giovedì 3 gennaio 2008

Cronache del Campo /1

Siamo tornati ieri sera. Prima del previsto: alle 23 eravamo già al parcheggio di fronte all'oratorio di Scanzo; dribblando gli adolescenti per scaricare dai pullman i materiali della parrocchia, ho evitato i saluti e i baci. Poi la piazza si è svuotata. E siamo rimasti in pochi, a guardarci. Domenica prossimo incontro.

Siamo partiti sabato mattina, come da programma. Mette un pizzico di invidia vedere che tutti gli adolescenti sono accompagnati in auto da genitori apprensivi che portano loro appresso i borsoni acché non si stanchino troppo, mentre tua madre si è alzata tontognando che doveva fare i panini ai tuoi fratelli e ti ha spedito a piedi fino giù a Scanzo, tirandoti dietro borsone, zaino, porta abito et co. Per fortuna Emanuele, che aveva preparato tutti i giochi e fino all'ultimo secondo utile non si sapeva se sarebbe venuto o meno, si presenta. Solita odissea per caricare tutto sugli autobus. E dire che quest'anno erano due, e pensavamo di avere spazio. L'ingombro dei bagagli è non-lineare con il numero dei partecipanti, evidentemente. Poi ci si divide. Senza nessun criterio se non quello occulto di qualche manovratore misterioso (che avrà modo di estrinsecarsi nei giorni sccessivi). E si parte, con il cielo ancora scuro, alla volta di Siena. Primo giorno.



Viaggiamo bene. La A21 Brescia-Piacenza è immersa nella nebbia e nella galaverna. Ed è deserta come al solito. Il sole si alza malato; sul mio pullman (pullman A) gli adolescenti sono più agitati di quello che ci si aspetterebbe a quest'ora. Non abbiamo ancora iniziato a stancarli. Ci fermiamo sull'A1 all'altezza di Casalecchio, prima del tratto appenninico. Caffè, giornale e tavoletta di cioccolato fondente all'88% - che non riscuote grande successo tra i ragazzi perché troppo amara. Meglio. Ce n'è di più per me.


Arriviamo a Siena verso le undici e mezza - mezzogiorno. Secondo i programmi del gioco di Emanuele avremmo dovuto entrarci dalla parte opposta, invece i pullman ci lasciano a San Domenico. Salta la prima fase del gioco. Scendiamo a Piazza del Campo dove ci accampiamo alla bella e meglio e consumiamo il primo dei nostri frugali pranzi al sacco. Altro caffè, ed inizia il gioco. Bisogna rendere ogni onore alla preparazione di questo grande gioco, che intende far conoscere Siena conducendoci a vedere i luoghi più significativi, conoscere la gente delle contrade e lo spirito che le anima. Punto primo, divisione in contrade, dieci squadre di dieci persone (otto adolescenti, due educatori - io sono solo, il mio collega scenderà dopo un paio di giorni). Chiocciola. Per prima cosa, trovare la sede della propria contrada, chiedere informazioni agli abitanti, rispondere alle domande, comprarne la bandiera. Potevano mandarmi ancora più lontano...nonostante abbia trascinato adolescenti con nessuna voglia di correre il più velocemente possibile, arriviamo praticamente ultimi alla fine della prima fase. Nella seconda fase viene consegnata ad ogni contrada una mappa di Siena con segnalati luoghi di interesse collegati ad una trentina di domande. Luoghi di interesse disparati, che era impossibile collegare con un percorso lineare. Ci sono due ore di tempo prima della messa a San Domenico, quindi o si lascia indietro qualcosa o si corre come dei disperati. Io sarei per la seconda, ma opteremo per la prima. Alcune chicche dalle risposte (non tutte della mia squadra, ma degne di nota): il Santuario di Santa Maria di Provenzano è stato forse eretto per commemorare la cattura del famoso latitante? Il vino più pregiato prodotto in provincia di Siena è il barolo? Il santo che ha preso i voti francescani nella chiesa di S. Francesco è Padre Pio? Perché inserire la paninoteca nazionale tra i luoghi d'interesse?

Si arriva sudati fradici a San Domenico verso le cinque e mezza; nella chiesa è spento il riscaldamento; qualcuno era già di salute precaria prima della partenza. La celebrazione della Messa è un concerto di colpi di tosse e starnuti, con tutte le intensità e le gradazioni.

Spendiamo due parole sul tema del campo, Don Chisciotte, San Francesco, don Lorenzo Milani pazzi necessari. Un libretto corposissimo realizzato dal nostro curato, con in allegato il libretto dell'UPEE (Ufficio Pastorale Età Evolutiva) sulla figura di don Milani, con in allegato un secondo libretto dell'UPEE con preghiere e canti. Il primo giorno si predica sugli inizi delle esperienze dei nostri tre. Finisce la Messa e si risale sui pullman, destinazione Torricella di Magione, a sud-est del lago Trasimeno. I ragazzi sono un po' più stanchi, ergo più tranquilli.

Arriviamo a Torricella intorno alle otto; facciamo un paio di giri per le strette stradine ed i due passaggi a livello della minuscola frazione prima di capire da che parte approcciarci alla Casa sul Lago, nostra sistemazione per questi giorni. E scarichiamo valigie e scatoloni di viveri e materiali, ed accumuliamo tutto nell'atrio. La prima impressione è positiva. E disarmante. Abituati alla spoglia sobrietà delle case per gruppi, questa è un sovrabbondante kitch di ogni genere di possibili soprammobili, financo scatole di sigari vuote. Poi c'è un pianoforte. Terribilmente scordato nelle note basse, ma sarà un graditissimo passatempo. E, considerata la qualità di molti esecutori, la nostra partenza lo vedrà ancora più scassato. La sala da pranzo è "piccola" e ci stiamo a pelo, ma bisogna considerare che siamo in oltre cento. Sarà un problema per l'ultimo. La cucina è quanto di più irrazionale si sia mai visto. Difficilissimo girarcisi dentro, sarà un problema soprattutto per le due signore che ci accompagnano con questa mansione. Il mio gruppo si deve subito dare da fare per apparecchiare, ed apparecchiamo troppo. Una parola sul gruppo. Sono tre ragazze e cinque ragazzi, tutti tendenzialmente piccoli - siamo dalla prima alla quinta superiore, devo averne due o tre di terza e gli altri di prima. Buoni, non di quelli che fanno disperare. Ma ce ne sono tre che delle amebe sono più vive ed attive. Ma di loro avrò da lamentarmi più tardi.

Sistemazione nelle camere, fin troppo spartane e non tutte in buono stato. Siamo su due piani, il primo riservato ai maschi ed il secondo alle ragazze. Problemi organizzativi: gli educatori sono quasi tutti maschi, ci sono solo due educatrici oltre alle due signore, che non sono qui per fare le cuoche - benché lo facciano - ma sono in forza regolarmente ai vari gruppi e la suora. Le camere sono da sei-otto posti letto. Con i maschi mettiamo uno o due educatori per stanza, delle ragazze siamo invece costretti a fidarci. Errore numero 1. Siamo comunque in tanti, educatori maschi, e una camera rimane riservata solo a noi. Ed in questa camera finisco io. Se, da un lato, si dorme meglio, dall'altro siamo messi alla fine del corridoio, dalla parte opposta rispetto alle scale (accanto a quelle di emergenza, ma si accorgeranno di questo solo tra un paio di sere). Errore numero 2. L'indomani la sveglia sarà alle 6.30 perché s'ha da andare ad Assisi (anzi, a Rivotorto) ed essere là entro le nove. Per essere la prima sera, condotta nella norma. Niente scandali, niente retate.


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