Deserto siriaco
Un mese dopo l'Equinozio d'Autunno
Non era stato facile far accettare ai colleghi la tesi del Messia. Anzi, non era nemmeno certo avessero capito la portata della questione. Non avevano capito, così il dottor B. pensava, né i suoi colleghi che erano voluti partire, né il Direttore dell'Istituto a cui aveva portato le conclusioni e che aveva approvato la missione, né gli ottusi e grassi dignitari di corte che l'avevano finanziata, né i rabbini giudei da cui aveva ottenuto tutte le informazioni che gli servivano sul Messia, ma che scuotevano la testa all'idea che venisse davvero.
Non avevano capito, o non volevano capire.
L'evento che avveniva sotto il Cielo era tale da aver mutato i cieli, da far sussultare le stelle fisse e gli astri dal corso fissato. I cieli e gli astri avevano sussultato, più di quando la colpa d'Adamo aveva corrotto la creazione ed aveva portato le estati torride e gli inverni gelidi, il male e la morte, ed il gelido vento che squassava quella notte, e la ferocia delle fiere che insidiavano il sentiero per il guado del Giordano, su cui erano in cammino. Non che loro, né lui, si potessero definire esperti d'Adamo, di colpe o di numi. Ma se quelli che da secoli aspettavano che l'Evento accadesse hanno deciso di esservi ciechi, e di non vedere che anche la materia inanimata s'è piegata, e con una luce nuova di luce inonda questa notte nel deserto, e tutta la notte del mondo, e tutta la notte della storia.
E quel popolo dalla dura cervice, che ha tutto il giorno sotto il naso le sue Scritture, che annunciano questo Evento, e non lo vedono. E così il loro Re, prima, è il Re di questi tre dottori.
Il dottor B. era rimasto amareggiato perché il rabbino di Susa li aveva derisi; quello di Persepoli dissuasi; quello di Ctesifonte compatiti. E lui, lui non voleva nemmeno partire, ed eccolo qui a ripararsi dal vento e dalla sabbia, addossato al cammello puzzolente, sotto una tenda che ci manca poco il vento strappi.
Ripensava a quella notte di mesi prima, passata in bianco come tante in quielle settimane, perché i dati degli sperimentali erano incoerenti. E pensava con acredine al fatto che la comunità scientifica ed i posteri avrebbero ricordato il dottor G. che aveva visto solo un punto bianco nel nero del firmamento, e non di lui che aveva dimostrato la Novità. Tra l'arcotangente ed il coseno iperbolico aveva dimostrato che è sorta la Luce. E non aveva mai voluto alzare gli occhi al cielo e guardare ad ovest, dove doveva essere, la Stella. Era passato più di un mese dalla loro partenza. Tipico degli sperimentali, andare a verificare. Avrebbe lasciato andare volentieri solo loro, il dottor G. tutto esaltato, ed il dottor M. che pur di viaggiare aveva accettato, per l'anno successivo, un'offerta di insegnamento in Iperborea. Ed invece era dovuto partire anche lui, come coordinatore del gruppo di ricerca.
E, secondo i suoi calcoli, mancavano ancora due mesi alla seconda e definitiva congiunzione
Continua...
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