mercoledì 15 ottobre 2008

Quattro passi d'autunno

Anche se taggarla "escursione" è decisamente troppo, la passeggiata di questo pomeriggio va segnalata anche solo per per il percorso - non perché sia qualcosa di speciale, ma perché vedo nella mia banca dati cartine che una buona parte si è svolta su un sentiero fantasma, non censito e neanche segnato sull'altrimenti maniacalmente precisa mappa del parco dei Colli di Bergamo.

Approfittando della bella giornata e del fatto che il dentista di famiglia, e dunque di mia sorella, è a Ponteranica, mi sono offerto volontario per accompagnarla, onde sfruttare la mezz'ora che avevo messo in conto per provare la strada per la Maresana - contando sulla non eccessiva pendenza e su ampie curve e controcurve, per godermi un po' la guida di montagna. Il Fato, nella forma di un'infermiera-segretaria talmente somigliante ad una mia vecchia conoscenza da tentarmi ogni volta da chiederle se ci conosciamo, mi comunica però che di mezz'ore ce ne vorranno almeno tre, e mi fa capire che è poco saggio fermarmi ad attendere - cosa che non avrei fatto comunque, ma questo è abbastanza insolito e non se lo poteva immaginare. Questo dà dunque la possibilità di raggiungere la Maresana, parcheggiare l'auto e godersi un po' i boschi d'autunno, che in questi giorni guardavo con struggente desiderio dalla finestra di casa.

Tutto il percorso della passeggiata è visibile in questo stralcio della mappa in formato PDF, anche se bisogna stare un po' attenti alla descrizione in quanto si salta di sentiero in sentiero. Il giro si fa in un'ora un po' abbondante.

Partenza dal ristorante sulla Maresana, alla sinistra della foto, seguendo il sentiero CAI BG 502 (non segnalato, mi pare) con le provvidenziali indicazioni Parco dei Colli, in direzione San Rocco (frazione di Ranica). Si procede in pianura su un sentiero comodo, ancorché non molto largo, ed adeguatamente battuto, fino all'incrocio con il sentiero CAI BG 501 (questo è segnato). Si sale a sinistra su un sentiero che sale con pendenza abbastanza decisa, ma ampio e comodo, in direzione dei grossi ripetitori per radio e televisione. Si arriva nei pressi di quella che doveva essere una casa d'abitazione, ed abbastanza signorile, ancora curata ma ridotta a supporto per antenne, badando di non dare troppo nell'occhio e di non sembrare sospetti al carabiniere di guardia (alcuni ecoattentati degli anni passati hanno portato al presidio da parte della forza pubblica degli impianti), non come ho fatto io che, intraprendendo la passeggiata con tanto di giacca e cravatta, ero un po' fuori posto. Di fronte alla casa di cui s'è detto c'è un pilone dell'elettricità, su cui sono tracciati in arancione una croce ed una freccia a destra. Si imbocca (beata incoscienza) un sentierino pochi passi oltre il pilone (e che non troverete sulla cartina), che tenta di seguire la linea di livello ma, dopo una breve discesa, piega leggermente a sinistra in salita. Il bosco è rado ed il sentiero tutt'altro che battuto (era passato qualcuno di recente a tagliare l'erba attorno alle recinzioni di alcune case, e quindi era sgombro; ma dentro il bosco non sei mai sicuro se segui il sentiero o stai improvvisando), ma ci si accorge abbastanza chiaramente che, ad un certo punto, si incrocia un sentiero che sale in lieve pendenza alla tua sinistra (a rigor di logica, da dove stai venendo) e digrada a destra verso un roccolo ben tenuto. Il senso dell'orientamento dice che la croce del disegno è quella del Colle Ranica (più probabilmente è quella di Torre Boldone, ma al momento non sai della sua esistenza), e che quindi bisogna andare a destra, ma anche in salita, e dunque decidiamo di andare a sinistra. Ottima scelta, perché il sentiero torna a girare e si fa pianeggiante, mentre si passa attraverso chiari indizi di una caccia al tesoro (biglietti con mezze parole appesi a diversi alberi lungo il sentiero) e si arriva ad una croce di legno presso la quale gente va in cerca di castagne e c'è un tavolo da picnic. Secondo il Parco dei Colli, siamo arrivati sul sentiero CAI BG 606, praticamente all'altezza del punto panoramico, e ci stiamo ora dirigendo verso est, in direzione della croce in "vetta" al Colle di Ranica. Altra gente in cerca di castagne, ed invece di seguire uno dei cercatori lungo l'ovvio sentiero (ancora il 606, da cartina, ma vi assicuro che non è segnato niente, e che quindi il divertimento è assicurato) per il ristorante Pighèt e l'eliporto, scendo verso nord attraversando un grosso roccolo, intravedendo il tetto del ristorante a destra e quindi tenendo, più o meno, la sinistra (ovviamente, sulla mappa nulla di tutto ciò è segnato, ma vi assicuro che i sentieri ci sono, molti e comodi. A questa fase della passeggiata, ho deciso che porterò il CRE a fare un grande gioco da queste parti). Presto ci si mette su un sentiero abbastanza curato da avere anche canaline per lo scolo dell'acqua, che segue il crinale Colle di Ranica-Croce dei Morti, ma che presto si butta su una carrareccia tenuta ancora meglio, che non so dove vada a sinistra, ma a destra punta decisamente verso il Pighèt, stando alta sopra la strada (segnata sulla mappa) che lo raggiunge. Per risparmiare tempo ed incuriosito dalla piccola folla di cercacastagne che si richiama a gran voce per il bosco, taglio buttandomi nelle foglie che arrivano ne sopra la caviglia e saltando così sulla stradina (asfaltata, checché ne dica la mappa). In breve si sale alla Croce dei Morti (da sempre adorabile per il motteggio che la contraddistingue) (di cui ho trovato solo questa foto d'epoca) e si prende in discesa il sentiero CAI BG 533 per la Maresana (questo è ben segnato, essendo un tratto della celebre Bergamo-Selvino), sempre tra castagni e carpini per tornare al punto di partenza.

Una passeggiata come questa ci voleva, benché si potesse evitare di farla in giacca (presto tolta) e con le scarpe da città (che, ahimè, non si potevano togliere, ma se n'aveva voglia). Il Parco dei Colli andrebbe riscoperto, con tutto che mi manca ancora di percorrere la Valle del Giongo, e sono anni che voglio trovare le sorgenti del Morla. A proposito di Parco, è d'obbligo segnalare l'ottimo sito, da cui - tra l'altro - provengono le foto dei sentieri che ho citato.

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