lunedì 7 aprile 2008

Sö e zö

Dovevano essere due giorni senza infamia e senza lode, un po' di impegni famigliari ed un po' di tempo libero, e questo settimana si è trasformato inconsapevolmente in un viaggio in automobile (nella foto la mia auto, cioè non la mia, ma una uguale) durato praticamente due giorni. Senza andare da nessuna parte.
Volevo realizzare un file di GoogleEarth con indicate tutte le strade percorse, su e giù per le valli bergamasche, ma poi ho visto che le indicazioni si sarebbero confuse tutte fra loro. Così ho predisposto un file solo, con segnati soltanto i punti toccati, in ordine di "toccaggio", che da soli bastano per vedere come si sia consumata benzina, con quel poco che costa.

Fortuna che per il giorno di sabato avevo declinato l'invito ad andare a Vinitaly, ché dovevo studiare - anche se in realtà ho più studiato i pezzi all'organo per la messa di domenica che fatto quello che dovevo fare per l'università, e sono uscito di casa soltanto dopo cena. Poiché Fabio era impegnato con una festa di compleanno a suo dire noiosissima, ma a cui non poteva mancare, e Geordie aveva declinato il nostro invito ad uscire perché duramente provato dal lavoro, ci siamo trovati soltanto io ed Epo, ed abbiamo preso le mosse per una serata tranquilla, andando al paludato (aggettivo tirato fuori dal cappello per rendere l'idea) pub Kavanagh di Albino (segnaposto 1), dove abbiamo bevuto giusto una birra che già il sonno ci assaliva. Optiamo, allora, per andare alla ricerca di posti nuovi, e che siano fuori dalla Val Seriana, e ci dirigiamo su Seriate; siamo arrivati nei pressi del Privilegio (segnaposto 2), che conosciamo perché ci lavora la sorella di Claudio, quando Claudio ci chiama informandoci che la sua cena in compagnia di morosa, amiche della morosa e di loro morosi (esattamente quello che si intende compagnia allegra, e lo stesso Claudio è della nostra idea) è terminata e stanno andando allo Smart (segnaposto 3) di Nembro, e ci invita a raggiungerli. Abbiamo fatto appena in tempo ad arrivare sul posto, che ci richiamava dicendo di aver cambiato programma e di aver optato per il bowling di Albino (segnaposto 4); ci rechiamo là, e nonostante io sia di poca compagnia e non giochi, la comitiva si divide su due piste, maschi e femmine, e si gioca una partita. In questo ambiente da minitamarri c'è anche un gruppetto di adolescenti che rivolge un appello tramite dj alle ragazze del nostro gruppo perché li vogliano conoscere, e l'immensa superiorità degli uomini della nostra compagnia fa finta di niente, salvo poi platealmente uscire con le giuste consorti. Niente di speciale; non fosse che ho già visto situazioni del genere degenerare in rissa, proprio ad Albino. Ritorno a casa, che quasi m'addormento in auto - fortuna che guidava l'Epo.

Anche perché avrei dovuto guidare parecchio anche l'indomani. Mentre tutta la famiglia si preparava per essere alla messa d'anniversario di matrimonio dei miei nonni per le undici e un quarto, io partivo per mio conto onde installarmi all'organo per le dieci e mezza, come d'accordo preso con il parroco di Brembate di Sopra (segnaposto 5). Che doveva essersi dimenticato qualcosa, tipo che la messa delle dieci va giustamente avanti fino alle undici meno dieci, e che quindi sono arrivato presto per niente. Il curato decide i canti che avremmo fatto, niente di particolarmente innovativo - per mia fortuna - e tutto molto alla portata, e raggiungo l'organo, che a differenza di quello di Rosciate non è sopra il presbiterio ma appeso a metà navata, poco prima delle undici. La mia prima impressione è che si tratti dell'organo dei Puffi. Si tratta di un organo Damiani del 1817, con la meccanica in vista dietro la grata della consolle, restaurato nel 1998 e recentemente risistemato durante i lavori di restauro della parrocchiale (lavori diretti da mia zia!); molto incisivo nei registri acuti, mi è sembrato un po' carente per quanto riguardava l'intensità dei bassi. Ma, forse, è questione di mio gusto. Certo, non avevo mai suonato un organo con una meccanica più rumorosa, cosa che era evidente specialmente sui brani un po' brillanti, come il Post Communio di Zipoli che ha concluso la celebrazione (ascolta il file midi). Inoltre, dopo essere stato in balia per tutta messa del cantore più lento che mi sia mai capitato, ho deciso di rivalutare in toto quelli che mi capitano, solitamente, a Rosciate. Prima di messa ho suonato il preludio in sol minore di Bach (non ho avuto tempo - né, sinceramente, voglia di sbagliare - per la fuga successiva) (qui il midi); poi abbiamo fatto Chiesa di Dio, l'alleluja di Taizé (Canto per Cristo), Le mani alzate all'offertorio (per il quale io avevo preparato un'altro pezzo di Zipoli, amen), il Santo Gen rosso, e Resta con noi Signore, la sera alla comunione; la quale, con la lena che ci metteva il baffuto cantore, è stata un vero strazio.

Dopo la messa, che si è prolungata parecchio, complici anche due battesimi, ci siamo trasferiti in massa (noi, i miei nonni con le loro sorelle) a Somasca (segnaposto 6), nota per la basilica di San Girolamo Emiliani e la casa madre delle Orsoline di Somasca (da non confondere assoltuamente con le Orsoline di Gandino, né con le Orsoline "vere" di Sant'Angela), per il pranzo. Pranzo che ho vissuto con un orecchio al telefono ed un occhio all'orologio, perché ero stato incaricato di presenziare, facendo le veci dei Giovani Democratici, ma che provengono dalla Margherita, ad un incontro dei circoli dell'Alto Sebino (dalla parte opposta della provincia!) che doveva iniziare alle 16.30; dopo aver provato a convincere l'onorevole che non era il caso che andassi, ed aver ricevuto, assieme al permesso per marcare visita, anche una lavata di capo, mi sono risolto a farlo contento e a partire; benché, per aspettare la torta, sia partito talmente tardi che all'ora in cui la riunione iniziava ero a Calolzio. Pur andando al limite del fisicamente possibile, specie sulla trafficatissima strada della Val Cavallina e dopo aver perso bene o male venti minuti a cercare il posto per le frazioni di piano e di monte di Costa Volpino, sono arrivato all'incontro (segnaposto 7) che ancora non era arrivato l'ospite d'onore (che poi era il motivo per cui dovevo presidiare), responsabile organizzativo del PD e più pericoloso diessino impenitente della provincia. Le nubi grigie che già avevo iniziato a subodorare sul lago di Lecco hanno iniziato a chiudersi, verso sera, e non ero partito da molto, verso le diciannove e trenta, per rientrare a casa che già gocce tiepide cadevano dal cielo. Gocce tiepide apprezzate in un primo momento, ma che presto hanno ridotto, insieme a moltissime loro gemelle, la visibilità ad un livello tale che attraversavo i paesi della valle sperando che nessuno fosse così stupido da attraversare, perché di certo non l'avrei visto se non quando me lo fossi ritrovato sul cofano. Arrivato a Trescore, vedendoci sempre meno, ho preso la via di Cenate e della Tribulina perché ero certo di trovare meno traffico, ed in sostanza perché è molto più bella, anche non vedendoci a un palmo dal naso, della statale del Tonale, nonché perché "cade" su Negrone e quindi Rosciate senza dover fare giri successivi, sempre piuttosto trafficati la domenica sera.

Spero che nessuno mi chieda se è valsa la pena andar su fino a Costa Volpino per venticinque persone se erano tante. Non potrei che mentire...

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