Avevo promesso che avrei dedicato un post all'uscita-campo scuola-ritiro che avremmo fatto con gli adolescenti intorno all'ultimo dell'anno, ed eccomi qui, un po' fuori tempo massimo perché partiamo domani prima dell'alba. Ma, tra una cosa e l'altra, tra dover correre tra i negozi di tutta la provincia a cercare le scossaline per chi dovrà servire ai tavoli e non sapere neanche adesso se domani intorno alle undici dovrò spiegare o meno la storia dei templari (fortuna che so qualcosa di mio, e potrei anche improvvisare del tutto - ma poi leggerò due cose su Wikipedia, giusto per imbroccare le date), complice la malattia che mette a rischio la partecipazione di qualcuno di noi educatori, tra il preparare la valigia che lascio sempre come ultima cosa e poi lascio sempre a casa quelle piccole cose che possono rovinare tutta la gita (tipo il pettine durante la gita di quinta liceo) ed il cercare di autoconvincermi che questi cinque giorni non saranno un terrificante tour de force in cui gireremo come trottole senza posa, presi da un'irrefrenabile mania di vedere tutto (quattro città in cinque giorni...se non è sadica una cosa del genere poco ci manca), mi siedo alla scrivania solo adesso.
Che poi non è che ci sia moltissimo da dire; o meglio, di tutte le cose che uno potrebbe dire sono ben poche quelle che rivestono un certo interesse.
In primo luogo, spero che gli adolescenti (ma anche qualche animatore amicone) non rimangano troppo delusi. Qualcuno deve ancora capire che non ci si può fossilizzare in un eterno ritorno, e per quanto sia stato bello Spormaggiore non sarà così questa Torricella di Magione. Non per sfiducia, ma perché le cose troppo belle non si ripetono. Mai.
In secondo luogo, e questa è forse la vicenda più divertente, c'è la questione serata ultimo dell'anno. Niente alcolismo, né dotte disquisizioni sui diversi tipi di whisky. Credo sarà grasso che cola se avremo abbastanza vino per un brindisi decente. Perché è vero, dobbiamo educare...e quanto ci costa sacrificio! In compenso, abbiamo in programma una serata dell'ultimo unica nel suo genere, con tanto di cena di gala, abiti da sera ricchi premi e cotillon. Ed è impagabile vedere sui volti di queste ragazzine il panico dell'o mio Dio cosa mi metto? e su quelli delle loro madri dove la rivincita dopo anni di jeans a vita bassa, dove la fotocopia dell'espressione della figlia. In base al tipo di madre. In questa casa era decisamente "rivincita".
In terzo luogo c'è don Milani. Voto zero. Ed ho già dato abbastanza fuori alla riunione di ieri per tornarci sopra.