domenica 11 febbraio 2007

Dico...i DICO...

In questo Paese pare siamo esperti nel prendere un'idea (giusta o sbagliata che sia), discuterne, litigarci sopra, farci dividere da odii incolmabili in proposito, deciderci di metterla in pratica a qualsiasi costo, cercare di metterci d'accordo fino allo spasimo, ben sapendo che fino ad un attimo prima ci siamo scannati, in proposito, ed ottenere qualcosa che non piace a nessuno, che nessuno vuole, ma che tutti hanno la faccia tosta di sostenere essere ottima e possibilmente, se l'evidente falsità non è così palese da ricoprirci di ridicolo, merito nostro.
A proposito dei Diritti e Doveri dei Conviventi (che nella sigla sono solo Diritti, a meno che tutti i giornali non si siano sbagliati e si tratti dei DDICO, evidentemente scritti da un sottosegretario sardo) si è consumata la solita un po' triste manfrina.
Intanto, si può leggere il testo del disegno di legge qui.
L'idea è sbagliata, radicalmente. Prima ancora che a livello pratico, perché di questo dico due parole in seguito, proprio come idea. Non si capisce, infatti, perché lo Stato debba confezionare dei diritti. Se facciamo caso ai principi fondamentali del Titolo I della Costituzione, infatti, è scritto che lo Stato Italiano garantisce i diritti della persona.
Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.
Quindi, qualsiasi legge che crea nuovi diritti è anticostituzionale. O vengono riconosciuti diritti in un qualche modo naturali, oppure ricadiamo nel caso delle Costituzioni "liberali" , tipo quella francese, che invece stabiliscono essere lo Stato a dare i diritti. Sottolineo l'aggettivo liberali perché è evidente che donare allo Stato l'arbitrio di stabilire quali siano i diritti delle persone è tutt'altro che liberale.
Dunque, una legge italiana a proposito di diritti li deve riconoscere, non può attribuirli. Vediamo un po', allora, di che diritti parla tale legge. Non tutto è ancora ben definito, e poi è solo un DDL, e come tale ampiamente modificabile, ma riassumendo estende, benché con ampie limitazioni, i diritti riconosciuti alla famiglia a persone che non formano una famiglia. Nonostante in questo dibattito sia stata ampiamente citata, mi sembra opportuno sottolineare che
Art. 29.

La Repubblica riconosce i diritti
della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è
ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti
dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Dunque, la famiglia è una società naturale, ed infatti solo i diritti naturali vengono riconosciuti dalla Costituzione, e di conseguenza debbono essere riconosciuti dalle nostre leggi. Con che diritto, allora, ci inventiamo dei nuovi diritti?
Ma a parte questo...perché farlo? L'istituto del matrimonio civile cosa ha di brutto, perché uno decida di non contrarlo, ma è a favore di una sorta di contratto privato - anzi, nella forma DICO di un'autocertificazione - che ha gli stessi effetti? La possibilità di mantenere i diritti con una bella dose in meno di doveri. Non c'è, non può esserci altro. Con meno richieste di stabilità, perché la legge garantisce l'unità familiare. E la questione dei gay. Beh, questo è importante, forse il punto. Perché tutti i "conviventi stabili", in fondo, sono degli egoisti che cercano di tenersi sempre aperta la porta per la fuga, oppure degli idealisti - ne conoscevo una coppia - che rifiutano la formalizzazione del vincolo matrimoniale. I secondi, beh, non stipuleranno neanche il DICO, e pertanto amen. Vivano nel loro Sessantotto perenne. I primi sono dei begli infami a pretendere. Ma non lo fanno, sanno benissimo che, volendo, in due-tre settimane, tempo per le pubblicazioni, si potrebbero sposare, in dieci minuti, davanti al Sindaco o all'assessore preposto. Gli unici che ha senso pretendano sono gli omosessuali, che ovviamente non possono formare una famiglia e, dunque, sposarsi. L'errore, a mio avviso, è richiedere i diritti che sono stati introdotti per difendere l'istituzione familiare - è l'art. 31 della Costituzione - per quelle che non sono famiglie. Non è questione di tutelare o meno la famiglia. E' questione di rispettare o stravolgere il dettato Costituzionale. E sono gli stessi che, al mio fianco, l'anno scorso si battevano per non modificare la Costituzione, che ora si battono per questa norma che non modifica la Costituzione: la ignora.
Ma queste sono le idee, poi c'è lo specifico della legge. Detto a malincuore, perché né l'una né l'altra delle ministre incaricate incontra la mia simpatia, è una bella mediazione. Finge di dare diritti, e per quelli veramente onerosi - e quindi importanti - rinvia: la reversibilità della pensione verrà trattata quando si tratterà in generale di pensioni. Con la trovata dell'autocertificazione separata non viene ad esserci l'ambiguità tra matrimonio e Dico. Ma l'impressione è che stiamo cercando di mettere una pezza per fare al minimo possibile una cosa che noi non vogliamo sia fatta, che siamo stati tanto stupidi da permettere fosse inserita nel programma di Governo, che ci è stata strappata in queste settimane in cambio di qualche favore sulla politica estera, che la parte più avanzata della kultura e dell'intellighenzia vive come impellente e fondamentale, che la lobby gay, ovviamente, propugna. L'impressione è che questo DDL sia stato fatto solo per aumentare la confusione, e credo proprio abbia ragione Casini a dire che è un gran casino. E magari ci costringeranno a votarla. Io, questa sincerità dai miei deputati, da quelli che ho votato, che ho contribuito nel mio piccolo a fare eleggere, io la esigo. Ed invece si sono anche messi in sessanta a scrivere una lettera per dire che questa legge è una bella cosa, e che la sosterranno in parlamento, e che i diritti delle persone e non delle coppie sono importanti ecc.
Non dico di votare no, perché ognuno si regoli come crede, ma dire che stiamo votando una legge inutile sì, però..
Inutile e anche incostituzionale...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao io nn ti conosco ma dopo aver letto il tuo post posso dire di nn essere per nulla d'accordo cn te... nn mi permetterei mai di dire che hai sbagliato perchè ogni persona è libera di esprimere le proprie opinioni... quindi ti esprimerò la mia: prima di tutto mi sembra decisamente esagerato e molto ma molto forzato il tuo proclamare anticostituzionale questa proposta di legge... primo perchè nn è assolutamente contro a nessun principio fondamentale della nostra costituzione (che ti ricordo è entrata in vigore nel '48 e quindi magari la società che rispecchia nn è esattamente quella di oggi...)
cmq dici che cm ad art 2 cost. la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo... e arrivare a dire che qualsiasi legge che crea nuovi diritti è anticostituzionale mi sembra veramente ridicolo... nel caso tu nn lo sappia il c.c. viene ampliato e modificato ogni anno cn un sacco di leggi giuste o sbagliate che siano ma cmq viene cambiato e modificato a seconda delle esigenze della società... e credere che nn ci sia bisogno di modificazioni e antiquato!!!
la legge nn è assolutamente rigida cm tutti pensano ma è sottoposta ad interpretazione... cmq per quanto possa essere interpretata arrivare a dire che qualunque legge crei nuovi diritti è anticostituzionale francamente mi sembra un interpretazione decisamente erronea... (io studio giurisprudenza e nessuno dei miei professori nonostante l'argomento DICO sia stato affrontato più volte a lezione ha paventato l'idea dell anticostituzionalità).
dici che una persona che nn vuole fare un matrimonio religioso puo sempre ricorrere al matrimonio civile... beh d'accordissimo ma magari una persona nn crede nell'istituzione del matrimonio, religoso o civile che sia... e quindi l'anticostituzionalità sarebbe nel non tutelare i diritti di quelle persone che nn vogliono sposarsi ma cmq avere dei diritti tutelati (e se vogliamo guardare il lato meramente economico... beh le spese per un eventuale divorzio sono tante... cosa che nn succederebbe cn i DICO).
l'unico grande problema sta cm dici tu nel riconoscimento delle coppie omossessuali... ormai siamo nel 2007 forse dovrebbe essere il caso di nn nascondersi dietro una facciata di perbenismo e rendersi conto che l'omossessualità è una realtà molto forte ormai e quindi DEVE essere tutelata...
quindi il vero problema sta nel fatto che questo Stato che si professa laico in verità nn lo è affatto... anzi è sottoposto in tutto e per tutto alla Chiesa (che a mio parere dovrebbe assolutamente astenersi dall immischiarsi in faccende che riguardano la politica e lo Stato... che si preoccupi delle anime dei suoi fedeli e nn delle anime di chi nn crede ma inevitabilmente si ritrova a dover sottostare alla grandissima influenza che la Chiesa ha su questo Stato), per ritornare al punto di prima la Chiesa dice di aver paura per l'istituzione della famiglia beh che si preoccupi di redimere le amime dei suoi peccatori che se credono cosi tanto nei dettami del cristianesimo nn si sognerebbero mai di fare un DICO... e poi piccola notizia.. da quando sono stati introdotti i PACS in Francia il numero di matrimoni è aumentato quindi... nessuna paura per l'istituzione matrimonio e famiglia (ah ovviamente due persone che si amano, indipendentemente dal loro sesso, costituiscono una famiglia).
bene... ultima cosa ti consiglio di leggerti un manuale di diritto costituzionale nella parte in cui si parla dell'anticostituzionalità si sa mai che ti illumini su cosa sia l'anticostituzionalità se poi rimani del tuo parere... beh il mondo è bello perchè è vario...
ciao

Anonimo ha detto...

ma sei scemo?? hahahahahaa non ho mai letto una cazzata più grande della tua frase "qualsiasi legge che crea nuovi diritti è anticostituzionale" ... quindi secondo te si posso fare solo leggi che tolgono vecchi diritti? l'unico diritto che dovrebbero togliere è permettere a gente poco informata e che è ferma al pleistocene di difforndere false affermazioni come questa. Poi continui a scrivere diritti "naturali"... e quali sarebbero? io nell'articolo 1 che tu riporti non leggo proprio nulla in proposito di diritti "naturali"... anche perchè sarebbe un termine improprio, nessun diritto è naturale se non la vita, bensì tutti i diritti che ci sono in uno stato o società sono sanciti da qualcuno che li riconosce e accettati da gli altri che li condividono... ma non hanno un cazzo di naturale, inffatti all'articolo 29 che tu citi c'è scritto che la repubblica "riconosce i diritti
della famiglia come società naturale" quindi uno che sa leggere attentamente capisce bene che NON E'... ma io repubblica sostengo che lo sia nel momento in cui la riconosco come tale.
Infine, e chiudo perchè tanto so che sarà comunque inutile... scrivi "Con che diritto, allora, ci inventiamo dei nuovi diritti?" non lo sai davvero o fai apposta? no perchè si da il caso che lo stato deve governare tutti... non solo te o chi la pensa come te... a prescindere dall'essere d'accordo o meno con tali forme di convivenza... supponiamo che io Stato sancisco i dico... a te cambia qualcosa? se vuoi puoi ancora fare tutto quello che facevi prima, con la piccola differenza che hai dato ascolto anche a quella parte di persone che vogliono un alternativa. Facendo questo non si toglierebbero diritti a nessuno, ne si obbliga nessuno a fare nulla... solo si da una scelta in più al popolo... e questa, caro mio, si chiama democrazia :-) inoltre lo stato non può prescindere dal mutamento dei tempi, di usi e costumi, nonostante i signorini cattolici non se ne accorgano, la gente cambia... se quando fu scritta la costituzione le coppie conviventi era 2 in tutta Italia è evidente che ora non è più così e se qualcuno chiede una "regolarizzazione formale" della cosa, non vedo perchè dire di no, dato che non nuoce a nessuno. Uno stato serio deve continuamente guardare ai nuovi bisogni dei suoi cittadini e rendere la vita più agevole a TUTTI, di destra, di sinistra, gay, suore, preti, cattolici, protestanti... ecc ecc.
In conclusione ti posso solo dire una cosa, ma dal profondo del cuore... lascia il mestiere della politica ai politici, veramente, ci fai una figura migliore... sia mai che un domaniriusciamo a tirare fuori dal parlamento gente come Gasparri, Buttiglione, Rutelli e Mastella... Baci dolci.

Cassa ha detto...

Non so bene se questa risposta varrà ad posteritatem oppure sarà letta dagli interessati, ma un paio di cose mi sento proprio di dirle, non prima di aver ringraziato per la partecipazione e i commenti, ancorché critici (specialmente il secondo).
Per prima cosa mi piacerebbe avere lumi dall'anonimo giurista a proposito dell'art. 2; mi sbaglierò, ma sono quasi sicuro che ai tempi della Costituente ci sia stato un forte dibattito sull'opportunità di scrivere "riconosce e garantisce" piuttosto che, non so, "sancisce" come - mi pare, dovrei controllare - la Costituzione Francese. Mi chiedo a che sia servito il dibattito, se "riconosce e garantisce" vengono relegati al rango di parole vuote. La seconda cosa vuole essere un poco un'obiezione a roghy, quando scrive che la funzione dello Stato è rendere più agevole la vita a tutti, che dal contesto si può interpretare come: dare alla gente quello che vuole. Io, probabilmente influenzato da qualche gentiliano occulto, ero convinto che lo Stato dovesse regolare la vita comune, e quindi stabilire quali pretese dei cittadini siano giuste e vadano accolte, e quali sbagliate, o forzate, o controproducenti e vadano respinte. Sia per motivi di economia giuridica (probabilmente sto abusando del termine), esistendo l'istituto del matrimonio civile, che per motivi di ordine sociale (la famiglia che genera figli come cellula della società non è un'invenzione cattolica, ma almeno aristotelica), io sono dell'idea che questa richiesta vada respinta.

Anonimo ha detto...

No, non volevo assolutamente lasciare intendere "dare alla gente quello che vuole" ma intendevo dire "non negare una cosa solo perchè non in linea con l'idea che qualcuno ha in merito ad un determinato argomento". In secondo luogo si dovrebbe spiegare cosa vedete di "sbagliato, o forzato, o controproducenti" nei DICO... no perchè continuate a frignare che uccide la famiglia e cose del genere, quando Feltri e sottolineo Vittorio Feltri, ha detto in un intervista, fra l'altro passata anche in TV, che non ha senso definire una convivenza in maniera diversa da famiglia... e in effetti così è, anche perchè secondo la definizione che dai alla fine (aristotelica o meno... chi se ne fotte?! ora siamo nel 2007) ci stà perfettamente dato che anche una coppia non sposata, oppure (passa il termine) DICata è in grado di sfornare figli a frotte (giusto per citare la millenaria visione cattolica della donna e controbattere al riferimento preistorico ad Aristotele) e quindi fare da cellula della società.
Giusto per lanciare un altro sassolino... l'idea di produrre figli a quintalate, anche questa è una visione arcaica della famiglia... forse poteva avere un senso qualche era fa, quando le braccia che lavoravano nei campi più erano e meglio era, poi se non si mangiava o si era una banda di ignoranti (non per colpa, chiaro) chissenefrega? I tempi sono un pochino cambiati e a mio parere i doveri della famiglia non sono più quelli di fare figli, ma di creare un mondo migliore, anche (ma non solo) attraverso l'edicazione ai figli, all'acculturamento degli stessi... la forza lavoro per produrre il più possibile non serve più a nessuno, se non ai centri del potere che sperano sempre di avere sotto di essi masse di ignoranza da pilotare a loro piacimento. Ultimo appuntino... scrivi come mangi, perchè non si capisce nulla... le tue frasi vanno lette 4 volte prima di capire cosa stai dicendo... non hai ancora portate una prova etica o morale LAICA che mi spinga a dire no ai DICO... Tanti baci...

Cassa ha detto...

Rispondo partendo dall'idea che viene fuori di convivenza a partire dal disegno di legge. Per poter usufruire dei Di.Co. bisogna convivere in rapporto d'affetto. Per prima cosa, mi sembra difficile che una legge di qualsiasi tipo possa essere applicata o meno in base ai sentimenti (tra l'altro presunti). Quindi, questo è un primo punto che, vada come vada,bisogna assolutamente cambiare.
In secondo luogo, è vero che esistono decine di migliaia di coppie che convivono senza aver contratto il matrimonio, e che in questo la società è cambiata dai tempi dei Padri Costituenti. Ora, possiamo dividere le convivenze eterosessuali, credo (è una mia mania quella di spaccare il capello in quattro), in tre categorie. Nella prima ci vanno quelle persone che rifiutano l'istituto del matrimonio anche civile...a leggerla così sembra una cosa da '68 ma esistono queste coppie, qualcuna ne conosco. Ora, se uno rifiuta il riconoscimento pubblico dell'unione, allora dovrebbe - per coerenza - rifiutare anche il riconoscimento della convivenza more uxorio. Poi, ci sono quelle persone che "non si fidano" del matrimonio, vuoi perché ritengono di convivere in maniera non stabile, o perché sanno che sciogliere un matrimonio non è cosa semplice, in quanto il matrimonio prevede una serie di norme (anche dopo l'introduzione del divorzio) per cercare di autotutelarsi (non ci si può giocare più di tanto, perché è scritto nella Costituzione il carattere del matrimonio come vincolo stabile), e quindi vorrebbero avere alcuni dei privilegi (tu chiamali, se vuoi, diritti, ma sono i privilegi della famiglia) che il matrimonio comporta senza, contemporaneamente, assumersene i doveri, se non una generica solidarietà. Visto che i diritti sono sì importanti, ma che senza relativi doveri sono privilegi tout court, non credo si possa accettare qualsiasi legge che vada in questa direzione. C'è il terzo tipo di convivenze che potrebbe essere interessato dai Di.Co., e sarebbe quello di quanti, specialmente anziani, usufruiscono di una vecchia reversibilità della pensione convivendo senza risposarsi, perché in tal caso la perderebbero. E noi che facciamo, diamo loro una seconda possibilità di avere un'altra pensione?
Di solito, quando si vuole imporre all'opinione pubblica una nuova "battaglia di civiltà", si presentano casi pietosi e si sostiene di voler aiutare i deboli. E, se di diritti delle persone si vuole parlare, ché a me pareva fosse qualcosa del genere il programma dell'Unione, allora sono le singole persone a doversi vedere attribuire i diritti, nelle singole leggi dove di tali diritti si parla (e quindi dove si tratta di locazioni, o di pensioni, o di assistenza sanitaria). Mettere tutto insieme in una legislazione sulle convivenze, oltre a non rispettare il programma 'feticcio' dell'Unione, non fa che istituire una para-famiglia, più comoda e deresponsabilizzante.
Rimangono fuori dal discorso le convivenze omosessuali, perché non si può affrontare il problema negli stessi termini, in quanto per quelle eterosessuali, comunque, esiste il matrimonio civile. Ma, essendo l'argomentazione differente, penso che completerò la riflessione in un secondo momento