giovedì 22 febbraio 2007

Perché facciamo come se non fosse successo nulla?

Io sono un po' perplesso dalle dichiarazioni politiche di ieri sera e quest'oggi; sono stato su fin oltre l'una a sentire Porta a Porta, ed ho il televisore praticamente fisso su SkyTG24 per vedere se ci sono nuove esternazioni.
A grandi linee, tutti ripetono che:

  1. la sconfitta di ieri è stato uno scivolone dovuto alla mancanza di uno o due voti
  2. la maggioranza, quindi, anche se su questo è venuta a mancare, c'è ancora
  3. va quindi riconfermata la fiducia a Prodi.

tutto questo condito con castronerie ideologiche q.b., tipo che è il popolo che lo vuole o cose simili.

In primo luogo, la maggioranza non c'è. Al senato, per lo meno. Non è venuta a mancare ieri, è sempre stata in bilico, e le posizioni (solo a parole, notare, non in pratica) del ministro D'Alema circa una nuova politica estera italiana, oltre ad essere in contrasto con la realtà, perché si può dire tutto quello che si vuole ma, in pratica, l'unica novità è che siamo andati in Libano non trascinati dagli alleati ma trascinandoceli noi - cosa tipica di D'Alema, vedi Kosovo - mentre per il resto la politica estera italiana è la stessa di sempre: magari si parla, ma alla fine non cambia nulla da oltre sessant'anni, hanno alienato con tutta probabilità uno o due senatori a vita senza per questo convincere i dissidenti. Se, dal punto di vista pratico, si può riottenere la fiducia dalla camere, dal punto di vista politico non si può fare gli struzzi e fare appello per altri QUATTRO ANNI DUE MESI al "vogliamoci bene, sennò arrivano gli uomini neri". Come se non ci fosse effettivamente crisi. I più spudorati parlano di allargare a singoli senatori la maggioranza, senza cambiare la politica, come se fosse l'unica soluzione. Non si riesce a parlare di intese politiche finché RC e poi quasi tutti gli altri non danno alternativa a Prodi, né di UDC al posto dei comunisti, per mancanza di numeri. Come ha detto Casini, bisogna proprio cambiare le carte in tavola.

C'è questa mania di dire che non si possono aprire nuove strade perché si tradisce il mandato elettorale. Faccio presente che l'elettore vota un rappresentante politico, non la maggioranza né tantomeno il governo, almeno finché rimane la vecchia Costituzione, e in nome di questo principio l'anno scorso ho combattuto contro la modifica. Le segreterie sono convinte di avere diritto di proprietà sugli eletti, per quella pessima riforma elettorale nota come "Porcellum", e si scandalizzano perché qualcuno (i più coerenti, quelli che sono stati meno prudenti, magari, o che al governo preferiscono essere a posto con la coscienza) non rispettano gli ordini di scuderia, dimenticando che la Costituzione da loro tanto difesa ed invocata sancisce l'inesistenza del vincolo di partito.

Bisogna riconoscere che il percorso politico dell'Unione, non solido e malfermo fin dall'inizio, si esaurisce qui, e che l'Italia è piena di politici lungimiranti che hanno capito la portata rivoluzionaria di questo evento, che ha la possibilità di scardinare l'inutile bipolarismo Segniano, fatto incancrenire dalle ali estreme che hanno potuto così entrare nella composizione dei governi.

E, credo anche, mettere una seria ipoteca sul PD, benché qualcuno l'abbia, senza alcun realismo, prospettato come via per uscire dalla crisi. Spero per domani di avere aggiornamenti più belli, intanto i minisenatori, che qualcuno di DS e RC credeva di riuscire a comprare, hanno detto che non sosterranno un Prodi fotocopia (che i giornali si ostinano a chiamare Prodi bis, mentre sarebbe il ter, poiché c'è il governo prodi 1996-1998), che è quello che larghi settori dell'Unione vogliono. Non tutti, comunque, i radicali no, e la Margherita è stata molto vaga, questo pomeriggio, con tutti i no comment e i lasciamo fare al Capo dello Stato. Magari si prepara qualcosa. Speriamo, l'Italia intera ne ha bisogno

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