Sono già di ritorno. Considerato che non ci fossimo fermati al ristorante dieci minuti prima di arrivare avremmo potuto anche pranzare a casa, è stata proprio una toccata.
Come sempre. È una cosa talmente rapida - e di dubbia utilità - che mi chiedo sempre perché siamo costretti a sopportarla un due tre volte all'anno. Siamo arrivati venerdì sera, abbiamo fatto in tempo a mangiare in pizzeria e siamo andati a casa a dormire. Sabato abbiamo tagliato l'erba - lavoro che, ridendo e scherzando, porta via un tre quattro ore a due persone che lavorino contemporaneamente, uno al tagliaerba l'altro al decespugliatore -, dopo pranzo ho ricavato un po' di tempo per studiare altrimenti Oleari si arrabbia, siamo andati a comprare vestiti - a rifare il guardaroba di mio padre, più correttamente - ed a messa. Cena ancora fuori. Stamattina avremmo dovuto partire subito dopo colazione, ma poi le manie di chi si è messo dietro anche a potare le piante hanno fatto slittare la partenza a metà mattina. Ed eccoci arrivati.
Solitamente, all'inizio di novembre andare a Jesolo è la cosa meno gradita che possa succedere. Fitta nebbia che invade i viali deserti e bui. Questi due giorni, perlomeno, c'è sempre stato il sole. Ciò non toglie che l'amministrazione comunale, che tanto ha un mucchio di soldi da buttare, sommando l'ICI sulla nostra casa con quella di tutte le altre seconde case, di cui spreme i proprietari, abbia buttato tutto all'aria tanto che non c'era una sola strada a non essere stata completamente rivoltata. Metà delle strade principali non era nemmeno transitabile. Probabilmente hanno intenzione di pavimentarle d'oro, e di essere pronti per l'ultimo dell'anno.
Dalla finestra della casa al mare per due giorni si sono viste le Alpi.
E tutto questo mi fa ricordare che ho buttato via un altro fine settimana senza essere salito su nessun monte.
Nessun commento:
Posta un commento