sabato 28 febbraio 2009

Elezioni Universitarie a Bergamo

Nelle giornate di giovedì e venerdì si sono tenute le elezioni degli organi accademici all'Univerisità degli Studi di Bergamo. La mia percezione è che - a differenza della scorsa tornata, in cui i partiti politici di centrosinistra avevano seguito più da vicino composizione delle liste e campagna elettorale - quest'anno si sia lasciato ampio spazio di autonomia all'associazione studentesca Officina 33, che finalmente si è liberata dall'abbraccio soffocante dei Collettivi Studenteschi.

I risultati sono positivi - che è un modo moderato per dire che hanno vinto, anche se i dati pubblicati sul loro sito sono ancora provvisori, mentre l'università tace - anche nella ultradestrorsa sede di economia, in cui si sono tenute ottime posizioni.

I più doverosi e sentiti complimenti a tutti i ragazzi dell'associazione, ed auguri di buon lavoro allo squadrone degli eletti.
Ma non sarei io se non mi mettessi subito a giocare con i numeri. Vorrei portare l'attenzione dei miei lettori bergamaschi (per carità, anche degli altri, ma non credo siano poi così interessati) sullo spostamento dei voti dal 2007 a ieri. In particolare, incredibile ridimensionamento della quota di rappresentanza del Movimento Universitari Padani, e travaso dei voti sulla lista Azione Universitaria, o Destra Universitaria (in facoltà diverse le denominazioni cambiano). Officina 33 guadagna dappertutto, passando ad economia dal 23 al 37%. Vorrei però farvi osservare i risultati di Lingue e Letterature Straniere, perché è l'unica facoltà in cui si sia presentata Liberamente, lista legata a Comunione e Liberazione. A differenza dell'ultima tornata, dove con il nome Listaperta erano stati presentati candidati un po' per tutti gli organi. Da un lato, questo indica senz'altro una compressione della presenza ciellina nell'università, e può benissimo trattarsi semplicemente di un fatto "generazionale"; se tra due anni il gruppetto di Comunione e Liberazione che ora è negli ultimi anni delle superiori si iscrive a Bergamo le cose cambieranno. Intanto, però, nella sola sede in cui si presenta, Liberamente porta a casa senza colpo ferire la maggioranza relativa. Staccate di pochi voti Officina 33 e poi Destra Universitaria.

Dire a nuora perché suocera intenda

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mercoledì 25 febbraio 2009

Ammmòrre

Immaginatevi la scena (vi viene più facile se avete visto ieri sera, come io per la prima volta, A Beautiful Mind).

La ragazza, avvolta in un abitino leggero, seduta al tavolo di un ristorante. Lui, l'innamorato che le avrebbe voluto chiedere di sposarlo ma si è appena incartato in un'indecifrabile metafora sui dati sperimentali, come da prassi in ginocchio alla sua destra. Abbastanza titubante.

Lei, per toglierlo dall'imbarazzo, gli chiede dolce: «L'Universo è finito o infinito?»
Lui risponde subito «Infinito!»
«Ma come fai a saperlo?»
«È vero, non ci sono dati sperimentali che lo confermano. Ma neanche che lo smentiscono»
«E allora come fai a dire che è infinito se non lo sai?»
«Perché lo credo»

I rumori di sfondo si attenuano, i colori si saturano, così lo spettatore sa che sta per arrivare una perla. Infatti la ragazza, avvicinando il viso a quello dell'amato, sussurra:
«Ecco. Così è l'amore»

Difatti, l'universo è finito.

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lunedì 23 febbraio 2009

Prima repubblica

L'auto blu si era fermata furtivamente nel vicolo accanto al palazzo di Piazza del Gesù. Aveva spento i fari, e velocemente era sceso il corpulento segretario del PSI. Infilandosi in una porta seminascosta per evitare l'assedio di giornalisti che presidivano il portone, viene condotto nella sala riunioni dove sono seduti i segretari degli altri partiti della coalizione di governo. Ciascuno ha tra le sue mani i risultati delle elezioni politiche della domenica precedente. Bisogna costituire il governo.

«Non è pensabile che la Presidenza del Consiglio vada ad altri che al partito di maggioranza relativa», iniziò a puntare i pugni sul tavolo l'occhialuto avellinese.
«Ma il tuo partito non ha più la maggioranza relativa: il PSI è arrivato al 27,3%, e come tale spetta a noi la Presidenza del Consiglio»
«Calma, calma - interruppe il segretario del PLI. Noi non sosterremo alcun governo guidato da un socialista, per quanto moderno possa sembrare codesto socialismo», ed a tale opposizione si unì anche il segretario del PRI, che non poteva perdonare una vecchia gaffe socialista su Garibaldi. Il segretario DC picchiò il pugno sul tavolo, mettendo tutti a tacere. E proseguì mellifluo « Non è questo il punto, e lei lo sa, onorevole Craxi. Eravamo già d'accordo che la Presidenza del Consiglio sarebbe stata nostra, prima ancora delle elezioni. Nevvero?»

Questa rivelazione mandò su tutte le furie il segretario del PSDI, che ne era all'oscuro, ma questa volta fu il segretario del PSI ad alzare la voce. E che gli accordi fatti vanno onorati, ma per il resto...

Ecco, per il resto c'erano grossi problemi. Patti incrociati da rispettare, e la consapevolezza che nessun governo era possibile senza un'accordo che soddisfacesse la DC. Che, però, l'esito elettorale aveva lasciato martoriata, appena il 18% dei consensi. Del resto, PSI e PSDI, che insieme raccoglievano il 40,2% dell'elettorato (27,2 e 13 percento) (sì, erano state elezioni disgraziate) non potevano comporre un governo tra loro, e nemmeno se i partiti laici (8 percento) avessero sostenuto un governo senza DC (ma vi vedete i liberali a votare la fiducia?) la coalizione avrebbe ottenuto il risultato di formare un governo. Anche perché, inutile dirlo, i vari cacicchi locali democristiani erano sul piede di guerra.
Dopo essersi scornati per ore, senza riuscire a venire ad un accordo, ed avendo provato soprattutto il segretario del PSDI, meno allenato di altri a lunghe discussioni, il segretario DC fa un cenno ad un portaborse presso la porta, che gli consegna una cartelletta.
«In realtà avevo già preparato una soluzione prendere o lasciare, che deve soddisfare tutti. Altrimenti, se si cambiano le carte in tavola, noi ci allarghiamo a qualche altro ministero chiave. Le cose andranno così:
Presidenza del Consiglio, Ministero degli Esteri, Ministero della Cultura a noi. Ministero degli Interni, Ministero del Lavoro, Ministero delle Comunicazioni, Ministero dell'Ambiente al PSI. Ministero della Pubblica Istruzione al PLI. Nessun ministero al PSDI, non ci è piaciuto come si è comportato in campagna elettorale, e su questo sono d'accordo anche i Socialisti. In compenso al PSDI andrà la Presidenza del Senato. Inoltre, il PSI avrà tre sottosegretari, due li avremo noi, uno il PSDI e l'altro il PRI. E fine delle discussioni.»

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venerdì 20 febbraio 2009

Apnea


Per prima cosa mi scuso con i miei lettori - sempre meno, specie man mano che i post si fanno più radi - ma questa settimana è stata molto simile a quella che penso essere l'anticamera dell'inferno.

Da un lato, le ultime lezioni del semestre che, in teoria, doveva finire una settimana prima, ed i professori per terminare i corsi hanno raddoppiato le ore di lezione, realizzando improponibili incastri ed ottenendoci tour de force inimmaginabiti. Tanto che eravamo soggetti, noi teorici, non solo alle ironie dei colleghi sperimentali, ma addirittura a quelle degli altri insegnanti. Adesso, martedì dovremo affrontare l'esame di Fisica Atomica e Molecolare con uno dei corsi studiati meno bene della storia - ed esercizi per lo scritto che sembrano del tutto estranei alla teoria del corso.

D'altro canto, con insospettabile ed ironica coincidenza di tempi, questo sabato si svolgerà l'Assemblea Provinciale dei Giovani Democratici, e direi che il clima è di tutt'altro tenore a quello che si respirava quando, ormai due anni fa, curai l'organizzazione del Congresso dei Giovani della Margherita. Un infinito numerabile di riunioni per trovare la giusta alchimia - in onore della quale ho messo la foto, che sta a voi scoprire di chi è - e questo va bene. Un po' meno bene che non si riesca mai a chiudere un accordo che l'accordo vada rimesso in discussione. E mai da noi.
Adesso sembra che le cose abbiano iniziato a marciare sul giusto binario, ed almeno il congresso di domani dovrebbe filare liscio. I nodi, se ci sono, verranno al pettine dopo.

Poi certo, qualcuno potrebbe chiedersi perché, col Partito che si sfascia, affannarsi tanto per il Movimento Giovanile. Sono possibili due risposte, credo. La prima è che bisogna diffondere un mood di normalità, ed evitare il più possibile l'impressione di «Tutti a casa!» che si respira; la seconda è, più o meno, «Già...»

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domenica 15 febbraio 2009

Morale

Questo blog solitamente si astiene dal fare il moralista o dal girare vestito di peli di cammello urlando contro i tempi, gli uomini ed invocando la biblica pioggia di fuoco dal cielo. Ma, alle volte, è proprio difficile trattenersi. La soluzione è il distacco emotivo; che torna sempre utile anche nella vita vera.

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venerdì 13 febbraio 2009

Post ermetico

Che bello, quando sarò il primo a dire «L'avevo detto!»

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lunedì 9 febbraio 2009

Riserva OrSI

È diverso tempo che non scrivo dei miei fine settimana, perché spesso ormai galleggiano in una tutto sommato tranquillizante abitudinarietà. E la cosa degna di maggior nota sarebbe il catalogo delle birre provate e l'assottigliarsi della lista delle mancanti.

Ma questo fine settimana c'è stata la cosiddetta riserva OrSI, cioè il ritiro per i giovani degli oratori di Scanzorosciate, ed essendo cosa che avviene solo tre volte l'anno è senz'altro un evento. E, credo, è anche un'esperienza di formazione e di fede importante.

Per via di alcuni problemi di "riflusso" genericamente distribuiti tra gli stessi giovani educatori, ed in mancanza di riscontro da parte degli adolescenti di quinta superiore che, pure, erano stati caldamente invitati a partecipare (ma su questo fatto esprimerò due parole a margine), abbiamo incominciato sabato pomeriggio con i Primi Vespri della domenica, e con un parzialmente abortito tentativo di canto per i salmi (dopo l'imbarazzantissimo inno di lunedì scorso, quello l'abbiamo imparato, ma per il resto ci vorrà tempo). Dopo la presentazione del tema abbiamo cenato, e - esauriti i pochi servizi, anche perché quando si lavora in quindici ci vuole poco a sistemare una sala da pranzo ed una cucina - iniziato con la meditazione (la lezione, più propriamente) serale.

Verso le ventitrè scendiamo dal salone alla sala da pranzo per passare un po' di tempo insieme, chi a giocare a carte chi nell'appena scoperto e nuovissimo Gioco della Bibbia, una sorta di Trivial Pursuit con domande che nemmeno un ebreo osservante che impara a memoria la scrittura...del tipo "Quanto è alto il monte Garizim" o "Quanto pesavano i capelli di Sansone"; gioco che, nonostante gli avversari compiessero scorrettezze come farsi dare il passo biblico in cui trovare la risposta, e il gioco passando dall'essere una prova di conoscenza all'essere una prova di "sfogliamento veloce" della Bibbia, sono riuscito a spuntarla (con una certa dose di buona sorte, anche). Ah!
Compieta e riposo. Riposo, non so per gli altri - o meglio, ho registrato che qualcuno rumoreggiava, ma si sa che dopo l'una di notte mi shutdowno e crollo addormentato, mentre gli altri tardavano a coricarsi nei tre cameroni dei russatori, degli asociali e dei normali (anche se "normali" è una parola un po' grossa).

Pur svegliato alle sei del mattino dal don che andava a celebrare messa prima e dalla suora che scendeva per andare ad aprirgli la porta del convento, e successivamente ridestato con buona approssimazione in un intorno sinistro dell'ora della sveglia, mi ritrovo sveglio pronto e moderatamente arzillo (il quale è un aggettivo che mi spesso mi si addice, come a Baldini) alle otto meno un quarto a colazione. Ed alla messa delle otto e trenta di Scanzo, alla quale avrei anche strimpellato su quell'orrendo moderno organo pneumatico se solo avessi trovato nei paraggi le partiture dei canti.
Dopo messa torniamo al Noviziato per la seconda e più sostanziosa parte del ritiro, introdotta dalle Lodi alle quali ormai abbiamo trovato un modus vivendi per quanto riguarda il canto. Di nuovo nel salone, mentre si apre una giornata radiosa, per la meditazione sulla vita spirituale e l'ora di riflessione personale. Rapida condivisione e conclusione ed abbondantissimo pranzo.

Come opportuno, nel dopo pranzo c'è la pausa, che di fatto si riduce nel passare un'oretta da casa a controllare la posta elettronica, perché sono partito sabato sera che iniziavano ad esserci problemi e, nei due giorni, ero stato talvolto raggiunto da telefonate allarmate riguardo quella che ormai chiamo realtà terz'ultima.
Senza indugiare troppo nella pausa, perché alle diciassette e trenta era stata convocata, sempre in Noviziato, una riunione organizzativa per la festa di Carnevale, e poco conta che con tutta probabilità io non ci sia, è necessaria la presenza di tutti (specie dal punto di vista politico, avendo io insistito con gli altri educatori per trovare momenti da dedicare al Carnevale alternativi all'incontro settimanale di catechesi, che è più importante - «Fossero anche le sei di mattina del martedì», avevo detto). Mentre alcuni si ingozzano con una merenda che è durata oltre un'ora, più che altro a base di Oro Saiwa e Nutella, aspettiamo e facciamo un censimento mentale degli adolescenti che si fanno vivi per collaborare al Carnevale. La riunione, in linea teorica, era aperta agli adolescenti di terza quarta e quinta, in quanto quelli più giovani dovevano lavorare direttamente con i propri educatori, si ritiene durante gli incontri consueti ma, accanto ad alcune rappresentanze piuttosto sparute delle altre classi se ne presentano tre anche di seconda. Che fossero loro più entusiasti di noi per il Carnevale, è evidente. Che molti di noi educatori abbiamo sollevato o potremmo sollevare dubbi di contenuto, e non solo di forma, sul Carnevale, cerchiamo di non farlo trasparire troppo ma nei fatti è così. Ma, già qualche settiamana prima, avevamo optato per l'opportunità di farlo. Ma ritenere che una cosa sia opportuna non significa, ovviamente, esserne entusiasti. Anche perché, se quelli hanno l'entusiasmo ma non la minima capacità organizzativa, o peggio sprecano le proprie energie per polemizzare per la solita triatriba Scanzo-Rosciate-Negrone, alla fine chi deve metterci le mani siamo sempre i soliti, anche se magari quel giorno non ci saremo neanche.

Venuta la sera, organizziamo una pizza con gli adolescenti che sono venuti alla riunione e con i giovani, quelli che si sono fermati dopo un giorno intero di ritiro e quelli che, essendo tornati a casa dopo pranzo e non avendo partecipato alla riunione, stanno arrivando alla spicciolata.

Cena rapida, perché alle nove meno un quarto inizia la preghiera mensile per i giovani, che conclude la riserva ma è, per sua natura, aperta anche e soprattutto a chi non ha partecipato o non fa l'educatore degli adolescenti. Preghiera, ancora, aperta anche ai nostri adolescenti di quinta e che ha, però, visto la presenza solo dei due che hanno partecipato alla riunione e si sono fermati per cena e già che erano lì.

Ed ora le due parole che avevo preannunciato in merito agli adolescenti di quinta superiore. Avevamo caldeggiato la loro presenza, anche perché ci sembra che, nonostante gli incontri settimanali del venerdì siano spesso interessanti e profondi, non ci sia mai tempo di portare avanti un discorso sufficientemente continuativo - e, in effetti, per quanto si possa tirare in lungo non è esattamente consigliabile finire un incontro alle undici, quando tutti devono andare a scuola l'indomani; inoltre, poiché auspichiamo che né il gruppo né i contenuti degli incontri vadano persi quando, da giugno, sarà terminato il gruppo adolescenti e loro dovranno scegliere se, ed in che forme, impegnarsi in parrocchia e nell'oratorio, se prendersi carico degli adolescenti o dei ragazzi delle medie, o fare il cammino per i giovani in ricerca (anche se io spero che, dopo questi due anni di cammino serio, sia più il momento della decisione che quello del solito sono in ricerca), o ancora semplicemente il percorso delle preghiere mensili. E ci sembrava bello, visto che ormai sono più giovani che adolescenti, condividere con loro anche la riserva, che per noi è il momento più forte dell'anno. Ma, nonostante le ripetute sollecitazioni, nessuno è voluto venire. Anche, e soprattutto, quelli che viaggiano circonfusi da un'aura di superiorità morale o intellettuale; che, non solo adducendo ragionevolissime giustificazioni, ma appellandosi anche alla legislatura, alle precedenti sentenze ed alla libertà dei Figli, hanno praticamente sbattuto la porta in faccia alla proposta, a nostro avviso (e nostro avviso parziale e maligno, certo), perché il loro sabato è sacro neanche fossero ebrei. E sopravanzati da quanti, magari meno spirituali, ma se c'è da preparare la festa di Carnevale... ed alla riunione sono venuti, per fermarsi a cena ed alla preghiera, non si sono visti nemmeno a sera.
Ora, il punto non è che io mi metta a lanciare maledizioni dal pulpito per il gusto di farlo, o perché voglia che tutti pedissequamente si conformino alle propopste che facciamo loro, ma perché ritengo davvero che tali proposte siano bene per loro, per oggi e magari anche per il domani, che non si possa vivere degli entusiasmi del CRE una volta l'anno e dell'uscita invernale ma che si debba assumere una scelta che è importante anche e soprattutto quando è faticosa e si preferirebbe uscire a bere con gli amici o correre dietro alla ex morosa tornata libera da pochi giorni. Si capisce, da querste righe, che non voglio nascondere come domenica fossi veramente amareggiato. Amareggiamento che, fortunatamente, è rientrato, avendo sentito qualcuno di loro comunque interessato al Carnevale o a quello che abbiamo fatto. Ma non cambia la convinzione che abbiano perso un momento importante, e che avrebbe potuto far loro del bene.

Pace.

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domenica 8 febbraio 2009

Vorrei non sentire

Eppure mi risuona nelle orecchie.
E sono quasi certo di averla sentita da qualche parte, questa storia che il Diritto è più importante della Vita. Anche se le parole erano leggermente diverse.

Perdonatemi, ma non riesco a non essere polemico con chi pensa che la cosa più grave sia lo strappo istituzionale.

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venerdì 6 febbraio 2009

aka Covariante Bilineare

Due mesi di lavoro intenso, in cui si sono alternati prematuri entusiasmi e scoramenti dovuti magari alla stanchezza o ad uno stupido errore di segno. Ma, finalmente, dopo invero averne già maneggiato la forma intrinseca, oggi devo aver sotto gli occhi la scrittura in componenti del famoso tensore di compatibilità per un bialgebroide di Lie, aka covariante bilineare come è passato in letteratura il suo cugino delle varietà PN dalla cui logica sono partito, aka il mio tensore, visto che non, per le attuali conoscenze dell'autore, non risulta nulla di simile.

Con l'impegno di non dire nulla alla malvagia m.me Kosmann, dopo l'interruzione la formula (di cui non spiego la notazione un po' perché chi mi segue dovrebbe esserci abituato - la novità sono le "costanti" di struttura dell'algebroide - un po' perché chi è interessato può sempre mettersi in contatto con me e chiedere)

$R_B^{Aj}=-\frac{a_M^j}{c_{AM}^B}+b^{jM}c_{BM}^A+a_B^m\frac{\partial b^{jA}}{\partial x^m}-b^{mA}\frac{\partial a_B^j}{\partial x^m}$

Epperò non mi convince del tutto.

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mercoledì 4 febbraio 2009

Condannato

Non ho avuto una carriera liceale molto tranquilla. In particolare, mi sono sempre - con discreta incoscienza - o sono stato sempre - con più che discreta incoscienza da parte dei proponenti - buttato dentro nelle attività, nei gruppi e nei vari movimenti che agitavano, in quei non tanto distanti sul calendario, ma abissalmente diversi anni, il Lussana.

La cosa che mi ha sempre perseguitato è incontrare gente magari mai vista, che invece si ricorda benissimo di me e delle mie res gestae. Di quelle, per così dire, che un amico comune vi presenta, tu stendi la mano,
«Piacere, Ca...»
e quello/a, di rimando
«Certo, Matteo Casati! Eravamo al Lussana bla bla bla», e tu fai mente locale cercando di ricordare se per caso vi foste mai rivolti la parola, o perlomeno frequentasse i tuoi "ambienti", o insomma ci sia o ci fosse qualche motivo per cui sia inaccettabile la tua espressione contrariata ed il gigantesco punto di domanda che ti galleggia sulla testa.

Solitamente, no. Non puoi certo ricordare, dei milletrecento studenti l'anno, in più considerando il ricambio, questo ragazzino o quella signorina (anche se discretamente piacente, come nel caso in questione) che ora ti stanno presentando. Alibi trovato E la serata continua (con anche una nuova classe di argomenti di conversazione, per giunta).

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