Ieri ho avuto il primo incontro con un professore della mia università per iniziare a sondare (la cautela è d'obbligo, e lo è ancora di più dopo che ho avuto il duro risveglio) le possibilità di individuare un argomento per la tesi del terzo anno ed il relatore.
Poiché mi considero un fisico un po' borderline con la matematica, la prima persona da cui mi sono recato è il prof. Magri, direttore del dipartimento di Matematica e noto (nel giro, credo) meccanico, di cui tra l'altro ho seguito due corsi negli anni scorsi e di cui apprezzo il modo di fare ed il campo di ricerca.
Allora, io vado nel suo studio - che essendo lui direttore di dipartimento è il più grande del piano - e lui arriva, con qualche minuto di ritardo, tutto trafelato e mi fa entrare.
Mi sbatte davanti al naso una pila di articoli di matematica dicendomi che, come teorico, potrebbe essere interessante studiare il rapporto tra un campo vitale della ricerca di fisica moderna (la teoria delle stringhe) e un ambito di ricerca della geometria contemporanea (le varietà di Kähler generalizzate). Il problema è che per me è arabo, e per lui "una sfida" - il che significa, credo, che non ne sa molto nemmeno lui.
Mi ha lasciato con del tempo per rifletterci, ed il compito di cercare le origini di questa connessione che dovrebbero risalire a degli articoli dei primi anni '80.
Mi sa che se domani ho un buco di tempo devo prendere un libro sulla teoria delle stringhe ed iniziare a scartabellare le annate del Journal of Nuclear Physics.
Vedremo.
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