Essere buoni è solo un modo più sottile di essere cattivi
Da un albero cattivo non nascono frutti buoni. E viceversa. O viceversa.
Il peggior albero della storia ha dato il frutto più buono
Il male è forse un modo più sottile del bene.
È così finalmente arrivato l'ultimo giorno. La cosa più straordinaria di questi campi è che anche da parte nostra, pur essendo sempre oberati di lavori ed incarichi ed attività ed affanni, si riesca a trovare tempo e modo per la riflessione. Certo, non il mattino dell'ultimo giorno.
Tutti si alzano discretamente in orario, ma non hanno ancora finito la colazione che già c'è da lavorare. Chi ha seguito le disposizioni date la sera precedente dovrebbe aver già preparata la borsa e sistemata la camera, ma ad averlo fatto sono in pochissimi. Nel frattempo, chiunque sia anche solo vagamente "a posto" viene dirottato in cucina per dare il colpo finale alla preparazione dei panini per Lucca. Già, perché nel ritorno si passa da Lucca onde visitare il museo del fumetto (cosa c'entri con il tema del campo, che era "gli alberi" - e, come al solito, abbiamo relegato l'albero più importante di tutti in dieci minuti di preghiera del mattino -, abbiamo speculato sia perché i fumetti sono scritti su carta, e la carta si fa con gli alberi). Soddisfacente lo svolgimento delle pulizie, almeno qualcosa su cui non lamentarsi (o a ben vedere sì, perché abbiamo scoperto alla fine di tutto che c'era sempre stato un aspirapolvere), si parte. Lasciando alle nostre spalle le foreste casentinesi ancora imbiancate, ma un po' meno, perché nonostante si fosse a mille metri la notte tra l'ultimo ed il primo e la mattina del primo ha piovuto di brutto e parecchia si era sciolta, ci dirigiamo partendo a metà mattina verso Lucca, come all'andata facendo l'assurda tornantosa statale fino alle porte di Firenze. Così agli influenzati si aggiungono i nauseati.
Per questo tratto di viaggio, un'anonima (perlomeno, una il cui nome non sarebbe stato rivelato se non l'avessi strappato ad un testimone) ottiene la proiezione dell'imbarazzante Questa notte è ancora nostra...beh, almeno abbiamo conosciuto un film più brutto di Daredevil. Il commento critico del sottoscritto è: un film dove tutti si usano l'un l'altro, salvo poi arrabbiarsi e grandi urla e grandi pianti quando lo si scopre, ma poi tutti si amano, ma comunque non ne ottengono nulla. Si salva solo il fondamentale cameo di Giovanni Floris. Arrivati a Lucca tipo venti minuti prima dell'appuntamento al museo, decidiamo di perderne dieci realizzando una foto di gruppo che, più che una foto, sembra la preparazione di un'esecuzione di massa. Mangiamo rapidi il difficilissimo pane toscano ed andiamo a questo museo del fumetto. Due gruppi con altrettante guide per la visita alle esposizioni temporanee, più raffinate (e troppo raffinata la guida dell'autore, perché cento adolescenti dopo quattro giorni di bagordi la potessero affrontare), ed un continuo stillicidio di transfughi dal nostro gruppo alll'altro, che aveva una guida più accessibile, e poi ancora all'esposizione permanente di cose tipo Disney e la Pimpa, che almeno i bambini erano a loro agio. Situazione gestita da parte mia con rara liberalità. Ma non si illudano che, per me, dire se vuoi andare, va' escluda il giudizio su chi va e chi resta.
Un po' ammaliati dalla nostra guida, un po' impietositi dall'esigenza cronologica di lasciare a metà la visita, con un piccolo gruppo andiamo avanti fino in fondo, sostanzialmente uscendo dal museo all'ora in cui in teoria c'era il ritrovo dopo aver avuto il tempo di vedere la città. Ci infiliamo in un bar che riesce a farci fare tardissimo perché ha in lista il vin brulé e non lo sa fare, ed alla fine ho la certezza di aver bevuto un the all'aroma di vin brulé, cioè si è dimenticato di mettere il vino. Raggiungiamo di corsa il resto del gruppo che si sta infilando nei pullman e non si è neanche accorto di noi (o se n'è accorto ed ha deciso di lasciarci a Lucca).
Ormai dopo il tramonto del sole, partiamo alla volta definitiva di Scanzorosciate, affrontando le nebbie e la neve, caduta il giorno prima con una certa abbondanza, della Cisa. Cena piucchesoddisfacente in autogrill presso Parma, ed alterazioni varie per la clamorosa ignoranza in geografia autostradale non solo dei pargoli sedicenni, ma anche dei genitori, che siamo alla Cisa, siamo a Parma, siamo a Seriate, chiedono sempre indietro ah, tra quanto arrivate?. Dopo cena si tenta l'esperimento più difficile, cioè far seguire al nostro pullman Il Divo. Impresa fallita, e siamo stati anche oggetto delle critiche di quelli che l'hanno seguito, ma non si capisce niente di quello che succede queste cose le capite solo voi che le sapete già. Arrivo verso le dieci. Fastidioso constatare come, pur vedendoci che stiamo lavorando a scaricare i pullman ed a portare i materiali avanzati in oratorio, nessun genitore (neanche quelli "vicini") pensa di invitare i propri figli ad aiutarci. Ed alcuni si attaccano anche al clacson, perché intralciamo la strada attraversandola oberati di scatoloni!
Lunedì sera riunione di verifica. Prima possibile, foto e video in rete. Chi ha materiale me lo porti.
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