Fortuna per me che non mi peso molto di frequente (anzi, che mi peso una volta ogni morte di Papa, tipo prima dell'estate e dopo l'estate), perché se mi fossi pesato prima di questo fine settimana e, poi, subito dopo, probabilmente mi sarebbe venuto un colpo
Infatti, può capitare, una volta ogni tanto, di fare un pasto abbondante, magari al ristorante, ma due in una settimana - e, tra l'altro, sabato e domenica sera - non è così comune.
Venerdì praticamente non c'è stato nulla, perché sono arrivato alle nove meno dieci a casa dall'università con tutto fuorché la voglia di uscire, fosse anche solo per fare un salto all'oratorio e salutare i giovani e gli adolescenti che facevano l'incontro in preparazione del CRE. E sabato non c'è stato nient'altro da fare che studiare - un salto alla stazione ecologica sotto la pioggia battente, a dire il vero - fino all'ora di cena. Quando è iniziata la serata.
Con una folta compagnia di compaesani, infatti, si festeggiava il compleanno di Luca detto Bignaga (ovvero albicocca, per qualche motivo che, ad oltre un decennio di distanza, non mi è ancora chiaro) che ha raggiunto sano e salvo i ventitré anni. Ai suoi compleanni è costume andare a cena, in qualche posto più o meno vagamente modaiolo. E non ne siamo stati esentati nemmeno quest'anno, scegliendo il doppio zero di Bolgare (non proprio vicinissimo a casa), una pizzeria ristorante talmente patinata da sembrare quasi finta - con tutto che si è mangiato benissimo, e bevuto non male, pur nei ristretti limiti di budget impostimi da Fabio. Mentre tutti si buttavano sulla pizza, i duri e puri della carne, ovvero noi uomini veri, si accaparravano costate e grigliate miste, bagnate con un dignitoso Nebbiolo (birra a noi?!). Ma il colpo di genio è arrivato dopo la carne, con la selezione di formaggi con miele e composte agrodolci; il formaggio, a dire il vero, non era speciale; ma con le varie marmellate è sempre un piacere. Dolce accompagnato da Brachetto (non siamo in pochi a ritenerlo un accostamento criminale, ma se piace alla maggioranza...) e caffè servito con abbondanza di dolcificanti vari. Pur non avendo nessuno avuto il coraggio di mandar giù dura e pura una bustina di aspartame, abbiamo fatto a gara allo spremersi il miele dalle bustine monodose direttamente in bocca, nonostante quel miele ci lasciasse tutti molto perplessi. Dopo cena, mentre la compagnia si trasferiva in parte per locali, puntando poi ad andare a ballare, in parte per taverne a rimanere alzati fino alle cinque a fare puzzle, io - crollato, mi alzo presto anche al sabato, mica come lor signori! - mi facevo depositare fuori casa, onde crollare addormentato poco dopo la mezzanotte.
Dopo le giuste ore di sonno, mi alzo la domenica per rimettermi a studiare, ma come sempre c'è da battagliare e destreggiarsi tra il proprio dovere di studente e quello di figlio incaricato di riassettare; con che si finisce sempre per studiare troppo poco. Tra l'altro, nel pomeriggio ci sarebbe stata la Cresima di mia sorella, e tra parenti che arrivavano, lunghissima messa, rinfresco e cena non ci sarebbe stato più modo di aprire i libri. Così, primo pomeriggio di panico. Più che per il mio non studio, per la tensione da parenti in arrivo, con la lucidatura compulsiva del servizio buono e mio fratello che scopre come sempre all'ultimo secondo, pur dovendo fare il padrino, che ci si deve vestire bene e che ha difficoltà con giacche e cravatte. Messa veramente lunghissima, concelebrata da tutto il collegio sacerdotale di Scanzorosciate (essendo stata fatta la Cresima a tutti i ragazzi delle cinque parrocchie in una volta sola), per una novantina di ragazzi di seconda media - e fate voi il conto dei tempi tra imposizione delle mani, crismazione e comunioni, con tutti i parenti che si assiepavano oltre l'inverosimile nella pur grande parrocchiale di Scanzo. Dopo la Messa, sempre sotto la pioggia battente, tutti i parenti si trasferiscono a casa per il rinfresco-aperitivo, e preferibilmente si installano sul divano - complice mio fratello - per vedere i risultati dell'ultima di campionato.
Sotto una pioggia sempre più intensa, più tardi, la carovana di auto si inerpica per i colli di Tribulina e Gavarno (un angolo di Toscana a due passi da Bergamo, come dice la pubblicità radiofonica) e poi scende nella valle di Cenate, onde risalire a Sant'Ambrogio di Cenate Sopra, per raggiungere, all'imbocco del sentiero per S.Maria del Misma, l'agriturismo dove era stata prenotata la cena. Saletta "adulti" e saletta "giovani", un'ottima ed abbondante cena, che magari insisteva un po' troppo sul formaggio di capra. Che, comunque, era ottimo, e che ha trovato la sua apoteosi dopo il secondo, accompagnato da stranissime ed ottime marmellate al radicchio ed amaretti, o alle pere e rosmarino. Ecco, con la controindicazione che è stato veramente troppo abbondante, specialmente per una sera, e che per tutto lunedì sono stato digiuno e, complessivamente, male. E, certo, meglio non indagare sui chili presi.
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