venerdì 14 marzo 2008

Lo staff di WV

Grande evento elettorale, ieri sera a Bergamo. Detto con un po' di sarcasmo, perché è ovvio che se fai passare all'inizio della campagna la Lombardia e non la batti all'ultimo significa che - puoi dire quello che vuoi - ma non hai troppa fiducia di ribaltare il pronostico, e un po' di serietà, perché comunque nessuno o quasi si aspettava tanta gente (e nessuno realisticamente), tanto che anche il gruppetto di contestatori della Lega Nord se n'è tornato a casa con una via di mezzo tra la delusione per il fatto che nessuno li abbia cagati e la piccatura per la presenza oltre le attese. Esigenze di propaganda ed organizzative richiedevano una massiccia presenza di giovani fin dalla primissima ora, e così passo a prendere mio cugino ed andiamo al Palanorda (anche e meglio noto come Palazzetto dello sport) per le sei e qualche cosa - quando il nostro Walter avrebbe dovuto parlare non prima delle nove.

Siamo un gruppetto, rigorosamente e cencellianamente ripartito tra exSG ed exGdM, e dobbiamo subito contenderci i poco numerosi badge dello staff - e la nostra non era una semplice corsa all'apparire, ma più materialmente il fatto che ad ogni badge era associato un buono pasto nel bar accanto. Per prima cosa, ci fanno raggiungere la tribuna chiusa per inagibilità onde ricoprirla di bandiere e manifesti (stando attenti a non nascondere - il Codice Penale parla chiaro, pare - le pubblicità e gli sponsor); e ci vuole ben poco ad intuire perché la tribuna sia inagibile, essendo sospesa sopra il campo con una pendenza che basterebbe una minima scivolata per piombare nel bel mezzo di una partita di pallavolo vel similium. Poi, mentre alcuni raccomandati venivano messi di guardia alle porte, ci venivano fatti spostare, a gruppi di quattro, i rotoli di "campo" che erano accatastati dove non dovevano essere. Verso le sette-sette ed un quarto è iniziato l'afflusso di gente. Dopo un breve e (a mio avviso) comunque non guadagnato panino è iniziata la parte vera e divertente del lavoro: individuare a colpo d'occhio i giovani nella folla entrante, cercare di fermarli per convincerli a lasciare un contatto per i Giovani Democratici, indirizzarli davanti al palco dove il buon Walter avrebbe preferito vederli. Si vedevano padri straziati per essere spinti a lasciare andare i figli con noi, perfetti sconosciuti, mentre i primi venivano portati sulle tribune, e figlie spaesate, magari portate controvoglia a sentire il leader, che ora venivano circondate da giovinastri e fatte sparire. Mentre la folla ed il suo afflusso aumentava, è iniziata la caccia all'oggetto del desiderio della serata, ovvero il cartello Si può fare che, molto americanamente, doveva essere sventolato. L'estemporanea contestazione della Lega, di cui s'è già detto, e quella un poco più organizzata della Sinistra Technicolor non hanno causato tensioni, nonostante qualche militante ex-diessino un po' su di giri ci fosse, e venisse a chiedere a noi ed a quelli della security di uscire e cacciar via quei rompipalle - al che noi a rispondere che, finché stavano nella zona che non avevamo richiesto, e cioè il perimetro del palazzetto, avevano tutto il diritto di distribuire tutti i presidi medico-chirurgici (leggasi preservativi) che volevano. Tra la gente accorsa c'erano senz'altro facce note - sia per vicende di partito che personali, tipo mezzo collegio docenti del Lussana - nonché alcune sorprese che non mi sarei aspettato; segno che, in ogni modo, 'sto PD avvicina alla politica più gente di quanta non se ne sia andata sbattendo la porta.

I primi problemi sono iniziati a sorgere quando, a Palazzetto ormai stipato - erano arrivati anche i Vigili del Fuoco per permettere l'accesso alle zone inagibili -, si è diffusa la notizia che il Walter fosse in ritardo, e non si sapeva quando o come sarebbe arrivato da Cremona, tappa precedente della giornata. Quando Martina, segretario regionale, è salito sul palco c'è stata una vera e propria liberazione collettiva, anche perché - per il gran caldo e la folla - si erano già verificati i primi - fortunatamente non gravi - malori.

Il discorso. Che dire? Senz'altro - ma non è una novità e non lo devo dire io - il Nostro parla meglio del suo predecessore, e sa bene quali corde andare a toccare perché la platea bergamasca lo acclami; per quanto riguarda i contenuti, invece - ce lo aspettavamo, comunque - la copertura mediatica pressoché totale della sua campagna elettorale (il pullman verde è arrivato tallonato dal furgone di Sky) ha reso veramente pochi i passaggi che non sapessero di déjà vu - ed anche quelli che per me non lo erano, in particolare facenti riferimento alle polemiche quotidiane, non lo erano per quanti si erano ascoltati i precedenti discorsi - o letto i resoconti della stampa su Internet - di ieri.

Verso le dieci e mezza, alla fine, le quattro ore abbondanti sempre in piedi hanno iniziato a farsi sentire, così come la consapevolezza che oggi sarei dovuto venire in università e rimanerci dalle 9.00 alle 18.30. Ho così preso su e, salutando i pochissimi che erano rimasti all'ingresso a fare da parvenza di servizio d'ordine - perché la maggior parte di noi, compreso mio cugino, avevano mollato il posto al primo accenno di applauso per il Walter per non perdersi nemmeno una sillaba di un discorso già sentito mille volte - me ne sono andato a casa. E, considerato che, ancora stamane, mi facevano male le gambe, direi che difficilmente avrei potuto resistere di più.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Good words.