mercoledì 5 marzo 2008

La fama della fisica nucleare

Prima lezione di Fisica Nucleare (in effetti, l'aneddoto risale a lunedì).
Come un po' tutti all'università, il professore esordisce spiegando come la Fisica Nucleare, in Italia, non sia tenuta in grandissima considerazione. Come fossimo ai primi posti per la produzione di energia elettrica da fissione nucleare, negli anni '70, e come la fobia delle radiazioni, seguita a Chernobyl, abbia portato alla chiusura delle centrali esistenti. Come l'unico reattore nucleare attualmente in funzione, in Italia, sia all'Università di Pavia. Come il suo gruppo sia apparso il mese scorso un po' su tutti i giornali per aver smentito la tesi dell'avvelenamento di Napoleone, misurando la quantità di arsenico presente nei capelli imperiali.

Dopo questa introduzione divulgativa, cambia il tono del discorso, che diventa simile a voi potete avere legittime e diverse opinioni sul nucleare. A me importa che sappiate quello che insegno. E che sappiate che molte cose che vengono dette sono stupidaggini. Ad esempio, la dose massima di radiazione annua che uno potrebbe ricevere è meno di quella naturale che si assorbe stando a Roma, dalle parti del Vaticano. Ogni essere vivente è un discreto portatore di isotopi radioattivi (in particolare ${::}^{40}K$, ma tutti sanno del ${::}^{14}C$). Una roccia vulcanica è più radioattiva di una sedimentaria, quindi sono più al sicuro io a Rosciate del rifugista del Brunone sul Redorta (questo era noto, ne avevo perfino discusso con l'ex rifugista). E, tutto sommato, un discorso rassicurante.

Fino a quando si mette a raccontare un aneddoto relativo a Chernobyl (a proposito della quale è di recente uscito un articolo su Le Scienze che sostiene essere sostanzialmente passato il periodo di crisi biologica della zona, e che attualmente ci sono un sacco di animali prolifici e contenti - ancorché con DNA mutato e con più alta variabilità rispetto a quelli normali - che prosperano per la mancanza di uomini). Il professor Fiorini si trovava, in quella mattina di aprile 1986, a Roma per un concorso. Tornando a Milano, si accorge che sugli schermi dei rilevatori di radiazioni dell'università sono apparsi dei picchi di unknown isotopi. Entro sera, i picchi erano chiaramente leggibili, e risultavano corrispondere ad energie di isotopi prodotti da fissione. Le notizie, che intanto avevano iniziato a circolare, relative ad un guasto in una centrale sovietica non identificata, di cui non si conosceva la gravità, furono velocemente messe in relazione con la presenza di queste particelle di fallout. Nel frattempo passavano le ore ed i giorni. Il computer, programmato per mantenere i grafici sempre della stessa dimensione, continuava a riscalare, ed i picchi della consueta radioattività naturale diventavano sempre più piccoli, fino a sparire al confronto con quelli "nuovi". Il nostro professore ed i suoi colleghi non riuscivano a dormire di notte; avvicinando la gola ai rilevatori di radiazioni potevano misurare la quantità sempre crescente di iodio radioattivo che si accumulava nella tiroide - l'organo più a rischio - Poi, verso maggio, i livelli di isotopi radioattivi iniziarono a scendere, fino a riportarsi nei valori dell'accettabilità.

Cosa ci insegna questa storia? In primo luogo, che se il prof. Fiorini voleva convincerci che fallout is good for you, non ha fatto centro. In secondo luogo, che i nostri amici ed ex colleghi Daniele e Luca, che lavorano per una ditta che smantella materiale radioattivo e vanno in giro con i contatori geiger a fare la guardia agli operai, magari guadagnano molto ma, in fondo, non li invidiamo. Ma ci si può consolare facilmente: più un isotopo ha vita media lunga, meno intensa è l'energia che lascia in giro. Quindi, alla fin fine, è meno pericoloso. Pertanto, meglio il plutonio (vita media di 25000 anni) che il ${::}^{60}Co$ con cui McArthur voleva seminare il Mare della Cina durante la guerra di Corea, che ha una vita media di 5,3 anni.

PS: Mentre stavo facendo colazione mi è tornata in mente una - speravo - dimenticata traccia di Gabry Ponte che mi faceva morire dalle risate allora e l'ha fatto anche stamattina; s'intitola - e mi sembra molto appropriata - La Radioattività. Dice: La vispa Teresa avea tra l'erbetta a volo sorpresa gentil farfalletta. E tutta giuliva gridava a distesa: l'ho presa! L'ho presa!. E s'introduceva un vocione che faceva: L'hai presa, cretina, e bene ti sta - gridò farfallina - la radioattività. Non sai che nei prati i più ionizzati siam noi poveretti, i piccoli insetti? Confusa, smarrita, Teresa arrossì. Dischiuse le dita...e in sei mesi morì! MOOLTO divertente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oh, bene. Allora in bocca al lupo per questo che, IMHO, è uno dei corsi più interessanti e coinvolgenti del corso in Fisica.

Per il cobalto 60 ( o era il Cs 137?...)la cosa mi inquieta ormai da qualche mese, sapendo che ne era fuoriuscito un tot anni fa da una piccola sorgente che usiamo nel laboratorio per le rilevazioni di raggi gamma con un rivelatore al Ge, e io pure ho maneggiato tranquillamente spessori atti a misurare il coefficiente di attenuazione (probabilmente cosparsi dello stesso) mentre mi nutrivo in modo vorace di kinder brioss, avendo (come spesso capita) saltato il pranzo...