martedì 15 maggio 2007

Dietrologia sul Partito Democratico - 3

-il grande Nemico-

Pochi mesi sono passati dall'insediamento del primo governo Berlusconi, e già il nostro imprenditore naviga in cattive acque, complice un alleato riottoso. La mozione di sfiducia nei suoi confronti viene presentata da Partito Popolare e Lega Nord, ed approvata. Erano altri tempi, erano bei tempi, ed una crisi di governo non sconvolgeva nessuno. Dopo le consultazioni di rito, si sarebbe insediato un nuovo governo, e con calma ci sarebbero state nuove elezioni. Questa novità del bipolarismo causa, però, la prima ferita del sistema italico. Non si riesce ad insediare un governo politico - non che fosse la prima volta, era già capitato del '93 - e si ripiega su un governo tecnico, guidato da un'ottima persona moderata e vagamente liberale, che ottiene la fiducia. Nel frattempo, si agitano le acque del Partito Popolare, diviso tra quelli cui non dispiacerebbe fare accordi con l'imprenditore, e gli interpreti del centro-sinistra. Si diffonde, in Italia, la retorica del Nemico, l'imprenditore o i comunisti. Ma non è questo il nemico che preoccupa i nostri amici. Probabilmente lo sottovalutano, e continuano a pensare di essere politici ben più validi, usciti da scuole di partito e decenni di gavetta, e che gli italiani, dopo il loro periodo d'ubriacatura, si sveglieranno e capiranno da che parte è bene stare. Tesi pericolosa, già utilizzata ai tempi del fascismo, ma non che non si sia avverata: soltanto, ci sono voluti vent'anni. Un altro è il Nemico. Un gruppo di professori, di politologi, di compiacenti giornalisti, che già hanno dato il loro colpo, apparentemente mortale, al sistema politico italiano, uno dei più equilibrati in circolazione - instabile e poco decisionista, secondo i detrattori; ma senz'altro equilibrato - e che, dopo aver previsto il maggioritario per avvicinare i cittadini alla politica (tesi a tutt'oggi che mi suona curiosa), disegnano davanti agli occhi accecati dell'Italia il Futuro: la Democrazia dell'alternanza, anzi: la COMPIUTA democrazia dell'alternanza; questo è il pericolo. Disegnare lo sviluppo del sistema politico come guidato da un immanente principio, lo Spirito della Politica, che guiderà gli uomini ed il Paese ad essere a pari di quei modernissimi paesi dove vota sì e no il sessanta per cento degli aventi diritto. E questi pensatori ammaliano l'Italia.
Costituiscono una compagine di CentroSinistra, senza trattino, come si dice, che prende il nome (ci sarete arrivati) di Ulivo e candida un personaggio di piccolo cabotaggio della cosiddetta Prima Repubblica, già presidente dell'IRI - il più primarepubblicano degli enti della prima repubblica, benché sia stato costituito dal fascismo, ma nessuno lo sa.
I nostri sono talmente abituati alle manovre che lo lasciano fare, perché poi, a tempo debito, manovreranno.

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