martedì 29 gennaio 2008

Le due opzioni

Faccio una cosa rischiosa, cioè mi azzardo in un pronostico che sarà verificato stasera o, al più tardi, domattina. È senz'altro molto più facile pronosticare quello che succederà nel 2015, anche perché, sbagliassi, nessuno se ne ricorderebbe; o, ricordandosene, potrei sempre sostenere che ricorda male.

Invece, sapendo che con tutta probabilità domani sera dovrò mettere un commento con scritto come volevasi dimostrare, hanno fatto il contrario di quanto dicevo, annuncio ugualmente quali sono, a mio avviso, le due opzioni di Napolitano, sapendo che, qualunque cosa faccia, ci sarà chi rimane scontentato - e, tra l'altro, è un po' un'illusione degli ultimi quindici anni che il Presidente non scontenti nessuno e sia benvoluto da tutti. Un'illusione, mi rendo conto, che in realtà rispetta lo spirito costituente, ma che, nella storia della Repubblica, non si è sempre verificata - ed in particolare faccio riferimento all'illustre Picconatore.

Scartata l'opzione delle elezioni anticipate, c'è quella che, credo, attualmente è in pole-position, anche in seguito alle odierne dichiarazioni dell'UDC, e cioè il ministero Marini. Che scontenterebbe FI, AN e Lega - e qualche minuscolo sinistrorso, ma credo li si metterebbe a tacere facilmente. E poi c'è l'opzione scontenta-tutti, che almeno per par condicio andrebbe presa in considerazione. Cioè sciogliere il solo Senato; il che, oltre ad essere costituzionalmente più che legittimo, avendo il governo Prodi ricevuto la sfiducia soltanto da una delle due camere, è certo un modo un po' forzato - con tutto l'eufemismo possibile - per imporre una rivoluzione del costume politico italico. Perché, è inutile fingere di ignorare il dato politico, con elezioni nel giro di qualche mese il Senato andebbe al centrodestra.
Può fare danni, questa situazione, senz'altro. Ma sarebbe un passo avanti verso l'eucatastrofe.

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