domenica 30 novembre 2008

Euterpe

Ah, per interpretare il titolo vedetevela un po' voi

È qualche settimana che non mi capita di descrivere i miei fine settimana; fondamentalmente perché non ho tempo di mettermi a scriverne la cronaca, oppure - in qualche caso - perché mi servirebbero delle foto, o dei dettagli aggiuntivi, e finché non me li procuro non ha senso scrivere; ma quando li ottengo, ormai è passato del tempo e non ha più molto senso farlo. Così. anche stasera non mi metterò a descrivere la tranquilla ma piacevole serata di ieri al Maivisto di Sedrina (che per tenere fede al nome uccidono tutti quelli che ci sono stati una volta, o alla meglio li accecano), che sarebbe un birrificio artiginale, o quella di oggi all'oratorio con gli adolescenti.

Piuttosto, di oggi pomeriggio quando, sfumata l'idea di andare in cerca di neve, che non credo si dovesse andare molto distante da casa (ad aver voglia di camminare, dieci minuti di auto e poi meno di un'oretta verso il Misma bastava, ma anche andare - per dire - a Monte di Nese o giù di lì), sono invitato ad andare a Negrone per suonare con Fabio alla batteria e Rocco al basso. Questo, se proprio uno vuole ostinarsi con l'analogico, è il tipo di formazione che più mi va a genio (io, poi, non è che mi possa portare una tastiera analogica, niente Hammond come si può ben pensare) - per quanto io programmerei drum machine e sequencer e chi s'è visto s'è visto; ed invece è venuto anche un chitarrista. Per un po' di tempo rock senza niente di speciale (ed io non riesco a capire chi vi s'appassiona, ché io l'ho sempre trovato e lo trovo tutt'ora noioso); ma poi abbiamo (dopo il commiato del chitarrista) optato per un tentativo di interpretazione di Calvin Harris, che è un produttore electroclash per cui Fabio ha preso una specie di cotta, e che non manca di sottolineare essere nato nel 1984, e quindi essere suo coetaneo. Mette a dura prova il bassista, mentre bene o male io mi trovo meglio: per prima cosa mi piace la musica, e poi mi fa ricordare che devo assolutamente comprare un sintetizzatore. Non una tastiera MIDI da attaccare al computer. Proprio un sintetizzatore con tutte le manopole varie. E poi finalmente non c'è più la chitarra a sporcare il suono (già, non mi piacciono le chitarre elettriche, né i suoni sporchi). Dopo un po', non cercavamo nemmeno più di imitare i brani che ascoltavamo al computer (e di cui qui si trova un assaggio, giusto per capire il genere), ma semplicemente improvvisavano con quello stile. Qui c'è materiale su cui lavorare, come si dice.

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sabato 29 novembre 2008

Gesù Zero

Pomeriggio di oggi trascorso nella lettura di questo agile libro che ieri sera abbiamo regalato ai nostri adolescenti di quinta superiore, visto che accompagna in maniera un po' obliqua il cammino che abbiamo pensato quest'anno per loro. Ne consiglio comunque la lettura, anche se io un po' per scherzo un po' sul serio ho detto al don che avrei preferito regalare loro la Summa di san Tommaso. Alcune riflessioni (non molto approfondite, perché sto preparando qualcosa per Natale) si possono trovare come commento al libro su aNobii cliccando sull'immagine qui di seguito.

Immagine di Gesù zero

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venerdì 28 novembre 2008

La misura della fama

Se, un domani, per trovare anche solo citato il matematico giapponese Kentaro Yano si potrà evitare di raggiungere la diciottesima pagina dei risultati (e non si annegherà tra le pagine di un certo DJ Yano, maestro veronese dell'afro), io saprò a chi attribuire il merito.

E avrà a che fare con gli algebroidi.

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giovedì 27 novembre 2008

Aspettative

Me l'avevano raccontato ma non ci avevo creduto...

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mercoledì 26 novembre 2008

Ordine


L'occupazione del Lussana è dunque durata solo una notte. Nella foto, il Preside finalmente orgoglioso di sé stesso - ed immagino anche della polizia, giacché è stata la prima volta, a mia memoria, che è intervenuta subito alle sue richieste e non dopo giorni di inutili tira e molla.

Ai miei tempi, come chi è vecchio usa dira, procrastinavano in continuazione adducendo motivazioni di ordine pubblico; come se quattro-cinque anni fa gli occupanti si comportassero diversamente, ed usmando la mala parata non abbandonassero il campo. Tra l'altro, avendo come fonte Bergamo News, che da quel poco che ho sbirciato non mi sembra brilli per imparzialità, ma non ho approfondito, si nota subito la palese contraddizione da parte del Movimento Studentesco (che, al solito, solleva polveroni) che denuncia la chiusura del dialogo da parte della scuola, che non avrebbe concesso un'assemblea richiesta per discutere delle leggi Gelmini (che con le scuole superiori c'entrano ben poco, ma queste sottigliezze non sono mai entrate nella testa degli studenti, vedi proteste contro l'allora ministro Moratti per i Buoni Scuola della regione Lombardia), assemblea che salta fuori essere stata approvata il 13 novembre (il tutto scritto a due righe di distanza). È evidente che o ci sono dei retroscena che il cronista ritiene non rilevanti alla comprensione della vicenda, o la vicenda è montata. O, più probabilmente, entrambe le cose.

In conclusione, gli occupanti non sanno che fortuna hanno avuto, che non ci fosse un Parietti scatenato contro di loro. Probabilmente si trova ancora qualcuna che ne ha un brutto ricordo...

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martedì 25 novembre 2008

Giovinezza

Ok, il riferimento fascista nel titolo serviva solo per catalizzare attenzione e polemica. In realtà c'entra poco - o meglio, se giovinezza fa rima con sconsideratezza un motivo c'è, come sosteneva il mio prof di italiano di seconda liceo, per cui le rime tradivano un legame semantico.

In ogni caso, quei che gai^ vivono la propria lieta stagione hanno deciso di occupare il Liceo Lussana, questo pomeriggio. E, ragazzi (non lo dico solo perché sono un micatantocriptoreazionario), lasciate perdere e qualcosa di buono, per la vostra scuola (se è vero che ci tenete) riuscite ad ottenerla. Le ho vissute anch'io (sempre dalla parte giusta con il senno di poi e sbagliata agli occhi del mondo di allora) a suo tempo, e immagino l'imbarazzo dei rappresentanti di istituto (ammesso non c'entrino, non ho ancora abbastanza informazioni) che non so se nei venti giorni che saranno passati dalle elezioni abbiano già assunto "pieni poteri" o meno, e le irripetibili imprecazioni del preside quando la DIGOS arriva, controlla la situazione e se ne va lasciandogli la povera amata scuola in balia dei sovversivi, e le inutili dissennate discussioni del Comitato Occupante per stilare il documento di indirizzo politico (nota: se ci tenete a fare un salto nel delirio anni '70, mi pare che sul sito dell'UDS (un sindacato studentesco) si trovi una guida per l'occupazione, con tanto di comitati centrali e servizi d'ordine).

Se non fosse che farebbe più matusa di quanto io non sia, passerei l'analogo informatico delle ore, e cioè le pagine, a raccontare episodi ed aneddoti delle nostre passate battaglie. Nostre, perché eravamo un bel gruppo variegato, dal togliattiano di ferro che la coscienza di classe si matura tramite l'istruzione e quindi le lezioni non vanno interrotte, al rampollo della famiglia di destra. Nostre, perché quasi mi solletica la voglia di andare ancora a ficcarci il naso. Anche solo per conoscere poi 'sta Camilla Calderoli (quel Calderoli è lo zio) di cui molti mi parlano bene e che non ho mai visto. E mi dicono sia un peccato.

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lunedì 24 novembre 2008

Saranno atei e agnostici, ma razionalisti...

Mentre attendevo (per venticinque minuti artici, grazie alla stupidità congiunta Trenitalia-ATB) l'autobus oggi, mi è caduto l'occhio su un volantino ciclostilato appeso al palo del semaforo - per i curiosi e quanti non crederanno al seguito, il semaforo sulla destra di Piazzale Marconi, guardando verso viale Papa Giovanni - che pubblicizza un incontro organizzato da quei simpatici mattacchioni dell'UAAR (Unione Atei Agnostici e Razionalisti); l'incontro con uno che, dal momento che ha scritto qualcosa, va considerato uno scrittore, che pubblicizzerà la mai troppo sfruttata possibilità dello sbattezzo.

Proprio in merito a questo, la clamorosa buffonata. Nessuno, credo, e tantomeno il sottoscritto è tanto ingenuo da pensare che questi tali abbiano una vaga idea di quel poco di teologia sacramentale che basta per capire quanto sia assurdo pretendere di desacramentizzarsi; ma, infatti, non di questo si parla, quanto della richiesta di essere considerati estranei alla Comunità Cristiana di (precedente) appartenenza. Perché tale sarebbe l'unico modo (***spoiler alert: ora arriva la bomba***) per farsi riconoscere dallo Stato come non più cristiani.

DALLO STATO?

Viene sottolineato che, così facendo, non si ha più l'obbligo di seguire gli insegnamenti della Chiesa. Poi, per rassicurare i timorosi, chiariscono che sì, così facendo si figura scomunicati (apostati della fede e scomunicati, secondo me), ma che questo (per fortuna! Si sa mai...) non ha effetti civili.

E allora uno dice: MA CHE C'ENTRA LO STATO?? Che, sulla fedina penale ti segnano anche i peccati, se figuri nella lista dei cristiani?! Oppure sei costretto a versare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica (a proposito, informazione di servizio: se proprio non volete che un centesimo dei vostri soldi vada alla Conferenza Episcopale Italiana, firmate per qualcos'altro, altrimenti vengono ripartiti proporzionalmente alle firme, e quelle alla CEI sono la più parte) pena l'evasione fiscale?

Io mi spiego questa castroneria in uno dei tre modi che qui propongo: 1) sono stupidi e/o ignoranti; 2) vogliono creare un polverone quasi come se vivessimo nell'omologo cristiano dell'Arabia Saudita (lì, se apostata della fede, sei condannato a morte); 3) sono convinti di vivere nel '400, poverini, e ricordano bene che, in caso di scomunica, si perdeva anche l'autorità civile (perché i tuoi sudditi non erano più tenuti ad obbedirti).

Non ci si stupisce che uno dei loro leader sia Odifreddi, che l'ho visto ieri a Crozza Italia e dovrebbe valutare la carriera di comico (e lasciar perdere la Logica, Matematica o Immatematica)

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domenica 23 novembre 2008

Cristo Re dell'Universo

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi


Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Boh, mi sembrava il caso

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sabato 22 novembre 2008

Sabato mattina /1

Cascina Gobba-Bergamo, no autostrada, 1h abbondante (contro i 25' dell'andata, via autostrada). Le autostrade sono nojose.

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giovedì 20 novembre 2008

Lacrimate equazioni

«Ecco, quindi la misura sullo spazio delle fasi non cambia rigorosamente nulla di questa derivazione.
O forse esce N.
...
Insomma, siamo d'accordo che fino a questo passaggio tutto è giusto?
Tutto sta nel mettersi d'accordo sulla misura.
Quindi
accatagliatoallaterza esce in questa normalizzazione
Ma la funzione di Gibbs è normalizzata con questa metrica...
...
Ragazzi, mi viene da piangere!»

Si immagini a noi...

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martedì 18 novembre 2008

Facciamo solo un giro...

Sabato sera stavo proprio male. Non so come sia cominciato, perché fino all'ora della messa stavo bene; e - certo - lungo la strada di casa non faceva caldo, ma da qui a farmi ammalare...fatto sta che languivo sul divano, valutando quanto potesse suonare scortese non uscire ed andare a letto. Ho così preso consiglio di andare comunque all'oratorio, salutare i presenti di mia conoscenza, in modo di metterli a parte della mia indisposizione, e redire il prima possibile sotto le mie coperte.

Il più infagottato possibile mi metto per strada, e già dall'angolo di via Calvi scorgo l'auto di Geordie; prima delle nove e trenta, e questo già rendeva la serata un evento. Entro, al solito intercetto anche Fabio, e senza sforzarmi di fingere vengo preso dalle mie convulsioni di tosse che tutti quelli che mi conoscono hanno bene in mente. È evidente che sto poco bene, e lo faccio presente e annuncio che tornerò a casa. Ma un salto ad un posto tranquillo lo fai!, e poco ci si può opporre. Già il fatto che il posto proposto fosse il Gas Beer di Gazzaniga (niente di particolare, ma Gazzaniga è lontana!) non faceva presagire una serata tranquilla; nonostante Fabio approvasse, e solitamente pone il veto sul locale. L'arcano è presto spiegato, perché appena vista l'insegna sbotta "Ah! Intendevi QUESTO posto. No, io intendevo quel posto là, quello con le bariste carine". Considerato che non è che lui sia di palato difficile, non era esattamente facile intuire a quale bar facesse riferimento, ma ulteriori dettagli circa la distanza ed il freddo ci fa capire che si intende il Ritual di Clusone. Ma pensa che coincidenza! Potremmo passare a salutare Ivan Belli, che sarebbe il dj della Collina, la discotechina di Clusone, che cerca di emulare invano il successo dell'Antares, ed alla nostra veneranda età di ventidue-ventitré anni sembra di capitare ad una festa delle medie. Comunque, fatti i saluti e la conversazione, siamo scesi al bar; ed abbiamo quindi ordinato.

Credo la colpa vada ascritta alla pizza un po' troppo saporita della cena, ma avevo sete nel senso non alcolico del termine. Pertanto ho iniziato a bere acqua tonica; e Geordie, dal ligio nostro tassista dei sabato sera, parimenti analcolico. Fabio un po' meno, considerato che presto ferma chiamando a gran voce (e con l'epiteto da me affibbiatole appena entrato e vistala) "Casa nella Prateria", e deve trovare una scusa per congedarla, visto che già s'avvicina inquisitoria, né io ho intenzione di sostenere alcuna conversazione con estranei.

Dopo il Ritual si scende, come per consumato tradizionale rito, alla Lanterna delle Fiorine, dove l'ottimo oste Gio' ha esperienza delle peggiori serate alcoliche della storia, nostra e altrui. Solitamente abituati al bar deserto, quest'anno o l'Afrostation (discoteca per maniaci della musica di cui il nome sita tra Ponte Selva e le Fiorine) riscuote molto più successo del solito o siamo capitati in una serata importante, perché la Lanterna è tradizionalmente locale da preserata, in quanto il rapporto tasso etilico/costo è il più alto dei dintorni (e dunque uno va in disco già ciocco); tanta, infatti, era la folla convenuta che alcuni (due folli, il termometro dell'auto segnava lo zero) sedevano sui tavolini esterni ed all'interno erano esauriti i posti a sedere. Ordiniamo al banco (dietro al quale infilati stanno i superalcolici più strani), ed io provo/trovo dopo anni la mitica Cedrata Tassoni (La Lanterna tutta è un posto un po' anni Settanta); e così, dopo che una prima tappa di sabatoseranti si allontana per andare a ballare, conquistiamo il posto a sedere.

Ma ormai si avvicina l'una che è l'ora a cui il mio timer interno dà il logout. Appena saliamo in auto, per scendere a valle e fermarci a Vertova ove il famelico Fabio deve attaccare la pizzeria d'asporto "del romanista" aperta tutta notte; ma m'addormento, in una massa informe sul sedile posteriore, ben prima di arrivare a Ponte Nossa. Svegliatomi e fatto entrare in pizzeria, dopo due minuti sto di nuovo cascando dal sonno sulla panca d'attesa; e dunque seguo il consiglio di tornare in auto ed attendere lì. Non so bene per quanto, perché mi riscuotono un attimo appena hanno finito di mangiare, ma io non rispondo che con un mezzo verso; e subito dopo sono fuori dal mio cancello. Per quanto mi riguarda, poi, mi considero teletrasportato dal cancello al letto, perché non mi sono svegliato, lungo il tragitto. Ed erano già venute le due...pensa! (spero non abbiano compiuto reati nel lasso di tempo in cui ho dormito, perché non voglio né essere coinvolto né fornire strani alibi).

La lezione che tutto questo ci dà, cari amici, è che se non mi preparo per tempo, o dormendo fino a più tardi (giacché per me "tardi" è le nove, la domenica) o non facendo nulla tutto il giorno per accumulare energia, all'una o poco più tardi mi spengo; quindi non sono mai una buona compagnia nei lunghi ritorni automobilistici. Specie se in auto si è solo in due, perché non è che riesca a rimanere sveglio per solidarietà all'autista. (dovrei accennare a quella volta, a Jesolo, in cui mi stavo effettivamente addormentando alla guida, ma non voglio spaventare nessuno, meglio che non si sappia quale...)

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domenica 16 novembre 2008

Avanti, Savoia!

Nel resoconto "a tappe" del fine settimana il posto d'onore deve andare a venerdì sera, nel quale si è concretizzato il progetto della cena della III B Savoia 2000, ovvero la cena delle medie. Sebbene il venerdì sia per me una serata un po' blindata, essendo il giorno della catechesi degli adolescenti, con un minimo di organizzazione si riesce a fare tutto, ed anche ad infilare un'altra cena prima del catechismo.

Quando, dunque, finisce l'incontro salto in macchina e mi precipito a Treviolo, all'indirizzo che mi era stato segnalato via mail dai miei compagni organizzatori; ed arrivo in un ristorante deserto, con gli sguatteri che puliscono i tavoli quando, pochi secondi prima, Corna mi assicurava che non si erano ancora alzati e ti aspettiamo. Peccato aver omesso di segnalare che era avvenuto un cambio di ristorante, e che si era a Bremate Sopra - per fortuna a pochi minuti d'auto ed in zona a me ben nota.

Entro nel ristorante (di cui ho scoperto esistere un clone a Clusone, pensa te) e mi guardo attorno spaesato perché, pur avendo in mente più o meno come dovesse apparire la tavolata, non riuscivo a rintracciarla. Finché una ragazza si sbraccia al mio indirizzo, è una ragazza dall'aria nota, ergo deduco che quello sia il tavolo. Ed infatti trovo quanti avevo visto più di recente (Corna e Giupponi, per la cronaca), quanti di cui ho il contatto FB e dunque ho visto foto recenti (Gatti, l'Ambrosini) ed altri inconfondibili (il Deda, e Pasquale ora diventato De Pasquale). Stanno finendo di cenare, ed io mi sistemo al posto tenuto riservato per me e desolatamente rimasto intonso, scusandomi spiegando loro i miei mille impegni, ed entrando a gamba tesa nelle conversazioni che si stavano tenendo dal mio lato del tavolo.

Ho presto notato che era in corso una discussione abbastanza vivace a sfondo politico, essendo state parecchio divergenti le posizioni politiche assunte dai miei ex compagni. Cerco di tenermene alla larga, ma non so se sia stato meglio finire coinvolto da De Pasquale sul rapporto tra cristianesimo e democrazia (tramite la quale lui voleva spingermi su posizioni antidemocratiche, cui sempre s'è attenuto); e comunque a cosa serve essere democristiano nell'animo, se non a non far degenerare in rissa il confronto tra il tipico leghista e la tipica "io non mi sento bergamasca ma siciliana". Presto la cena viene conclusa, e la maggior parte delle nostre compagne va a casa o vi si fa riaccompagnare; mentre noi uomini, dopo aver perso Deda, puntiamo su un bar.

Dal quale, al termine di lunghe discussioni che non sfiorano né politica né studio né lavoro, ma la più sentita questione del dating pool, veniamo scacciati all'orario di chiusura. Perché tra una cosa e l'altra si sono fatte le due; e, ritrasferitici di fronte alla Savoia (nella foto la triste assonometria di Virtual Earth), abbiamo proseguito la discussione fino all'insorgere dei primi segni di congelamento. E ci siamo congedati augurandoci di vederci più spesso (l'ultima cena di classe, se ben ricordo, risale a circa tre anni fa). E mi sono augurato (tra me e me, per non essere scortese) che la prossima volta non manchi qualcuna che è mancata stavolta.

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sabato 15 novembre 2008

Tartini

Il parroco nuovo mi attende in fondo alla scaletta per farmi i complimenti e chiedermi cosa ho suonato all'offertorio. Con grande stupore mio, che ho praticamente aperto una pagina a caso de La scuola classica del giovane organista e l'ho suonata. Era questo:

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venerdì 14 novembre 2008

Bialgebroide di Lie triangolare

Per la definizione e tutto quello che ci sarebbe da sapere (che è comunque di più di quanto sappia io), rimando all'articolo di Mackenzie e Xu che inventa il bialgebroide di Lie e le sue prime perversioni. (vedo che ci vuole non so che permesso, se qualcuno è interessato chieda che vedo cosa posso fare).

La congettura (che metto agli atti per questioni di primogenitura - capito, prof. Kosmann-Schwarzbach?) è la seguente.

Consideriamo una varietà dotata di un bivettore di Poisson (per gli amici, $P$). Il bivettore di Poisson può essere utilizzato per definire una funzione (in gergo, una mappa fibrata dal fibrato cotangente $T^*M$ al tangente $TM$, tramite l'identificazione $\langle\alpha,P^#\beta\rangle=P(\alpha,\beta)$, dove per iperformalismo distinguo $P\in \Lambda^2(E)$ bivettore da $P^#:T^*M\to TM$ mappa fibrata. $P$ è di Poisson se ha parentesi di Schouten nulla con sé stesso.

Ora, che tipo di oggetto devo associare a $N:TM\to TM$ mappa fibrata di Nijenhuis per ottenere la stessa identificazione? La torsione nulla si concretizza in una specie di nullità per una certa parentesi di Schouten? Il che porta a chiedersi: il bialgebroide $PN$ è un bialgebroide di Lie triangolare doppio? Perché ho che $(TM,T^*M,P)$ è doppio in quanto $P$ dà al cotangente la struttura di algebroide ereditandola dal tangente, e $N$ potrebbe dare a $(TM,N)$ la struttura di algebroide prendendola dall'algebroide $(T^*M,P)$...e avremmo chiuso il cerchio. O, più probabilmente, resteranno congetture.

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mercoledì 12 novembre 2008

C-Cappuccetto Rosso

Nicolas Barbecue è un nome dietro al quale si nasconde un gruppo di studenti e ricercatori della Sapienza, che si dedica alla "scrittura" (prosa e poesia) matematica. Qualche tempo fa è circolato in università il testo di questa fiaba. Non si pretenda di capire tutto quello che c'è scritto, perché ci sono alcuni passi molto "tecnici"...


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lunedì 10 novembre 2008

Almanacco di cose da fare

  • Mentre tutti vanno a guardare la Pietà Rondanini, concentrarsi sui meccanismi di sparo delle armi da guerra del XVII secolo;
  • Mangiare un panino e bere un Coca e Avana; a pranzo;
  • Mentre tutti quanti si appassionano al percorso al buio dell'Istituto per Non Vedenti, "vedere" l'estintore;
  • Andare alla Ricordi in cerca di partiture e non di cd;
  • Deridere le promoter Alice senza vergogna e senza dignità in Piazza Duomo;
  • Guidare un gioco all'urlo di «te;Uccidiamola!»te;;
  • Improvvisare tastiera e tappeti in convento;
  • Entrare in un ristorante per bere un caffè ed uscire sazi.

Tutto questo powered by ORSI. Peccato per le ore di sonno, ma...

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venerdì 7 novembre 2008

Io sono più a sinistra di te!

Folla di studenti e pendolari che il sottopasso della stazione di Greco vomita, come ogni giorno, nel mezzo del quartiere Bicocca. I volti ancora assonnati, le conversazioni tra due o più a mezza voce, il monotono incedere dei passi vengono disturbati da un megafono che gracchia slogan improvvisati (con le frequenti e sgradevoli pause dovute al macinio di neuroni del parlante, per decidere che frase a effetto estrarre dal proprio repertorio). Ci sono tre manifestanti i cui abiti (abiti? si chiamano così?) indicano chiaramente il loro aver dormito in un centro sociale, in un liceo occupato o in un comodo appartamento del centro, mentre la badante filippina "destirava" i vestiti per dar loro un aspetto vissuto, i quali sorreggono un lenzuolo che ci avvisa della nostra (altrui?) imminente sommersione da parte di un'onda, ed il quarto strepita nel megafono. Spandendo foschi presagi di sventura su noi, i nostri figli, i figli dei nostri figli. Lo studente accanto a me alza lo sguardo al cielo, ed aggiunge sarcastico nei secoli dei secoli. Amen., e poi dribbla il volantino che gli stanno consegnando. Il dottorando che ormai vediamo da anni installato al quinto piano sibila un commento poco oxfordiano sottovoce, e si infila come un bulldozer tra striscione e dimostrante. Gli altri, semplicemente, ignorano. Se volevano si formasse un corteo con cui unirsi alla manifestazione in centro, sono senz'altro rimasti delusi. Meno di sei studenti hanno ritenuta degna di nota la manifestazione (e nel conteggio includo i lenzuolosorreggenti); il settanta per cento dei rimanenti sono rimasti scocciati per il rumore (nonostante sia a Milano, il quartiere è silenziosissimo); tre hanno cambiato idea, ed ora sono a favore della legge 133. E della depenalizzazione dell'abigeato, per quello che conta.

Mi dirigo, lasciando la voce e le polemiche svanire lentamente alle mie spalle, verso il blocco di scienze, il bar dell'U3 ed il caffè del mattino.

Incontro Perri e la sua "coscienza politica", ovvero Ilaria, e scopro che, nell'ordine:

  1. Quei "signori" piantano casino perché non si sentono rappresentati dagli interlocutori istituzionali, ovvero ListeDiSinistra.
    Del resto, loro sei non rappresentano nessuno. E non riesco a capire l'utilità di cercare di coordinare le attività con sei teste calde.
  2. La parziale marcia indietro del governo a proposito della legge 133, con le modifiche annunciate ieri, è solo un'operazione di facciata
    Come buona parte della politica italiana tutta. Io tenderei a sottolineare che è un miglioramento, o quantomeno un segno d'apertura.
  3. Sull'università non si può intervenire con correzioni ed aggiustamenti finanziari, ci vuole una riforma complessiva
    Probabilmente vero; come è probabilmente vero che non ci sia cosa in Italia che non trarrebbe giovamento da una riforma complessiva. Come è probabilmente vero che i problemi dell'università non sono solo problemi di soldi, su cui la legge interviente. Come è probabilmente vero che a furia di "faremo riforme complessive" va a finire che non si fa nulla.

Piuttosto, io credo che con la mossa di ieri il Governo abbia inteso offrire la possibilità alle università di scendere a compromessi (e, dunque, mostra la propria disponibilità a fare altrettanto), in quanto il clima di muro contro muro delle due settimane passate, oltre a far letteralmente precipitare la fiducia nei sondaggi (e sappiamo come il nostro Cavaliere Mascarato ci tenga ai sondaggi) da tipo il settanta al cinquanta per cento, impediva quello che è il momento peculiare (e che a qualcuno risulta sgradevole, ma ci faccia il callo) della politica, che è mettiamoci d'accordo. Adesso, un passo indietro gli uni un passo indietro gli altri, e si sistema l'ennesima toppa sul sistema universitario. Una toppa che speriamo copra il più possibile. Ad ogni modo, chi di dovere ha capito l'andazzo, vedi il rettore del Politecnico di Torino che si è detto disposto a mettersi attorno ad un tavolo; ed è quello che faranno anche gli altri rettori, che alla fin fine non avevano digerito che li si toccasse nel portafogli. Ed il rischio per i nostri amici manifestanti è che si ritrovino in brache di tela, perdendo da un giorno all'altro il sostegno che fino ad oggi hanno avuto da parte delle università. E già c'è chi li delegittima a sinistra (vedi il poco mosso di stamane), e non avranno altra scelta che rituffarsi tra le dispotiche braccia dei vari Movimenti, Collettivi e Reti se non scenderanno, con variabile disciplina ed intento, allo stesso tavolo dei rettori. Braccia da cui si sono liberati, almeno da noi in Bicocca, solo recentemente, ed altrove addirittura solo in teoria.

Pertanto, io cercherei di far passare il sedersi ad un tavolo del governo che fino a tre giorni fa andava per la sua strada come una grande vittoria (ed una vittoria lo è, anche se magari non grande) e di capitalizzare il consenso; possibilmente stornandolo da quei casinisti buoni solo di farsi caricare dalla polizia per aver tentato di occupare le stazioni ferroviarie (piazzale Cadorna prima, Roma Ostiense oggi). O a quelle associazioni studentesche che tendono ad avere grandi consensi, ma che in questo frangente sono state in disparte (pur condividendo il merito della protesta), per non urtare ministri amici. Con tutto quello che di buono ne potrebbe conseguire.

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giovedì 6 novembre 2008

Malignità

Qualcuno mi fornisca un buon motivo (entro domani sera, possibilmente) per non rovinare una festa a sorpresa, la cui sorpresa potrebbe rivelarsi più amara (e, vada come vada, meno gradevole) del previsto.

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mercoledì 5 novembre 2008

Geometria Generalizzata e NLSM - Tesi

Anche se posso ben immaginare che siano decisamente in pochi (elencavamo tre gruppi di ricerca, a suo tempo) cui possa interessare, ho deciso finalmente di rendere disponibile la mia tesi di laurea. Avvisando che questi risultati sono già stati discussi e si sta lavorando ad una loro generalizzazione (se riusciremo a trovarla, è un altro discorso). Ad ogni modo, nell'elenco qui in sidebar e direttamente a questo link è disponibile il pdf della tesi discussa il 28 ottobre.

Generalized Geometry and Nonlinear Sigma Models

Despite I do can imagine that interested people are few (we counted three research groups, during our work), I finally decided to set my Bachelorship thesis public. I warn that these results have already been defended, and we are trying to get a generalization (if it will be possible, it's a good question). Anyway, at this link you can find the pdf file of the thesis defended on October, 28th.

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lunedì 3 novembre 2008

Psicanalisi

«Donde viene questa ostilità, o questo disprezzo, nei confronti delle donne?»

«Chiaramente dal disprezzo per il mondo. Le donne fanno parte del mondo, no?»

«...»

Tratto da una storia vera

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domenica 2 novembre 2008

Il lungo weekend

Mia sorella voleva che, una volta presa la laurea, me ne partissi per un viaggio in qualche destinazione esotica; alcuni amici optavano per il non molto esotico Lido di Jesolo, e per un più modesto fine settimana. Io, che - come vado ripetendo da anni - non amo viaggiare, me ne sono stato a casa, perlopiù steso sul divano. Ma, pur venendo meno la mia volontà, non sono venuti meno i fatti, e quindi c'è molto da raccontare.

Giovedì sarebbe un giorno che, nonostante gli intenti dell'universitario viveur mi avessero a suo tempo fatto conteggiare come fine settimana, in pratica è sempre stata una serata di divano, poltrona, o al limite, ma una volta ogni tanto, bar dell'oratorio. E, mentre là ero, a bere lo speciale whisky&soda che ci prepariamo solitamente, si fa vivo Epo che è stato morso dal germe della ggioventù nel senso più deleterio del termine, e non può sopportare di non uscire una sera. E, possibilmente, girare il più possibile. Così, anche considerato che io avevo, in effetti, un po' da festeggiare, mi ha portato all'UD di Bergamo, in zona Cinque Vie, perché il giovedì vi si tiene una sorta di serata internazionale. In sostanza, tutte le persone fornite di abbondante buontempo vi convengono per darsi un'aria cosmopolita, approfittando del manipolo di studenti Erasmus che ha avuto la pessima idea di venire a Bergamo; tali persone di abbondante buontempo essendo, in massima parte, studenti universitari (perché se sei alle superiori magari tua madre ha da ridire se rientri all'una in settimana, e se vai a lavorare hai di meglio da fare che pigiarti in un locale fighetto dall'imbarazzante carta dei vini), specie se fuori sede - quanti studenti fuori sede possono esserci a Bergamo? Quindici?
Subito individuati da uno di Locate con cui eravamo stati insieme a Roma millenni fa, Epo è a propria volta incocciato in un tale (ex Lussana, difatti dall'aria familiare) conosciuto ad una festa del Fanto - e lascio solo immaginare che tipo dovesse essere - che in quindici secondi ha individuato tavolo di ragazze, vi si è fiondato, si è presentato, ha coinvolto le due più piacenti in una conversazione ed ha a propria volta introdotto noi due: Epo affascinato dall'efficacia dell'approccio, io piuttosto attratto dal dvd di Zoolander che passava sugli schermi al plasma. Probabilmente troppo asociale per questo tipo di rapporti estemporanei, ho osservato invece con curioso interesse scientifico come, mentre il tempo passava, saltasse fuori che tutti i gruppetti seduti ai diversi tavoli in un modo o nell'altro si conoscessero, e come piano piano si sia formato un'unica tavolata. Essendomi già fatta un'idea precisa e nient'affatto lusinghiera delle universitarie fuori sede, ho sfruttato la mezza frase di politica che ho colto sulla tavolata per improssivare una mezza concione sulla famigerata 133. Quando i gestori del locale hanno acceso le luci, per suggerirci diplomaticamente di levare le tende, abbiamo tentato di andarcene a casa, ma siamo stati coinvolti nella ricerca di un ulteriore locale in centro a Bergamo dove bere qualcosa, come se fino a quel momento non avessimo fatto altro. Trovata la birreria deserta ci siamo accomodati, e siamo (ma soprattutto sono) stato incastrato in una conversazione inconcludente con una stralunata dark (sapevo che non dovevo vestirmi di nero, le avrò ispirato fiducia) che, per le assurdità che diceva, ho decisamente sopportato più del dovuto, cercando di capire gli scampoli di ragionamento che produceva. In conclusione: se non sai nulla di una questione, taci. Specie se è una questione scientifica.

Venerdì era in programma l'evento del fine settimana, ovvero il Pranzo dei Dottori, i laureati in fisica alla Bicocca negli appelli di settembre ed ottobre. Siamo convenuti a Morbegno (SO), onde mangiare sciatt, pizzoccheri e brasato. Gli afferenti a Milano avevano calcolato il treno più adatto per andare e tornare, onde non aver problemi etilici, anche considerata la distanza tra Morbegno ed il resto del mondo. Io, solitario dalla mia Bergamo, avevo in un primo momento valutato di raggiungere il posto per la strada in assoluto più diretta, cioè il Passo S. Marco in cima alla Val Brembana, ma le precipitazioni degli ultimi giorni, nevose sopra i mille e rotti, ne avevano sicuramente determinato la chiusura. Pertanto, si era pensato di andare a Lecco e prendere là il treno, ma problemi logistici (il parcheggio in primo luogo, ma non va sottovalutato l'"aver perso il treno" (a Lecco era scontato, ma contavo di raggiungerlo a Varenna) mi hanno spinto a raggiungere Morbegno con la gloriosa AX. E, dopo l'ottimo pranzo, motivi sentimentali (ma non pensate a chissà chi: è noto che io amo la montagna) mi hanno indotto a fare rientro ai miei luoghi dopo un lungo giro alpino, risalendo la Valtellina fino a raggiungere il piano Aprico della canzone del Piave ed a scendere poi per Edolo, la Val Camonica e la Val Cavallina. Un ritorno fantastico: neve e veloce guida di montagna (la strada è molto bella). La sera niente di speciale, perché come al solito c'è catechismo per gli adolescenti (e, comunque, chi aveva più voglia di fare alcunché?). E, al termine dell'incontro - film, troppo un'americanata buonista per venire incontro ai più basilari gusti cinematografici - solita tappa all'Ein Mass, per provare una nuova birra (e mangiare un brezel: buoni!)

Ma, come al solito, la resa dei conti è il sabato. Dopo il consueto convegno di tutti e quattro, Fabio io Epo e Geordie, al bar dell'oratorio, siamo andati alla Cafeteria di Treviolo, locale in auge da quest'anno come ritrovo della Bergamo bene, e pertanto non proprio in cima alla lista dei posti che volevo visitare. Nonostante l'iniziale perplessità suscitataci da un tizio vestito di bianco dalla testa ai piedi, che ci faceva sospettare un luogo di pessimo gusto, siamo tutti stati soddisfatti dell'atmosfera sobria (effettivamente troppo sobria, per un bar da sabato sera) e dai due-tre occasionali incontri, ma abbiamo poi deciso di passare il resto della serata in un locale più "vivo", e ci siamo trasferiti al Jamaica di Paladina (Jamaica è un marchio in franchising, questo chiamasi propriamente "Xymaca") per la padella di frutta. Anche se suona incredibile scritto da me, o ascoltato dalla mia voce, la padella anal(colica) è decisamente più buona di quella alcolica; e ne abbiam bevute un paio. Per concludere al negozio di specialità siciliane posto proprio accanto al Mascheroni, dove ho mangiato un cannolo (dal settentrionale che sono, il primo in vita mia) - benché mi accontentassi di una ciotolina di ricotta, che poi è quello che mi piace. Ehi, buono! E rientro a letto, nemmeno troppo tardi su scala assoluta, ma decisamente sì per i miei bioritmi da sveglia di buon'ora ed a letto presto.

Oggi, domenica, si doveva compiere la promessa della mia cena di laurea slittata per le proteste dei fratelli: e, dopo la Messa (e l'aperitivo in oratorio, ancora qualche mese e faremo seria concorrenza all'unico bar "vero" di Rosciate), siamo andati a Parre (Val Seriana, ma chi non conosce Parre?) per mangiare i mitici scarpinocc, ovvero ravioli di magro con pangrattato e formaggio. Al ristorante Miravalle, dotato di quella patina vintage che ammanta tutti i paesi dalla media valle in su, abbiamo mangiato bene, ma soprattutto moltissimo; peccato esser dovuti scendere a Bergamo per portare mio fratello a vedere la sua Talanta, ché la splendida giornata di sole poteva farci fare un'altra scappata sulla neve. Agli Spiazzi di Gromo, o sul Vaccaro, c'era.

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sabato 1 novembre 2008

Geometria Generalizzata e NLSM - Presentazione

Finché non riesco a capire perché un bellissimo sistema per registrare presentazioni online fa le bizze con i pdf, bisognerà che il lettore interessato rinunci al mio suadente commento e si accontenti di questa presentazione, che è la versione "disanimata" della mia, e con una grafica pessima perché SlideShare rovina tutte le sfumature.

Geometrie generalizzate e NLSM
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Certo, con la voce è tutta un'altra cosa. Cercheremo di risolvere.

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