Premesso che, nell'ordine, non amo fare il turista; se le cose si fanno, vanno fatte con un certo criterio, ché è solo perdere tempo tirarsi in giro come delle trottole avanti ed indietro per il gusto di farlo; se c'è un programma, è giusto che si rispetti, ma prima è giusto che il programma sia fatto bene, pena modificarlo.
Premesso questo, dicevo, nessuno si aspetti una cronaca della gita a Parigi con tutta l'allegra famiglia; e non solo perché sono un po' saturo di cronache, dopo i campi estivi, ma anche perché una lista di musei e monumenti non è punto interessante. Ma, piuttosto, un elenco delle cose significative - non necessariamente inerenti Parigi.
- In Francia hanno spazio da buttar via; o, se si preferisce, spazio da vendere per battaglie campali - e si coglie soprattutto dall'aereo, donde la Francia è un nero punteggiato da luci di paesi e città, e l'Italia una sola grande distesa di luci, e se non si vedono è perché sei sopra un lago;
- I canti in latino (messa gregoriana a Notre Dame) interpretati da un coro francese hanno una pronuncia più corretta di quanto ci si aspettasse. Ma se c'è scritto Deus si legge deus, non dius;
- Fanno tanto i rivoluzionari, ma poi riempiono la Francia di Cappelle Espiatorie per il regicidio, e trattano il presidente di turno - ed i precedenti - come e peggio di Luigi XIV (un historiale per De Gaulle, come da noi non farebbero nemmeno per il Papa);
- Un centro commerciale aperto, ma con tutti i negozi chiusi: surreale;
- I francesi di mezza età si dividono in due categorie, salvo eccezioni: gli stereotipi di francese e i post sessantottini impenitenti - sessantenni grigi con pizzetto ed orecchino, robe così;
- Dover insistere per mangiare in un ristorante francese (o, perlomeno, con piatti francesi). Ci sono, quasi, più ristoranti "italiani";
- Francesi di entrambi i sessi sono, in genere, magri; ma dev'essere un fatto dovuto alla diversa successione delle portate; in luogo di antipasto-primo-secondo-dolce, qui hanno solo antipasto-secondo-dolce. E non hanno idea dell'esistenza del riso;
- Non è vero che tutte le strade portano a Roma, tutte le strade portano a Sortie (cioè all'uscita, da mio fratello)
- Da un lato, la città fa tutta pendant con sé stessa, tetti grigi ed edifici giallini, e questo è un bene; dall'altro, però, dal Cinquecento in poi gli architetti hanno rivaleggiato per pomposo cattivo gusto;
- Dicono sia la città dell'amore; a me sembra più la città delle effusioni sfacciate - cinquantenni che si danno la manina come liceali, forse dovreste rileggervi Morte a Venezia;
- Vorrei sapere quanto pagano i parigini di ICI, o di addizionale IRPEF, o delle loro analoghe tasse, perché i vari mairies hanno soldi da buttare;
- Alla fine, tutto il mondo è paese, però più di fretta.
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