sabato 16 agosto 2008

Cronache dal Campo: Day 4 - 2 agosto

La giornata, per l'Educatore Solerte, inizia alle 4.00, perché un rumore più forte degli altri lo sveglia, e forti rumori provengono dalla casa. Che qualche adolescente in tempesta ormonale stia intessendo relazioni interpersonali illegittime? L'accurata ronda, comunque, non porta a nulla, anche perché ci si rende conto che il frastuono è dato dalla violenta pioggia sul tetto di legno. Al contrario, miracolo!, quando alle 5.00 il nostro Educatore-Sveglia si alza e si precipita a controllare il tempo, ha smesso di piovere e si preannuncia una giornata uggiosa ma non sfortunata. Corsa contro il tempo per preparare il pranzo al sacco, e poi fino alla strada principale per non perdere l'unica autocorsa che ci porta a valle. Colazione troppo abbondante a Campo Tures, mentre si aspetta il cambio, e nuova autocorsa fino a Riva di Tures (Rein in Taufer) dove - nella nebbia - parte il sentiero per il Rifugio Roma o, come preferiscono dire qui, ed indicano su tutti i cartelli, Kasseler Hütte.

Il segnavia è il nr. 1, e le guide danno (non essendosi messe molto d'accordo) un tempo di percorrenza tra le due ore e le due ore e mezza. Avevamo sparso il terrore parlando di attacco ripidissimo, come si vedeva dalla cartina, ed in effetti così è stato, e ce ne siamo accorti soprattutto in discesa. Del tutto pessimiste, invece, le indicazioni di tempo, perché in due ore e mezza erano arrivate anche le peggiori ciofeche del campo (quelli che, dove c'è scritto due ore e mezza per il Curò, arrivano in quattro ore).

Il luogo in cui si trova il rifugio, nel Parco Naturale delle Vedrette di Riesz, non è speciale, una sorta di Coca più ad alta quota (ma si parte da 1500 m di Riva, non dagli 850 di Valbondione), con un laghetto a pochi minuti, ma è sorprendente quello che si trova dietro al laghetto. Oltre al Tristenkocl (o come si scrive), su cui un gruppo di arditi è salito sfidando vertigini e gravità, placidamente salibili e salite dal don con altri cooptati a tradimento (cioè, se sapevo che andava lì e non saliva sul monte da cui ero appena sceso, andavo anch'io), le vedrette - ma, piuttosto, questi ghiacciai, che dal basso sembrano incombere ma, di fronte e dall'alto, sembrano distese appena increspate di spuma bianca (come si vede dalla mia foto in vetta).

L'uscita del don ci ha dato qualche problema, perché eravamo vincolati all'orario della corriera, e bisognava considerare il tempo necessario per scendere, e così ho - in qualità di Responsabile della Montagna, dopo essermi consultato con gli altri educatori ed avendo, ripetutamente ed inutilmente, tentato di contattare don e compagni - spedito a valle, 2h30' prima del nostro ultimo autobus, il gruppo di quanti erano arrivati per ultimi, che risentito è sceso praticamente di corsa, e per il resto inviato staffette per i sentieri, anche perché ignoravamo dove si fossero recati (ed a ragione, essendosi loro separati ed andati ciascuno con il proprio Dio). Arrivato il don, e sentita la piccola reprimenda per aver avuto fretta, abbiamo iniziato con il mollare le briglie ai corridori, che fremevano per tornare a valle, e ci siamo messi con calma a percorrere a ritroso la via dell'andata, prima scendendo al fragoroso torrente scavalcato dal ponte di legno, poi in un lungo traverso nel bosco e, infine, il tuffo sul campo sportivo di Riva; dove avevano organizzato una grande sfida a calcio, ed adolescente al minimo sindacale d'abbigliamento rosolavano al sole, almeno per i pochi minuti che hanno preceduto il rientro.

E scoprire che c'è ancora gente (adolescente, ovviamente) che si offende pur sapendo che la cifra dei miei rapporti interpersonali è leggermente diversa dall'indigestione d'abbracci e d'amore che tutti si scambiano gli uni le altre, e non si capisce - il che è la cosa fastidiosa - non si capisce cosa, come e se fare, e se vada fatto. Perché, avendo stabilito che non farò quello che mi piace, ma ciò che è giusto, c'è il problema che, se è molto facile sapere ciò che mi piace e ciò che non mi piace, un po' meno semplice è sapere cosa sia giusto; e meno ancora, cosa sia bene. Perché il bene è ben diverso dal giusto.

Ma non c'è tempo di molcersi o macerarsi nei pensieri, perché la vita - leggasi il campo - chiama e dai massimi sistemi si passa al turno di cucina, nel quale si constata l'impossibilità di far capire a buona parte della squadra, nonostante gli insulti delle signore che ci aiutano preparandoci viveri e vettovaglie, che sulla pasta al tonno non si mette il formaggio, e si riesce - io - a rendersi conto che l'insalata non cresce già tagliata, lavata ed imbustata in soffici sacchetti Bonduelle, e che anche senza Miracle Blade i pomodori non si schiacciano quando li si affetta. A cena ho modo di sedere accanto alla piccola Vitali, figlia minore della coppia che ci accompagna ed aitua, affiancando l'ormai istituzionale signora Pezzotta nata Bergamelli, che già oggi a stento mi ha mollato e che ha un animo (animetto, a quattro anni) avverso all'autorità, e conversazione variamente leggera con i "grandi" (dal punto di vista maturativo, ancorché non esenti da stupidera) dei nostri adolescenti, e serata passata a preparare il gioco notturno dell'indomani, e prima nottata sui metodi di integrazione numerica alla Newton-Cotes. Poi, complice l'orario differenziato di riposo - abbiamo degli infermi, oggi si è camminato ed il film (facoltativo) non finisce più - il disordine si diffonde nelle camere, e sarà il sonno sarà lo scoramento ma Casati sei più buono, non ci urli più contro ma solo continui a richiamarci - ma questa politica non paga, perché ormai si stanno spegnendo gli ultimi focolai di resistenza maschile che dai piani inferiori si sale a cercarmi la nostra Bovary, ma epiteti meno oxfordiani sarebbero forse meglio usabili, e lo sono stati - usati - senz'altro in quel frangente, e come un dio vindice mi calco il cappello ed esco, a cercarla tra le fratte, o nella depandance-giovani; nessuno, né i giovani - che, in effetti, non hanno torto - né quegli omertosi di adolescenti, l'ha vista, e sì che tutti hanno controllato dappertutto. Poi la trovo, diciamo non nel suo letto; e mi sono dovuto trattenere perché avevo testimoni. E, dal nervoso mangiato, si dorme male e si medita vendetta, tanto perso nei pensieri oscuri da essere per la prima volta sconfitto, per cinque minuti, nel nascondanno in camera mia. E, non bastasse, mi sta venendo il mal di gola.

5 commenti:

Daniel ha detto...

Le frasi lunghe verso la fine rendono la comprensione dei fatti un po' intricata, ma si addicono alla descrizione del disordine causato dalla vostra adolescenta audace.

Cassa ha detto...

Guarda, se vuoi sapere i fatti ti mando una mail.
Non potevo nemmeno essere troppo esplicito sul blog, perché avrei potuto determinare la rottura di più d'una coppia - e, sotto sotto, non posso dire che non mi farebbe per niente piacere; quindi, meglio tenere sintassi e contenuti un po' oscuri.

Anonimo ha detto...

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