Sabato sono uscito a fare un giro con qualche amico, con l'impegno di tornare presto perché l'indomani avrei dovuto intervenire alla vendemmia del rosso (del pochissimo rosso, tra perenospera e flavescenza dorata forse ne usciranno tre damigiane - 150 litri, contro una produzione consueta attorno ai cinquecento).
Insomma, giusto il tempo di una birra, di due o tre commenti nei confronti degli altri avventori, e certamente - anzi, il piatto forte - dare un'occhiata alle tabelle alcolemiche che da questo fine settimana sono obbligarie.
Esperti molto più blasonati di me hanno già espresso tutte le perplessità a proposito di quei dati, perché non è sensato dare valori medi quando perfino il contingente stato di salute del fegato influisce sul tasso alcolico nel sangue (e, comunque, alcol nel sangue non è uguale ad alcol nel cervello); ma, in effetti, non è per lamentarmi delle tabelle che scrivo, ma per vantarmi: perché con quello che bevo di solito (in un locale, il discorso varrebbe per n locali solo se esistesse un pulsante "reset") sono sempre sotto; anche a stomaco vuoto.
Il fatto che il discorso di prima debba valere anche in questo caso, e che quindi non sono comunque indicative, viene elegantemente glissato.
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