Ieri, reduce vittorioso dall'esame, e finalmente cedendo alle esortazioni sempre più pressanti, ho vissuto una intera giornata da animatore del CRE (anzi, da responsabile, ma le due differenze principali sono che, alle gite, mi è offerto un buono pasto e, sempre, mentre un animatore si sente in diritto di svicolare dalle attività, io no). Ieri era giorno di parco acquatico, che da quest'anno hanno sostituito i pomeriggi in piscina. E, per cominciare in bellezza - essendo la prima settimana - siamo andati a Le Vele di S. Gervasio Bresciano. Un serpentone di sette bus, regolarmente numerati e simili ad un'autocolonna di militare memoria, per trasportare 393 tra ragazzi, animatori ed una pattuglia di adulti accompagnatori con buon tempo. Un sole tremendo ed implacabile, per cui non era pensabile non entrare in piscina o non buttarsi - compatibilmente con le code - dagli scivoli. Così come non era pensabile non mettere la crema solare, ma non ci ho pensato. E mal me n'è incolto. Ma senza esagerare, ché non sono fluorescente come, ad esempio, mio fratello.
A tutta prima, le mie originarie intenzioni erano di fare il responsabile responsabile, e quindi di girare per le varie piscine controllando che gli animatori rispettassero i turni di assistenza, che non ci fossero bambini piccoli in giro da soli o "bambini grandi" che cercavano di intrufolarsi dove l'età minima era sedici anni. Finché, coinvolto da alcuni animatori, non mi sono lasciato convincere a venir giù dalle rapide, nonostante l'aperta violazione dei limiti minimi d'età. Ma, dopo essere stato quasi ucciso da una leggiadra animatrice, che cadutami addosso non riuscivo più ad emergere (e, secondo me, proprio a tal fine tramava) ho deciso che gli scivoli non erano per me, e che era meglio ammollarsi nella brodaglia umana (cioè, nelle piscine talmente affollate e calde che sembra di stare in un minestrone).
Abbiamo trovato il modo di tener quieti i ragazzi sulla via del ritorno, e cioè sottoporre loro un film sul pullman, per quanto visto n fattoriale volte, e questo è stato un bene, perché ricordavo tremendi viaggi di ritorno dell'anno scorso. E, la sera, serata cd. sinfonia, al noviziato di Scanzo. Serata di musica e parole. Non facciamo altre considerazioni sull'iniziativa. Siamo meno poetici. Facciamo due conti. Sono iscritti quattrocento e rotti ragazzi, con gli animatori facciamo un totale di cinquecento persone. Eravamo in trenta a dir tanto, ma solo raschiando il fondo del barile, vale a dire contando i parroci delle varie parrocchie. Certo, l'atmosfera era intima. Certo, sembrava una cosa in famiglia. Il problema è che questa famiglia ha un nome (che non diremo). E tanti saluti alla Comunità. Gli elettori non ci capiscono, mi sembra il refrain dei politici di centro sinistra.
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