Questo fine settimana partiva un po' come IL fine settimana rovinato, perché Gorini aveva fatto spostare lo scritto di fisica II da settimana scorsa a domattina, e così si è bruciato un fine settimana di studio, con tutti i progetti che avevo. Di questi vari progetti per il fine settimana, quello senza ombra di dubbio più divertente (anche se non il più interessante) consisteva in una due giorni nella casa in montagna di uno di noi, ad Ardesio, dove mangiare, bere, e guardare stupidi DivX al computer.
Ma io dovevo studiare, e così mi sono bruciato la due giorni di divertimento spensierato; ma non si poteva rinunciare del tutto. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, sotto una pioggia battente che faceva venire voglia di fare qualsiasi cosa tranne mettersi al volante, dopo aver diligentemente passato la mattinata sui dielettrici, mi sono messo in viaggio alla volta dell'alta valle, dove ho cenato, passato la notte e la mattina di oggi, per scendere a casa per pranzo (in tempo per infilarci un'ultima studiatina di fisica).
Potrei dedicarmi a descrivere con pignoleria ineguagliabile chi eravamo, cosa abbiamo mangiato e fatto, in quale dei paesini dimenticati da Dio abbiamo passato il sabato sera o in che stato era ciascuno di noi stamane, ma non sarebbe molto interessante.
Invece, c'è da dire. Vanno detti i grigi vapori che, ieri sera, circondavano le creste di calcare del Monte Secco, va raccontata la croce che, se dal paese si vede, deve essere di notevole imponenza; va detto il ritmico stillare della pioggia sulle piante del giardino sul retro, e le solitarie e deserte strade di Clusone, quando le poche persone si rintanano nell'ultimo bar aperto, affacciato sul parcheggio del Sole che ho sempre visto di notte, al buio; e la facciata della chiesa di colle Crosio, sempre illuminata ed inaccessibile, che spunta da un bosco fitto ed apparentemente impenetrabile.
Queste cose basterebbero, per dire quanto sia profondo il silenzio della valle. Ma il mattino!
Siamo andati due volte ad Ardesio, in entrambe le occasioni il sabato ha piovuto; e la domenica mattina siamo stati svegliati dal più limpido dei soli, che disegna nettissimi i profili delle case, degli alberi, delle cime, che siano affacciate sulla casa o distanti chilometri, mentre la gente si reca, rigorosamente a piedi, al Santuario per la Messa. Sbuffi di nuvole bianche sospese a mezz'aria, riflessi cangianti sulle pozzanghere non ancora asciugate, l'aria frizzante che ti sveglia felice, e lontano, dietro il monte Secco, dietro cima Bani, già avvolte in nuvole mattutine occhieggiano le cime più alte, le creste che scendono dal passo Portula, forse, imbiancate di una neve leggera che è caduta stanotte, il 3 giugno. Non è iniziata l'estate, e già la luce trasfigura l'aulico grigiore, nello sublime spettacolo di pascoli verde smeraldo, e i fitti pecceti quasi neri, e gli azzurri calcari che si inseguono, rotti da scampoli di magri alpeggi, e sempre più in alto, dove le nubi ne cerchiano il capo, scuri dirupi selvaggi, una cresta col suo filo brillante, che mi sogno inviolata, ed il segno della fede degli uomini conficcato nel cielo; che da qui, si vede appena. E, mentre riassetto il disordine di ieri, asciugo i bicchieri, sono là e vado oltre, Santa Maria di Leten e l'Arera, Corna Piana ed il passo Branchino, e ancora - a volo d'uccello - il pizzo dell'Orto ed i Laghi Gemelli, il passo d'Aviasco ed i laghi di Valgoglio, e la Val Sanguigno e il monte Zulino, la Cima di Bani ed ancora qui sotto.
Che c'è, di più e meglio dei monti?
domenica 3 giugno 2007
Invece di studiare
Pubblicato da Cassa alle 21:57
Etichette: compagnia, fine settimana, montagna
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
La compagnia degli amici di una vita?!?!?!
Dove lo leggi, di grazia? Non mi pare di aver usato questa espressione da romanzo Harmony.
Posta un commento