Finalmente riesco ad alzarmi dal letto ad un orario decente, cioè prima del don, e più o meno insieme ai padri. Ancora, finalmente il pane è arrivato ad un'ora decente, e la sveglia la do io, come da costume. Ho già detto che adoro questi ragazzi? Ecco, poiché le mie sveglie sono abbastanza energiche, stamattina il Casati ci ha svegliato a calci rotanti. Dopo colazione, l'attività del giorno è travestirsi da personaggi dei vari pianeti incontrati dal Piccolo Principe, ed mio distinto Uomo d'Affari se ne sta a prendere il freddo per ore in camicia, cravatta e giacchetta, mentre le nuvole sempre più plumbee scendono dal Sasso Nero, e coprono lentamente le cime più lontane ed i ghiacciai, finché non rimane traccia di quello che c'è oltre il primo zoccolo glaciale, ed infatti una delle ragazze, dotata di indubbio spirito d'osservazione, scommette che non esistono altre montagne, e perde e deve pagae pegno, un bacio a stampo, a proposito del quale vengo edotto trattarsi di un bacio normale, e deduco che sia una specie di formula tipo entro e non oltre, necessaria alla formalità della scommessa.
Nel pomeriggio, mentre fa sempre più freddo, minaccia pioggia sempre più insistentemente, e sempre più strati di lana mi separano dal mondo esterno, giochiamo i tornei, ma più che altro giochiamo a fare e disfare le squadre, visto che, lasciando fare a loro, giocherebbero solo in ventotto su sessanta. Il tempo passa e così la temperatura, mentre il cielo rimane coperto, ma non scappa che qualche goccia di pioggia. Mentre osservo i ragazzi e le ragazze che giocano, capisco nell'ordine 1)perché le scale ogni giorno si riempiono di sabbia, dacché ce n'è un mucchio che servirebbe per l'ediliza, credo, e quattro o cinque, come all'asilo, ci giocano dentro; 2) cosa, in una delle ragazze, mi ricorda la sorella maggiore, ben piazzata nelle mie grazie: occhi e naso; 3) che, dopo aver deciso che padre mi piacerebbe essere, ho stabilito come tirare su i miei figli. Bene. Adesso arriva il difficile.
La cosa più divertente di questi giorni, comunque, è la spada di Damocle che mi curo di appendere sopra la testa delle nostre adolescenti al seguito, con la ventilata mossa del blog, o la più esplicita di parlare direttamente con i genitori, presenti, con cui divido il desco, e che ascolterebbero volentieri. Per ora, sono solo risate. Spero che prima o poi arrivino le lacrime. Dopo cena, serata d'animazione.
Io avrei un'informazione con la quale sconvolgere un'adolescente, ma per ora mi trattengo; e raccolgo attorno a me una piccola folla di refrattari al ballo, cui narro i primi giorni di queste cronache. Poi si va a letto presto, in buon silenzio, perché l'indomani la sveglia è alle 5.30; e non per finta, checché ne pensino, fino all'ultimo, i ragazzi. La disciplina è buono nonostante l'eccitazione da balli, e devo solo fare una lieve strigliata alle ragazze di terza media, che si sono svegliate dopo tre giorni di coma, ed alle signore che rumoreggiano più del solito.
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