroidi di Lie - come il nome poteva farci pensare, in effetti - funzionano peggio ancora) abbiamo compilato un sommario della forma che prenderà la tesi e...la parte che ho già scritto (ed in parte fatta vedere qui) è stata completamente estromessa.


Ma bene...

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mercoledì 12 dicembre 2007

Berlicche su Lo Spillo

A volte è un po' troppo sul bigotto andante.
Quasi sempre è troppo di destra (per i miei gusti).
Sempre vale la pena leggerlo.
Mi riferisco al blog di don Diego Goso, che spesso ospita altri autori di un certo spessore.
Come Berlicche. Che oggi ha lasciato questa lettera che penso vada proprio letta. Tanto è corta.

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Flash d'agenzia

Non sapevo dove metterlo (o meglio, dovrei metterlo come frase personale di MSN, ma adesso non sono al mio computer "vero" e allora lo scrivo qui). Premetto che ci andrebbe una spiegazione, ma le spiegazioni, ancorché rendano più chiari i concetti, tendono a far perdere loro incisività. Quindi, restate tutti con i vostri punti di domanda e leggete:



La corteggio per puro esercizio di stile.

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martedì 11 dicembre 2007

Antitrasformando

Un'ora abbondante per un'equazione differenziale del primo ordine. Ma siamo matti?


Risolvere con il metodo della trasformata di Laplace la seguente:

f'+f=cosh t, f(0)=1



La trasformata di Laplace di una funzione f(t) è int(0,inf) e^-(zt)f(t)dt, con z varibile complessa. Dalla definizione discendono le proprietà, tra cui la banale linearità.


La trasformata di Laplace della derivata, Lf', è uguale a zLf - f(0). Il coseno iperbolico è (e^t+e^(-t))/2.

Si trasforma l'equazione per trasformare l'equazione differenziale in un'equazione algebrica. Si ottiene

(z+1)Lf = (1/2)(1/(z-1) + 1/(z+1))

da cui, scomponendo in frazioni semplici per sfruttare al massimo la linearità della trasformata di Laplace,

Lf=(1/4)(1/(z-1)-z/(z+1)^2 + 1/(z+1)^2)


Ora arriva il difficile, cioè fare l'antitrasformata e tornare alla forma f(t). Ora, si dovrebbe fare un integrale su una retta verticale nel piano complesso della trasformata per e^(zt), ma facciamo che non ne ho voglia/ci ho provato un secolo, almeno sul termine in mezzo che è il più difficile, e non ne ho cavato niente. Vengono in nostro aiuto le mitiche tabelle.

Da queste apprendiamo che 1/(z+a) è trasformata di e^{-at} e che 1/(z+a)^2 è trasformata di te^(-at). Fin qui tutto bene...ma il termine in mezzo...prova e riprova, non so cosa avessi in testa. Perché è facile. Infatti, è uguale a zL(te^{-t}) - 0 (te^{-t} con t=0), dunque è L(te^{-at})'. Non resta che fare la derivata e le somme, e si ottiene il risultato 1/4(e^t + (2t-1)e^(-t).


Urrà...


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lunedì 10 dicembre 2007

Ringrazio Veltroni, Pina e Raciti...

...perché per la prima volta a memoria d'uomo i membri del Comitato Promotore dei Giovani Democratici bergamaschi sono d'accordo su una cosa: che le primarie dei giovani (originariamente in programma per il 21 marzo) sono...beh...nel migliore dei casi un clamoroso autogol, nel peggiore un'attentato all'autonomia politica ed organizzativa del giovanile (che viene sbandierata da tutti gli Statuti e proposte degli stessi) che avrà come unico risultato quello di affossare la nascita del Giovanile tramite un fallimento che resterà negli annali della storia (presente i Giovani di Scelli?)

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Maledetta Trenitalia! (E maledetti professori assenteisti)

Per stamattina il mio capo-tutor mi ha assegnato supporto all'insegnante, nel laboratorio di informatica dei biologi, dalle 8.30 alle 10.30


A parte 'sta condanna di essere sempre di turno alle 8.30 del lunedì, e fare il viaggio in treno sempre con il cuore in gola per i ritardi del treno (che dovrebbe arrivare a Milano Greco alle 8.17), uno almeno gradirebbe venire per un motivo.


Almeno, settimana scorsa dovevo aprire il laboratorio ad uso pubblico, quindi qualcuno c'era...ma oggi è un deserto.


Per cominciare, il treno è partito da Bergamo tre minuti TRE in ritardo (bene, altrimenti l'avrei perso ed avrei dovuto imbarcarmi via Treviglio con tutte le incognite che la cosa comporta) ed è arrivato con VENTI minuti di ritardo a Milano. A turno già iniziato. Se non sanno far arrivare in orario i treni, cambino mestiere - come le Poste, che visto che non riuscivano a far arrivare le lettere si sono messe a fare la banca.
Faccio di corsa la strada per l'U3 (Dipartimento di Biologia e Biotecnologie), prendo trafelato le chiavi dal portiere, corro su per le scale (non c'è tempo per aspettare l'ascensore)...e non c'è NESSUNO davanti al laboratorio...apro diligentemente e...non arriva NESSUNO. Dopo un po' mi risolvo a chiamare l'assistenza per chiedere istruzioni, e mi rispondono "stai lì e fai apertura pubblica". Peccato (o fortuna) che, essendoci scritto sull'orario che non doveva essere aperto, non arrivi nessuno. Ed ecco buttate via due ore.

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domenica 9 dicembre 2007

Il grimaldello e la Binetti

Volevo parlarvi un po' di politica, non delle solite beghe dei Giovani Democratici, ma di quei due o tre argomenti che animano il dibattito nazionale. Ma non ho la testa di mettermici sopra per preparare qualcosa che vada al di là del secondo me, nonostante stia dando una lettura della proposta di legge elettorale Vassallo, che così di primo acchito mi fa un po' schifo ma bisogna analizzarla. Ma però di qualcosa bisogna occuparsi, e la questione del voto di fiducia sul pacchetto sicurezza, in cui è stata surrettiziamente introdotta una norma il cui controverso esame e la cui bocciatura (il Senato approva, ma ne è già stata annunciata la cancellazione) ha agitato le acque del paese, della rete, di un po' tutti.


Non volendo però scrivere qualcosa di mio, ho pensato (e spero che l'autore non me ne voglia) di postare una mail che è arrivata nella newsletter dei Giovani della Margherita, dove da qualche giorno c'è dibattito, e di cui sposo in pieno le tesi, peraltro - dato il tema - controverse. Essendo abbastanza lunga, la trovate qui di seguito.



Credo che il problema non sia facilmente liquidabile come voto contrario
motivato solo da disprezzo nei confronti di persone che manifestano una
sessualità differente da quella eterosessuale.


Ci sono alcuni elementi da valutare, a mio avviso, alcuni dei quali
permetteranno forse di riconsiderare meglio la questione:
Prima di tutto sgombrerei il campo dal maggiore degli equivoci, che ho
letto anche sulla stampa in questi giorni: qualsiasi episodio di
ingiuria o di violenza ingiustificata, per qualsiasi ragione venga
posto in essere, deve essere punito senza lassismo (e non meno di tanti
altrettanto gravi), ci potevano stare anche delle aggravanti per taluni
casi relativi al proprio modo di essere: se la norma si fosse fermata
qui sarebbe stata assolutamente condivisibile, dato che non possono
essere tollerati abusi, qualunque ne sia il movente; in ogni caso non
va dimenticato che, a legislazione invariata, questi comportamenti sono
già penalmente rilevanti e puniti (che poi il sistema giudiziario sia a
pezzi e in crisi è un'altra storia ...)


Sono anche convinto che qualsiasi manifestazione di odio e di disprezzo
nei confronti di gruppi o categorie di persone debba essere
stigmatizzata con durezza. Il particolare stato o condizione di una
persona non legittima mai aggressioni provocate da questo solo fatto, è
evidente.


Veniamo però ai problemi rimasti aperti da quella precisa norma che si
voleva vedere approvata:

1) Nel testo sono stati inseriti frettolosamente degli strafalcioni,
inclusi errati riferimenti normativi (indice del fatto che nessuno dei
presentatori si è preso la briga di leggerla attentamente, non parliamo
poi di soppesarla ...).

2) Riguardo alla presunta "approvazione legalmente doverosa" (che taluno
fa notare) non mi risulta alcun obbligo giuridicamente imposto, per gli
Stati Membri, di predisporre una normativa del genere: una pur
frettolosa lettura dell'art. 2, paragrafo 7, del trattato di Amsterdam
mi porta a ritenere che si parli della
facoltà di emanare opportuni
provvedimenti da parte degli
Organi dell'UE.

3) Lo stesso Ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti,
subito dopo il voto, ha dichiarato "Cancelleremo questo riferimento
errato nella sua formulazione e inapplicabile"; una ragione ci sarà
pure, per un esponente del Governo non propriamente oltranzista
clericale ...

4) Trovo che nel nostro ordinamento esistano discriminazioni giuste in
molti settori e su diverse basi, che non debbano necessariamente essere
rimosse per il solo fatto che urtano la sensibilità di qualcuno. Il
rischio di vietare alla radice ogni tipo di discriminazione porterebbe
a situazioni paradossali per certi versi (travalicando ogni limite
esistente, pur motivato da questioni ragionevoli): se scompare
qualsiasi discriminazione in materia di orientamento sessuale, cadranno
consequenzialmente e implicitamente anche tutte le norme che impongono
divieti fondati sull'orientamento sessuale. Di per sè non è la fine del
mondo e non ci sono grossi scrupoli, basta però essere pronti
all'impatto grossomodo devastante che tutto ciò provocherebbe
(matrimoni omosessuali, adozioni, nessun limite all'arruolamento
militare o di polizia, ecc...). Non sono certo il tipo che impone agli
altri mie visioni (anche religiose), ma siamo pronti a tutto questo? Un
conto è lo svolgimento della vita privata e della propria sessualità
(materia di propria esclusiva valutazione e di nessun
interesse/interferenza da parte di altri), un conto è una modificazione
pregnante dell'ordinamento in molti settori, con conseguenze, allo
stato, non preventivabili.

5) La formulazione letterale "commette atti di discriminazione fondati
sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni
personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali" vuol dire tutto
e non vuol dire niente, nulla vieta che un'interpretazione estensiva
della norma porti ad una massiccia riduzione intimidatoria della
libertà di espressione, stampa o critica politica (anche l'esprimere
una propria opinione non ingiuriosa potrebbe integrare la fattispecie
di reato). Le norme talmente fumose da essere quasi in bianco non sono
il massimo della vita in uno Stato democratico. Tutto ciò non credo sia
accettabile: una diversa e più precisa formulazione certamente sarebbe
stata più utile e arguta (invece del pietoso risultato del colpo di
mano di comunisti e affini. che in qualche modo si voleva far contenti)

6) Comunque non mi pare che sia un metodo ortodosso per affrontare la
questione, inserendo a tradimento un emendamento del genere. con gli
effetti di un grimaldello o di un cavallo di Troia per scardinare la
normativa vigente, specialmente constatata la difficoltà di far passare
la legislazione su pacs e dintorni e quindi aggirando l'ostacolo in
modo improprio per forzare la dialettica democratica.

7) L'argomento va affrontato con la necessaria ponderatezza e dando
tempo sufficiente ad una matura e completa discussione. Oltretutto che
cosa c'entra la normativa di pubblica sicurezza per facilitare le
espulsioni con le discriminazioni su qualunque base? Non perdiamo mai
il vizio di fare le leggi minestrone incoerenti e variegate,
purtroppo ...

8) Infine trovo pessimo che si ponga la questione di fiducia su materie
attinenti alla libertà di coscienza e che investano così pesantemente
il proprio sistema di valori e credenze. Il PD non si basa certo sulla
sopraffazione delle posizioni altrui!! La soluzione deve essere
meditata, mediata e oggetto di un confronto. E' ovvio che il risultato
non sarà quello che ci si aspetta, ma quantomeno si otterrà qualcosa da
entrambe le parti.

9) Da queste considerazione ne discende una ancora più importante: mi
pare che troppo spesso i nostri parlamentari (in senso lato) votino a
casaccio e senza rendersi conto dell'impatto reale che la legislazione
approvanda andrà a provocare (questo vale p.es. anche per l'emendamento
Fuda dell'anno scorso salva-peculatori poi abolito, per le norme sugli
studi di settore draconiani poi riviste, il rifinanziamento di quella
schifezza di sito web italia.it, sedicente portale del turismo poi
abbandonato ecc..): si butta là una norma spesso senza neanche
leggerla, tanto ci penserà qualcun altro eventualmente a correggerla
dopo; è un modo di fare astruso e pericoloso e ben distante da quello
che ritengo essere la "serietà".


Luca Lazzaroni



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Il nuovo DJ

Ho trovato uno stralcio con un audio accettabile della versione de Il mio DJ portata in tour dai Subsonica quest'anno, che come dicevo è adattata al gusto moderno...



Su Youtube, a dire il vero, se ne trovano anche altre, più complete, ma l'audio è talmente scadente (e mi stupisco che i fragili microfoni dei cellulari non si rompano tout-court ai concerti) che ditemi voi se ne vale la pena.

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È ostruzionismo?

Visto che ormai siamo sotto le feste, una settimana fa mi è stato chiesto cosa volessi per S.Lucia (non si fanno regali di Natale, in questa casa, ma santa Lucia è un'altra questione...che poi, perché a Bergamo sia tradizione la martire catanese non lo so dire con certezza, ma così è), ed io avevo con finta esitazione (in realtà la preparavo da un po' di tempo) buttato lì che avrei avuto bisogno, in prospettiva, del set da ferrata con imbrago e tutto il resto perché, da marzo, dovrei iniziare il corso d'escursionismo avanzato del CAI di Bergamo.


E ieri mi vengono a dire che il mio regalo è stato censurato perché mio padre non vuole darmi modo di suicidarmi su qualche parete dei dintorni. Tutto questo per il suo solito trauma infantile della Direttissima alla Grigna fatta a quattro anni senza corde né niente - non tanto il trauma per l'averla fatta, perché a quattro anni uno non se ne rende conto, ma per essere stati sgridati lui, suo padre e suo zio per l'incoscienza.


Come dire che mi fermano...e poi che non mi sia stato detto niente, e che lo sia venuto a sapere perché ieri due poveracci sono caduti dalla parete del S.Martino, a Lecco - che tra l'altro è sulla mia lista, anche se penso non facessero la ferrata ma le vie alpinistiche - e passavo dalla cucina mentre lo dicevano al TGR.


Insomma, con tutti i modi molto meno interessanti di morire che ci sono in giro, guarda te se mi devono tutelare dalle cadute in montagna!

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sabato 8 dicembre 2007

L'Eclissi

Serata al DatchForum di Assago, per la seconda data milanese dei Subsonica. TANTA gente. Non so neanch'io di cosa più valga la pena parlare, della musica o delle migliaia di persone convenute per urlare a squarciagola, saltare ed emettere urla isteriche. O di quei poveracci che, nel pieno del concerto, si facevano strada tra baccanti esaltate con il proprio carico di bibite e popcorn, in un virtuoso dare e ricevere di insulti per le gomitate reciproche.


Finché Fabio non mi dà le foto - e conoscendolo, ce ne vorrà - non potrò rendere il colpo d'occhio che s'aveva dalla nostra posizione. Quindi lo descrivo con pallide parole. Un palazzetto enorme, direi almeno il triplo di quello di Bergamo, stipato all'inverosimile nel campo, su tutto l'anello (tre quarti d'anello, perché oltre c'era il palco) dal parterre fino su, al secondo. I presenti, per la maggior parte, erano stereotipi. Non è una critica (quando ero alle medie, non ricordo chi dei miei professori aveva indetto una crociata contro gli stereotipi) ma una nota di costume. Stereotipi del tipo "anonimo", jeans magliatta felpa col cappuccio. Da cui spiccavano le persone originali - uno alla mia sinistra con la felpa iridescente identica a quella di Samuel del video de La Glaciazione, una alle mie spalle con i capelli in perfetto pendant con la sciarpa (la quale era blu elettrico...), uno in zona vip che era il clone di Cacciari sia per barba che per abito -



Avevamo deciso di partire presto da Rosciate, Emanuele Fabio ed io. Mi dicevano che quando sono andati al concerto di Justin Timberlake (che non rimpiango aver disertato) erano partiti alle sei ed erano arrivati appena in tempo, perché si erano persi e non trovavano la strada. Visto che guidavo io, l'eventualità non era impossibile - comunque avevo detto: mai prima delle sei e mezza - , ma per sbagliare strada dovevano essere partiti senza nemmeno avere idea di dove fosse Assago, perché è impossibile mancarlo. Infatti alle otto avevamo già parcheggiato nel fangoso quartiere della metropolitana ed avevamo guadagnato l'ingresso del palazzetto, nonostante l'interminabile coda alla barriera d'Agrate.


Il posto era ancora semideserto (c'era un mare di gente, ma non riempiva nemmeno la metà del parterre), ma abbiamo deciso di metterci sul fondo, in posizione centrale, onde avere una visione comoda, e soprattutto stare seduti sulle poltroncine - non mi esalta mai essere sballottato quà e là da gente indemoniata -. Eravamo la fila dietro la zona VIP (che comunque doveva essere una zona NIPBWALOM (Non Important Person But With A Lot Of Money, perché non c'era nemmeno un volto seminoto) e certo non eravamo troppo lontani per sentire.


Concerto iniziato in ritardo di quasi tre quarti d'ora, ma effettivamente continuava ad arrivare gente. Anzi, l'immagine appropriata, con quei boccaporti all'altezza del secondo anello da cui la gente entrava e scendeva per le ripide scalette fino a sotto è più quella di una cascata di persone.


Poi hanno iniziato. Moltissime canzoni di album passati (se ho contato bene, ne hanno fatte solo quattro dell'ultimo album - che Fabio avrebbe comprato e spero mi passi al pi presto), il che non è stato un male perché così le sapevo tutte. Dal punto di vista musicale, da sottolineare la riedizione de Il mio DJ che perde un po' lo stile house di Coccoluto (con cui era stata originariamente composta) e guadagna in techno, aggiornandosi ai gusti medi del pubblico - non erano certo facce da house, ormai ridotta ad intrattenimento per fighetti. E la tenuta vocale del cantante.


Il palco ha acceso discussioni, in auto durante il ritorno...muro di led, proiezione su rete, maglia a fibre ottiche? La prima apparizione di un palco siffatto risale all'album U2 POP del (che anno era?) oppure ad un megaconcerto un paio di anni dopo? E chi sono stati i primi a suonare in formazione di fila, con tutti gli strumenti allo stesso livello? Ma io non ho né la cultura né l'interesse per rispondere a domande di questo genere?


Hanno iniziato con Tutti i miei sbagli versione acustica, terminato con la versione elettronica. E mentre le luci ancora lampeggiavano epilettiche ho iniziato a strattonare i miei compagni per convincerli a venire via intanto che erano tutti dentro, in modo da non restare imbottigliati nei parcheggi. Netto rifiuto. Li ho comunque portati via appena hanno acceso le luci, criticato perché "tanto ormai rimani fregato, meglio aspettare che se ne vadano tutti" e "ma non ho visto se posso comprare il poster". Intanto, hanno finito il concerto a mezzanotte, a mezzanotte un quarto eravamo in macchina e prima dell'una al Dessi Kebab di Bergamo. Con tanti saluti alla coda - che ci sarà inevitabilmente stata, viste le migliaia di persone presenti.


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venerdì 7 dicembre 2007

A corto di idee?

Dovete presentare un progetto importante e non sapete da che parte cominciare?


La concorrenza vi surclassa e sembra non ci siano speranza per la vostra manifattura artigianale?


Fortunatamente qualcuno ha pensato a voi...con questo fantastico generatore di idee aprirete la strada per una nuova dimensione del business.



Sì, lo so che è una cagata. Ma come, altrimenti, si potrebbe anche soltanto concepire l'arte di schiuma elettrica o un'auto a caramelle magnetiche?

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giovedì 6 dicembre 2007

Anteprima!

Sebbene stia letteralmente contando le ore per il concerto dei Subsonica di domani, ho avuto il tempo di incominciare a buttar giù i primi frutti delle ormai non poche ore passate da Magri per la geometria complessa. So che è solo una bozza, che cambierà tutto perché non sono mai contento, e se lo sono io non lo sarà il relatore; so, pure, di aver compilato solo una pagina in cui, tra l'altro, non finisce nemmeno il paragrafo, ma mi accontento di dare un'idea. Vaga. Ma impressive.



Dunque, ecco a voi un assaggio de L'Algebra lineare di una struttura complessa generalizzata.

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mercoledì 5 dicembre 2007

Milàn l'è gran Milàn

La mia non-stop milanese è finita (fortunatamente...non ho rimorso di nulla - o forse sì, ne parlo poi) e sono tornato alle mie mura domestiche. Stanco ma rassicurato. Salvo che quei maledetti del Regionale facciano quello che hanno ventilato, e cioè un'altra riunione prima di Natale, ché questa è bastata ed avanzata. Almeno per moolto tempo. Ci accontenteremmo anche di un mese, di vederci l'anno prossimo; anche perché non è che siano molto produttive, le nostre riunioni. (ecco, sono proprio stanco e sto facendo un post di anacoluti).


Oltre alle questioni, diciamo così, istituzionali, ci sarebbero anche quelle personali, cioè cosa ho fatto, come ho dormito, dov'ero... Cose di poco o punto interesse per i miei lettori, ma significativi elementi di ieri.


Lottando contro il computer - che funzionerà Internet, ma deve aver ereditato qualche altro grosso problema perché il sistema è vagamente instabile. E facendo alla svelta ché la riunione degli educatori adolescenti è tra meno di mezz'ora



Il mio gentilissimo ospite di stanotte, come già accennavo nel post immediatamente precedente, è stato Eugenio, che mi ha accolto nell'appartamento che divide con il fratello ed altri due amici a piazzale Lodi, a poche decine di metri dalla celebre Mangoni Tower e con vista dal ballatoio sulle lontane guglie del Resegone.


Nel pomeriggio sono andato da Magri per la tesi, ed al solito non è riuscito ad essere puntuale, perché un precedente seminario sugli oscillatori quantistici era iniziato in ritardo prolungando a cascata tutta la sua agenda. E, a proposito di agenda, aveva dato - senza guardarla - due appuntamenti a due diversi tesisti (oltre a me, una ragazza che deve essere della specialistica di matematica) alla stessa ora. Ed ho avuto la fortuna di passare avanti io, che ha fatto veloce ma comunque mi ha tenuto un'ora piena. Poi, si era fatto buio ma avevo ancora quasi tre ore alla mia riunione. Allora sono andato a piedi dalla Bicocca in zona Garibaldi-Repubblica, per trovare una viuzza che non so come avevo già passato qualche anno fa dove ricordavo esserci un po' di calore umano (perché quella zona è un puro centro dirigenziale) e mi sono infilato nel bar che mi sembrava più a mezza via tra il fighettismo esasperato e la marcezza senza ritegno. Dopo un abbondante aperitivo (abbondante dal punto di vista alcolico, non sono uno da stuzzichini) sono andato in zona Centrale (pochi minuti a piedi) a cercare dove cenare, ed ho trovato una trattoria in cui mi ero già trovato bene a pranzo durante un paio di congressi regionali nei dintorni. Ho, infatti, mangiato bene, circondato da tifosi del Chelsea (che giocava a San Siro) insolitamente urbani, in relazione allo stereotipo hooligans, e che preferivano il vino alla birra (e questa è una grande notizia per i nostri vitivinicoltori). E qui c'è il mio rimorso, l'aver cioè ordinato del pinot nero che era tutt'altro che buono, insieme alla cena. Dopo aver finito il mio mezzo litro di vino ed il doveroso cordiale, sono andato alla riunione (ché la sede è in piazza Luigi di Savoia, a fianco della stazione Centrale); in orario, ma i grandi capi non erano ancora arrivati e sono rimasto chiuso fuori insieme ad altri di bassa manovalanza che arrivano ancora puntuali alle riunioni.


Riunione fatta, sulla quale non è necessario scendere in dettagli, a parte il rimarchevole fatto che c'erano delle ragazze alle riunioni (fatto raro) e, fatto unico, una era anche carina. Niente tipica aria proletar-sfigata da sinistrorsa (cosa valida solo per le ragazze, comunque: la differenza tra giovani della exMargherita e della exSG è che loro tengono la barba più lunga); mi sembra di aver capito che fosse dell'UDU. Poi rientro, in metro, a piazzale Lodi, che credevo fosse peggio frequentato - in realtà gli unici altri esseri umani erano tizi dall'aria impiegatizia che avevano come me l'aspetto di quelli che tornavano da una riunione serale - e coricamento-bivacco sul divano di Eugenio.


Stamattina (e poi dicono che i fuori sede sono svantaggiati!) usciti di casa al vergognoso orario delle 8.00 in punto per prendere il treno suburbano alle 8.06, dall'altro lato del palazzo. Io alle 8.06, di solito, sono tra Arcore e Monza. Buona giornata anche in laboratorio, ché quel maledetto filtro sinusoidale a cui ho lavorato anche stanotte è funzionato e siamo anche riusciti a finire la scheda (unici, pare). Salvo non aver capito bene come, ma per quello c'è tempo.


Ed adesso farò un po' di fretta per la cena che la mia riunione inizia tra venti minuti.

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lunedì 3 dicembre 2007

Ed Internet è tornato

Non so cosa abbiano fatto oggi i tecnici di Tele2, fatto sta che stasera Internet è tornato a funzionare. Quindi posso navigare stando seduto in poltrona, che è meglio degli sgabelli dei laboratori dell'università (in realtà sono poltrone anche quelle, ma è sempre rotto il meccanismo di regolazione dell'altezza, e poi la pelle è molto meglio della stoffa)


Domani avventura outdoor. Complice riunione dei Giovani Democratici della Lombardia in un orario assurdo, dovrei adattarmi a passare la notte nell'appartamento di Eugenio. Che non ringrazierò mai abbastanza per avermi risparmiato un rientro a Bergamo verso mezzanotte - l'una ed il ritorno a Milano alle sette. Spero di non finire in una gabbia di matti, ma conoscendo uno degli inquilini credo di aver chiesto alle persone giuste. Almeno nessuno farà parate comuniste, credo.

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Centochiodi e mille interpetazioni



Non so dire come sia saltato fuori giovedì sera di questo film, ma don Alessandro mi ha, appunto, chiesto se l'avessi già visto ed alla mia risposta negativa mi ha prestato il DVD. Che ho guardato, come già raccontato, tra sabato e domenica.


Bel film, mi è piaciuto anche senza condividere tutte le parole, i discorsi e le azioni del protagonista; anzi, anche in netto disaccordo con alcune sue proposizioni. E mi ricordo le polemiche, anche feroci, che il film ha suscitato all'uscita, e la forte critica del nostro L'Eco di Bergamo nei confronti di questo regista bergamasco, Ermanno Olmi, altre volte tanto incensato.



Polemiche che fanno bene al botteghino, ma non alle anime. Perché il film, oltre ad essere un'opera di non indifferente arte cinematografica, se non si parte con interpretazioni preconcette è tutt'altro che (leggo dai siti di critica) un'accusa al dogmatismo della Chiesa o un attacco alla cultura occidentale. Complici anche le interviste tra gli extra del dvd, io mi sono fatto un'idea diversa.




È stato detto che questo Professorino è un Gesù in sedicesimo, od una sua rappresentazione, che inchioda i libri della tradizione teologica della Chiesa Cattolica per cercare una religione del cuore e della semplicità. Non voglio negare che, tra le tematiche toccate da Olmi, ci sia quella che ho definito "religione del cuore", ma la cosa è ben più profonda, essendo ben più profondo credente il regista.


Riflessioni sparse, che dicono più di me che del film, forse, possono essere queste righe che scrivo, mentre mi hanno finalmente consegnato un po' di carta e non ho più la fila di utenti a lamentarsi che non i computer non stampano. La frase che campeggia sulla locandina, Le religioni non hanno mai salvato il mondo, è forte, ma vera. Perché Dio ha salvato il mondo. E lo ha salvato attraverso il Suo Figlio e l'Amore; è l'Amore, non il sentimento, ma la persona dell'Amore ad essere al centro del cristianesimo; non sono il centro del cristianesimo né Sant'Agostino né san Paolo, san Domenico o san Francesco. Né il pensiero di Kierkegaard né quello di Rosmini. Tanto meno i loro libri. Questo è vero, ma il film non accusa i libri, comunque. Accusa quelle persone la cui vita sono i libri, l'idea che i libri, la cultura, valgono per la cultura. Quelli del sapere per il sapere. Attacca me, forse. Ma non la Chiesa ed il cristianesimo. Spiace che non vediamo mai il professorino andare in chiesa, o anche la gente semplice di Bagnolo S. Vito. Eppure le campane suonano a stormo tutti i giorni. Nonostante il professorino catechizzi la gente, raccontando la misericordia di Dio a chi è talmente tanto che non va a messa da essersi dimenticato il Padre misericordioso ed il figliol prodigo.


Ecco, io vedo il film come un'esortazione a non perdere di vista il Centro, a non confonderlo con i discorsi a proposito del; a tornare a credere che Dio salva gli uomini, che Egli ama (ci avvicinimo a Natale e ricordiamo il Gloria); e sì, l'attacco alla cultura che qualcuno ha visto (e che non credo ci fosse) è lo stesso attacco di Tertulliano che, rovesciando le parole di S. Paolo "la sapienza di Dio è stoltezza per gli uomini", scriveva che è la sapienza degli uomini ad essere stoltezza davanti a Dio. E solo una società malata come la nostra può trovare da polemizzare sulle espressioni di Tertulliano.


Poi, sì, fa male veder rovinare quei bei manoscritti. È stupido, anche perché loro sono innocenti. Ma agli artisti si permette di fare molto peggio senza reprimende...(chiedo scusa se le mie citazioni sono male attribuite ma vado a memoria, segnalatemelo e correggerò)

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Ci dev'essere un insegnamento in tutto questo...

Uscire al sabato sera...conosco persone che vivono tutta la settimana in funzione delle ore tra la cena del sabato e la colazione della domenica; ne conosco altre che, cascasse il mondo, qualsiasi siano i propri acciacchi ed a qualsiasi ora debbano alzarsi l'indomani, non riescono a fare a meno di uscire per andare a ballare. Per riequilbrare, a dire il vero, ne conosco anche alcune che, se non ti attacchi al loro campanello, non si accorgono nemmeno che è arrivato il sabato.


Io credo di stare nel mezzo, e non mi dispiace qualche volta prendermi una "pausa" dall'uscire per il gusto di farlo, ma talvolta sembra talmente di fare torto agli amici che non se ne può fare a meno. E questi sono i fatti di sabato...



All'orario giusto, come ogni sabato, faccio la mia chiamata a Daniele per accordarci, ma lui è al lavoro e non sa quando finirà. Chiamo, di conseguenza, Fabio, ma quello ha addirittura il telefono spento e mi manda in segreteria telefonica. Con il cuore in pace, allora, mi siedo in poltrona pronto per godermi un film di tutta dignità che mi ha prestato il curato e che aspettava solo una sera libera (Centochiodi, di Ermanno Olmi, di cui parlerò in seguito, magari).


Sono a casa praticamente da solo: mio fratello è uscito (lui deve andare a ballare, insomma!), mia sorella pure (credo: e se non è uscita se ne starà da qualche parte in silenzio), i miei alle nove e dieci vanno a letto, e posso godermi sereno come non mai la mia casa ed il mio tempo.


Tutto questo fino alle 22.30: manca meno di un quarto d'ora alla fine del film e mi cullo nell'illusione di poter andare al caldo delle mie coperte tra pochi minuti. Ma il ferace aggeggio del demonio, il telefonino, suona. Daniele ha finito di lavorare, mi vuole passare a prendere. A fatica lo convinco a non andare a casa a tirarsi a lucido, che tanto cosa vuole fare, se a mezzantotte e qualcosa deve andare in Città Alta per prendere suo fratello, ma anche così facendo non passa a prendermi prima delle 22.50


Che fare? Perché, si sa, uscire è d'obbligo, talmente d'obbligo che si esce a prescindere dalla voglia o da cosa ci sia da fare. Andiamo in Città Alta, che almeno siamo già là per suo fratello. E ci sarà un po' di movimento.


Nonostante il tempo uggioso e la nebbia che sale da Valverde fino in Castagneta ed a Colle Aperto, si insinua per la Corsarola e non risparmia neanche Piazza Vecchia, a Bergamo Alta è pieno di adolescenti. È già due o tre anni che è diventata il ritrovo dei "fighetti" il sabato sera, e di alternativi dark punk sotto i portici della Biblioteca Maj. Parcheggiamo lontani, e con calma scendiamo nel borgo antico. È assolutamente obbligatorio farsi una vasca, anche se tutti quelli che incrociamo sono passanti frettolosi che si spostano da un bar all'altro o vanno a prendere la funicolare - o imberbi adolescenti con relative amiche. E ci rifugiamo al Circolino - posto infame, fino a qualche anno fa, quando andavo al Liceo, facevo fatica ad entrare perché accolto dagli insulti del Partito Anarco Insurrezio Comunista della mia scuola, e poi miracolosamente trasformato in un ritrovo di ex-comunisti cinquant'enni e adolescenti alternativi (ma non troppo). Chissà se non era così anni fa, ed eravamo solo più stupidi, più ciechi, più accecati dalle ideologie. Comunque il servizio è rimasto pessimo. Ed in più non c'era whisky torbato. Poi è venuta l'ora di portare il fratello di Daniele a casa e di lasciare andare Daniele a ballare con mio fratello ed i suoi amici, che erano già andati al Samuel (che postaccio...) con un altro passaggio. E dire che mio fratello ha anche il braccio rotto. Che voglia di andare a ballare... Così il film l'ho finito ieri, ma non è questo il punto.


È questa tirannia del sabato sera. Suona blasfemo, ed in parte lo è, ma ricordiamo a tutti che l'uomo non è fatto per il sabato, ma il sabato per l'uomo.



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venerdì 30 novembre 2007

Ed intanto Internet non va..

A casa il collegamento Internet ha tutta l'aria di essere morto. L'assistenza tecnica di TELE2 brancola nel buio, ed ha detto che tra tre-quattro giorni potrebbe venirne a capo. Ma bene...

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Aggiornamenti dagli OrSI

Ieri sera ennesima riunione tra gli educatori degli adolescenti. In ordine del giorno c'era una lettera-sfogo del curato che avrebbe dovuto farci considerare il rilancio dell'attività. Tono tragico; e come al solito, come il mese scorso, io non capisco cosa sia successo di tanto grave per convocarci. L'altra volta erano stati problemi con la convivenza e le pizzate della domenica sera. Stavolta, ho saputo, devono esserci stati problemi perché qualcuno è rimasto amareggiato che venerdì scorso ci fossero pochi adolescenti (non so quanti, io con quelli del mio gruppo eravamo in Città Alta per uno spettacolo musicale).


Ma il problema è stato solo sfiorato, visto che ben più importante c'è la programmazione del Campo a Torricella di Magione (PG) durante le vacanze di Natale



E qui il problema è, a mio avviso, più grosso. Anche perché lo facciamo a cavallo dell'Ultimo dell'Anno, e per un adolescente, da noi, questa è l'occasione per smattare, dunque molti di noi eravamo abbastanza cauti su come organizzare, e la discussione ha raggiunto anche toni accesi - moralismo contro laissez faire, Ultimo dell'Anno-suora contro Ultimo dell'Anno-disco. Il punto è che, anche tra noi, abbiamo visioni molto diverse del divertimento e del modo di fare festa: c'è anche chi ha proposto di andare alla Porziuncola per fare l'Ultimo con le suore francescane tra meditazioni e messe, cosa che, per conto mio, una volta si può anche fare, ma mi sembra manchi il bersaglio di mostrare un modo di far festa - e quindi di divertirsi, di stare bene in compagnia - senza intemperanze. Le suore francescane ci metterebbero al riparo dalle intemperanze, ma anche dal divertimento.


Alla fine, anche su suggerimento di Herbert (cliccare sul collegamento sarà un po' insolito, ma il nostro direttore dell'Ufficio Pastorale Età Evolutiva è un po' originale), abbiamo deciso di stupire un po' tutti con un Gran Galà dell'Ultimo dell'Anno - e questo è il fatto A. Il fatto B è che il sottoscritto si è preso l'impegno di vedere come legare la cena al dopocena con un gioco di società che sia introdotto lì per lì. Considerando che sono, comunque, cento adolescenti, e non tutti santi.


Poi dovrei anche preparare la parte storica della visita alle città di Siena, Perugia, Assisi, abbozzo di Arezzo. Perché il nostro tema dell'anno è Le Città Invisibili, non dimentichiamolo.


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giovedì 29 novembre 2007

Sì...senza Internet la vita è dura

Si potrebbe fare riferimento ad un vecchio post di Chiara. Oppure no, visto che non c'è bisogno di auctores per fare una riflessione del genere.


Ieri, per non so che motivo, il server di Tele2 che uso a casa è saltato e non c'è stato verso di connettersi, dopo essere tornato dall'università, nonostante avessi mail da leggere e spedire, traffici dell'università da prenotare ed anche una legittima curiosità di tenermi aggiornato sui blog che seguo. Al punto da stare sveglio fino a tardi sperando che ripristinassero il servizio e ad alzarmi stamattina prima ancora del solito per vedere se riuscivo ad inviare le mie disponibilità per i turni di laboratorio prima dell'orario di ufficio.Niente da fare. Adesso, in università, è tutta un'altra cosa.

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martedì 27 novembre 2007

Il popolo è ancora sovrano?

Sarà un post breve, anzi brevissimo. Niente riflessioni, solo una domanda. A cui mi piacerebbe trovare una risposta.


Facendo, come tutte le mattine, il giro delle edizioni on line dei maggiori quotidiani, ho letto un po' la cronaca politica dell'incontro di Veltroni con Fini, le varie reazioni, cosa c'è sul piatto...Ora, un dubbio me lo solleva questo articolo de La Stampa. Premesso che, a me, il maggioritario, il bipolarismo and so on non sono mai piaciuti e sono sempre sembrati la morte della democrazia, della volontà popolare - che invece di scegliere chi la rappresenta sceglie chi la comanda - ed anche in strisciante contrasto con la Costituzione Repubblicana, adesso molti dei suoi vari sostenitori hanno completamente cambiato parere e premono per il proporzionale - si chiamano fuori quelli di AN, ma tratteranno, Segni, per ragioni di paternità, ed il solito ottuso Parisi. Parisi, appunto, propone un referendum per chiedere ai cittadini se vogliono davvero tornare al proporzionale o preferiscono il maggioritario.


Ed il dubbio è: lo facessero, i cittadini voterebbero quello che hanno in testa o quello che i loro giornali, i loro leaders, i loro opinionisti di Ballarò o degli Amici di Maria De Filippi li avranno esortati a votare?

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domenica 25 novembre 2007

Ci sarà un motivo se lo facciamo di rado...

...forse così il titolo ha un doppio senso troppo marcato? Amen. Questo per riportare l'imperdibile sabato sera, sperando che si serva da lezione - in particolare a qualcuno di noi, vero Fabio?

Non sapendo, al solito, cosa fare, o meglio non riuscendo a fare quello che volevamo, abbiamo per una volta accontentato il nostro cinefilo e siamo andati al cinema, senza ben sapere cosa andare a vedere. E, nella scelta, fatta con la pressione della bigliettaia che aveva clienti ben più volitivi cui prestare attenzione, abbiamo scelto male.


Condizionati dal battage mediatico, e convinti dall'incosciente insistenza di uno di noi (a caso), abbiamo alfine, non senza contrasti, optato per La leggenda di Beowulf. Ed almeno ci siamo divertiti a criticarlo.



Per una volta il sabato sera è toccato a me prendere l'auto, ed a riempirla per bene perché ieri eravamo in quattro: Daniele, Fabio, Emanuele ed io. Ci siamo messi in movimento, come al solito, sul tardi, anche perché c'è chi non si libera prima delle nove e mezza - dieci, e chi pur essendo libero tutto il giorno ci mette comunque un'eternità a prepararsi. Dopo aver scartato le solite proposte, appunto perché troppo banali, ed aver scoperto che non sarebbe stato divertente andare a bere, perché io guidavo, Fabio stamattina andava a donare il sangue e doveva "essere preciso", Daniele non è che sia un gran bevitore e - maggiore onta - Emanuele è astemio, l'abbiamo data vinta per una volta a Fabio che ogni settimana o quasi propone di andare al cinema e siamo andati all'UCI di Curno.


Non che la scelta di film fosse esaltante: Capotondi e Vapochèl-ché-l'è, il terzo Bourne senza che nessuno avesse visto i primi due, il ratto disneyano, Boldi in vacanza, MilanoPalermo il Ritorno ed altri di cui non ricordo nemmeno il titolo, oltre al Beowulf. Nonostante le insistenze di Emanuele per vedere Milano Palermo, che non mi sarebbe neanche dispiaciuto, Fabio preme per il Beowulf - e fin qui nulla di male, a lui piacciono film che mi lasciano molto più perplesso, questo non sarà un capolavoro del cinema ma almeno non fa dormire..., penso tra me e me, e ci accomodiamo in sala nonostante siamo talmente in prima fila che dobbiamo girare la testa da sinistra a destra per vedere completamente lo schermo. Ma del resto, arrivando a pubblicità già iniziata...


L'amara sorpresa arriva appena inizia il film. Fabio esclama "Ma sembra un cartone animato! Bella merda!", e da allora vedere il film seriamente diviene impossibile, perché avrò sempre accanto questa pentola di fagioli borbottante. Come se avesse vissuto sulla luna, in queste settimane, e non sapesse che il film era in capture motion, cioè gli attori recitavano ed il loro movimento veniva convertito in animazione digitale (uno potrà, come vari critici cinematografici e, nel mio piccolo, me, dubitare dell'utilità di questo sistema, ma dire che il film è brutto per via di questo sistema è un altro discorso). Anche perché, per lamentarsi del film, di motivi buoni ce n'erano: si va dalle battute a dir poco imbarazzanti, tipo - in riferimento ad un mostro dalla forza spaventosa ed oscenamente rivoltante - "Ehi! Questo bastardo non ha il battacchio!"È vero! Non ha il battacchio", alla raffigurazione decisamente trash della strega (Angelina Jolie, lo sapeva perfino la mia altrimenti stordita sorella) che è una specie di sirena dorata con tacchi a spillo da zoccola direttamente innestati sui talloni. Insolita la confusione tra paganesimo e cristianesimo, a dire il vero presente anche nel poema, se stamattina leggevo che secondo alcuni gli elementi cristiani sono posticci, per altri originali. Nonostante apprezziamo lo strisciante affermarsi del cristianesimo, dalla prima scena in cui due, parlando tra loro, parlano di questo nuovo dio che ti promette la vita eterna se lo riconosci come unico Dio, alle ultime in cui nel villaggio troneggia una chiesa con tanto di crocefisso pronto per essere bruciato dal drago, bisogna dire che questi danesi sono stati raffigurati in preda ad una sconcertante confusione dottrinale, del tipo "Cristo Signore dì ad Odino di proteggerci".

Per concludere - ma questo l'ho scoperto solo stamattina, informandomi un attimo - con lo stravolgimento della trama rispetto all'originale poema medioevale, e così quello che era semplicemente un eroe (figura piuttosto negletta, al giorno d'oggi) diventa un ipersensibile tormentato dalla propria colpa ed incapace di affrontare la strega che ama per la sua bellezza, fino al punto da darle un figlio-drago con tanto di epico combattimento finale e riparatoria morte d'entrambi (che, almeno, c'è anche nel poema). Ma, amanti del male, non preoccupiamoci: la strega è ancora viva, ed ammalierà anche il prossimo re - o almeno così si può intuire dal finale

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Un'eccezionalmente semplice teoria del tutto

Sul Corsera di oggi è dedicata una pagina intera ad uno sconosciuto fisico americano, che avrebbe pubblicato qualche settimana fa su ArXiv, una banca dati di articoli scientifici "senza filtro" (cioè senza peer-review), una candidata Teoria del Tutto basata sul gruppo di Lie E8 (che non mi sembra una novità, perché già avevo letto che si indagava su quel fronte).


Non voglio gufare, né, per quel poco che mi sono informato questo pomeriggio, fare auspici buoni o cattivi, benché non mi dispiaccia l'approccio di questo A. Garrett Lisi. A parte che non sono assolutamente in grado di valutare nel merito nessuna delle sue asserzioni, leggendo la pagina che Wikipedia dedica alla teoria la reazione più moderata è un violento inarcarsi del sopracciglio inquisitore. Lascio alla voce Leggi tutto... il compito di addentrarmi un poco nelle questioni tecniche, e qui esprimo soltanto la mia freddezza personale nei confronti di questo scienziato-fannullone che, come si evince dall'articolo di giornale e dal suo sito internet, passa più tempo a fare surf e snowboard che ad insegnare in semisconosciute università, ed è dotato di non indifferenti doti da pagliaccio se crede che questa sia una foto da mostrare al mondo.



Per quanto concerne il fatto tecnico, parte delle osservazioni che si possono fare sono mostrate nella pagina di Wikipedia che linkavo poco fa. Sembra quasi che questa teoria del tutto non serva a niente, perché non solo tutti i parametri sono da inserire a mano (masse, costanti di accoppiamento), come nel Modello Standard che, infatti, non ci soddisfa del tutto, ma addirittura ha dovuto imporre la forma dell'azione (e quindi le equazioni del moto). Potrebbe, certo, aprire una strada, od essere un'intuizione corretta - come il modo in cui unifica bosoni e fermioni, ad esempio - ma mi sembra stia ricevendo una scorretta risonanza mediatica. Sulle "mie" riviste, intanto, non ce n'è traccia; né so se il vociare che la teoria ha prodotto la faccia analizzare da qualcuno che è più di un polemista. Ma lo spero, anche solo perché non è corretto che un lavoro finisca dimenticato senza un'analisi attenta o (rischio opposto) diventi il dio di qualche comunità online di fanatici, come di quelle che negano la relatività.


Intanto, mi sembra giusto segnalare l'articolo completo, per chi ne voglia affrontare lo sguardo (che riesce a mischiare in modo irritante un tono pedagogico e concetti incomprensibili, perlomeno a me), ed esprimere il mio scetticismo circa l'utilità, in questa questione come in altre maggiormente considerate dalla comunità scientifica, vedasi bosone di Higgs,di LHC del CERN, che era più di un anno che doveva essere attivo e stiamo ancora aspettando.


Per concludere e sdrammatizzare, sempre dalla pagina di Wikipedia sul bosone di Higgs nei film di fantascienza, scopro che nella serie (mai vista né sentita) LEXX, un personaggio spieghi come moltissimi pianeti, giunti più o meno allo stesso stato di civiltà e tecnologia della terra, siano distrutti da guerre nucleari, ma come molti di più siano stati distrutti dai fisici che cercavano la massa del bosone di Higgs; essendo che, una volta scoperta, il pianeta su cui si compie la misura collassa alle dimensioni di un pisello. Pare che l'ultima scena della serie sia la misura della massa di Higgs...


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sabato 24 novembre 2007

La devastante giornata di ieri

Raramente mi capita di essere in coma come oggi, il sabato mattina (con i dovuti caveat: raramente dopo non essere stato in giro per locali il venerdì). Ma non ho nemmeno la forza di volontà per prendere in mano i libri, siano essi di Struttura della Materia, Matematica (anche dopo il compitino di questa settimana c'è ancora da sudarci sopra) - lasciamo stare Meccanica Quantistica che il corso è finito e dovrei sì rimettermi in pari con le esercitazioni, ma c'è tempo - o di imparare l'algebra di Clifford entro lunedì per la tesi...Ma ieri è stata una di quelle giornate in grado di esaurire ogni grammo di forza e di volontà.



Si parte da casa di primo mattino (cosa non di tutti i giorni già di suo), ma piove a dirotto - tanto per cambiare - e quindi tutte le strade sono allegramente intasate. Quindi perdo il via Carnate delle 7.52. In compenso il via Treviglio delle 7.49 era in stratosferico ritardo (viene da Brescia) ed è partito da Bergamo intorno alle 8.10 - comunque prima del vero primo treno utile dopo quello che ho perso, dunque l'ho preso.


L'altra faccia della medaglia è che, essendo in ritardo,si era fatta una folla di pendolari, e quindi viaggio in piedi. A parziale risarcimento, fermava solo a Verdello, Melzo e Pioltello - e qualcuno mi spiegherà perché ogni treno, dal più diretto a quello che fa tutte le fermate, anche quelle che non ci sono, ritengono di dover fermare a Verdello ed a Pioltello, soprattutto in quest'ultimo dove mai ho visto salire o scendere chicchessia. Per farla breve, dopo il consueto cambio, sono arrivato in università verso le nove, più o meno come se avessi preso il mio treno.


Primo mattino riposante, un po' di studio ma senza esagerare, in modo di esser pronto per l'appuntamento-tesi con Magri. Da metà mattina all'ora di pranzo strutture complesse e quaternioni. Poi elettronica, che è anche finita presto, ma dovevo comunque stare in giro perché alle 19.30 dovevo essere a Bergamo per la prima riunione del Comitato Promotore Giovani Democratici. Dopo essere arrivato in orario alla sede dei DS, ed aver aspettato mezz'ora che arrivassero gli altri, abbiamo fatto questa riunione (da immortalare il battibecco tra diessini sulla strutturazione territoriale), dalla quale, vai a capire come, sono uscito anche come responsabile GD della zona 21 (Val Cavallina, Val Calepio e Lago d'Iseo). E sono venuto a sapere che giovedì prossimo ho una riunione dei GD lombardi a Milano (ma va'?) alle 20.30 (e chi torna più a casa, dopo?). Si sono così fatte le nove, ed il nostro Cassa non tocca cibo dalla fetta di pane e formaggio che ha mangiato all'una - non tocca cibo ma ha bevuto un bicchiere di vino, sono calorie anche quelle...


Penserete forse che a questo punto possa tornare a casa? Ma certo che no! Di buon passo sale dal Triangolo - zona di piazza Pontida - al Seminario - in Città Alta - perché i nostri adolescenti di quarta e quinta erano andati a guardare un musical su San Francesco messo in scena da una parrocchia di Romano di Lombardia. Sono arrivato là stravolto, che ovviamente il musical era iniziato da tempo, e visto l'enorme concorso di popolo sono stato in piedi, appoggiato alla parete di fondo dell'auditorium, per tutto lo spettacolo - nota per me: mai andare ad assistere a musical, commedie musicali e cose del genere.


Quando, finalmente, tutto è finito (bisogna dire che la canzone finale è ben fatta, in ogni caso), tutto il migliaio di persone che era andata allo spettacolo si è buttata contemporaneamente sulle strade prolungando così il tempo di discesa da Città Alta dai cinque minuti canonici a mezz'ora di coda sul Viale delle Mura. Ma almeno c'era posto per me sulle auto degli altri, e sono stato riaccompagnato a casa, dove sono crollato sul letto per riaprire gli occhi stamattina svegliato dalla signora dei mestieri.


E chi ha voglia di bivettori?


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venerdì 23 novembre 2007

Luciano Girardello Fest

Assurdo! Oggi e domani, qui al Dipartimento di Fisica, c'è un convegno organizzato per festeggiare i 70 anni del prof. Girardello. Lasciate a casa i regali, non costringeteci a noiosi inviti a cena! Quando sarà il mio compleanno, anch'io voglio che mi sia organizzato un convegno con ospiti da tutta Europa. E, tra l'altro, Girardello neanche parla. È proprio una festa in suo onore, con tutti questi professori che, sostanzialmente, fanno lezione per se stessi e per lui.


Che Girardello fosse importante, da qualche parte l'avevo già sentito (benché non ci sia verso di trovare su Google il motivo preciso - deve avere qualcosa a che fare con la rottura di simmetria del modello standard e la previsione della massa del bosone di Higgs - ammesso esista). In compenso ha una quantità enorme di pubblicazioni all'attivo.


Beh, anche nella noiosa normalità del dipartimento di Fisica (mai agitazioni, mai polemiche, sempre e solo lezioni e studio - anche quando gli altri sono in vacanza -un paio di incendi, a dire il vero, ma quello deve essere colpa dei gruppi di ricerca giù nei sotterranei) ogni tanto ci sono delle novità...



Vai al sito della Luciano Girardello Fest

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giovedì 22 novembre 2007

Giornata di ferie

Oggi è una giornata di ferie (relativamente: diciamo che me le sono prese io).


Ieri pomeriggio, infatti, abbiamo avuto il primo scritto di Matematica per la fisica (non ho capito perché il vecchio metodi sia stato relegato alla specialistica e noi abbiamo questo surrogato). Analisi di Fourier, teoria degli operatori in Spazi di Hilbert. Una volta passato, almeno stamattina mi potrò riposare...



Non che sia andato in maniera eccellente, ma un'ora e tre quarti scarsa non mi hanno permesso di dare con la dovuta cura le risposte di teoria (devo anche aver messo per due invece che diviso due, ed altre cose di questo tenore), nei venti secondi intercorsi tra le parole tempo scaduto e si vuole decidere a consegnare?. Tutto questo perché, mea culpa, mi sono perso venti minuti davanti ad un'equazione di Laplace che poi non sapevo più da che parte girare. Ed era facile, dicono; beh, il vuoto. Fortuna che dei tre esercizi se ne dovevano fare due, ed ho ripiegato sugli operatori. Adesso vedremo all'inizio di settimana prossima. Ottimo non sarà, ma ho buone prospettive per buono. Tanto c'è ancora quello di analisi complessa e l'eventuale orale.


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mercoledì 21 novembre 2007

Tirato in ballo

Allora, pare che Daniel mi abbia tirato in ballo e che quindi debba rilanciare il meme relativo al mio rapporto con il blog. Se aprite la pagina di Wikipedia che lui cita, vi renderete conto che non aiuta molto a capire cosa sia questo meme di cui si parla, essendo molto più adatta, a mio avviso, la dizione di Catena di S.Antonio. Esaurita la mia consueta vena sentenziosa, però, mi adeguo e sono pronto a rispondere alle seguenti domande:

  1. Chi o cosa ti ha spinto a scrivere un blog?
  2. Il tuo primo post?
  3. Il post di cui ti vergogni di più?
  4. Il post di cui sei più fiero?
  5. Per quanto pensi che continuerai a scrivere sul tuo blog?


1. Incredibile o meno, è tutto merito (o colpa, questo dipende dall'opinione dei miei lettori) dell'università, che nello scorso anno accademico ha favorito con due eventi fondamentali: in primo luogo, il blog del laboratorio di informatica del secondo anno con la passione di Enzo e Govoni, i nostri assistenti, che continuavano a torarci l'anima per usarlo, che mi ha fatto entrare in contatto con la piattaforma di Blogger;in secondo luogo, l'aver pochi esami da fare tra gennaio e febbraio con la conseguente lunga permanenza a casa a far nulla - tempo libero riempito in questo modo. È anche vero che, fino a settembre, il blog era vissuto molto poco: altro tempo libero, avendo finito gli esami a luglio, ed ecco l'interesse di sistemare il blog. L'incappare nei blogger di Desenzano e la conseguente esigenza di partecipare alla rete sociale telematica mi hanno condotto, negli ultimi due mesi, a questo punto.


2. Questo è facile, basta leggere.


3. Di sicuro quelli scritti sotto l'onda della più becera emotività. Quelli con l'etichetta piove, in sostanza.


4. Questa è di sicuro la più difficile. Potrei citare il post in cui, con compiuta prosopea, espongo la mia opinione sui DICO. Ma forse è più indicativo, e dà meno adito a polemiche, uno, semplicissimo, dedicato ai monti.


5. Finché non sarò banale. Insomma, se dovessi ridurmi a fare uno di quei blog che cita gli altri e basta...meglio lasciar perdere, no?



Se ho capito bene, a questo punto dovrei rilanciare a qualcun altro. Mi sento in imbarazzo a farlo da pari a pari - perché la blogstar Farfi (alias prof. Beccaria), che seguo con molta attenzione, certamente non ha tempo per me. Meglio il professore di matematica, forse - ma sempre con tutto il rispetto.

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martedì 20 novembre 2007

Precisazioni

Per cominciare, precisiamo che questo blog (o meglio il suo autore) non ama. Né lo vuole fare. Né vuole abbandonarsi al sentimentalismo, al rimpianto, alle debolezze in cui generalmente ci si macera.


Benché, a volte, sembra che l'economia del cosmo ci sospinga dove non vogliamo, e ci faccia ritrovare, apparentemente per caso, resti fossili di evi passati della nostra vita, superati quanto si può superare una parte di sé stessi, e basta poco per correre il rischio di ricadere nel baratro da cui ci si era salvati faticosamente. Come una vecchia conversazione di Messenger (avendo l'abitudine di salvarle). La cosa positiva è, che pur oggettivamente essendo da riguardare con dolente rimpianto, l'unica cosa che sento è la delicata impronta di una felicità passata. Felicità insensata, comunque; benché io non sia uno che cambia idea in queste cose. Le mie ragioni di allora sono le stesse ragioni di oggi; solo che oggi sono subordinate alla Ragione.

Comunque, anche solo per sdrammatizzare, cliccando su "leggi tutto" è possibile vedere una vignetta assai appropriata di xkcd.




Nonostante, a voler essere pignoli (i miei colleghi mi farebbero il verso agitando il dito e facendo "bè bèbè bèbè"), il quarto quesito abbia soluzione banale = (cuore), essendo quella la matrice identità.

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Wormholes elettromagnetici e monopoli magnetici virtuali

Leggo su Phys. Rev. Lett. (Physical Review Letters) che un gruppo di fisici e matematici sparsi qua e là hanno descritto le condizioni per permettività elettrica e permeabilità magnetica che realizzerebbero l'equivalente elettromagnetico dei tunnel di Einstein-Rosen (quelli che nei film di fantascienza sono i buchi neri in cui, infilandocisi, si arriva dall'altra parte dell'universo). Si tratta di tunnel che intrappolano la radiazione elettromagnetica entrante facendola passare tra le due estremità, ma sono invisibili ad una radiazione elettromagnetica che li incrocia lateralmente.



L'articolo è firmato Greenleaf (nota mia: verdefoglia, cioè Legolas), Kurylev, Lassas e Uhlmann e, apparendo tra le lettere, non è che una comunicazione di poche pagine. Me ne è giunta voce tramite la newsletter de Le Scienze,e quindi spero di leggere entro qualche mese una versione più accessibile al pubblico. Io linko l'abstract. Per leggere l'articolo credo bisogni accedere con una connessione autorizzata; a me funziona quella della Bicocca, ma certo un non-studente non ha mica nome utente e password. Se frequenta un'altra università, immagino che lì abbiano qualcosa di analogo. Altrimenti non lo so.


L'articolo è puramente teorico; e questo è il perché, nonostante tratti di ottica che è un po' l'argomento più noioso dei primi due anni, lo trovo interessante. Nel finale vengono descritte alcune possibili applicazioni future: la realizzazione di cavi ottici che possono fare misure all'interno di campi elettromagnetici senza disturbarli, appunto perché invisibili a tali campi; la realizzazione di monopoli magnetici virtuali: se il wormhole è abbastanza lungo, un campo magnetico che entra da una parte, esce dall'altra come fosse un monopolo; uno schermo 3D: mettendo tanti di questi tunnel in una matrice 3x3, la luce che esce da ciascuno non risente della presenza di quelli accanto, che è come non ci fossero; sonde per la risonanza magnetica, con lo stesso principio dei cavi ottici già citati; collimatori estremamente precisi per fasci di luce.


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domenica 18 novembre 2007

Silvio B. ed il suo nuovo giocattolo

Ho notato una cosa curiosa, e cioè che i post di politica, che in teoria dovrebbero essere di interesse più generale dei fatti della mia vita, sono quelli che riscuotono meno successo in termini di commenti. Ciò nonostante, essendo la politica parte non accessoria dei miei multiformi (Omero avrebbe scritto polytropi) interessi, ogni tanto un accenno al tema del giorno bisognerà pur farlo. Ed il tema di oggi credo sia il fantomatico nascente Partito del Popolo Italiano o come Sua Grazia deciderà di chiamarlo.



Non voglio contestare i numeri che il nostro eroe ha fornito, non tanto perché creda che siano veri; insomma, qui siamo nel profondo nord, tutti odiano Prodi e forse non hanno tutti i torti, alle politiche la Casa della Libertà va ben oltre il sessanta per cento - per non parlare delle Regionali, ma qui c'è di mezzo un altro e ben più a ragione Unto del Signore - e, nonostante ciò, gli esponenti locali di Forza Italia dovevano sforzarsi a chiedere ai passanti di fermarsi e firmare. Non li voglio contestare perché, appunto, le firme non hanno mai fatto cadere nessun governo (e neanche le piazze, voglio ricordare a lor signori, tranne il povero governo Tambroni del 1960 - ma ho articoli del periodo che sostengono essere altre le ragioni, otèr, anche perché sto uscendo dal seminato) e che siano stati sette milioni o settecentomila cambia poco.


Quello che, se da un lato non mi azzardo a contestare perché di schifezze ce ne sono parecchie anche da quest'altra parte, certo mi consente di sollevare una critica e di esprimere la mia perplessità è che un politico ormai navigato, che ha fondato un partito - lo sappiamo, non è questione di dietrologia - perché era venuta meno la copertura politica che aveva avuto per tutti gli anni '80 e che ha portato questo partito a sua immagine e somiglianza ad essere il primo partito italiano (non ancora quel partito liberale di massa che alcuni suoi adepti vorrebbero - vedi Adornato - ma comunque il fatto principe dell'ultimo decennio), possa decidere da un giorno all'altro di smobilitarlo senza che nessuno, del partito, faccia be'.


Posso capire il partito di plastica, il partito personale, tutto fondato sulla leadership o anche il culto del capo, ma a tutto ci dovrebbe essere un limite. Perché al seguito del Nostro non c'è soltanto una corte dei miracoli giudiziaria che ben conosciamo, né i signor nessuno con abiti ben tagliati e cravatte troppo vistose che non si sa bene cosa c'entrino con la politica, ma anche diversi e non trascurabili residui di Prima Repubblica, che dovrebbero sapere come gira il mondo.


Ed invece assisteremo a polemiche esterne, per così dire, con Lui che chiederà agli alleati di consegnare se stessi e la propria autonomia nelle Sue mani, e questi che, con toni più (AN, se rientra la polemica di ieri) o meno (la Lega, al solito) sfumati risponderanno no grazie. Ma qualcuno ha detto, ad esempio, ai vari capicorrente (ammesso che ce ne siano, ma tutto il mondo è paese e credo di sì) che dovranno rinegoziare la propria posizione al tavolo con una che è poco più di una modella? E gli iscritti - ce ne saranno - ? Non credo saranno loro a fare difficoltà, ma un minimo di democrazia interna prevede perlomeno che si convochino in un palasport a spellarsi di applausi, invece che sapere dalla poltrona di casa quello che Lui decide a piazza San Babila.


E poi, l'obiezione più grande. Chiama il tuo partito con tutti i sinonimi di libertà che vuoi...ma per favore, lascia stare Popolare. Perché non può essere tutto pubblicità, e tu stesso un minimo di dignità l'avrai pure.


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sabato 17 novembre 2007

Le cose che serve sapere nella vita

Sono spesso elevate forti critiche al sistema scolastico italiano, perché prediligerebbe i saperi umanistici e letterari e lascerebbe in secondo piano le competenze tecniche e scientifiche. Nonostante il mio campo sia, per così dire, trascurato dal sistema d'istruzione superiore, spezzo una lancia in favore della scuola italiana, del latino e della letteratura. Perché un conto è sapere, un altro è vivere.


So che scritto come nell'introduzione è tutto molto ambiguo, e volutamente incomprensibile. Ma sono certo che spiegando un poco si capirà il mio intento.


Questa riflessione mi è stata, per così dire, indotta dalla suora l'altra sera, dopo la preparazione dell'incontro per gli adolescenti. Si cercava di tirar fuori dal Vangelo del giovane ricco qualcosa che potesse ricondursi al percorso che facciamo con la nostra quarta; abbiamo avuto uno scambio di idee sul forzare il testo evangelico per fargli dire quello che vogliamo (insomma, va bene interpretare, ma se Marco ha scritto A e non B non voleva leggessimo B). Poi, nella mia perorazione, ho citato la dimensione anagogica dell'interpretazione (ricollegandomi brevemente all'epistemologia secondo i medioevali) - e va beh, era abbastanza chiaro che gli altri catechisti diffilmente mi sarebbero venuti dietro, ma pensavo proprio che la suora non sarebbe rimasta spiazzata, tanto più che è laureata in lettere ed insegna. Con il suo solito suoresco sdilinquirsi in ringraziamenti perché era stata una serata arricchente, si dice felice di aver imparato qualcosa da me. Io osservo che, in quanto a lettere, io non ho titolo d'insegnarle; si fosse parlato di derivate, sarebbe stato un altro discorso, certo.

Ma questo mi fa venire in mente come, nella vita, sia più importante conoscere la letteratura e la filosofia, della matematica e della fisica. Perché, diciamoci la verità: matematica e scienza ci servirebbero per capire il mondo, ma quello funziona anche senza capirlo. Letteratura e filosofia servono a capire gli uomini. E, per vivere in mezzo agli altri, questo è molto più importante, direi fondamentale. È quindi bene che, specie nell'adolescenza, quando la personalità si forma, sia dato da riflettere più sulla dimensione umana. Poi, per carità, ormai io sono passato fuori da questa fase e non mi appassiona più molto, e se leggo un libro senza formule rimango spiazzato; ma credo sia bene che i giovani conoscano un commentatore in più di Dante che un teorema in più di geometria. O che vedano più poesia nei versi di Montale che nei Principia di Newton (benché io trovi molto più densi di significato, belli ed importanti i secondi)

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