lunedì 21 luglio 2008

Quando non si sa è meglio tacere

Io non so se gli insegnanti di Bossi fossero meridionali o settentrionali. Quello che so per certo è che gli hanno insegnato malissimo, o che lui era un pessimo studente. Perché chiunque resterebbe quanto meno perplesso leggendo queste sue dichiarazioni, per quanto sono sbagliate. Proprio da grossolano ignorante.

A proposito della vittoria schiava di Roma, e non dell'Italia, qualcuno ha subito pensato a correggerlo (certamente il cronista del Corriere, ma basta leggerlo, se non si è sicuri di saperlo a memoria. Ma ancora, come riporta nell'articolo, due grossi errori.

Il primo, certo, sta scritto che "i figli d'Italia si chiaman Balilla". Ma, a parte che l'inno è del 1847, e ne doveva avere di preveggenza Mameli per metterci rimandi fascisti, qui sembra che tutti dimentichino i moti di Genova del 1746 (di cui Wikipedia ci rende edotti) tradizionalmente "scatenati" dal nostro Balilla. E quindi non si deve intendere che i figli d'Italia marciano con pantaloni corti, camicette nere e buffi fez, ma che sono tutti pronti a combattere contro chi calpesta la libertà del popolo. E poi, secondo me la peggiore: preferisce "La leggenda del Piave" perché è un canto di popolo? Ma se è una canzoncina d'avanspettacolo!! Lo sanno tutti, c'è sui libri di musica delle scuole medie, che è stata composta da E.A. Mario, celebre autore di cabaret, e questa è una versione del 1918, appena uscita, e per favore qualcuno mi indichi la popolarietà di questa musica.

Ci guadagnava a non giustificarsi.

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