sabato 13 ottobre 2007

Primarie del Partito Democratico

Io sono contrario.
Ma questo, da sé, non vale molto. Non andrò a votare sebbene lo facciano tutta la mia famiglia ed i miei amici, nonostante il voto vada a mio cugino.
Non sono il Caldarola (da un lato) né il Dini (dall'altro) di turno, non sto uscendo dal partito di cui conservo la tessera nel portafogli. Non parteciperò, comunque, a questo fallimento. Dovessi andare a votare, certo voterei Veltroni. Non perché lo stimi (anzi, molto meglio Letta) ma perché, almeno, il voto a Veltroni è il voto di chi non crede a 'sta mania delle primarie, ma si adegua, crede (o lo fa credere) obbedisce e combatte. Io non credo, non obbedisco ma combatterò: remando contro. Primarie! Inutili a suo tempo con Prodi, che non ebbe più forza di quanta non ne avesse prima, o forse sì, ma quanto bastava solo per scrivere il programma, non certo per attuarlo, ed inutili domani. Da politico non professionista ma ormai abbastanza consumato (e per chi è scettico, ero presente anche al congresso che ha sciolto il Partito Popolare, quindi fatevi un po' di conti) capisco la valenza mediatica di una cosa del genere. Telegiornali che da una settimana a questa parte dedicano (quelli RAI, ma queste sono le regole di quando si è al governo, non sono mica uno che si scandalizza) cinque minuti ad edizione alla cosa, giornali riempiti di inserzioni a pagamento (e così sono felici anche gli editori) che dicono dove sono posti i vari seggi, campagna a tappetto in tutti i comuni di tutte le province di tutte le regioni d'Italia. E un piccolo esercito di militanti e volontari che riempirà le piazze, domani, come segno visibile del nuovo partito. Bella cosa, come ritorno d'immagine. Se avessimo pronti i cannoni a coriandoli per quando verrà eletto segretario Veltroni potremmo replicare l'atmosfera U.S.A. (da pronunciarsi rigorosamente iù - ès - ei), e non è detto che non lo faremo, è stato così sia al congresso della Margherita che a quello dei Circoli della Libertà che ho visto in televisione. Ma dal punto di vista politico la cosa è una grande delusione.
A suo tempo, aveva tenuto banco la polemica circa la "fusione fredda". Sarà ancora peggio, come l'acqua e l'olio, tutt'al più una temporanea emulsione.
Le città si sono riempite di manifesti con scritto "Sono democratico e decido io". Sono infatti libero di decidere tra quattro liste bloccate. Avete capito bene, proprio come nel cosiddetto "porcellum" calderoniano che tutti criticano aspramente. Inoltre, per aumentare la libertà degli elettori, le liste sono rigorosamente fatte alternando un uomo ed una donna (o viceversa: e precise trattative hanno individuato i collegi a capolista di genere maschile o femminile). Non solo. Ogni lista per l'assemblea nazionale è collegata ad un candidato segretario, e questo è abbastanza ineliminabile, ma anche ogni lista per l'assemblea regionale - a proposito, palesemente ASSURDO votarle insieme, perché o è un partito federale e sono le assemblee regionali ad esprimere quella nazionale, o è un partito centrale ed è l'assemblea nazionale a scegliere i segretari regionali - è collegata ad un candidato nazionale.
Inoltre, ciliegina sulla torta, a sostenere Veltroni ci sono due liste. Quella "Democratici Lombardi", istituzionale - come si dice - fatta bilanciando in modo millimetrico DS, Margerita e singole personalità di spicco, e quella dal lungo nome con dentro "Sinistra", massiccia iniezione di DS, che così sballeranno tutte le proporzioni e Veltroni vincerà comunque. E non ci si venga a dire che Letta e Bindi sono della Margherita, e quindi siamo avvantaggiati, perché quelle liste sono un ratatuja di personalità più disparate, di sicuro abbondantemente contaminate da tutti i partiti. Ed i vertici locali dei DS che sostengono con ambiguità entrambe le liste, ed in segreto insegnano di votare la loro. Perché tutti erano Mussiani ma hanno firmato la mozione Fassino per non essere emarginati, in primavera. Ed adesso vogliono la loro rivincita.
Io credo non se la prenderanno, e che prevarranno i Democratici. Ma sarebbe meglio vincessero. Ho sentito i nostri, e potrebbero far saltare il piatto. Come, uno si chiede, senza fare la figura di quelli che si tirano indietro? Forse nel modo più antico della Repubblica Italiana, facendo lo sgambetto ad un governo già barcollante. Per sbaglio. Per colpa dei dissidenti di Bordon. Per colpa di Turigliatto.
Mah.
Intanto, per tutto domani, il mio blog porta il lutto. Il plebiscito non è democrazia.

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