lunedì 21 gennaio 2008

Tuffo all'indietro

Cifra del fine settimana appena trascorso potrebbe essere quello indicato nel titolo; non che sabato pomeriggio, per dire, ci fosse alcuna intenzione di tornare a fare, per una sera, quello che si faceva fino ad un anno fa, ma le condizioni ci hanno, per così dire, risospinto su quei lidi, abbandonati e superati; e le vecchie spiagge non hanno più i colori ed il profumo di una volta. Ma ci sono. E su di esse si stende il dolente sguardo disincantato per un mondo che muore.

Va beh, forse sono un po' troppo tragico, e si può anche buttarla sul ridere, come in effetti abbiamo fatto. Anzi, ad essere più onesti, non abbiamo fatto altro che ridere. Per tutto il fine settimana.

Da quando non frequento più con tanta assiduità l'università, perché i corsi sono finiti e sono in fase pre-esami, non posso dire che il fine settimana sia introdotto dal non dovermi alzare a prendere il treno. Da quando ho abbandonato, a settembre, la mia quarta elementare per dedicarmi solo agli adolescenti, non posso dire che il fine settimana sia introdotto dall'andare a fare il catechismo. Rimane però la terza attività del sabato, che fa capire che è ora di farsi una doccia, tirar fuori dall'armadio un vestito più bello del solito, ed uscire volente o nolente, cioè la messa prefestiva, con relativo accompagnamento al canto. In giornata mio fratello mi aveva detto di chiamare l'organista titolare, perché durante la settimana passata avevano fatto delle opere di manutenzione e dovevo sentire un po' d'istruzioni. Dopo aver diligentemente chiamato, e fatto tutto l'ambaradan perché il nuovo motore non si accende direttamente dalla postazione dell'organista (spero rimedino presto), sono andato a provare questi registri tutti sistemati. C'è ancora qualche limite nella meccanica esterna, in particolare la solita combinazione libera che se non ci si mettono abbastanza registri decide quali inserire per suo conto (con una predilezione per la vigesimasesta), ed i ripieni che sono sempre un po' lenti ad uscire, ma il suono è molto migliorato, a partire dal principale 8 p. fino alla tromba. Così, per testare un po' il suono, prima di messa si è imposta la Partita di Zipoli, che ha un crescendo sonoro che credo abbia suscitato qualche protesta tra le vecchine convenute per recitare il rosario.

Quando, dopo cena, si è trattato di uscire, vengo a sapere - ma anche lui, dirmelo prima delle nove di sera! - che Fabio non ci sarà, ed allora sento Daniele che, come al solito, arriva senza idee di cosa fare. O meglio, un'idea ce l'avrebbe, ed io stesso l'ho valutata, per tutto il pomeriggio, ma di andare noi due soli a Clusone, perché alla Collina c'è il compleanno di Ivan Belli (storico dj del compianto Antares, immeritatamente negletto - certo, la selezione non è il suo forte, dovendo pagare anche i rozzi gusti valligiani, ma la tecnica è sopraffina, per riuscire a far andare d'accordo generi così diversi - e, benché sia tempo che non andiamo nemmeno a bere dal Giò, solo in due, con uno che deve guidare, è decisamente unfair. Così pensiamo di fare un giro in Città Alta, perché un po' di movimento c'è sempre e poi può essere gradevole. Dopo aver corso un rally criminale ed adrenalinico sulla Castagneta (non tanto criminale la guida, quanto fidarsi di una Panda) abbiamo parcheggiato al solito posto su via Beltrami e siamo scesi in Colle Aperto. E siamo stati investiti dalla consueta (ma ogni volta sembra che ce ne dimentichiamo) folla squatter, stavolta di particolare intensità, se il primo commento fatto è stato le stradine di Città Alta sono sature di deficienza. Dopo una vasca in discesa sulla Corsarola (durante la quale abbiamo incontrato esemplari di adolescenti rosciatesi in libera uscita), una risalita alternativa e mezza ridiscesa (durante la quale si scherzava del nastro di Moebius, perché se qualcuno ci avesse incrociati prima, mentre scendevamo, ci avrebbe visti due volte scendere e mai salire, ci siamo introdotti nell'irish pub dove, tra pinte di Guinnes che in effetti era da settembre che al sabato sera bevevo solo whisky, piattini di arachidi ed i rarissimi (e quasi snob) piattini per-i-gusci-d'arachide, e ragazze al tavolo dietro che berciavano di lui-che-non-si-da-una-mossa-che-devo-fare-ancora-vuole-solo-uscire-a-bere-qualcosa? a voce talmente alta che ho dovuto far capire che non era il caso fissandole dandomi aria di concordare con loro (annuendo alle loro espressioni più forti e così via) finché non hanno deciso di abbassare il tono ed i toni, abbiamo passato un po' il tempo.
Poi siamo scesi da Bergamo e tornati in paese (desolatantemente deserto); ma, avendo saputo che Fabio era assente per via della festa dei 18 di sua cuggina - abbiamo deciso di intraprendere una Caccia al tesoro cercando di indovinare il locale in cui erano andati a festeggiare. Dopo averne fatti passare un paio abbiamo pensato di mandargli un messaggio per chiedere un indizio, ma quello non ha risposto (e meglio così, perché erano nella taverna di casa a festeggiare...) ed abbiamo proseguito la nostra quest, che ci ha condotto, dopo molte elucubrazioni, inutili col senno di poi, al Clubbing di Mozzo, al quale c'era consumazione obbligatoria; trattenuti un attimo dal bicchiere di whisky da finire (e con la storia del prezzo unico per la prima consumazione ci ho anche guadagnato, data anche l'abbondanza), stavamo valutando d'andarcene quando Daniele, fissando alle mie spalle, fa guarda l'Improbabile, e non faccio in tempo a voltarmi che già sono afferrato da Giuseppe, che chissà cosa - ma ce lo immaginiamo - ha condotto solo in quel posto. Visto che lui è il re del dileggio, ci siamo fermati un po' a commentare le disinvolte adolescenti che ancheggiavano lascive - ed abbiamo partorito l'ipotesi che uno potesse entrare, prenderne una a caso per l'orecchio e farle una scenata di gelosia folle davanti a tutti, giusto per vedere l'effetto che fa - con la variante che l'uno possa non essere un giovane - nella fattispecie io, che avevo dato l'idea - ma un signore di mezza età facente funzione di padre. Scena non del tutto irrealistica, perché immaginavo queste legioni di padri a casa, ignari di dove si trovino le figlie, di con chi siano, e soprattutto di come siano svestite. E credo, almeno una volta, di aver assistito a qualcosa del genere. Però il padre non si era sporcato le mani ad entrare ed a trascinare fuori la giovane. Faceva fuoco e fiamme dall'atrio ed ha mandato dentro una di lei amica. Dopo aver nominato frase della serata quella là balla come un giunto cardanico abbiamo levato le tende in direzione Dessi Kebab.
Nonostante in superstrada fossimo superati dalla Celica di Claudio e lo chiamassimo all'istante per invitarlo ad unirsi a noi, quello era stanco e decideva di non fermarsi. Ed al Dessi ci saranno state venti persone in attesa del proprio panino con carne. Da cui maturiamo la decisione di spostarci al Sammi, duecento metri più giù in Borgo Santa Caterina, ma c'è una bella differenza. Per prima cosa, non capisce che io voglio SOLO carne e bianco, niente stranezze vegetali, e me lo riempie con tutto. E - ben più grave - quel kebab non toglie la fame, anzi ne mette di più ancora. Avevamo sempre sostenuto che fosse un posto troppo fighetto (ammesso e non concesso che un kebab possa essere in qualche modo così definito), adesso ne abbiamo la certezza. Dopodiché, a nanna.

La domenica mattina, oltre le consuete faccende di casa - perché fare le pulizie di fino la domenica? Perché? - riesco a vedere Zelig di W.Allen, che il don mi aveva prestato la sera del venerdì. Nel pomeriggio, un po' di meccanica quantistica ed un po' di musica elettronica.
Per cena, all'Oratorio di Scanzo, cena-avanzi del campo al Trasimeno con proiezione di foto e filmati. Abbiamo mangiato, per comodità di spazi, nel salone polivalente (che, pur essendo polivalente, immagino che quelli della società sportiva ci abbiano in odio, dopo averci mangiato dentro con relativo impiastramento solo in parte mitigato dal copri-pavimento di gomma), ed in effetti ci stavamo dentro bene. E poi abbiamo mangiato ad abundantiam, anche per la modestia gastrica delle adolesceti; e credo che potrebbe esserci una cena per finire gli avanzi degli avanzi del campo. Per le foto è stato testato, per la prima volta, il doppio commento alternato. In pratica, accanto al veterano Malvezzi sono stato affiancato io, onde gettare una patina di acido cinismo sulle foto ed i soggetti. Acido cinismo che ha fatto il suo dovere, perché in diverse sono venute a fare le offese per i miei commenti su pettinature, vestiti, espressioni (questa foto è la prova che i primi piani non sono una forma d'arte). Dopo aver sgomberato tutto quei pazzoidi si sono messi a giocare a calcio, in un campo a cinque, in dodici contro tredici, senza scarpe - per non rovinare la palestra. Credo di aver perso il conto dei gol. E quello delle scorrettezze, tipo calpestare l'avversario a terra, indugiando particolarmente sulle costole; mentre quello subiva col sorriso sulle labbra (ed una bestemmia nel cuore, a mio parere).

Nel tornare a casa sono state prodotte alcune delle più assurde stupidità del fine settimana, ma devo avvisare i miei lettori che sono un po' volgari. Pertanto, se qualcuno vuole mantenere di me un'immagine di compassato rispetto, è bene non legga. Se invece avete sempre ritenuto che io sia un cretino/un gretto materialista maschilista/e\o peggio, allora adesso ne avrete le prove
Qualora lui la dovesse deflorare, mi riderà il culo (si noti il contrasto stilistico tra protasi ed apodosi)
Ce n'erano altre, ma ora come ora non ricordo. O meglio, ricordo la differenza tra lotta greco-ortodossa e lotta romana. Ma se nemmeno la suora ha capito la questione del filioque, ho poca speranza per i miei lettori.

C'è quasi d'aver nostalgia del tran-tran.