venerdì 18 aprile 2008

Recensione

Forse dovrei dare ascolto ad alcuni consigli; consigli a cui non ho finora dato moltissimo peso, come sempre quando mi sembra che qualcosa sia non disinteressato. Non perché abbia nulla contro gli interessi, od il conflitto di interessi - a parte quando, ovviamente - gli interessi sono in conflitto con il mio; ma è come se, in queste occasioni, siano più poveri di verità e giustizia, e quindi meno validi.

Mi piace sorprendermi ad osservare un gioco delle parti, in cui ciascuno è come se agisse seguendo un copione nascosto, perché così si deve. E mi spaventa pensare che, nella maggior parte dei casi, questo copione non c'è, e sono le singole volontà che si incamminano su sentieri già battuti, fino alla nausea. O meglio, non è questo che mi spaventa. Perché, se fosse sempre così, non ci sarebbe nessun problema. Mai. Il punto è che - o perché, di fatto, non esiste alcun copione, o perché gli attori non obbediscono al capocomico - non si può contare sul fatto che tutto vada come deve, o come pare.

E, lo so, c'è molta ingiustizia in quello che scrivo - ma del resto non sta a noi fare giustizia; ma, forse, qualcuno sta recitando la parte che aveva rifiutato, e che non doveva essere sua. E la sta recitando bene; sopra le righe, come vuole il copione. Ma non credo sarà un successo al botteghino; di sicuro, non lo sarà di critica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come anticipato (anzi, per rimanere in tema, come da copione) ho detto che avrei lasciato un commento, ed eccolo qui.
L'essere volutamente oscuro è un'arma a doppio taglio. L'interpretazione di chi ti legge è così soggettiva, che potrebbe portare a conclusioni veramente distanti dal vero senso dell'intervento.
D'altra parte, chi dice che questo intervento deve avere un senso? A volte le emozioni stesse non hanno alcun senso, e probabilmente un intervento del genere non vuole avere alcun significato, ma solo dar voce a confuse sensazioni. Una sorta di rozzo flusso di coscienza di chi fa finta di voler disorientare gli altri, ma in realtà è disorientato egli stesso. Le parole sono solo uno strumento come un altro per liberare il proprio io. Il senso che si prentende di aver nascosto nelle parole, non c'è. Ed anzi, si aspetta che gli altri diano un senso al testo, scoprendolo all'autore stesso, ignaro. Alla fine, si potrebbe procedere sperimentalmente (orrore!) a fittare l'istogramma delle interpretazioni con una gaussiana, la cui deviazione standard sarà ridicolmente alta. Lascio a te il compito di dimostrare che effettivamente le interpretazioni di un intervento del genere vanno come una gaussiana. Io personalmente ne dubito, poichè si dovrebbero centrare attorno ad un'interpretazione "vera", ma in quanto sperimentale, ho fede assoluta nella potenza dei fit gaussiani!


PS: il commento è volutamente fuori dal mio stile. Forse.

Cassa ha detto...

Ti assicuro che l'intervento ha un senso, ed un'interpretazione ortodossa.
Che, però, è probabilmente meno interessante di quelle dei lettori.
So benissimo cosa voglio dire - se io ne sia certo o meno è un altro discorso, però.

Ma sai bene che un esperimento non viene, se non si sa come deve venire.