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venerdì 13 febbraio 2009

Post ermetico

Che bello, quando sarò il primo a dire «L'avevo detto!»

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martedì 27 gennaio 2009

Sul lungo periodo

Ricordate?

Ecco, potrei essere giunto alla conclusione di seguire l'amisunevole consiglio e cambiare le carte in tavola. Tanto si sa, che opero sul lungo periodo

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mercoledì 18 giugno 2008

Ambo

Se qui mi lamentassi per oggi, verrei ripreso perché sono triste e lamentoso. Se facessi finta di niente, perché il blog è noioso.

Bene.

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mercoledì 21 maggio 2008

Capire

A volte bisognerebbe rinunciare a farlo, punto;

perché spesso non basta che sia uno solo a volerlo.

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domenica 20 aprile 2008

Senza parole

Certe cose sono di una bellezza che toglie il fiato. Ed anche solo vederle, senza poterle avere, è un dono immeritato.

PostScriptum (prima che questo post faccia i soliti danni): come tutte, o quasi, le cose, anche questo post ha almeno due livelli di lettura. Il primo molto à la Casati...qualcosa che ha a che fare con Youtube, ad esempio. Accontentatevene.

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venerdì 18 aprile 2008

Recensione

Forse dovrei dare ascolto ad alcuni consigli; consigli a cui non ho finora dato moltissimo peso, come sempre quando mi sembra che qualcosa sia non disinteressato. Non perché abbia nulla contro gli interessi, od il conflitto di interessi - a parte quando, ovviamente - gli interessi sono in conflitto con il mio; ma è come se, in queste occasioni, siano più poveri di verità e giustizia, e quindi meno validi.

Mi piace sorprendermi ad osservare un gioco delle parti, in cui ciascuno è come se agisse seguendo un copione nascosto, perché così si deve. E mi spaventa pensare che, nella maggior parte dei casi, questo copione non c'è, e sono le singole volontà che si incamminano su sentieri già battuti, fino alla nausea. O meglio, non è questo che mi spaventa. Perché, se fosse sempre così, non ci sarebbe nessun problema. Mai. Il punto è che - o perché, di fatto, non esiste alcun copione, o perché gli attori non obbediscono al capocomico - non si può contare sul fatto che tutto vada come deve, o come pare.

E, lo so, c'è molta ingiustizia in quello che scrivo - ma del resto non sta a noi fare giustizia; ma, forse, qualcuno sta recitando la parte che aveva rifiutato, e che non doveva essere sua. E la sta recitando bene; sopra le righe, come vuole il copione. Ma non credo sarà un successo al botteghino; di sicuro, non lo sarà di critica.

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domenica 16 marzo 2008

Verità

Posso accettare il bene inatteso come il male atteso. Purché in essi ci sia verità.
È il dubbio che non ci sia a rodermi.

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lunedì 4 febbraio 2008

Pessima giornata

Un piccolo sfogo quando ci vuole ci vuole!

Il peggior compito di meccanica quantistica mai assegnato a memoria d'uomo. Facevo bene ad andare a sciare, nonostante la neve, con l'Oratorio.

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mercoledì 5 dicembre 2007

Milàn l'è gran Milàn

La mia non-stop milanese è finita (fortunatamente...non ho rimorso di nulla - o forse sì, ne parlo poi) e sono tornato alle mie mura domestiche. Stanco ma rassicurato. Salvo che quei maledetti del Regionale facciano quello che hanno ventilato, e cioè un'altra riunione prima di Natale, ché questa è bastata ed avanzata. Almeno per moolto tempo. Ci accontenteremmo anche di un mese, di vederci l'anno prossimo; anche perché non è che siano molto produttive, le nostre riunioni. (ecco, sono proprio stanco e sto facendo un post di anacoluti).


Oltre alle questioni, diciamo così, istituzionali, ci sarebbero anche quelle personali, cioè cosa ho fatto, come ho dormito, dov'ero... Cose di poco o punto interesse per i miei lettori, ma significativi elementi di ieri.


Lottando contro il computer - che funzionerà Internet, ma deve aver ereditato qualche altro grosso problema perché il sistema è vagamente instabile. E facendo alla svelta ché la riunione degli educatori adolescenti è tra meno di mezz'ora



Il mio gentilissimo ospite di stanotte, come già accennavo nel post immediatamente precedente, è stato Eugenio, che mi ha accolto nell'appartamento che divide con il fratello ed altri due amici a piazzale Lodi, a poche decine di metri dalla celebre Mangoni Tower e con vista dal ballatoio sulle lontane guglie del Resegone.


Nel pomeriggio sono andato da Magri per la tesi, ed al solito non è riuscito ad essere puntuale, perché un precedente seminario sugli oscillatori quantistici era iniziato in ritardo prolungando a cascata tutta la sua agenda. E, a proposito di agenda, aveva dato - senza guardarla - due appuntamenti a due diversi tesisti (oltre a me, una ragazza che deve essere della specialistica di matematica) alla stessa ora. Ed ho avuto la fortuna di passare avanti io, che ha fatto veloce ma comunque mi ha tenuto un'ora piena. Poi, si era fatto buio ma avevo ancora quasi tre ore alla mia riunione. Allora sono andato a piedi dalla Bicocca in zona Garibaldi-Repubblica, per trovare una viuzza che non so come avevo già passato qualche anno fa dove ricordavo esserci un po' di calore umano (perché quella zona è un puro centro dirigenziale) e mi sono infilato nel bar che mi sembrava più a mezza via tra il fighettismo esasperato e la marcezza senza ritegno. Dopo un abbondante aperitivo (abbondante dal punto di vista alcolico, non sono uno da stuzzichini) sono andato in zona Centrale (pochi minuti a piedi) a cercare dove cenare, ed ho trovato una trattoria in cui mi ero già trovato bene a pranzo durante un paio di congressi regionali nei dintorni. Ho, infatti, mangiato bene, circondato da tifosi del Chelsea (che giocava a San Siro) insolitamente urbani, in relazione allo stereotipo hooligans, e che preferivano il vino alla birra (e questa è una grande notizia per i nostri vitivinicoltori). E qui c'è il mio rimorso, l'aver cioè ordinato del pinot nero che era tutt'altro che buono, insieme alla cena. Dopo aver finito il mio mezzo litro di vino ed il doveroso cordiale, sono andato alla riunione (ché la sede è in piazza Luigi di Savoia, a fianco della stazione Centrale); in orario, ma i grandi capi non erano ancora arrivati e sono rimasto chiuso fuori insieme ad altri di bassa manovalanza che arrivano ancora puntuali alle riunioni.


Riunione fatta, sulla quale non è necessario scendere in dettagli, a parte il rimarchevole fatto che c'erano delle ragazze alle riunioni (fatto raro) e, fatto unico, una era anche carina. Niente tipica aria proletar-sfigata da sinistrorsa (cosa valida solo per le ragazze, comunque: la differenza tra giovani della exMargherita e della exSG è che loro tengono la barba più lunga); mi sembra di aver capito che fosse dell'UDU. Poi rientro, in metro, a piazzale Lodi, che credevo fosse peggio frequentato - in realtà gli unici altri esseri umani erano tizi dall'aria impiegatizia che avevano come me l'aspetto di quelli che tornavano da una riunione serale - e coricamento-bivacco sul divano di Eugenio.


Stamattina (e poi dicono che i fuori sede sono svantaggiati!) usciti di casa al vergognoso orario delle 8.00 in punto per prendere il treno suburbano alle 8.06, dall'altro lato del palazzo. Io alle 8.06, di solito, sono tra Arcore e Monza. Buona giornata anche in laboratorio, ché quel maledetto filtro sinusoidale a cui ho lavorato anche stanotte è funzionato e siamo anche riusciti a finire la scheda (unici, pare). Salvo non aver capito bene come, ma per quello c'è tempo.


Ed adesso farò un po' di fretta per la cena che la mia riunione inizia tra venti minuti.

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martedì 20 novembre 2007

Precisazioni

Per cominciare, precisiamo che questo blog (o meglio il suo autore) non ama. Né lo vuole fare. Né vuole abbandonarsi al sentimentalismo, al rimpianto, alle debolezze in cui generalmente ci si macera.


Benché, a volte, sembra che l'economia del cosmo ci sospinga dove non vogliamo, e ci faccia ritrovare, apparentemente per caso, resti fossili di evi passati della nostra vita, superati quanto si può superare una parte di sé stessi, e basta poco per correre il rischio di ricadere nel baratro da cui ci si era salvati faticosamente. Come una vecchia conversazione di Messenger (avendo l'abitudine di salvarle). La cosa positiva è, che pur oggettivamente essendo da riguardare con dolente rimpianto, l'unica cosa che sento è la delicata impronta di una felicità passata. Felicità insensata, comunque; benché io non sia uno che cambia idea in queste cose. Le mie ragioni di allora sono le stesse ragioni di oggi; solo che oggi sono subordinate alla Ragione.

Comunque, anche solo per sdrammatizzare, cliccando su "leggi tutto" è possibile vedere una vignetta assai appropriata di xkcd.




Nonostante, a voler essere pignoli (i miei colleghi mi farebbero il verso agitando il dito e facendo "bè bèbè bèbè"), il quarto quesito abbia soluzione banale = (cuore), essendo quella la matrice identità.

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martedì 6 novembre 2007

Felicità?

L'insensata allegria di mia sorella mi prosciuga l'anima

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lunedì 5 novembre 2007

Vado o non vado?

Ieri si è, anche, presentata l'occasione di andare alla seconda data milanese del nuovo giro di concerti dei Subsonica, che escono il 23 novembre con il nuovo album (L'Eclissi).
Piacermi, mi piacciono molto.
Ma non sono esattamente il tipo da concerti. Vado o cosa?

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mercoledì 31 ottobre 2007

Test ad associazioni implicita

Trovato il link sullo space di Sergiokar. Purtroppo adesso non ho tempo di trattarne approfonditamente, comunque ho fatto il test per il nazionalismo.
Ho una forte preferenza per l'Italia rispetto agli Stati Uniti.
C'era proprio bisogno di un test dell'università di Harvard per saperlo...

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lunedì 29 ottobre 2007

La morte

So di aver liquidato sbrigativamente la questione, ieri sera. E so che tra pochi minuti mi toccherà andare, come tutti, al capezzale del morto ed a trovarne la famiglia.
In queste occasioni, non so mai che dire o fare.
Perché, da un lato, vedo e capisco il dolore dei famigliari - come vedo e capisco il dolore della mia donna di servizio, che ha perso il padre dopo una malattia improvvisa la settimana scorsa. Ma dall'altro, ho l'impressione e la convinzione che questo dolore sia insensato.
Diciamo tutti che i morti stanno meglio dei vivi, e per chi crede questo è vero. Noi crediamo. Dovremmo quasi essere felici, anzi dobbiamo essere felici per i nostri cari che ora sono nella casa del Padre, la nostra dimora naturale - benché non automatica, altrimenti non avrebbe avuto senso la Redenzione.
Eppure tutti piangono. Io no, a dire il vero, ma non è che sia stato toccato da lutti molto profondi. Fortunatamente, certo. Se si esclude mio nonno Angelo, morto che non avevo ancora quattro anni e quindi sì - ricordo di aver pianto - ma non saprei se più per lui che era morto o perché si era spenta la fiaccola che avevo buttato nella fossa con l'intento che ardesse per sempre in lui il mio ricordo, i lutti successivi in famiglia hanno sempre riguardato parenti più o meno lontani, e tra gli amici ed i conoscenti qualche genitore di compagni di scuola o vecchi parroci e suore. Persone anche a cui ero affezionato, a volte, ma senza esagerare. Mai esagerare negli affetti.
E mi chiedo sempre di che piangano le persone che portano il lutto.
Non possono piangere per quello che li ha preceduti - a meno che piangano per invidia, e non mi sembra proprio il caso - piangono per se stessi. Su se stessi. Sui propri rimpianti e rimorsi, sul non aver avuto tempo di dire o fare qualcosa. Ma ora lui sa, è al cospetto di Dio. Con tutto l'amor che il morto può provare per i vivi, quanto deve sembrargli piccola la loro pena. Cosa sarà un dolore di giorni, di mesi, anche di anni, di fronte all'Eterno?
E noi, perché piangiamo? Ci sentiamo persi, fragili, deboli? Ma questo già lo sappiamo.
Non piangiamo sui morti; piangiamo, se dobbiamo, sui nostri peccati.

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domenica 28 ottobre 2007

Condoglianze

Mi associo al grave lutto e porgo le mie sentite condoglianze a mio cugino Davide ed alla sua famiglia per la perdita del caro nonno Giacomo.
Chiedo anche scusa per non essere andato alla veglia funebre con gli altri ragazzi e giovani ma di adolescenti che si piangono addosso gli uni gli altri non avevo proprio voglia.

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