mercoledì 5 dicembre 2007

Milàn l'è gran Milàn

La mia non-stop milanese è finita (fortunatamente...non ho rimorso di nulla - o forse sì, ne parlo poi) e sono tornato alle mie mura domestiche. Stanco ma rassicurato. Salvo che quei maledetti del Regionale facciano quello che hanno ventilato, e cioè un'altra riunione prima di Natale, ché questa è bastata ed avanzata. Almeno per moolto tempo. Ci accontenteremmo anche di un mese, di vederci l'anno prossimo; anche perché non è che siano molto produttive, le nostre riunioni. (ecco, sono proprio stanco e sto facendo un post di anacoluti).


Oltre alle questioni, diciamo così, istituzionali, ci sarebbero anche quelle personali, cioè cosa ho fatto, come ho dormito, dov'ero... Cose di poco o punto interesse per i miei lettori, ma significativi elementi di ieri.


Lottando contro il computer - che funzionerà Internet, ma deve aver ereditato qualche altro grosso problema perché il sistema è vagamente instabile. E facendo alla svelta ché la riunione degli educatori adolescenti è tra meno di mezz'ora



Il mio gentilissimo ospite di stanotte, come già accennavo nel post immediatamente precedente, è stato Eugenio, che mi ha accolto nell'appartamento che divide con il fratello ed altri due amici a piazzale Lodi, a poche decine di metri dalla celebre Mangoni Tower e con vista dal ballatoio sulle lontane guglie del Resegone.


Nel pomeriggio sono andato da Magri per la tesi, ed al solito non è riuscito ad essere puntuale, perché un precedente seminario sugli oscillatori quantistici era iniziato in ritardo prolungando a cascata tutta la sua agenda. E, a proposito di agenda, aveva dato - senza guardarla - due appuntamenti a due diversi tesisti (oltre a me, una ragazza che deve essere della specialistica di matematica) alla stessa ora. Ed ho avuto la fortuna di passare avanti io, che ha fatto veloce ma comunque mi ha tenuto un'ora piena. Poi, si era fatto buio ma avevo ancora quasi tre ore alla mia riunione. Allora sono andato a piedi dalla Bicocca in zona Garibaldi-Repubblica, per trovare una viuzza che non so come avevo già passato qualche anno fa dove ricordavo esserci un po' di calore umano (perché quella zona è un puro centro dirigenziale) e mi sono infilato nel bar che mi sembrava più a mezza via tra il fighettismo esasperato e la marcezza senza ritegno. Dopo un abbondante aperitivo (abbondante dal punto di vista alcolico, non sono uno da stuzzichini) sono andato in zona Centrale (pochi minuti a piedi) a cercare dove cenare, ed ho trovato una trattoria in cui mi ero già trovato bene a pranzo durante un paio di congressi regionali nei dintorni. Ho, infatti, mangiato bene, circondato da tifosi del Chelsea (che giocava a San Siro) insolitamente urbani, in relazione allo stereotipo hooligans, e che preferivano il vino alla birra (e questa è una grande notizia per i nostri vitivinicoltori). E qui c'è il mio rimorso, l'aver cioè ordinato del pinot nero che era tutt'altro che buono, insieme alla cena. Dopo aver finito il mio mezzo litro di vino ed il doveroso cordiale, sono andato alla riunione (ché la sede è in piazza Luigi di Savoia, a fianco della stazione Centrale); in orario, ma i grandi capi non erano ancora arrivati e sono rimasto chiuso fuori insieme ad altri di bassa manovalanza che arrivano ancora puntuali alle riunioni.


Riunione fatta, sulla quale non è necessario scendere in dettagli, a parte il rimarchevole fatto che c'erano delle ragazze alle riunioni (fatto raro) e, fatto unico, una era anche carina. Niente tipica aria proletar-sfigata da sinistrorsa (cosa valida solo per le ragazze, comunque: la differenza tra giovani della exMargherita e della exSG è che loro tengono la barba più lunga); mi sembra di aver capito che fosse dell'UDU. Poi rientro, in metro, a piazzale Lodi, che credevo fosse peggio frequentato - in realtà gli unici altri esseri umani erano tizi dall'aria impiegatizia che avevano come me l'aspetto di quelli che tornavano da una riunione serale - e coricamento-bivacco sul divano di Eugenio.


Stamattina (e poi dicono che i fuori sede sono svantaggiati!) usciti di casa al vergognoso orario delle 8.00 in punto per prendere il treno suburbano alle 8.06, dall'altro lato del palazzo. Io alle 8.06, di solito, sono tra Arcore e Monza. Buona giornata anche in laboratorio, ché quel maledetto filtro sinusoidale a cui ho lavorato anche stanotte è funzionato e siamo anche riusciti a finire la scheda (unici, pare). Salvo non aver capito bene come, ma per quello c'è tempo.


Ed adesso farò un po' di fretta per la cena che la mia riunione inizia tra venti minuti.

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