Uno pensa che parlare sia la cosa più facile del mondo. Specie se hai delle idee da comunicare. Specie se sei uno che non esaurisce mai gli argomenti di conversazione, e può passare dall'insegnamento sperimentale della coreutica agli insediamenti abitativi dei primi anni Ottanta.
Ma, al contrario, quando più sarebbe necessaria la parola, o la riservatezza, o l'imbarazzo per una realtà tenuta nascosta, o semplicemente il momento sbagliato, ti fanno aprire la bocca e non emetti suono. O dici un'altra cosa, per riempire il silenzio, ma la dici senza verità, o senza tutta la verità che è necessaria.
Ma la cosa peggiore è quando sei in coda e ti viene la risposta.
10 commenti:
Senza tutta la verità cosa significa? Penso che la verità/falsità sia classificabile solo con l'aut-aut. Semmai tralsci dei particolari. Ma questo non tange la veridicità delle tue affermazioni.
Forse tante volte quella che crediamo essere verità è solo "non contraddizione".
È sulla non contraddizione che funziona bene l'aut-aut.
E, assicuro ai miei lettori, quando la non contraddizione diventa più importante della verità, vista da fuori sembra più vera del vero.
Il punto è che non lo è. Sta in piedi bene, e poco più.
E come stabiliresti cosa è vero e cosa è non contraddizione?
Ho avuto molto tempo per pensarci, nel lunghissimo ritorno da Milano di oggi.
Nonostante sia lontano da una conclusione definitiva, ho due strade da proporre.
La prima cosa che posso dire è che la verità, a differenza della non contraddizione, non si riesce a maneggiare. Senti che ti sfugge, che è sempre un po' più in là, un po' più grande, un po' più Altra. Non è nostra; siamo noi ad essere suoi, al limite. Mentre la non contraddizione è un giocattolo nelle mani della logica.
La seconda, che la verità non è neutra. Impone uno schierarsi, un'adesione ben lontana dalla constatazione.
Nessuno, pena l'essere trattato come un'idiota, può non dirsi convinto della non contraddittorietà dei fatti. Il brutto (in realtà sarebbe il bello, ma essendo la sorgente dei problemi ci si conceda dirlo) è che, al contrario, alla verità si può benissimo voltare le spalle, ed in questo non c'è contraddizione, ma solo libertà.
E' anche vero però che si può vedere fino ad un certo punto, oppure un po' oltre, oppure in un'altra direzione.
La Verità è irraggiungibile, e per la verità ognuno vede un aspetto diverso. La libertà consta anche nel riconoscere questa diversità.
Perché ognuno ha qualcosa di "diverso". Quando non sai come dirlo...è lì. Se capisci che non può dirlo nessun altro, ma soltanto tu. Perché è tuo. E tua è la scelta.
È vero che ognuno ha qualcosa di diverso.
Ma la Verità è una. E non è irraggiungibile. Solo (che è un solo grande come una casa), non siamo noi a raggiungere lei, ma viceversa.
E su questa cosa del non essere noi non mi muovo di un centimetro.
Sia questo discorso, sulla Verità, sia la citazione di Kierkegaard che ho sul blog, sia il discorso sulla felicità che un paio di volte abbiamo affrontato; ne parliamo con nomi diversi, ma la loro radice, e quindi la loro sostanza, è la stessa.
So che ti risenti se sostengo che la felicità non è nel nostro orizzonte di possibilità. Come non lo è la Verità, né l'essere liberamente liberi - ma solo liberi di essere condizionati.
Queste cose sono Grazia - sì, come quell'altra grazia di cui parli tu.
Sono fuori dal nostro orizzonte di possibilità, sono loro che vengono a cercarci e ci trovano.
A noi rimane la responsabilità - questa sì, che è tutta nostra - di cosa ne facciamo. Se ci lasciamo trovare, o chiudiamo loro la porta in faccia.
Quante volte hai ripetuto l'espressione "chiudere le porte in faccia" alla felicità o alla Grazia?
In generale sono d'accordo.
Ma mi pare un po' condizionato il commento. Sarà una mia impressione.
Diciamo meglio, che è condizionata l'insistenza.
Il commento è sempre valido in generale - in effetti ero nel dubbio se rimarcarlo o meno, tant'è che è passata mezza giornata tra la risposta e la chiosa - ed è stato aggiunto per non dare l'impressione che io pensi esserci una sostanziale inerzia della persona di fronte a tali questioni, e che non debba far altro che star lì ed aspettare che un raggio di luce la colpisca.
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