sabato 29 agosto 2009

Di qui passò Francesco - Mappe e bilancio


Inizio subito deludendo i lettori attenti alle pieghe della mia psiche; con bilancio non intendo introspezione, cosa mi aspettavo e cosa mi ha lasciato quest'esperienza, ma piuttosto analisi complessiva del cammino dal punto di vista escursionistico

Per prima cosa, segnalo il must delle escursioni che riporto su questo blog, e cioè il file .kmz che riporta i tracciati delle tappe su Google Earth (o meglio, riporta i tracciati così come li ho percorsi io, e quindi tiene traccia di scortaröle, deviazioni ed errori), e - novità di questa edizione - include i link diretti ai post del blog che le descrivono.

Per quanto riguarda il giudizio sul cammino in generale, bisogna per prima cosa dar conto del fatto che, in giro per la rete, esistono opinioni virulente, che lo stroncano indicandone tutti i limiti, anche in maniera ingenerosa; per quanto non possa non concordare con lo scrivente, e pure a mio avviso il percorso è tutto fuorché per famiglie. Certo, tutti noi siamo arrivati, per quanto acciaccati, fino in fondo, ed io - ad avere un'altra settimana - non mi sarei tirato indietro dal proseguire fino a Poggio Bustone. Ciò non toglie che, se i pellegrinaggi organizzati pianificano di metterci più di dieci giorni, per fare le prime sette tappe, qualcosa vorrà pur dire. Poi ci sono le storie mie, per cui ho apprezzato molto le prime due tappe, che in un modo o nell'altro somigliavano a tappe di montagna, e molto meno quelle che si snodavano sui crinali assolati delle colline, o - peggio ancora - tagliavano pianure su lunghi inesorabili rettifili.

Dal punto di vista tecnico, gli scarponi d'alta montagna che ho portato, e che mi hanno con ogni probabilità incrinato un osso del piede destro, erano del tutto eccessivi; anche se nelle prime due tappe - appunto, si diceva - le scarpe da ginnastica erano un po' leggerine e avrebbero mancato di grip, da Sansepolcro in poi erano più che adatte; solo, c'era il rischio che si infradiciassero, beccando una giornata di pioggia. Poi, con tutto la deferenza che si può portare a chi ha individuato il percorso e scritto la guida, troverei assai azzardato procedere solo con quella o - peggio - affidandosi ai tau gialli che di quando in quando appaiono; come segnavia, ci sono dei cartelli metallici molto accurati soprattutto dal punto di vista dei tempi di percorrenza (a chi mai potrà interessare, però, sapere che gli mancano 6.22 ore a Gubbio?), che però da Gubbio in poi non sono più riportati, ma la segnaletica complessivamente è caotica, e caotizzata dal fatto che si contendono l'attenzione "Di qui passò Francesco" (frecce e tau gialli, cartelli metallici del CAI con tau in evidenza), "Cammino di Assisi" (frecce verdi), "Cammino di Francesco - Via Francigena" (cartelli metallici gialloblu) e, naturalmente, il CAI - che come spesso mi è capitato di vedere in Appennino, segnavia (voce del verbo segnaviare) con massima accuratezza le strade asfaltate, ed è carente nei tratti di sentiero. A mio avviso, ma un po' lo dico anche perché è il mio mestiere, durante le escursioni, è indispensabile avere con sé mappe che diano un minimo di possibilità di orientarsi e trovare punti di riferimento anche esterni al cammino. Purtroppo, le carte Kompass iniziano ad essere disponibili più o meno dalla Madonna di Montecchi in poi; prima, abbiamo trovato in loco una mappa della Comunità Montana Alto Tevere Toscano o come si chiama, ma comunque da Città di Castello a S. Benedetto Vecchio si va quasi completamente alla cieca, e questo - a mio avviso - è un problema specie per chi affronta il cammino da solo o quasi (anche se pure noi abbiamo avuto il nostro bel da fare, a capire dove si fossero persi i nostri colleghi, durante la terza tappa).

Per quanto riguarda il percorso, devo dire che a tratti lo trovo insensato. O, quantomeno, bizzarro - se l'obiettivo è andare ad Assisi, soprattutto. Se divaghiamo, e decidiamo che l'obiettivo possa essere fare un duro trekking per monti e colli, tra Toscana ed Umbria, allora diverse scelte vengono messe sotto una luce diversa; ad ogni modo, rimangono e rimarranno sempre quelle tre-quattro deviazioni che secondo me vanno seriamente considerate, in un'eventuale riedizione della guida. Alcune siamo riuscite a prenderle, durante questa settimana, altre sono rimaste solo sulla carta, perché sconsigliato di lasciare la via vecchia per la nuova. Mi viene quasi voglia di rifarlo, per dimostrare che avrei avuto ragione io...

Nella foto, il "logo" del pellegrinaggio: zaino e Basilica

Le puntate del Diario del Cammino:

  1. Giorno 0
  2. Compagni di cammino
  3. Prima tappa (La Verna - Cerbaiolo)
  4. Seconda tappa (Cerbaiolo - Sansepolcro)
  5. Terza tappa (Sansepolcro - Città di Castello)
  6. Quarta tappa (Città di Castello - Pietralunga)
  7. Quinta tappa (Pietralunga - Gubbio)
  8. Sesta tappa (Gubbio - Biscina)
  9. Settima tappa (Biscina - Assisi)

1 commento:

beppetx ha detto...

Bravo ,svolto anch'io il cammino La Verna Assisi nel maggio 2014 mi ritrovo molto nei tuoi commenti ,anche se io il percorso l'ho svolto con bel tempo e temperature ottimali (primi di maggio)

http://camminomaggio2014lavernaassisi.blogspot.it/