E così si parte domani. S'assopirà l'eco delle sussurrate polemiche di questi giorni, perché chi le ha animate è un fuoco di paglia, e presto si spegne; e perché, quando le cose funzionano bene - come senz'altro sarà - in pochi hanno animo di tenere il punto, e ricordare le cause ed i fini.
Scrivo così, in una mezz'ora rubata, tra gli ultimi preparativi - che, ahimè, porteranno via più tempo del previsto - del Grande Gioco (e che rabbia!, non riesco a caricare decentemente il video su youtube, perché solo l'introduzione, preparata stanotte, vale il gioco) - che, credo lo sappiano anche i sassi, ormai, è su Star Wars - e le borse ancora da iniziare a preparare, perché non ho idea di se, e come, riuscirò a collegarmi da lassù - e, per cominciare, cercherò di mantenere un diario del campo (anzi, stavolta dei campi) come a gennaio e - si spera, tra una cosa e l'altra - con più assiduità di Daniel.
I dubbi sui campi li ho. Primo, è in Alto Adige-che più alto non si può. Da un lato, bene, perché di certo le montagne non sono finte, e la sistemazione ha l'aria di essere perfetta - l'aria, certo, poi bisognerà toccare con mano. Ma sono questi altoatesini che mi lasciano perplesso. Ed il contatto con la nostra rumorosa cagnara. E - certo, ma questo lo sappiamo solo noi e pochi altri - il fatto che il bar più vicino è ad una lega, almeno. E che la funzione di "controllo-sfogo" per la pattuglia di giovani che il bar ha fatto a Spormaggiore, l'anno scorso, verrà meno.
Come al solito, non sono ottimista.
Il video introduttivo del Grande Gioco
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