venerdì 11 gennaio 2008

A zonzo per Milano

Dovevo andare semplicemente alla Vibrarecords di Milano a cercare un album dell'improbabile "artista" Kaos. Tra l'altro, come si può facilmente arguire, non per me. Peccato avessi fatto male i miei conti, e mi fossi preso l'impegno quando pensavo di essere libero questa mattina e di dover lavorare questo pomeriggio, mentre era l'esatto opposto. E, dopo aver pranzato alla trattoria dei cinesi di via Breda, che si mangia non male (tutto sommato) e, soprattutto, si paga quasi niente, mi sono portato in zona Porta Vittoria (che è nella zona sud-est di Milano, ultima fermata urbana del Passante ferroviario) in cerca del negozio (ormai, tra accompagnato e per analoghe commissioni, ci sarò andato tre-quattro volte, ed infatti questa è stata la prima volta che non mi sono perso neanche per un secondo).


Peccato che, una volta arrivato, mi sia accorto che apriva alle 15.00 ed io avevo ancora una mezz'ora abbondante di tempo da perdere. Ho letteralmente girato a caso sulla insignificante via Monte Nero, talmente insignificante che mi sono fermato a guardare le vetrine di un'armeria. Nel mentre che giravo senza meta, sono incappato in una parete di vecchi mattoni, e questa parete di vecchi mattoni aveva tutta l'aria di essere un qualcosa di monumentale, ed infatti sono arrivato alla Rotonda della Besana.


Monumento, questo, che dal punto di vista di mera priorità turistica non si può dire sia la cosa da vedere a Milano. Ma assume per me una certa rilevanza, a causa dei motivi che andrò brevemente a spiegare. E quindi non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di farci un giro.


Trattasi dell'antico cimitero dei poveri di Milano, cui si è posta mano a partire dalla fine del '600, costruito in un tardo barocco molto misurato. Al centro di una spianata c'è una chiesa a quattro bracci, sormontata da cupola ottagonale, in intonaco panna; oserei dire asburgica. Intorno alla spianata c'è la rotonda vera e propria, un ampio camminamento porticato (è un po' di tempo che non mi occupo di architettura, quindi non pignolatemi troppo sui nomi) di forma pseudo-quadrata, costruito su un'alternanza di concavità e convessità.


Motivi della mia predilezione per il posto sono



  1. Il fatto che il barocco, specie se non è un sovrabbondante Bernini, ma qualcosa di più misurato, mi piace, e questo già basterebbe, essendo la rotonda della Besana il più singolare prodotto architettonico del periodo a Milano


  2. Il fatto che, l'anno scorso, quando ancora uscivo con Quella di Milano (sigh sigh sigh), si girava un po' alla ricerca di posti insoliti (abbiamo in carnet un condominio liberty sede della prima società cinematografica arrivata a Milano, per dire), e questa rotonda di via Besana era nella mia lista. Rimpianti di un tempo che non sarà più.


Beh, a parte questo, valeva la pena - anche se non sono entrato nella chiesa che ora rovinano con improbabili esposizioni di arte contemporanea. Sono uscito dal lato opposto della rotonda, con il concreto rischio di perdermi. Però ho visto il famoso palazzo di giustizia di Milano che si vede sempre al telegiornale, e che io ormai pensavo fosse solo un'invenzione dei media. E sono stato in giro per niente perché l'album era esaurito. Otèr.

6 commenti:

Chiara ha detto...

Aha! Tu esci dal dilemma "tipa" con "Quella"...

Astuto.

Peccato per l'album però...

Cassa ha detto...

Ehi, nota la maiuscola...è tutta lì la sostanza...e tra l'altro (ma questo credo lo capiscano solo i miei colleghi universitari) il fatto che abbia scelto come appellativo Q. ha anche un senso che va al di là del pronome dimostrativo.

No, non direi peccato per l'album Karma di Kaos...

Juliet ha detto...

la prima ed ultima volta che sono stata a milano(qst estate) non ne ho avuto una bella impressione...spero di ricredermi la prox volta

Daniel ha detto...

Beh, in tutta sincerità, se escludiamo quella fetta, neanche piccola ma poco valorizzata costituita dall'arte, Milano non fa una bella impressione.
Di sicuro non è il luogo dove stare per una vacanza, ma forse neanche per andare a lavorare...
Le altre città che fanno provincia (ce l'hanno un nome? Tipo capoluogo e così?) però sono belle (ne conosco poche, ma non ho mai visto eccezioni).

Comunque, giusto per rompere, devo dire non più che porticato sarebbe adatto il termine peripateo colonnato a stile dorico.

Cassa ha detto...

In effetti ci sono stato sopra un quarto d'ora, su porticato, perché non mi veniva la parola giusta.

Poi, posto che neanch'io ritengo Milano bella, bisogna dire che ha un suo perché di stress e folle lavoro. Ed i piccoli tesori all'angolo di strade intasate dal traffico rilucono maggiormente.

Infine, non credo tu abbia visitato Pordenone o Rieti, prima di lanciarti in lodi dei capoluoghi di provincia...

Anonimo ha detto...

A me Milano piace un sacco, un giorno mi piacerebbe viverci.
Purtroppo la gente conosce solo la fretta e quello che di Milano si sente dire.