sabato 27 gennaio 2007
Congresso GdM
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Etichette: Margherita, politica
martedì 23 gennaio 2007
Sfondo desktop
Il nome usato da KDE è Stelvio, ma la cosa non ci soddisfa. Andiamo a cercare, ed ecco che troviamo informazioni a proposito del Lago di Resia, in Val Venosta: di cui ecco le informazioni reperite
La cosa più interessante è che ho trovato (vizio mio) una bella foto aerea da cui si scorge inequivocabilmente la cima del campanile che spunta dalle acque del lago. Tra l'altro, la foto deve essere stata presa in un periodo di abbondanza di acqua, perché si vede il lago lambire la strada, cosa che ritengo ai giorni nostri non proprio comune.
Poiché ritengo che sia quantomeno originale, come immagine, devo assolutamente mostrare anche questa:
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venerdì 19 gennaio 2007
Diaetrologica
Una volta mi dilettavo di scrittura.
Non sono meno grafomane, al giorno d'oggi, ma non passo un'ora al giorno a scrivere quello che mi passa in mente, travestendolo da racconto più o meno allegorico. Però, ogni tanto, mi ritornano alla mente i progetti da scrivere che avevo ideato, cui avevo dato forma, e che avevo rinviato a migliore occasione od ispirazione. Ce n'è un paio, soprattutto, che mi stavano e nonostante tutto mi stanno ancora a cuore (più un progettino riservato...che per ora è meglio tenere nel cassetto). Il primo era ambizioso, talmente ambizioso che dispero di aver mai tempo e voglia di concluderlo. "Ethica Nova", raccolta di racconti, anche lunghi, con intento allegorico e moraleggiante che ricalcano la struttura trinitaria del pensiero di Hegel. L'idea è più divertente del prodotto. Come quello aveva Logica del Concetto, Logica dell'Essenza e Logica dell'Essere, così io avevo Etica del Concetto (sempre da Hegel: Stato, Società, Famiglia), Etica dell'Essenza (Libertà e Necessità), Etica dell'Essere (Amore - o Volontà, non avevo ancora deciso). Di questo ho scritto Nazione (Stato) ed iniziato Impresa (Società) e Parenti (Famiglia). Impresa è veramente interessante, peccato non avere più idea di come proseguirlo.
Ma il meglio è, senz'altro, Diaetrologica Scripta Tria: un bel modo per sfogare la mania di complottismo che in Italia hanno tutti, liberandosi dall'odioso cliché dei cattivi che nascondono la verità. Molto politicamente scorretto, e lieto di speculare sulle sofferenze personali di vittime degli omicidi più "strani" degli ultimi anni, ho iniziato il primo, Lo Stato ci ha abbandonato, racconto a proposito di alcune morti apparentemente per errore, a partire dalla camorra (a suo tempo, l'omicidio della ragazza al quartiere Forcella aveva fatto un certo scalpore) collegate a quel faccendiere che si dice scomparso con la moglie sul Lago di Como (troppo vicino alla Svizzera per farsi scappare l'occasione). C'è già la trama di Democrazia ma questo è ancora troppo vicino ai recenti fatti politici per arrischiarsi a scrivere, e quando ci toglieremo di mezzo la minaccia del Partito Democratico, salterà magari fuori che avevo ragione. Per il terzo, sarebbe bello cimentarsi col solito tema, il Complotto Mondiale, ma a parte il fantomatico personaggio del Logoteta Pandignico (più o meno, il «portavoce del Tutto Degno»), non ho in mente molto. E poi, anche avessi in mente tutto, chi ha mai il tempo?
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domenica 14 gennaio 2007
Turista in terra di Bergamo
Quando uno pensa di conoscere bene casa propria...
Naturalmente ci sono sempre un'infinità di posti in cui uno non è mai stato, anche dietro casa; ad esempio, con tutte le volte che nel camminare ho attraversato i confini della riserva naturale della Valpredina (5-6 km da casa), mai una volta che sia andato a visitarla, l'ho sempre passata di sfuggita. Oppure sei uno di quelli che sa tutto di ogni via di Clusone, e poi magari si perde nel centro storico di Villa di Serio (2 km da casa) - questo riferimento è rivolto a miei amici ed amici di amici.
Così questo pomeriggio, con una compagnia di baldi giovani - di cui la metà NON conosceva la strada! - sono andato a Sarnico, sul Lago - che da noi per antonomasia è quello d'Iseo - a trovare il curato che per un anno è stato a far servizio da noi a Rosciate.
Prima cosa da dire su Sarnico: se uno ci passa lungo la strada, magari non spessissimo, come capita a me, non si accorge di essere in un paese di lago. L'entroterra è, infatti, anonimo come quello dei paesi che lo precedono, e niente fa sospettare di essere sul Sebino (tranne i cartelli con su "Comunità montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino"). Diventa più caratteristico (senza, comunque, essere fantastico) scendendo verso la chiesa parrocchiale e l'oratorio, con il centro storico di strette vie in selciato, ma ancora non ti dice di essere sul lago. Ad uno inizia a venire il sospetto quando, di colpo, si trova davanti ad una discesa ripida che si butta verso sud, e tale discesa c'è indipendentemente da quale sia la viuzza che si percorre. Si arriva poi in qualche piazza, ché tanto una vale l'altra, con questo mitico lungolago tanto decantato che, immagino, solitamente abbia l'aspetto di una strada con un marciapiedi, peraltro assai trafficata. Stasera, fortunatamente, c'era una qualche festa di paese (penso S. Mauro) e quindi Sarnico era tutto in festa, con palazzi storici illuminati, raffigurazioni delle vicende del paese e bancarelle. Insomma, un casino che non si riusciva neanche a camminare, e niente di molto diverso oltre il celebre ponte che divide BG con BS, portando a Paratico, perché anche dall'altra parte c'era una fila di bancarelle con la solita gente che va su e giù senza comprare niente.
Tra l'altro, bancarelle anonime, quante ne ho viste decine di altre volte nelle fiere dei vari paesi della Val Seriana (e anche il giorno di S. Martino a Tregnago (VR)); che gusti che ha la gente...come andare al mercato il giovedì mattina, solo che essendo sera fa più freddo.
Guadagnamo comunque una ripresa aerea del centro storico di Sarnico. Si osserva il dedalo delle viuzze che porta al lungolago, se si osserva bene il campo dell'oratorio appena dietro il centro storico e più in lontananza, verso ovest, il centro sportivo.
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martedì 9 gennaio 2007
Parliamo un po' di politica
E pensare che credevo che sarebbe stato l'argomento principale del blog...invece le cartine, come sempre, mi hanno preso la mano.
Oggi andavo all'università e mi è venuta una buona soluzione per togliere il governo dall'empasse in cui si è infilato.
Fassino non mi piace, benché tanti miei amici di partito lo ammirino. Mi spaventa soprattutto per quell'accordo (segreto fino ad un certo punto) per il quale, stando fuori dal governo a differenza degli altri leader di partito, avrebbe avuto in premio la segreteria del partito democratico prossimo venturo. Come, quindi, poter scendere a patti con tale nemico?
Ma, di recente, si è espresso bene, sottolineando come l'accozzaglia di comunisti veri o emuli e sindacati che abbiamo tirato insieme per battere Berlusconi non saprebbe nemmeno gestire il bilancio di una famiglia, figuriamoci il bilancio statale. E, peggio ancora, i tecnici nelle cui braccia ci siamo buttati per risolverlo, il bilancio, non hanno il minimo buon senso per capire quando si è tirata troppo la corda, o quando si può ancora sforzare.
Bene, la corda si è tirata troppo, così come il consenso all'Esecutivo. O si fa qualcosa di sensato, o si fa qualcosa di estremamente populista, o si muore. Ed ha ragione, Fassino: il governo ha cinque mesi di tempo, e gli conviene far bene questi giorni a Caserta. Visto che le cose estremamente populiste, che fanno piacere ai sinistri, non le faremo, anche perché tutto il mondo ci sta con il fiato sul collo attento alle nostre mosse, non possiamo far altro che avere coraggio ed agire nell'interesse del paese. Paese che ha bisogno (checché ne dicano i sindacati) di andare in pensione più tardi e (checché ne dicano i professionisti) di liberalizzare l'assurdo mondo degli ordini professionali e co.
E stia attento il sig. Prodi, col suo folle progetto di eliminare i partiti per fare il Capo, che i cinque mesi non sono la tenuta della maggioranza ma, mi auguro, la sua speranza di vita.
Vogliamo politici veri, democristiani non solo di nome, moderati e saggi. Non amici di politologi pronti a tutto per sperimentare la post-democrazia del leader. Lo criticavamo all'avversario, lo dobbiamo lodare adesso che sono i "nostri" a pensarlo?
Fortuna che c'è ancora un paio di politici affidabili.
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lunedì 8 gennaio 2007
Riparte l'università
Oggi abbiamo ricominciato, giù a Milano.
Dopo quasi venti giorni di ferie, poteva essere durissimo saltar fuori dal letto alle 6.20, contare i secondi per non perdere il treno delle 7.19 per Milano Porta Garibaldi, scandire di stazione in stazione (Ponte San Pietro, Terno, Calusco, Paderno-Robbiate, Carnate-Usmate, Arcore, Monza, Sesto S. Giovanni, Milano Greco Pirelli) i minuti di ritardo accumulati, pressarsi insieme alle altre centinaia di pendolari più o meno assonnati nel sottopassaggio, attraversare la rossa Auschwitz avvolta dalla tenue foschia del mattino, andare a sedersi nel forno crematorio dell'U1-01. Per poi, dopo diverse ore, fare tutto a ritroso.
In effetti lo stress c'è già stato, non ero ancora arrivato che già bramavo il mio caffè ristoratore, e mai come oggi mi sono accorto di quanto non sopporti quelli che indugiano prima di uscire dalla fila, al cambio dell'ora.
Ma, come sempre, mi è piaciuto. Stare a casa a fingere di far nulla (perché in realtà studiavo, altrimenti mi sembra di mangiare il pane a tradimento) è decisamente più pesante: c'è sempre qualche sorella che viene a romperti chiedendoti di aiutarla nei compiti, o qualche fratello che non si sogna nemmeno di fare i compiti ma che comunque ti chiede quello che gli viene in mente, tanto per distrarsi. E poi all'università c'è compagnia solitamente intelligente, o amena, od entrambe le cose insieme.
E sembra di essere vivi.
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Etichette: università
sabato 6 gennaio 2007
Malanni di stagione
Presente quel mio amico che mi ha fatto venir via in anticipo da Valbonaga perché stava male?
Ecco, quel semolino (non fosse neanche un quintale di barba) è stato male tutta settimana, stando a casa anche dal lavoro, ed ha tutt'ora la febbre che gli va e gli viene.
E, per giunta, è riuscito anche ad attaccarmi il raffreddore! (So per certo che è stato lui perché in questi giorni non sono praticamente uscito di casa e l'unico malato con cui sono stato in contatto è lui).
Ieri mi ha fatto anche salire la febbre! Ma, a me, con una pastiglia è passata per poi non tornare più, e stasera si va a finire il Jack avanzato (spero fin non su dal Gio delle Fiorine, che è il nostro ritrovo abituale, perché è proprio troppo lontano. Anzi, metto come al solito un'ortofoto aerea del suo bar)
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giovedì 4 gennaio 2007
A proposito di aerofotogrammetrica
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mercoledì 3 gennaio 2007
Parco dei Colli di Bergamo
Mentre navigavo qua e là cercando una mappa del torrente Quisa (mi aveva intrigato una pubblicazione sul Santuario di Sombreno che ne parlava), mi sono imbattuto in questo sito del Parco dei Colli di Bergamo di cui non avevo mai sentito parlare (del sito, ovviamente non del Parco). È davvero fatto molto bene, specialmente la parte di percorsi con tutti i sentieri CAI e del Parco che rientrano nel suo territorio. A parte un piccolo appunto sul 533 CAI Monterosso - Canto Basso - Selvino che è presentato solo fino al Canto Basso, e sembra una passeggiata per famiglie perché manca il più grosso, sono davvero favorevolmente sorpreso dalla presenza degli estratti della carta dei sentieri e per le molte foto presenti (non tutte molto significative, ma insomma quanto basta per non perdersi agli incroci).
Con tutto questo rimane però il dubbio sul torrente Quisa (che è presente anche nel portale delle acque interne di Lombardia, per cui riporto una piccola carta - per chi non l'avesse già saputo, sono moderatamente un maniaco delle carte:
(tra l'altro, per motivi di copyright sono anche tenuto a dire che la proprietà dell'immagine è della REGIONE LOMBARDIA CT50000 foglio C5 (l'estratto è modificato))
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martedì 2 gennaio 2007
Ultimo dell'anno
Benché non sia sensatissimo iniziare un anno ricordando come è finito quello vecchio, potrei anche contare su qualcosa, tanto per fare.
C'è, a partire da metà novembre, quest'ansia su cosa organizzare per l'ultimo dell'anno. In paese c'è questa nostra compagnia di otto baldi giovani tra i venti e i ventidue, con la quale abbiamo organizzato alcuni degli ultimi più degenerati che si possa pensare (no, forse non tanto quanto stiate pensando, ma insomma ci difendiamo bene). Abbiamo organizzato per passare l'ultimo in una casetta ad Ardesio, ma sul più bello quello di noi che metteva la casa ha scoperto di dover lavorare, per la banca, fino a notte del 29 ed allora gli è passata la voglia. La compagnia si è spaccata, non senza qualche dramma personale, tra quelli che volevano fare una cosa un po' da veci (questo commento è di parte, non condividendone io le scelte) con tanto di cena d'ordinanza, festa sulle piste da sci e morosa al seguito, e quelli (alla cui nobile compagine appartengo) che ritengono le morose essere gran cosa per chi ce le ha ma grande seccatura per gli amici dei suddetti (senza contare l'inopportunità di certi atteggiamenti teneri mentre si dovrebbe bere whisky e giocare a poker o del socio che cucina una salsiccia alle quattro del mattino mentre l'altro non vuole che coccolare stretta stretta la sua girl). Mentre i primi sarebbero andati a Branzi (altra valle e tutt'altro ambiente che Ardesio) a fare il fine settimana secondo comandamenti (con tanto di sciate ecc.), noi rimanevamo in braghe di tela per "colpa" del lavoro di uno di noi - che per la cronaca è noto come Geordie (una storia lunga che ha a che fare più con Gabry Ponte che con De André) - e già qualcuno cedeva dalla nostra linea di intransigente misoginia per scendere a patti.
Fortunatamente si prospetta all'ultimo una mia casetta in Valbonaga di Sopra (altra valle ancora, ma questa è quasi collina) e dirottiamo su quella, perdendo però per strada un altro che da tutta questa incertezza (scioltasi il giorno 28) ha deciso di fare il no global e di andare a letto alle nove (salvo poi alzarsi per le cinque del primo ed andare a concludere la nottata con altri personaggi malati di Rosciate).
Insomma, tra banca e incomprensioni varie il 30 per pranzo arriviamo su là alla Valbonaga in due (quello che ha lavorato fino a notte arriverà poi nel pomeriggio). Siamo pronti a tutto: dal sacco a pelo e le stufe elettriche (perché lì il riscaldamento non c'è, capodanno vintage) ad abbondanti vettovagliamenti. Nel pomeriggio scopriamo, nel corso di una passeggiata per stradelle amene, un ottimo belvedere (per gli intenditori e gli autoctoni in località Uccellera, sulla Corna Bisona) con tanto di campane che sarebbe ottimo per fare un po' di casino alla mezzanotte.
Prego notasi foto aerea che indica casa mia a Valbonaga(1) e il belvedere della Cappella Alpina sulla Corna Bisona (2)
Poi, dopo cena, giro a vuoto in mezzo alla nebbia della Brianza (si va in trasferta) fino a finire in uno scantinato a Cernusco Lombardone con un sacco di squatter (la parola non ha qui il significato originale legato ai contestatori torinesi, ma nel mio giro è sinonimo di truzzo) che invece di entrare stazionano davanti all'entrata, probabilmente per non perdere di vista la moto truccata; beh, meglio, visto che dentro si sta larghi.
Ma ecco che iniziano i problemi: a Fabio (cioè non io e non Geordie) sale la febbre, e non c'è niente da fare: l'indomani quello vuole tornare a casa a farsi cuà dalla mamma, e così sfuma anche il nostro ultimo dell'anno - perché di stare via solo in due non se ne parla.
Dopo un pranzo assurdo, perché c'è da finire tutto il cibo per i tre giorni successivi, torniamo a Rosciate, scarichiamo dalla mammina il malato e...visto che di saltare l'ultimo non se ne parla, smacchinata fino a Branzi - alla cena da veci che non volevamo fare. In realtà, la cena in sé era ottima, ma quando ci avvediamo che gli altri si stanno rilassando, non hanno fretta di tirarsi a bolla perché poi andranno su a Foppolo a condividere il veglione con milanesi assortiti, né voglia di far fuori il palmo di Jack che non avevamo finito (per via della malattia di Fabio) a Valbonaga, risaltiamo in macchina e di nuovo giù a Rosciate.
Uno direbbe: siete matti, che ci tornate a fare al paese che tutti sono via? In realtà non tutti sono via, perché i giovani (purtroppo un falinino più giovani di noi) dell'Oratorio quest'anno si erano globalizzati, ed avevano organizzato un festone da paura con quelli delle parrocchie vicine (a qualcuno interessa quali? non credo), ed allora noi eccoci là - siamo bravi ragazzi, in fondo...
Non per altro, per fare gli stupidi urlando al microfono della consolle. Come quando eravamo quattordici, o sedicenni pieni di aspettative puntualmente deluse. Se si aggiunge che non era old style soltanto l'ambiente oratoriale, ma anche la selezione del dj (perché avevo avuto voce in capitolo), abbiamo passato delle ore discrete in un clima tardo 2001 che inebria sempre un po'.
In effetti niente di eccezionale, ma almeno il mattino del primo non avevo mal di testa. E da qualche parte dev'essere avanzato il mio socio il Jack (old no 7)
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Inaugurazione
Per qualche attimo ho accarezzato la possibilità di lasciare solo la "presentazione" (che poi è proprio una parola troppo grossa per quelle sei stupide obiezioni allo scrivere un blog - ah, non è che mi sia dimenticato la sesta di cui ho lasciato i puntini, solo che non mi va di scriverla, per ora) e di non fare niente, e vedere se qualcosa l'avrès bötàt, cioè fosse spontaneamente germinato. Poi ho valutato che non era né probabile né plausibile. Prima o poi qualcuno, specialmente del blog di informatica della Bicocca, ci avrebbe messo il naso. Ma sarebbe rimasto perplesso od infastidito, ed allora ho deciso che si poteva anche essere un tantino più avvincenti - ma non meno criptici.
Quindi, iniziamo da me. No, è solo narcisismo.
Iniziamo, allora, da dove sono. E' qualche settimana che ho problemi con la mail di Virgilio (ed infatti ho marcàt zö ché 'n del profilo la mail della Bicocca) che non lascia accedere via webmail all'ADSL di Tele2, ed allora, avendo da comunicare col mondo, mi sono introdotto clandestinamente in un ufficio degli Ospedali di Bergamo e da qui scrivo. Tra l'altro è significativo inaugurare questo strumento d'espressione con l'anno nuovo; e non soltanto perché sono in ferie e quindi ho anche del tempo da buttare, ma anche perché bla bla, diario, bla, tempo che passa, eccettera. Ecco.
Ho come un virus che ogni tanto (tanto?) butta fuori frasi fatte, concetti ritriti e - solo talvolta - orripilante sentimentalismo. Cerco di combatterlo finché posso ma, ad esempio adesso, stava per produrre un diabetico commento da Piccole Donne o Va' dove di porta il cuore, o di quelle fastidiose rubriche sulle riviste della nonna, tipo "Dillo alla tua Susanna Agnelli".
Spero di essermi salvato in tempo annegandolo coi bla bla.
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Presentazione
Non che io sia, come si dice dalle mie parti, un tenda.
Ma senz'altro ci ho pensato un po', prima di unirmi allo sconfinato mondo dei blogger.
Punto 1, non amo le mode, ed il fatto che persino Life abbia dedicato loro l'anno la dice lunga sulla modaiolità del fenomeno.
Punto 2, ho da mesi un fatto personale con i redattori di Europa, che è l'organo de La Margherita, perché con tutto questo loro magnificare i blog ulivisti in opposizione alle strutture di partito mi stanno decisamente sullo stomaco.
Punto 3, sul blog scrivo oggi, ma chissà quando avrò il tempo di seguirlo. Ho invidia dei miei amici informatizzati che trovano il tempo per viverci, al computer. Io lo lascio ai più destrutturati rimasugli di tempo libero - un po' come informatica.
Punto 4, benché sia convinto di aver molto da dire, sono anche certo che quasi nessuno abbia interesse ad ascoltare. Io, al posto vostro, non l'avrei.
Punto 5, non sono sicuro di poter fare discorsi sensati, perché amo saltare di palo in frasca.
Punto 6...
Comunque la cosa può essere interessante, e non si sa mai che sia utile.
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