giovedì 15 febbraio 2007

Un po' di dietrologia

Noi (e mi ci metto anch'io) siamo portati a pensare al livello di qualità delle strutture militari italiane come molto basso, e abbiamo tutti questa rappresentazione dell'esercito italiano e dei suoi capi come un mucchio di volonterosi ma improvvisati dilettanti. Se ci aggiungiamo il fatto che, almeno dalle nostre parti, la presenza militare è praticamente assente, si conclude facilmente che non abbiamo la minima idea di come funzioni il nostro esercito. Tra film di Hollywood e tesi sinistrorse, siamo molto più eruditi sull'esercito e l'intelligence americana che sulla nostra. Rimaniamo sempre un po' spiazzati, pertanto, le rare volte che ci confrontiamo con la situazione in Italia. In realtà, anche da noi qualche cosa di "strano" o di "sospetto" avviene, a volte. È a mio avviso eclatante la storia del raggio della morte di marconiana memoria, ma anche al giorno d'oggi qualche cosa può saltare fuori.
Questo ne è un primo e limitato esempio.

Per motivi di famiglia frequento da sempre il Veneto; lì, con la storia che sono più vicini al confine orientale, da cui nel sessantennio scorso ci aspettavamo aggressioni, la presenza dell'esercito è più invasiva. Avevo, dunque, questa guida turistica del Veneto, dettagliatissima, edita nel 1965. Nell'itinerario turistico proposto per visitare i monti Berici, in provincia di Vicenza, era inclusa la chiesa di S. Giovanni in Monte, nel comune di Barbarano Vicentino. Tale chiesa era la parrocchiale del paese fino ad un secolo fa, circa, e ci sarebbero riscontri secondo i quali potrebbe essere stato un importante mandamento templare, prima di passare ai domenicani. Ora, io con i miei imbocchiamo la stretta e tortuosa stradina di collina che dovrebbe condurre alla chiesa, ed ecco che a poche centinaia di metri dalla stessa (vedevamo il campanile spuntare dalle fronde degli alberi) ci troviamo un'imponente cancellata metallica che sbarra la strada, coronata da non meno di tre telecamere di sorveglianza e dall'inconfondibile cartello giallo (inconfondibile per chi, come noi, sembra avere "naso" per imboccare strade proibite) che segnala una zona militare. Questo tipo di sorprese non spinge, certo, a trattenersi, ma prima di girare l'auto e di andarcene, faccio in tempo ad osservare la selva di antenne che, a ben vedere, circonda la torre campanaria dell'ex-chiesa e ad intrvavedere un cartello che segnalava un non precisato centro trasmissioni.

Per un po', tornato a casa, lascio perdere, ma ecco che all'improvviso rispunta la curiosità. Secondo dati ufficiali, proprio nella chiesa di S. Giovanni in Monte dovrebbe essere installato un ponte radio di proprietà del comando dell'esercito di Padova (che fa riferimento per tutta la regione militare Nord). Caso chiuso, si direbbe. È certo un bellissimo posto isolato, e con un ottima vista sul basso vicentino e la pianura veneta fino ad oltre i Colli Euganei; come posto di controllo dell'esercito va davvero bene. La questione dei templari, secondo alcune ricerche, non sarebbe corretta perché sarebbe stata individuata in un altra chiesa dei dintorni. Non posso, però, fare a meno di osservare che, per controllare il territorio, S. Giovanni in Monte è perfetta, e sappiamo tutti che i templari non avevano solo intenti spirituali...

Comunque, con grande rischio per diffondere informazioni su possibili obiettivi sensibili, specialmente dalle parti di Padova e con l'aria da Brigate Rosse che tira, apporrò qui sotto la foto aerea del complesso - e secondo me si può anche intravedere qualcosa delle antenne. Se qualcuno avesse qualcosa da ridire, faccio presente che la foto è visibile su Microsoft Virtual Earth, e quindi di prendersela con Bill Gates, e che le informazioni raccolte sull'attuale presenza dell'esercito vengono dal sito dell'APT dei Colli Berici.

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