giovedì 10 gennaio 2008

L'hobby dei fisici

Se ieri un passante si fosse attardato ad entrare nella nostra aula, durante uno degli innumerevoli - e mai abbastanza - quarti d'ora accademici, e distratto non avesse gettato uno sguardo, neanche fuggevole, alla lavagna ingombra di funzioni d'onda ed operatori, ma si fosse limitato ad ascoltare i nostri discorsi, avrebbe certo pensato di essere capitato nella facoltà sbagliata.

E non sarebbe neanche la prima volta, perché già in diverse occasioni il discorso si è volto da quelle parti.

C'è questa specie di hobby dei fisici, o perlomeno del giro di fisici che frequento - perché ho notato, pur essendo noi in pochi e conoscendoci - approssimativamente - tutti bene, la tendenza spontanea a formare gruppi e gruppuscoli di sodali rimane, ed anzi quest'anno - in modo misterioso - si è rinvigorita, al punto che gruppi troppo numerosi si sono sfaldati sotto queste spinte -, che sarebbe di lanciarsi in speculazioni ardite tra le vette della teologia e della religione.

E ieri il punto (ispirato da una predica del parroco di Cisano Bg.sco che uno di noi ha riportato) era questo, se fosse più in linea con gli insegnamenti di Santa Madre Chiesa la credenza in un universo finito o infinito. La cosa curiosa è che questo parroco, assai poco ferrato in materia di scienze naturali, sosteneva fosse falsa e pericolosa l'idea di un universo finito, e propendeva per un universo infinito come infinita è la maestà del Creatore.

Non fosse che io sono per un universo finito, la tesi del pastore d'anime ci è sembrata rischiosa. A parte le implicazioni sulla Redenzione (ed infatti si accennava sorridendo al fatto che la Parusia non sia ancora avvenuta perché il Redentore ha da finire il giro di infiniti pianeti con infinite umanità da redimere), c'è il fatto che con la stessa tesi Giordano Bruno sia stato messo al rogo. Oggigiorno non si brucia più nessuno, ma non è che le idee sbagliate siano diventate giuste...ma accendiamo un dibattito!

3 commenti:

Daniel ha detto...

A mio avviso,per la fede del singolo questo è un punto completamente indifferente, perché ormai è chiaro che la Genesi non vada letta letteralmente. Questo fatto, sostenuto dalle scoperte scientifiche (come l'evoluzionismo, il Big Bang, e sono sicuro che la fisica quantistica, per quanto poco ne so, ce ne darà altre) dovrebbe redere chiaro che l'Aldilà è in un'altra dimensione (non in senso fisico parlando) in cui tempo e spazio sono da considerarsi diversamente, sempre che siano da considerarsi. Di conseguenza a finitudine dell'universo o la presenza di altre umanità poco cambia.

Cassa ha detto...

Non sono sicuro che il punto sia quello di altre dimensioni, o di interpretazioni della Genesi. Poi, sono d'accordo con te che per la fede del singolo la questione non è rilevante - ma lo è a proposito della Verità delle Cose. Perché non possono essere vere entrambe, cioè che il creato sia finito o infinito. O sì, o no.
Poi, la mia idea secondo cui sarebbe finito è più "scientifica" - in senso molto lato - che teologica, e non viene certo da un'interpretazione letterale di alcunché.

Daniel ha detto...

Certo che non possono essere vere entrambe.

Comunque la questione riguardo al fatto che Cristo abbia ancora infinite umanità da redimere non ha nulla a che fare in termini teologici con la scadenza del Suo ritorno, in quanto sarebbe applicare modelli umani ad un fatto prevalentemente divino.
Prima di tutto quello di Cristo sulla croce è stato un sacrificio e se la cosa si ripetesse infinite volte, mancherebbe questa qualità, in quanto dopo la Resurrezione, sarebbe ipoteticamente catapultato in un altro universo e lo stesso varrebbe per la creazione dell'Universo. Dio dopo la pausa del settimo giorno non potrebbe più occuparsi del Creato, ma sarebbe impegnato a creare ininterrottamente in eterno. Ciò naturalmente non toglie che vi possano essere più universi. Il ragionamento vuole solo significare che Gesù è venuto per tutte le genti, ergo SE esistono altri universi e SE questi hanno una o più umanità, avrebbero tutte la possibilità di salvarsi, indipendentemente dal numero. SE l'universo è uno e infinito o finito non cambia molto col ragionamento precedente.
Semmai il punto è sul numero di umanità, ma neanche questo cambierebbe molto.

Interessante sarebbe capire come si rapporterebbe la nostra Chiesa all'incontro con extraterrestri, ma adesso sto divagando.