Questa introduzione, in effetti, non sarebbe presente nel Diario del Cammino, ma visto che troppo preso dai chilometri di giorno in giorno non vi ho mai speso parole per descrivere cosa si andava a fare e perché, mi sembra opportuno premetterlo.
Di qui passò Francesco, di cui c'è anche un sito internet (che non ho mai consultato, ma óter) è un cammino, pensato per pellegrini a piedi, anche se ce n'è pure una versione per ciclisti, che da La Verna, il crudo sasso intra Tever e Arno presso cui Francesco ricevette le stigmate conduce a Poggio Bustone (RI) passando per Assisi - che poi era la nostra meta, perché non è che s'avessero due settimane, e toccando santuari, eremi e monasteri in diversa misura legati alla vita di Francesco ed all'esperienza francescana. Pur non trattandosi di un trekking for trekking's sake, bisogna riconoscere che molti di noi, io compreso, erano attirati più dal cammino in sé che dall'esperienza di gruppo e spirituale in cui ci s'andava imbarcando. E così, ad esempio, vedevamo come una pessima idea, iniziando il cammino giovedì 13, partire alla volta de La Verna (AR) all'alba di mercoledì 12, perché va bene il viaggio, ma cosa avremmo fatto mezza giornata a girarci i pollici?
Giramento di pollici che poi non c'è stato, perché tra pranzo - al ristorante per chi, come me e mio fratello - ma anche il don ed il suo - non si era portato il pranzo al sacco - oretta di passeggiata, visita, messa, vespro solenne (era la festa del beato Giovanni della Verna, con tanto di cardinale di Firenze a condurre le celebrazioni) e breve introduzione con la prima preghiera di Francesco (perché il filo conduttore del cammino, in luogo dei soliti scritti su Francesco, erano gli scritti di Francesco, e bisogna dire che così riesce molto più simpatico anche a me che non sono mai stato un suo particolare fan), è presto ora di scendere dalle suore che ci ospitano (tipo in quindici dove i posti sono sette, ma sgraffigniamo un po' di materassi extra su cui ci buttiamo) per una cena autogestita, uno sguardo in cerca di stelle cadenti (perché dicono che siano a S. Lorenzo, ma quest'anno è meglio il 12...) che, a mio avviso, si fa prima ad autosuggestionarsi di averle viste che a vederle davvero, una rapida compieta (che non si dice la Compieta, ma solo Compieta) e dormire come viene viene. Perché la tappa dell'indomani è segnata, dalla guida, come lunga otto ore. E la Kompass non fa mappe dell'Alto Tevere Toscano.
Nella foto parte del complesso de La Verna, ripreso dal sentiero che conduce al convento che ci ospitava. Ove non diversamente indicato, tutte le foto sono di mio fratello, al limite opportunamente ritoccate da me
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