lunedì 14 luglio 2008

Un tranquillo weekend di paura

Qui, se non sto un po' attento, va a finire che la vita reale prende il posto di quella sintetica, e non riesco più ad aggiornare il blog - anzi, peggio, mi dimentico d'averlo. Pertanto, approfitto di questi tre quarti d'ora di buco (mi sono alzato troppo tardi per studiare prima della riunione animatori CRE) per tornare alla tradizione del post del fine settimana.

È stato grande. Finalmente niente sbavature, recriminazioni, cambi di programma. Nonostante il venerdì sia iniziato in modo molto diverso da come avrei voluto, perché d'autorità è necessario partecipare alla serata balli popolari del CRE.

È inutile dire, perché lo capiscono tutti, che non ne avevo punta voglia, o anche avendo - magari - un certo interesse antropologico (e qui c'è la mera malizia) per i nostri adolescenti, che si muovono ormai in sciami come gli insetti nella bassa, in colonne turbinanti, e vedere come alcuni di loro avevano interpretato l'indicazione vestiti da popolani dell'altro secolo - abbiamo avuto un'attrice degli anni trenta, per dire - non avevo nessuna intenzione di partecipare attivamente alla serata (e qui c'è l'oscura vendetta). E così ho fatto, sorseggiando il MacAllan che è il whisky più buono possa offrire il bar dell'oratorio di Rosciate, ed osservando di lontano il consueto ballo da accoppiamento (nel senso, è un ballo che si fa a coppie, cambiando dama ad ogni turno, e la legge vuole che si debba sposare quella con cui si finisce), che oltre ad essere ormai la terza (quarta?) volta, è sempre meglio evitare le danze che dovrebbero determinare la futura vita coniugale. In seguito, però, non è stato possibile fare a meno di ballare - essendoci questi bambini, e ragazzine di otto-nove anni tutte carenti di cavalieri, perché i coetanei erano sotto nel campo a giocare a calcio, e venendo dal loro animatore a richiedere. Una sudata come non credevo fosse possibile, considerato che in questi giorni fa - fortunatamente - tutt'altro che caldo. Finita la serata, e supervisionata la sistemazione degli impianti, è tornata a farsi sentire la sete, e con Fabio siamo partiti con tutto l'intento di andare a bere una birra di nicchia all'Ein Mass, ma dopo esserci fermati per una birra nazionalpopolare al bar di un suo collega, abbiamo deciso di sostituire la bevanda con il cibo, e siamo andati a procurarci due jet kebap d'asporto, consumati alle panche del lavatoio, che basta sedercisi per tornare indietro di buoni otto-nove anni.

Il sabato sera era una giornata preparata da settimane. Infatti, la nostra Meg suonava a Sotto il Monte, e considerato che è sempre meglio fare venti chilometri che anche solo cinquanta (per andare a Milano, ad esempio), non potevamo non andare. Ad ogni modo, abbiamo cominciato andando alla festa del Negrone (Settimana Negronese, per la precisione), dove - oltre a mangiare e bere mica male - c'è sempre l'occasione di tenere d'occhio fuori dell'orario d'ufficio i nostri animatori, dove abbiamo (in realtà Fabio, con la fortuna che si ritrova) vinto una bottiglia di Moscato di Scanzo alla ruota, e dove ci hanno raggiunto Epo e Geordie per andare al concerto. Essendo il compleanno di Geordie, gli è stato fatto omaggio della bottiglia, con l'impegno ad inaugurarla a fine serata.

Siamo partiti per Sotto il Monte sotto un cielo dardeggiante di lampi e fulmini "da film", e siamo arrivati che pioveva come Dio la mandava. Eravamo (più che altro i miei colleghi, perché io ero già stato una volta alla festa di Sotto il Monte, e la ricordavo al coperto) in apprensione per la possibilità che il concerto fosse sospeso, ma quando siamo arrivati - bei fradici, nonostante i pochi metri di strada e gli ombrelli - sul palco c'era un mediocre gruppo spalla che prendeva tempo, essendo che il concerto è iniziato un'ora oltre l'orario previsto, e dunque alle ventitrè. Nonostante, incrociandola sotto il palco, Meg non ci fosse sembrata - a tutta prima - particolarmente attraente (e già maledicevamo il fotoritocco), diciamo che è quel tipo di bellezza a cui ci si deve un po' abituare, dacché - entro la fine del concerto ed il giro d'autografi e dediche - Fabio, una volta partito, non la finiva più di elencare franchi apprezzamenti. Concentrandoci sulle cose veramente serie, voto zero all'abbinamento scarpe verdi-abito nero. E, certo, un bel concerto. Magari qualcuno di noi sperava di veder apparire nel fumo il fantasma di Stefano Fontana con i capelli per aria a far girare personalmente i piatti, ma io mi sono quasi innamorato dello schieramento di synth - e dovevi venire al concerto di Morgan, stupido! giustamente mi continuano a ripetere - e del contrabbasso elettrico. Inoltre, abbiamo deciso che non vedremmo male un'esibizione di Meg al Bolgia, che è un ambiente in totale contrasto con le sue origini musicali e il suo orientamento politico, ma va a nozze con la musica che sta facendo di recente. Non fosse che le mie fonti ormai danno per morta la stagione dell'elettronica al Bolgia, e che ora non sia altro che un locale house per adolescenti difficili. Al rientro, prelevato un pacchetto di savoiardi dalla dispensa di Geordie, che alla fine era lui il festeggiato, siamo tornati alle panche del Lavatoio per il nostro brindisi a base di Moscato. Che aveva conosciuto giorni migliori, ma forse siamo stati noi a non servirlo secondo le regole, e quindi impedendogli di sviluppare i noti profumi.

La domenica sono rimasto a casa da solo, perché quel vigliacco di Francesco, passata la maturità, si sta facendo dieci giorni al mare con gli amici, ed il resto della numerosa famiglia è andato a Pavia per l'anniversario di nozze dei miei, mentre io sono stato trattenuto dallo studio. Fino a sera, quando sono tornato a Negrone - perché, per qualche motivo strano, essendo in corrispondenza con l'ultima settimana del CRE, è la festa, almeno per me che ad agosto sono sempre via, nonostante l'acre rivalità che separa Negrone da Rosciate. La frase più utile, ed interessante, della serata è uscita da Fabio, che guardando il solito ennesimo assembramento di adolescenti che si amano e odiano, e prendono e lasciano, e tirano e mollano, ha parlato di maree ormonali. Bella immagine. Azzeccata, perlomeno.

Le foto del concerto, come al solito gentilmente offerte da Fabio, arriveranno quanto prima, spero. Tenete d'occhio.

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