domenica 17 agosto 2008

Cronache dal Campo: Day 12 - 10 agosto

Il primo pensiero prodotto, al mattino, è che questi sono pazzi. Avevamo la sveglia alle 8.00, e dalle sette meno venti tutte (o quasi) le stanze si sono animate ed alzate, ed hanno incominciato a prepararsi ed a rumoreggiare. Al punto che, al contrario del solito, sono stati loro a svegliare noi e non viceversa. Ed abbondantemente prima delle otto. A mio avviso, la nuova gestione delle colazioni presenta luci ed ombre: luci, perché c'è la spremuta, ed ombre perché il servizio ha l'aria molto più caotica. Mentre sembra che si sia guadagnato in efficienza, nelle colazioni, pr quanto riguarda il pulire - ma sarà perché lo facciamo noi "grandi". Per le attività, la divisione in gruppi mi assegna la responsabilità di metà terza media, e devo dire che qualcosa di buono c'è, anche a scavare un po' sotto la stupidità ostentata di qualcuno.

Più tardi messa domenicale, con esclusivo accompagnamento a capella di Michaela e mio, perché il nostro chitarrista rock non conosce gli accordi, ed a parte incomprensioni sulla nota d'attacco di Quale Gioia credo ci siamo disposti in un intervallo vocale di una quinta esatta (cioè, è come se cantassimo con gli accordi). Nel pomeriggio, per tiempire i tempi, altra passeggiata verso Rio Bianco (Weissenbach). Passeggiata che, per l'apprensione e per la cura delle mamme, prevede scarponi obbligatori; io vengo con sandali e piedi scalzi, e mal me ne incoglie, ché nel risalire le prime pendici del Montebello (Schonberg), tentando di usare una gentilezza all'austriaco felice che sfalciava il prato in mezzo al mio sentiero, ci infiliamo ad aggirarlo nel bosco peggio tenuto di tutto l'Alto Adige. Per poi vedere che l'agreste tagliaerba ha tolto il distrubo, e gli ultimi entrano tranquillamente nel prato. Incomincia un lungo traverso per pascoli e brevi tratti di bosco insidiosi d'ortiche, finché un gruppo di raccoglitori di ribes, attardatosi, si perde, e ci fermiamo proprio sopra Oberegger per fare merenda; scendiamo per la vecchia strada fino ad Innerbach, vecchia strada ormai per lunghi tratti completamente abbandonata ma ancora segnata sulle mappe, dove l'asfalto riaffiora, a chiazze, sotto l'erba di questo Verdecammino. E, con grande gioia di tutti, si fanno fare le docce.

Devo riconoscere che questi ragazzi sanno essere simpatici, almeno in parte; ad esempio, edotti del fatto che la nostra sistemazione è nella Valle di Rio Nero, che si cammina verso Rio Bianco, e che l'indomani saremmo andati a Rio Rosso, qualcuno aggiunge che, a camminare ancora, saremmo presto finiti a Rio De Janeiro; e, dall'altro lato, mi hanno - non so bene per che motivo - equiparato a Chuck Norris, dacché Il Casati ha contato fino all'infinito. Tre volte. Mentre scalava questa montagna con una mano sola. e cose del genere; e, dopo il gioco notturno, identico a quello degli adolescenti, anche Maestro Casati, o Lord Casati. Il gioco notturno, appunto, ha sollevato qualche problema. Il primo, di tipo tattico: sarà stata la paura del buio, sarà stata la poca fortuna ma i ragazzi si sono mossi in gruppo, e per caso dalla parte sbagliata; e dunque sono passati al Lato Oscuro a decine alla volta, anche perché i papà giocano con troppa serietà, e seminano strage; il secondo problema è di tipo sociale, per via dei rapporti fattisti tesi con l'inferocito vicino di Ausserbach Hof, che ha liberato i suoi cani contro i ragazzi, ed è sceso a minacciare denunce. ed ha fatto finire il gioco in anticipo; il terzo, e ben più grave, di tipo etico, perché così facendo ha vinto il Male, e Darth Fener ha ucciso Obi-Wan prima del tempo. Ma la seconda sera del campo è stata fantastica. Tutti a letto quasi subito, e comunque in silenzio. Adoro questi ragazzi, che basta alzare la voce una volta, e tutto tace. E sarà sempre meglio, credo. perché li stanchiamo sempre di più, e saranno sempre più debilitati ed assonnati. Ed anch'io dormo sempre meglio, nonostante la camera sia affollata ed i papà, calorosi, dormono con la porta-finestra spalancata. Così si irrobustisce e diventa più vigoroso il mio mal di gola.

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