Il mio turno di oggi nei laboratori è stato decisamente più movimentato del solito - ed anche infinitamente più utile, in confronto con quando si rimane per cinque ore in un laboratorio deserto. Pare, infatti, che tutti tranne noi usino fare gli esami al computer, con dei questionari a risposta chiusa; e che le capacità informatiche dei docenti siano inversamente proporzionali al numero di esami elettronici che fanno.
La mia impressione è che, con tutte le procedure necessarie per fare un esame in laboratorio, le ore di turno che vengano assegnate siano troppo poche e, soprattutto, non rientrino nel conto delle ore. Perché se l'esame è alle 10.00, e dalle dieci sono pagato, devo però arrivare almeno vent minuti prima per controllare i computer, far riavviare dai sistemisti il laboratorio, mettermi in comunicazione con loro per i computer (cinque o sei) che non vanno come dovrebbero, sistemare il problema, prendere accordi col professore e fare entrare gli studenti alle 10.00 - ma dopo aver già lavorato non poco.
Ed è incredibile quanto ci possano essere studenti - per usare il gergo asettico della guida tutor - poco informatizzati, che hanno difficoltà persino ad inserire il proprio numero di matricola (e poi lamentarsi perché non va, in quanto ci hanno arbitrariamente infilato degli spazi).
La cosa più divertente, comunque, è stata la studentessa che, nel mezzo del proprio esame, avendo dato il professore il permesso di tenere tutti i tipi di libri ed appunti che lo studente desiderasse, fa cadere il pesante libro di zoologia sulla tastiera, premendo tasti a caso, e mandando così in blocco e computer ed esame. E più divertente ancora è stato spiegare all'ufficio competente le cause del malfunzionamento - spiegazione accolta, tra l'altro, con un certo margine di scetticismo.
Non sarebbe stata un'esperienza sgradevole, fossi stato in salute almeno discreta. Ma da ieri sera, per tutta la giornata di oggi e, seppur in tono minore, anche adesso, sono stato sufficientemente male, grazie ad un virus generosamente cedutomi da mio padre, sembra. E, sebbene nulla sia stato più pesante del viaggio in treno, specie al ritorno, non è stato uno scherzo neanche rimanere in laboratorio.
Comunque, e nonostante la tendenza a fare pasticci, il professore era una persona simpatica. E l'esame, pur non sapendo io niente di sistematica, non mi sembrava impossibile. Quindi immagino che ai biologi sia andato bene.
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