Con questa mania di oberarci d'impegni che ha il nostro curato (anzi, a rimarcare le distanze, il curato di Scanzo), quest'anno l'impegno che mi (ci) è piombato sulle spalle è particolarmente faticoso. Ma non scrivo per recriminare il fatto che è sadico far dedicare due-tre sere alla settimana (a seconda del programma) alla parrocchia, quando uno vorrebbe avere anche una vita propria e, soprattutto, ha altri impegni serali (vedasi quelli di partito, anche se in questo periodo è in fase di stanca perché si occupino gli altri di questa stupidata delle primarie). Il motivo per cui sono infastidito è il contenuto di tali incontri. Passi la sera a settimana per preparare gli incontro agli adolescenti, passi la sera a settimana per farlo, questo incontro agli adolescenti - che poi credo sia un po' troppo, o perlomeno ai miei tempi era una volta ogni quindici giorni - passi pure - ma su questo c'è qualcosa da dire - la preghiera mensile per i giovani. Ma le attività extra, specialmente quando travestite da incontri intellettual-culturali, proprio non mi vanno giù.
Non si pensi che io usi questo blog per sfogarmi in mancanza di confronto col curato. Figuriamoci! Già ad inizio estate gli ho fatto notare, con molta franchezza, che il suo atteggiarsi ad intellettual-chic non è intellettualmente (ironia) onesto, con la sua mania di confondere le cose di suo gusto con quelle intelligenti, o importanti. Ma non c'è stato verso.
E la preghiera di ieri sera è stata sulla solita falsariga. Riflettere su un'installazione di arte contemporanea (arte?!) realizzata filmando Zidane per tutta una partita, allo scopo di mettere in luce la solitudine esistenziale dell'Eroe...interessante (lo dico con sarcasmo). Si salva, e spicca per qualità, in tanta stranezza estrosa («se per riflettere siete più comodi sdraiati, o seduti in terra, occupate pure tutto lo spazio della chiesa») che getta fumo negli occhi perdendo di vista Chi siamo venuti a pregare, la Vocazione di Matteo del Caravaggio. Che corre il rischio di perdersi nel turbinare cromatico di un tale in braghe corte e sudore.
Non si pensi che io usi questo blog per sfogarmi in mancanza di confronto col curato. Figuriamoci! Già ad inizio estate gli ho fatto notare, con molta franchezza, che il suo atteggiarsi ad intellettual-chic non è intellettualmente (ironia) onesto, con la sua mania di confondere le cose di suo gusto con quelle intelligenti, o importanti. Ma non c'è stato verso.
E la preghiera di ieri sera è stata sulla solita falsariga. Riflettere su un'installazione di arte contemporanea (arte?!) realizzata filmando Zidane per tutta una partita, allo scopo di mettere in luce la solitudine esistenziale dell'Eroe...interessante (lo dico con sarcasmo). Si salva, e spicca per qualità, in tanta stranezza estrosa («se per riflettere siete più comodi sdraiati, o seduti in terra, occupate pure tutto lo spazio della chiesa») che getta fumo negli occhi perdendo di vista Chi siamo venuti a pregare, la Vocazione di Matteo del Caravaggio. Che corre il rischio di perdersi nel turbinare cromatico di un tale in braghe corte e sudore.
Questo avvicina i giovani? Io non credo. È alla loro portata? Lo vorrei almeno sperare, ma ho intercettato sguardi interrogativi più che convinti.
Per fortuna che c'è lo Spirito Santo.
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