sabato 16 agosto 2008

Cronache dal Campo: la Verità

La verità e la vita
Sulle questioni attinenti al vivere civile, ci troviamo spesso a doverci confrontare con personi di opinioni e "verità" diverse, che non possiamo semplicemente bollare come "sbagliate". Se, da un lato, la mancanza di verità riconosciute potrebbe portare all'anarchia ed alla disgregazione del tessuto sociale, dall'altro questo apre alla possibilità della libertà, della politica come spazio di confronto e di accordo, di compromesso. Se, da una parte, questo rende vivibile la vita, dall'altro non siamo soddisfatti della "verità ottenuta", perché come ottenere la verità quale somma di errori?

La verità oggettiva
Un primo modo di definire la verità, che di primo acchito ci sempra seducente, è quello di aderenza alla realtà "oggettiva". Ma questo ci apre due problemi. Il primo è che il problema si sposta dall'esistenza di verità a quello dell'esistenza di una realtà oggettiva, cioè misurabile, osservabile, con il problema che l'osservazione è mediata dalle sensazioni, dai punti di vista, ed in sostanza potremmo trovarci ancora nella legittimità di verità diverse. Inoltre, il problema dell'oggettività è che quello che è ob-jectum, buttato lì, non ci dà nessuna risposta, ma è solo una somma di dati. Dobbiamo andae oltre, e dove non arrivano gli occhi può, forse, arrivare la ragione.

La verità autentica, o assoluta
Cerchiamo allora la nozione di Verità dentro la definizione di Autenticità, parola che, dalla sua origine ibrida grecolatina, ci dice che la verità è auto-ens, cioè esiste da sola. Non c'è bisogno di una somma di dati a cui appoggiarla, la Verità è al di là della natura (metafisica), nell'orbita di quello che è (ontologia) per-sé, che trova in sé, da sé e con nessun fine esterno la propria sostanza e la propria Ragione. Questa astrattissima definizione è bella, elegante, soddisfacente come un teorema. Ma non dice niente alla nostra sete di Verità.

La verità come svelamento, o rivelazione
Ci viene ancora in aiuto la lingua, ed in particolare il greco che chiama la Verità alétheia, cioè svelamento. Abbiamo, quindi, questa immagine di una verità nascosta, e coperta, che sarebbe però pretenzioso, nonché impossibile, per noi uomini raggiungere e spogliare. Dobbiamo, quindi, aspettare che sia lei a rivelarsi, e questo sappiamo che è successo

La Verità della Fede
Ché la Verità non è una rivelazione gnostica, un'illuminazione, ma una persona, un Dio-persona che a se et per se concipitur, ma che scende nella storia, si rivela migliaia di ani fa ad un popolo storico, e diventa un fatto oggettivo e che, dopo essersi fatto vedere, ci interroga ed interroga la nostra libertà di uomini: "Io sono. Tu che fai?". E la libertà nostra gioca qui la sua partita decisiva, se riconoscerla o no. E, riconoscendo in una Persona non solo la Verità, ma la Via e la Vita, getta la luce sulla nostra convivenza, illumina la nostra comprensione dei fratelli e le ragioni delle nostre scelte. Non corriamo in giro alla ricerca della verità, ma fermiamoci e facciamoci trovare. E preghiamo di riconoscerla, ed avere la forza per sostenerne lo sguardo.

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