Partiamo al mattino, dopo la Messa ed una colazione più che degna, dalla Villa Sacro Cuore di Città di Castello; il piede non è migliorato, nella notte, e quindi ho deciso di affrontare tutta la camminata del giorno con i sandali - d'altra parte, stando alla guida ed al buon senso non dovrebbero esserci tratti di sentiero, ma il nostro cammino si consuma tutta tra strade sterrate o asfaltate. Per viottoli e calmi saliscendi, attraversando un "poligono" d'addestramento per cani da caccia - di animali al passo, direi - si giunge fino alla strada provinciale Città di Castello-Pietralunga, che inesorabile si infila dritta come un ago tra i colli, e che seguiamo per alcuni chilometri. Ce ne stacchiamo per salire - ancora, seguendo i segnavia ma contro il parere della guida - sulla destra verso il crinale della collina, circondati da vigneti elettrificati e magra riarsa vegetazione. Giunti al crinale ritroviamo l'asfalto, che seguiamo per innumerevoli saliscendi sempre sotto il pieno sole, non bastando i rari alberi a garantire l'ombra. Qualcuno deve aver utilizzato questo tratto di strada per una gara ciclistica, perché dipinti sull'asfalto ci sono ancora le scritte che misurano il nostro percorso, di cinquecento metri in cinquecento metri, fino al gran premio della montagna che corrisponde con il termine dell'asfalto e l'inizio dello sterrato, che dal punto di vista climatico è ancor peggio perché tutto quel bianco riflette ed abbacina, in modo che il caldo non ci picchi solo in testa ma salga anche dal basso; sembra di stare in un forno, ma in uno di quelli studiati perché il calore si diffonda uniformemente. Finalmente, stando alla guida dopo cinque chilometri di questa tortura, arriviamo in lieve discesa alla Pieve de'Saddi (una chiesina con annesso cimitero, abbandonati e con sorgente disseccata ci avevano fatto un po' temere) dove ci sono acqua ed ombra a volontà, per un parco pranzo, un po' di riposo ed una partita a carte.
Il proseguo è dapprima in discesa, fino a raggiungere la strada asfaltata a fondo valle, e poi in salita, piuttosto dolce, fino allo spartiacque con Pietralunga, che però ci rimane nascosta sulla destra. Ultimo delirante sforzo in salita per raggiungere l'albergo, che si trova in località Candeleto, che - guardando le strutture, direi negli anni Settanta - penso volesse diventare una sorta di comprensorio di villeggiatura affacciato su Pietralunga - ed agli anni Settanta sembra pure che risalgano gli ospiti del nostro albergo -, con campi da tennis, piscina, campeggio ed appunto il nostro albergo dove chi s'è ricordato di mettere nello zaino il costume da bagno si gode una nuotata nella piscina privata. Del resto, la tappa è stata sufficientemente rapida per arrivare in tempo utile, verso le quattro del pomeriggio. In effetti, pare che - a parte gli ideologicamente contrari alla piscina - io sia l'unico ad essersi dimenticato il costume, ma mi consolo con il whisky&soda più economico della storia.
Nella foto, a bordo piscina
Nessun commento:
Posta un commento