martedì 9 gennaio 2007

Parliamo un po' di politica

E pensare che credevo che sarebbe stato l'argomento principale del blog...invece le cartine, come sempre, mi hanno preso la mano.

Oggi andavo all'università e mi è venuta una buona soluzione per togliere il governo dall'empasse in cui si è infilato.

Fassino non mi piace, benché tanti miei amici di partito lo ammirino. Mi spaventa soprattutto per quell'accordo (segreto fino ad un certo punto) per il quale, stando fuori dal governo a differenza degli altri leader di partito, avrebbe avuto in premio la segreteria del partito democratico prossimo venturo. Come, quindi, poter scendere a patti con tale nemico?
Ma, di recente, si è espresso bene, sottolineando come l'accozzaglia di comunisti veri o emuli e sindacati che abbiamo tirato insieme per battere Berlusconi non saprebbe nemmeno gestire il bilancio di una famiglia, figuriamoci il bilancio statale. E, peggio ancora, i tecnici nelle cui braccia ci siamo buttati per risolverlo, il bilancio, non hanno il minimo buon senso per capire quando si è tirata troppo la corda, o quando si può ancora sforzare.
Bene, la corda si è tirata troppo, così come il consenso all'Esecutivo. O si fa qualcosa di sensato, o si fa qualcosa di estremamente populista, o si muore. Ed ha ragione, Fassino: il governo ha cinque mesi di tempo, e gli conviene far bene questi giorni a Caserta. Visto che le cose estremamente populiste, che fanno piacere ai sinistri, non le faremo, anche perché tutto il mondo ci sta con il fiato sul collo attento alle nostre mosse, non possiamo far altro che avere coraggio ed agire nell'interesse del paese. Paese che ha bisogno (checché ne dicano i sindacati) di andare in pensione più tardi e (checché ne dicano i professionisti) di liberalizzare l'assurdo mondo degli ordini professionali e co.

E stia attento il sig. Prodi, col suo folle progetto di eliminare i partiti per fare il Capo, che i cinque mesi non sono la tenuta della maggioranza ma, mi auguro, la sua speranza di vita.
Vogliamo politici veri, democristiani non solo di nome, moderati e saggi. Non amici di politologi pronti a tutto per sperimentare la post-democrazia del leader. Lo criticavamo all'avversario, lo dobbiamo lodare adesso che sono i "nostri" a pensarlo?

Fortuna che c'è ancora un paio di politici affidabili.

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