Anche se non lo sanno, e probabilmente a dirglielo si offenderebbero anche, il mio Curato ed il Direttore dell'Oratorio sono più democristiani di quello che vogliono far credere; né si stupiscano lettori non miei compaesani (né si stupiscano il doppio quelli di rito ambrosiano, per cui curato è parroco, e vicario curato) che i due ruoli siano distinti, perché il curato è il curato di Scanzo, e responsabile della Pastorale Giovanile di Scanzorosciate, mentre il direttore è direttore dell'oratorio di Rosciate, ed è un laico (e, incidentalmente, è Fabio). Infatti, esistendo un movimento sottotraccia di festaioli da discoteca nellì'oratorio, ed essendo tale movimento ripetutamente colpito da varie manovre ed iniziative (che, bisogna dire, molto spesso nascondono l'intento estetico dietro quello educativo, ammesso che ci sia), tira e molla, insisti oggi insisti domani, mio fratello è riuscito a farsi approvare una festa lento violento (che penso non molti, fortunatamente, conoscano, ma è la musica che fa di recente Gigi D'Agostino), ma a patto che non fosse pubblicamente pubblicizzata, e non potesse fregiarsi del titolo OrSI, cioè Oratori di Scanzorosciate Insieme (acronimo che dovrebbero conoscere tutti, ormai, ci manca solo che lo scriviamo sui muri come i motti che inneggiano al Duce).
Senza patrocinio, dunque, e con la voce che è girata praticamente solo in Messenger (e questo perché il curato non sa quanto sia potente, probabilmente), stasera si presenta all'Oratorio di Rosciate, un po' scaglionata per orari, un trenta quaranta persone, di età che va dalla terza media (credo, così ad occhio) alla quinta superiore, e qualche fuori quota, come il sottoscritto arruolato per impostare l'impianto audio e suonare la mezz'ora in cui non è ancora arrivato nessuno. Non che mi fossi preparato con chissà quanti scrupoli, ma la mia bella playlist di musica difficile c'era (ed anzi, è rimasta là quando sono andato via); un po' troppo difficile in alcuni tratti, temo, se facevo sentire una pietra miliare della musica ambient di Aphex Twin ed uno (non uno qualsiasi, il DJ house della serata, che suona anche in qualche locale, di tanto in tanto) mi ha chiesto se stavo ascoltando una messa cantata. Intanto, mentre affluiva varia umanità, problemi tecnici hanno fatto dilatare il tempo del mio set, finché è arrivato Fabio che, subito attratto dalla macchina per gli effetti del Cassina (ManuelC DJ, o come si fa chiamare ora, quello dell'house, insomma), ha proposto la cosa più divertente che mi sia capitata di fare ad una festa, cioè un live. Io con la mia batteria elettronica e qualche synth sul computer, lui manipolando la propria voce, con effetti trance e cose del genere. Ci hanno praticamente dovuto cacciare dalla consolle, perché altrimenti saremmo andati avanti tutta sera, e gli altri suonatori attendevano il proprio turno. Per primo, mio fratello, che al solito attacca con il liscio che trae in inganno i vecchietti del bar, e lentamente si trasforma in techno. E canzoni dance che fanno tornare giovani, come quando si aveva l'età di questi adolescenti.
Per poi rincasare, ancora presto, perché - certo - mi stavo divertendo, anche troppo. Ed è sempre bene non divertirsi troppo. E poi, anche, perché domani si deve universitare, possibilmente con la faccia sveglia di uno che sa quello che vuole dalla vita.
Ne passerà di tempo, prima della prossima festa. E nell'elenco delle cose da fare, accanto ad una festa progressive con i brani più ballati dell'inverno 1995, ora c'è anche un DJ Set live con tanto di tastiera MIDI. Quando ce ne sarà il tempo, e l'occasione (anzi, citando Cesare nel De Bello Gallico, pro tempore et pro re).
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