Serata al DatchForum di Assago, per la seconda data milanese dei Subsonica. TANTA gente. Non so neanch'io di cosa più valga la pena parlare, della musica o delle migliaia di persone convenute per urlare a squarciagola, saltare ed emettere urla isteriche. O di quei poveracci che, nel pieno del concerto, si facevano strada tra baccanti esaltate con il proprio carico di bibite e popcorn, in un virtuoso dare e ricevere di insulti per le gomitate reciproche.
Finché Fabio non mi dà le foto - e conoscendolo, ce ne vorrà - non potrò rendere il colpo d'occhio che s'aveva dalla nostra posizione. Quindi lo descrivo con pallide parole. Un palazzetto enorme, direi almeno il triplo di quello di Bergamo, stipato all'inverosimile nel campo, su tutto l'anello (tre quarti d'anello, perché oltre c'era il palco) dal parterre fino su, al secondo. I presenti, per la maggior parte, erano stereotipi. Non è una critica (quando ero alle medie, non ricordo chi dei miei professori aveva indetto una crociata contro gli stereotipi) ma una nota di costume. Stereotipi del tipo "anonimo", jeans magliatta felpa col cappuccio. Da cui spiccavano le persone originali - uno alla mia sinistra con la felpa iridescente identica a quella di Samuel del video de La Glaciazione, una alle mie spalle con i capelli in perfetto pendant con la sciarpa (la quale era blu elettrico...), uno in zona vip che era il clone di Cacciari sia per barba che per abito -
Avevamo deciso di partire presto da Rosciate, Emanuele Fabio ed io. Mi dicevano che quando sono andati al concerto di Justin Timberlake (che non rimpiango aver disertato) erano partiti alle sei ed erano arrivati appena in tempo, perché si erano persi e non trovavano la strada. Visto che guidavo io, l'eventualità non era impossibile - comunque avevo detto: mai prima delle sei e mezza - , ma per sbagliare strada dovevano essere partiti senza nemmeno avere idea di dove fosse Assago, perché è impossibile mancarlo. Infatti alle otto avevamo già parcheggiato nel fangoso quartiere della metropolitana ed avevamo guadagnato l'ingresso del palazzetto, nonostante l'interminabile coda alla barriera d'Agrate.
Il posto era ancora semideserto (c'era un mare di gente, ma non riempiva nemmeno la metà del parterre), ma abbiamo deciso di metterci sul fondo, in posizione centrale, onde avere una visione comoda, e soprattutto stare seduti sulle poltroncine - non mi esalta mai essere sballottato quà e là da gente indemoniata -. Eravamo la fila dietro la zona VIP (che comunque doveva essere una zona NIPBWALOM (Non Important Person But With A Lot Of Money, perché non c'era nemmeno un volto seminoto) e certo non eravamo troppo lontani per sentire.
Concerto iniziato in ritardo di quasi tre quarti d'ora, ma effettivamente continuava ad arrivare gente. Anzi, l'immagine appropriata, con quei boccaporti all'altezza del secondo anello da cui la gente entrava e scendeva per le ripide scalette fino a sotto è più quella di una cascata di persone.
Poi hanno iniziato. Moltissime canzoni di album passati (se ho contato bene, ne hanno fatte solo quattro dell'ultimo album - che Fabio avrebbe comprato e spero mi passi al pi presto), il che non è stato un male perché così le sapevo tutte. Dal punto di vista musicale, da sottolineare la riedizione de Il mio DJ che perde un po' lo stile house di Coccoluto (con cui era stata originariamente composta) e guadagna in techno, aggiornandosi ai gusti medi del pubblico - non erano certo facce da house, ormai ridotta ad intrattenimento per fighetti. E la tenuta vocale del cantante.
Il palco ha acceso discussioni, in auto durante il ritorno...muro di led, proiezione su rete, maglia a fibre ottiche? La prima apparizione di un palco siffatto risale all'album U2 POP del (che anno era?) oppure ad un megaconcerto un paio di anni dopo? E chi sono stati i primi a suonare in formazione di fila, con tutti gli strumenti allo stesso livello? Ma io non ho né la cultura né l'interesse per rispondere a domande di questo genere?
Hanno iniziato con Tutti i miei sbagli versione acustica, terminato con la versione elettronica. E mentre le luci ancora lampeggiavano epilettiche ho iniziato a strattonare i miei compagni per convincerli a venire via intanto che erano tutti dentro, in modo da non restare imbottigliati nei parcheggi. Netto rifiuto. Li ho comunque portati via appena hanno acceso le luci, criticato perché "tanto ormai rimani fregato, meglio aspettare che se ne vadano tutti" e "ma non ho visto se posso comprare il poster". Intanto, hanno finito il concerto a mezzanotte, a mezzanotte un quarto eravamo in macchina e prima dell'una al Dessi Kebab di Bergamo. Con tanti saluti alla coda - che ci sarà inevitabilmente stata, viste le migliaia di persone presenti.
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